Una grande indagine alla quale ha lavorato la Banca Centrale Europea insieme ad altre 15 banche centrali dei paesi dell’Unione, tra le quali figura anche la Banca d’Italia, che restituisce un quadro completo della situazione reale delle famiglie dei paesi partecipanti, mettendo in luce contraddizioni e anomalie.I dati sui quali è stata condotta l’indagine risalgono al 2010, ma sono comunque indicativi di come sia la reale situazione delle famiglie europee.
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La ricchezza delle famiglie europee
Il dato che balza immediatamente all’occhio di questa prima indagine europea sulla ricchezza delle famiglie è che, secondo gli economisti che l’hanno redatta, italiani e tedeschi godrebbero delle stesse ricchezze, anche se c’è un gap, e neanche piccolo, tra gli stipendi tricolore e quelli dei cittadini della Merkel: 20 mila euro annui di differenza. come si spiega allora la parità di ricchezza?
Dipende da quello che hanno lasciato i genitori, i nonni e le generazioni precedenti, perché i numeri che riguardano i movimenti dei conto corrente sono particolarmente allarmanti.
Continuando a spulciare i dati che riguardano il nostro paese, si evince che le famiglie italiane sono tra quelle che hanno i redditi più bassi, in nona posizione su un totale di 15 paesi esaminati, con una percentuale di povertà più alta della media e tra le maggiori in assoluto, pur rimanendo nelle alte posizioni delle classifiche che riguardano i lasciti del passato.
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Una famiglia su sei in Italia vive sotto la soglia di povertà, un numero che si scosta in modo evidente dalla media degli altri paesi: nell’indagine i poveri sono identificati in base alla media di reddito sotto la quale si entra nella fascia della povertà (diversa per ogni paese, in Italia è fissata a 8.500 euro annui), in Italia sotto questa soglia c’è il 16,5% della popolazione, in forte contrasto con il 13% di media per gli altri paesi. In Francia, ad esempio, i poveri sono l’8,9% del totale della popolazione, mentre in Germania sono il 13,4%.
L’indebitamento delle famiglie
Una nota positiva può essere trovata per quanto riguarda l’indebitamento delle famiglie: le italiane sono le meno indebitate dell’area euro, con una percentuale del 25,2% del totale, mentre negli altri paesi la media si attesta al 43,7%. A essere maggiormente indebitate le famiglie cipriote e dei Paesi Bassi, paesi che fanno registrare una percentuale di indebitamento del 65%.
Nei 15 paesi dell’indagine, quindi, si ha una percentuale del 43,7% di famiglie indebitate: il 23,1% ha un mutuo, il cui valore medio è di circa 68.400 euro, e il 29,3% altri tipi di credito, per un valore medio di 5.000 euro.
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Le proprietà immobiliari
Il mattone è da sempre uno dei beni rifugio prediletto dagli italiani, e questa considerazione può essere tranquillamente estesa anche a tutti gli altri paesi che hanno collaborato all’indagine europea sulla ricchezza delle famiglie: in Europa, infatti, il 60,1% dei cittadini possiede una casa di proprietà e, tra questi, il 23,1% ne possiede anche una seconda.
Tra i possessori di proprietà immobiliari il 40,7% del totale è già proprietario della prima casa, che ha un valore medio pari a 180.300 euro (per le seconde case il valore diminuisce fino a 103.400 euro), mentre il 19,4% sta ancora pagando le rate del mutuo per il suo acquisto.
Per quanto riguarda la distribuzione sul territorio dei proprietari di prime case è la Slovacchia a detenere il primato, con l’80% dei cittadini, seguita da Germania (44,2%) e Austria (47,7%). I proprietari di seconde case sono particolarmente numerosi a Cipro, in Grecia e in Spagna (oltre il 35%) con l’Italia al 24,9%.
Le altre proprietà delle famiglie europee
Automobili per il 75,7% dei cittadini, il cui valore medio si attesta intorno ai 7.000 euro; piccole imprese, che molto spesso danno lavoro anche a uno o più membri della famiglia, per l’11,1%, dal valore medio di 30.000 euro.
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Come investono le famiglie europee
Le famiglie italiane prediligono investire in Titoli di Stato, e soprattutto nei titoli italiani, che li scelgono nel 15% dei casi. Per quanto riguarda il resto dei paesi dell’indagine, invece, la percentuale di coloro che investono in titoli di stato, nazionali o esteri, è piuttosto bassa: solo il 5%.
I tedeschi, ad esempio, prediligono i fondi comuni, scelti nel 17% dei casi a fronte di una media europea dell’11,4 (gli italiani li scelgono nel 6,3 per cento dei casi). Le azioni piacciono molto ai francesi (14% del totale degli investimenti delle famiglie francesi) mentre in Italia questo investimento è scelto solo dal 4,6% delle famiglie. La media europea degli investimenti in azioni e del 10,1 per cento.