Apple favorita in Irlanda, Fiat in Lussemburgo. Entrambe dallo Stato. Entrambe in termini di tassazione. A indagare è l’antitrust, già da qualche tempo. Oggi le accuse si sono fatte più pesanti, per via di nuove testimonianze provenienti dalle lettere destinate a Dublino e Lussemburgo. Lettere in grado di ricostruire i fatti.
Nel mirino ci sono i meccanismi relativi al transfer pricing, nonché gli accordi tra società e autorità fiscali nazionali: il cosiddetto tax ruling, intesa che serve per capire prima di avviarli come verranno ‘trattati’ i propri affari. In base a questi accordi, le multinazionali sposterebbero il proprio business nei Paesi che offrono minore tassazione sui guadagni.
L’operazione è delicata: i prodotti e i servizi vengono venduti da una società controllata ad un’altra, da quelle che hanno domicilio in Paesi con tassazione più alta a quelli in cui la tassazione è più bassa.
Su Cupertino potrebbero piovere grane molto serie. All’indomani dell’uscita dell’iPhone 6 la compagnia è accusata di aver raggiunto accordi illeciti tra 1990 e il 2007 in Irlanda, Paese che avrebbe aiutato l’azienda fondata da Steve Jobs concedendo una tassazione agevolata. La richiesta di rimborso, se le indagini condannassero Apple, sarebbe miliardaria.
Fiat Finance and Trade invece, si sarebbe accordata preliminarmente sui prezzi con il Lussemburgo. Risultato? Costi minori rispetto a quelli di mercato, inferiori per via di concessioni speciali. I vantaggi a Fiat ed Apple avrebbero danneggiato di altri concorrenti.
Si tratta dunque di aiuti di Stato lesivi nei confronti dei competitor? Al momento l’accusa non ha a disposizione ulteriori prove. Nel mirino, però, ci sono le intese fiscali tra Fft e Lussemburgo relative al tax ruling nel 2012.
Come finirà per Fiat ed Apple?