Fiat si quoterà a Wall Street?

 La partita è una di quelle che hanno un premio importante. Qui si tratta di 10 milioni di dollari, il valore che avrebbe la quotazione della Fiat sulla piazza di New York.

Marchionne, dal canto suo, non ha mai negato che – una volta che fosse riuscito ad acquisire il 100% delle azioni della Chrysler e che quindi la fusione delle due case automobilistiche si fosse compiuta – avrebbe volentieri fatto un pensierino su questa opportunità.

Il problema, che pio è la questione che sta sollevando il Wall Street Journal, è se e quando questa fusione avverrà. La strada per Marchionne non è semplice: se da un lato, infatti, la sua volontà e la sua posizione sono piuttosto forti, dall’altro c’è il fondo Veba, che detiene il 41,5% delle azioni della Chrysler e che non ha intenzione di cedere, anzi, da mesi si sta ventilando l’idea di una sua fuoriuscita dall’investimento che permetta di bilanciare il loro portafoglio.

Inoltre, ancora non si sa quanto vale la quota Veba su cui Fiat intende esercitare l’opzione di acquisto: il fondo dei lavoratori la valuta in 10 miliardi, per Marchionne, invece, la cifra oscilla tra i 4 e i 6 miliardi di dollari. In tutto questo l’acquisto delle quote Veba non può essere effettuato in un’unica soluzione, ma Fiat può acquistare fino al 3,3% di Chrysler da Veba ogni sei mesi tra il 1 luglio 2012 e il 30 giugno 2016, fino a una quota del 16,6%.

Riusciranno a trovare un accordo? Poco male se non lo trovano, il titolo Fiat a Milano ha già conquistato altri due punti.

Marchionne e lo stipendio nel periodo di crisi

 La Fiat, la prima grande industria automobilistica del paese, da mesi e da anni arranca perché le aziende per risparmiare hanno deciso di delocalizzare la produzione o di fondersi con altre aziende per rilanciarsi sul mercato.

Quanto la Fiat era in crisi nera, si è pensato che la soluzione fosse nell’affidare la gestione dell’azienda ad un uomo esperto del settore delle automotive, Sergio Marchionne, legato a doppio filo con l’America, da dove è arrivata subito la prima proposta per la Fiat: la fusione con Chrysler.

Fiat vola in borsa dopo l’accordo sindacale

Tutte queste manovre non sono state “provvidenziali” per l’azienda italiana, soprattutto perché il settore automobilistico sta affrontando un calo strutturale delle vendite e delle immatricolazioni in tutta Europa. Si vende meno e si continua a produrre tanto.

Ma non è l’unica cosa che non va. Si apprende in fatti che in un momento di crisi Sergio Marchionne non ha comunque rinunciato al suo super stipendio, anzi, ha deciso di aumentarselo. Una notizia che ha fatto il giro di tutti i giornali e potrebbe influire anche sull’andamento del titolo in borsa.

Marchionne minaccia l’Italia

Anche con l’impatto positivo della Chrysler, la Fiat, nel 2012, ha chiuso con un buco di 1 miliardo di euro, speculari al miliardo di euro di profitti accumulati nel 2011. Eppure il salario di Marchionne è passato dai 5 milioni di euro del 2011 ai 7,4 milioni di euro del 2012 con un incremento del 47,7 per cento.

Fiat vola in borsa dopo l’accordo sindacale

 Come in ogni buona azienda che si rispetti, la pubblicazione dei dati sulla produzione, oppure il raggiungimento di un accordo con altri attori presenti nell’azienda può dare vita ad un’oscillazione del titolo dell’azienda in borsa. Si mette bene, allora, per la prima industria automobilistica del paese che aveva sofferto come lo omologhe europee di un calo della produzione e delle vendite.

Marchionne minaccia l’Italia

Anzi, Marchionne aveva anche dichiarato che con la sua azienda non avrebbe più investito in Italia se non ci fossero state le condizioni sufficienti per credere nella stabilità, con riferimento ai problemi che sta incontrando la politica nella definizione degli equilibri in seno al nuovo Governo.

Continua la crisi dell’auto

La FIAT, sicuramente, nella settimana in corso, sarà impermeabile ai dati sul mercato automobilistico e sarà invece tenuta a galla dalle ultime notizie relative all’azienda. Il fine settimana, infatti, è stato reso più disteso dalla notizia sulla firma dell’accordo per il contratto di lavoro che riguarda ben 86 mila dipendenti dell’azienda torinese. Tutto è dipeso da buon lavoro diplomatico dei sindacati che sono riusciti in questo caso a far valere le proprie ragioni sull’azienda.

L’accorso sarà considerato valido dal febbraio 2013 fino alla fine dell’anno e prevede l’aumento mensile di 40 euro lordi dei minimi contrattuali con un aumento complessivo di 480 euro. Non è escluso, anzi è considerato importante anche il premio di produttività.

Raggiunto l’accordo per l’aumento di stipendio dei dipendenti Fiat

 Finalmente è stato raggiunto l’accordo per il rinnovo del contratto dei lavoratori italiani del gruppo Fiat. Un aumento che coinvolge oltre 80 mila lavoratori e che, come fanno sapere da fonti sindacali- sembra aver messo tutti d’accordo, tranne i rappresentanti della Fiom.

► Sindacati firmano l’accordo per lo stabilimento di Pomigliano

Il nuovo contratto e gli aumenti previsti entrano in vigore in questi giorni -con effetto retroattivo che porta gli aumenti anche nella busta paga relativa al mese di febbraio- e prevedono un aumento di stipendio di 40 euro lordi al mese. Questo aumento sarà valido per tutto il 2013, e ad ottobre inizieranno le nuove trattative per il rinnovo del contratto per il biennio successivo.

Un buon risultato, dunque, dato che l’aumento salariale previsto per i dipendenti Fiat è più alto di quello che è stato concesso ai metalmeccanici italiani dal contratto di Federmeccanica -che si applica a tutti i metalmeccanici tranne che ai dipendenti Fiat.

Oltre all’aumento i dipendenti Fiat avranno anche un premio di produttività di 120 euro lordi mensili uguale per tutti, ma sarà erogato solo a quei dipendenti che totalizzano le maggiori presenze in fabbrica, computo nel quale non si contano assenze ricoveri ospedalieri, assenze per infortunio, maternità e allattamento.

► Fitch abbassa il rating di Fiat

Ed è proprio per il premio produzione che sono scattate le prime polemiche: le assenza per cassa integrazione sono comprese nel computo finale delle presenze in azienda e quindi sono già esclusi da questo premio tutti i dipendenti per i quali non è stato previsto il ritorno alla piena attività produttiva.

Marchionne chiede stabilità politica ed economica

 Dal Salone dell’auto di Ginevra l’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, fa luce su quelle che sono le prime necessità del gruppo in questo particolare momento storico e politico, alla volta delle sfide finanziarie ed economiche che attendono il Lingotto.

Secondo Marchionne, dunque, alla Fiat sarebbe ora estremamente necessaria la certezza della governabilità del Paese, poiché una situazione di instabilità politica crea instabilità economica anche nei mercati, comparto auto compreso. Sarebbe poi necessaria la sicurezza di continuare a percorrere la strada dell’euro, perché solo il mantenimento della moneta unica europea crea le giuste condizioni per il proseguimento degli investimenti.

Confermata la crisi del settore auto UE

Queste sono quindi le due condizioni che Marchionne presenta come prioritarie per il gruppo al fine di riuscire ad affrontare quelle sfide che la Fiat si accinge ora a superare. Dal lato finanziario, infatti, il gruppo cerca un accordo con Veba per rilevare l’ultima parte dei  titoli Chrysler ed evitare la quotazione. Dal punto di vista economico, invece, il Lingotto si propone di migliorare i risultati conseguiti durante l’anno passato, usando il mercato USA come traino, nonostante il cambio sfavorevole.

Continua la crisi dell’auto

Marchionne, infine, si dice poi preoccupato, in generale, per le condizioni economiche degli italiani, che, a corto di disponibilità economiche, sono costretti a rinunciare anche all’auto, rinuncia di cui soffre pure la Fiat stessa.

Fitch abbassa il rating di Fiat

L’agenzia Fitch ha abbassato il rating di Fiat a BB- con un out look negativo di -2. Fitch ha spiegato che questa decisione “riflette le incertezze sull’ammontare dell’investimento per finanziare la crescita dei ricavi e aumentare la quota di Fiat in Chrysler come pure il modo in cui questi deflussi di cash saranno finanziati e il loro conseguente impatto sugli elementi fondamentali della metrica del credito”.

Confermata la crisi del settore auto Ue

Le preoccupazioni riguardano il riposizionamento dei brand da parte di Fiat e il clima di competitività con i risultati modesti del gruppo. Per Fitch, la strategia di Fiat “include un’accelerazione delle spese di capitale e per ricerca e sviluppo nei prossimi 2 anni”.

Per l’agenzia di rating nei prossimi 2-3 anni Fiat resterà debole, con una situazione negativa in Europa e migliori risultati in Brasile. La previsione è che Fiat aumenterà la quota in Chrysler fino ad arrivare a controllarne la maggioranza nel 2014 con l’obiettivo di aumentare la redditività. Comunque c’è incertezza su questo aumento delle quote e sui mezzi finanziari.

Fitch rileva che Fiat ”segue una strategia finanziaria conservativa e dispone di un’ampia liquidità, anche escludendo Chrysler, il che le permette di coprire le scadenze dl debito nel 2013 e il free cash flow negativo previsto quest’anno da Fitch. Tuttavia, futuri aumenti della partecipazione in Chrysler finanziati col cash esistente potrebbero indebolire la liquidità del gruppo”.

Per l’auto calo di vendite in Europa

Secondo i dati dell’Acea, l’associazione dei produttori europei, la vendita di auto in Europa è in diminuzione. Nei Paesi europei il calo è dell’8,5% a Gennaio, con un dato che è il peggiore dal 1990. Il mercato dell’auto in Europa è quindi in crisi.

Anche Peugeot Citroen in crisi

In Italia il calo delle vendite è sostanzioso con il -17,6%, mentre le vendite della Fiat in Europa sono diminuite del 12,4% nel confronto con il mese di Gennaio dello scorso anno. Le immatricolazioni per la Fiat scendono del 4%. Scendono anche le quote di mercato per il gruppo Fiat in Europa che in un anno sono passate dal 6,9% al 6,6%, mentre per il marchio Fiat c’è un aumento dal 4,9% al 5,1%.

Renault guadagnerà di più producendo in Francia

In particolare, il Gruppo Fiat cresce nel Regno Unito con i volumi che aumentano del 6,9%. Ci sono miglioramenti anche nei mercati minori, come in Belgio e Lussemburgo, dove c’è la crescita più alta che è del 63,2%, o in Svezia con il 18,4%, in Austria con l’8,9% e in Danimarca con l’8,4%.

Le automobili della Fiat più vendute si confermano la Panda e la 500, che fanno parte del segmento A e hanno rispettivamente 15,6% e il 12,3% di quota. La 500L fa un ottimo risultato arrivando al secondo posto nel suo segmento con il 14,85% di quota. Bene anche la Punto e la Freemont che sono tra i primi dieci dei loro segmenti.

Sindacati firmano l’accordo per lo stabilimento di Pomigliano

 E’ arrivata poco fa la notizia che la trattativa tra i sindacati e la newco Fabbrica Italia di Pomigliano d’Arco (Napoli) è andata in porto. L’accordo e’ stato sottoscritto da Fim, Uilm, Fismic, Ugl e Associazione quadri e capi Fiat.

► Marchionne rassicura su futuro della Fiat

Un buon risultato, che permetterà di trasferire il ramo di Fabbrica Italia e le attività connesse in Fiat Group Automobiles e la rotazione dei i 2.374 lavoratori coinvolti nel periodo di cassa integrazione previsto per la riorganizzazione delle attività produttive. La cassa integrazione inizierà dal primo marzo 2013 e dovrebbe terminare, se tutto andrà come previsto, esattamente un anno dopo, il 31 marzo 2014.

Come si legge nella nota diramata dalla Fim Cisl, sarà una sola società a prendere in carico tutti i dipendenti dell’azienda, il che permetterà sia di evitare la mobilità per i 19 dipendenti iscritti alla Fiom sia di evitare il licenziamento che sarebbe arrivato alla fine del periodo di cassa integrazione per gli oltre 1400 lavoratori del sito campano.

► Fiom non firma accordo Fiat Melfi

Grazie anche alla rotazione prevista dall’accordo i lavoratori potranno ruotare su alcune postazioni di lavoro cosa fino ad oggi non permessa proprio perché i lavoratori risultavano dipendenti di due diverse società.

Marchionne rassicura su futuro della Fiat

 Tanto polemiche tra Lingotto e gli altri poli industriale europei, soprattutto quelli della Volkswagen. Ma Marchionne, ad di Fiat, replica e garantisce che gli stabilimenti italiani non sono interessati da un possibile intervento della Commissione Europea volto a tagliare in modo equo la capacità produttiva europea .

► Chrysler cresce grazie a Fiat

Nessuna preoccupazione neanche per gli operai che in questo periodo si trovano in cassa integrazione: saranno riassunti, come già detto, entro tre o quattro anni. Questo è quanto detto alla convetion organizzata da La Repubblica. Marchionne continua parlando della possibilità -sempre meno remota- della fusione con Chrysler e di come l’azienda americana, grazie agli sforzi congiunti, stia resistendo in un periodo in cui si è assistito ad una contrazione del mercato senza precedenti: 3,5 milioni di sovracapacità produttiva e 5 miliardi di perdite tra tutti i costruttori.

Sono ritmi insostenibili per qualsiasi azienda, per questo la Fiat ha deciso di alzarsi dal tavolo.

► Fiom non firma accordo Fiat Melfi

Stoccata anche per Landini, segretario generale della Fiom, per quanto riguarda i 19 esuberi dello stabilimento di Pomigliano, chiedendosi il motivo di tanta ostilità nei confronti dell’azienda e degli altri sindacati: quello che sta succedendo alla Fiat non può e non deve essere imputato ad una malagestione dell’azienda, ma a quello che sta accadendo al mercato dell’auto nel suo complesso. Non è un problema di modelli o di auto in sé, ma di una mancanza di disponibilità all’acquisto da parte dei consumatori.

Per questo le nuove strategie della Fiat si rivolgeranno al settore del lusso con i marchi premium come Alfa Romeo e Ferrari, senza però rinunciare alle utilitarie, per le quali, però, è necessario considerare che tipo di posto può occupare la produzione italiana nel mercato internazionale.