Si è deciso, dopo più di tre anni, di staccare la spina di una trattativa che era ormai arrivata al capolinea: è stato infatti deciso di non procedere più con la fusione tra Fincantieri ed ex STX.
Fincantieri
Soddisfazione di Fincantieri per il completamento “in sicurezza” del nuovo ponte di Genova
Il completamento del nuovo Ponte di Genova ha riempito di orgoglio tutta l’Italia. Si tratta di un’opera lunga i 1.067 metri e realizzata in un anno. Grazie a questo nuovo viadotto è stato possibile ricongiungere di nuovo i tronconi della A10, interrotti il 14 agosto del 2018 dal disastroso crollo del ponte Morandi.
Le utilizzate 17.400 tonnellate d’acciaio utilizzate per la sua costruzione, sono state forgiate negli stabilimenti Fincantieri di tutta Italia e hanno visto al lavoro più di 800 persone.
In una intervista rilasciata al “Il Secolo XIX”, l’amministratore delegato di Fincantieri Giuseppe Bono in merito alla tempistica sostiene: “È vero: fare le cose per bene dovrebbe essere la normalità, e lo è per molti. Guardiamo cosa stanno facendo in questo momento tutti i professionisti della sanità. Certo, curare le persone è la loro responsabilità, ma siamo senza parole per lo spirito di abnegazione e per la cura verso il prossimo con cui lo stanno facendo”.
“Il miracolo – prosegue – non è stato fare bene il ponte, ma farlo rapidamente, senza per questo venir meno agli standard di qualità e di sicurezza. È stato necessario semplificare le procedure ordinarie e affidarsi a una azienda solida come la nostra, che ha un patrimonio di risorse gestionali, ingegneristiche e tecnologiche in grado di sostenere questa e altre responsabilità. La costruzione di navi non lascia spazio a nemmeno un giorno di ritardo”.
Proprio nel settore della cantieristica navale Fincantieri è il più importante e complesso cantiere navale d’Europa e il 4º del mondo. Solo nel 2019, come ha dichiarato l’Amministratore delegato, Fincantieri ha consegnato 26, tra cui 8 tra navi da crociera ed expedition cruise, e 3 navi militari, oltre ad averne varate altrettante per la Marina militare italiana.
“Questi standard operativi traslati nella realizzazione del ponte – dice Bono – hanno fatto gridare al miracolo in un paese abituato ad aspettare anni e anni per il compimento di infrastrutture strategiche”.
“Un’opera simile – aggiunge – è di per sé stessa molto complessa, ma non ci sono stati aspetti che ci hanno messo in difficoltà. Abbiamo fatto fronte a imprevisti e rallentamenti esogeni, dall’attesa delle aree dove è stato demolito quel che rimaneva del Morandi al maltempo, che talvolta ha impedito di effettuare determinate lavorazioni o ha influenzato il ritmo dei trasporti via mare dallo stabilimento di Stabia e, non ultima, l’emergenza pandemica. In ogni caso, ogni giorno, si è lavorato per far sì che nessuno di questi elementi incidesse sui tempi di realizzazione”.
Il ponte di Genova può essere un esempio per far ripartire le opere in Italia e realizzarle in tempi brevi. Su questo Giuseppe Bono precisa: “Le regole, nella maggior parte dei casi, nascono con un buon intento. Tutte devono però confrontarsi con la realtà su cui vanno a incidere. Guardiamo alla disciplina europea sulla concorrenza: quand’è nata era ispirata a principi condivisibili, ora rischia di essere un ostacolo alla nascita dei campioni industriali europei, un handicap sul piano geo-economico per l’intero continente”.
“Quello che stiamo vivendo in queste settimane – aggiunge – ci ha insegnato cosa significa per un paese la mancanza di produzioni strategiche. Il modello Genova è stato testato sul campo, in condizioni straordinarie, e indica la strada da seguire per semplificare, anche in situazioni più ordinarie”.
L’attività di Fincantieri ha dato chiara prova che il Gruppo si sta affermando anche in settori che non fanno parte della navalmeccanica e su questo la risposta di Bono è stata: “Se un gruppo industriale solido come il nostro sviluppa con serietà e competenza nuove tecnologie, ha poi la possibilità di esportarle in altri settori. E’ quello che abbiamo fatto con l’acciaio, dalle navi alle infrastrutture, e anche con le tecnologie del ponte: sensori, robotica per la manutenzione, pannelli fotovoltaici che lo alimentano, tutti sistemi sviluppati a chilometro zero dalle nostre controllate genovesi Seastema e Cetena”.
Fincantieri: continua l’impegno per il nuovo ponte di Genova
Varata l’ultima maxi-campata da 100 metri che ha portato il nuovo ponte di Genova a scavalcare la ferrovia.
La costruzione di tutto l’impalcato in acciaio, con lo sviluppo delle sue componenti tecnologiche, è stata affidata a Fincantieri Infrastructure e alle società del gruppo Fincantieri.
In poco più di un mese l’infrastruttura progettata da Renzo Piano ha raggiunto circa 800 metri di lunghezza delle campate, quasi l’80% dell’intera struttura, per 6.000 tonnellate d’acciaio lavorato e modellato negli stabilimenti del gruppo Fincantieri.
Le operazioni per portare quest’ultima imponente campata del peso di 1.800 tonnellate a oltre 40 metri di altezza sono iniziate sabato e, fra attività propedeutiche e sollevamento vero e proprio, hanno richiesto circa 48 ore e il lavoro di una squadra di quasi 50 persone.
Il loro impegno è simboleggiato da una foto con la scritta: “Noi al lavoro per Genova e per l’Italia”, seguita dall’hashtag #VOISTATEACASA.
L’amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono, dopo il varo della maxi-campata ha dichiarato: “Un risultato importante nel percorso che porta verso il completamento del nuovo ponte e che vogliamo dedicare a tutto il Paese, che oggi fronteggia un’emergenza senza precedenti, seconda solo al periodo post bellico. Fincantieri metterà a disposizione tutte le proprie competenze affinché questo sforzo sia produttivo nel più breve tempo possibile, e nell’immaginare con tutte le persone responsabili il nuovo modello di sviluppo economico che ne dovrà derivare”.
“Una volta ancora dobbiamo ringraziare tutti i nostri tecnici e operai – ha proseguito – che con il loro saper fare e con spirito di abnegazione hanno permesso al cantiere di restare operativo, rispettando gli obiettivi fissati, in un contesto sfidante per la loro salute, che continueremo a tutelare in ogni modo e ad ogni costo, perché prioritaria e imprescindibile”.
Come la precedente maxi-campata, anche questa, per mole e posizione, ha richiesto il coordinamento di attività complesse, che sono state realizzate dai tecnici e dai saldatori di Fincantieri Infrastructure, che hanno adottato ulteriori misure di sicurezza per far fronte alla grave emergenza sanitaria che condiziona il Paese.
In linea con le azioni specifiche messe in campo da Fincantieri in relazione all’emergenza Covid-19: assicurazione sanitaria integrativa ad hoc per tutti i dipendenti e chiusura dei propri stabilimenti, con l’impegno di riprendere le attività solo quando sarà possibile garantirne lo svolgimento nella piena sicurezza dei lavoratori.
Un approccio come sempre sobrio, responsabile, improntato al fare, prima che al dire.
Prosegue quindi lo sforzo del Gruppo, leader mondiale nella navalmeccanica e prima azienda della città, che è impegnato nella costruzione del nuovo Ponte di Genova nel duplice ruolo di socio e affidatario per un valore pari al 70% dell’intera commessa.
Uilm: corretto e coraggioso il comportamento di Fincantieri di fermare attività
Fincantieri aveva deciso di fermare l’attività su tutto il territorio nazionale dal 14 al 29 marzo prima ancora del Decreto ‘Cura Italia’, prima ancora che venisse introdotta la cig per l’emergenza coronavirus. Una decisione condivisa dalla Uilm, che reputa il comportamento di Fincantieri “corretto e coraggioso” nonostante la preoccupazione per la situazione del Paese.
“Chiediamo all’azienda – afferma il segretario generale Uilm Rocco Palombella – di continuare a rappresentare, nonostante la grave crisi, un punto di riferimento nella salvaguardia di migliaia di posti di lavoro e in uno dei settori fondamentali per il nostro Paese”.
“Mentre la situazione del Paese continua ad aggravarsi – osserva il leader dell’Unione italiana lavoratori metalmeccanici -, con oltre quarantamila persone contagiate e oltre tremila morti in un mese, superando perfino i decessi della Cina, e il sistema produttivo al collasso che rischia una fermata generalizzata, non è il momento di polemiche assurde”.
“Fincantieri – aggiunge -, fin dall’inizio dell’emergenza Coronavirus, è stata immediatamente disponibile a fermare tutti i cantieri italiani dal 14 al 29 marzo, salvaguardando gli oltre 9mila dipendenti e i circa 18mila lavoratori di tutto il complesso sistema degli appalti, senza nemmeno attendere, come hanno fatto molte altre, che il Decreto ‘Cura Italia’ introducesse la cig per Covid-19, che come noto non ha nessun costo per le imprese, essendo a totale carico dell’Inps, e comporta una decurtazione per il salario dei lavoratori pari a circa 200 euro per 15 giorni. Fincantieri, invece, si è fatta carico di anticipare il periodo di fermata con una retribuzione piena chiedendo il piccolo sacrificio di modificare il normale programma delle ferie annuali”.
Secondo Palombella: “La decisione di Fincantieri di fermare le attività fino al 29 marzo era basata sulla speranza di ritorno alla normalità entro quella data e quindi della necessità di non perdere le scadenze degli ordini. Purtroppo la situazione nel frattempo è precipitata e non sappiamo ancora quali saranno le conseguenze sul mercato del turismo, ma anche sulla cantieristica e crocieristica, e sulle migliaia di lavoratori interessati”.
La richiesta che la Uilm avanza a Fincantieri è “di intervenire con tutti gli strumenti che riterrà opportuno per contribuire a risolvere questa drammatica situazione insieme alle organizzazioni che stanno combattendo in prima linea contro l’emergenza, continuando ad avere un approccio costruttivo nel rispetto delle migliaia di lavoratori che rischiano gravi conseguenze”.
“Al contempo – sottolinea in una nota Palombella – riteniamo non solo stucchevole ma addirittura assurda la preoccupazione di qualcuno, che in questi giorni tragici per l’Italia continua a preoccuparsi solo della programmazione delle ferie estive. Diciamo a costoro di tornare alla realtà, perché altri e ben più gravi problemi attanagliano oggi i lavoratori italiani, problemi che come sindacato dobbiamo contribuire a fronteggiare, facendo fronte comune”.
Fincantieri-Naval Group: firmato accordo che rafforza la loro competitività
Firmato da Fincantieri e Naval Group l’accordo per la creazione di una società a quote paritetiche, con l’obiettivo di rafforzare la propria competitività di fronte all’ascesa dei paesi emergenti.
L’Alliance Cooperation Agreement, questo il nome dell’accordo, che segue l’approvazione dei rispettivi consigli di amministrazione, sostanzia i contenuti del progetto “Poseidon” e apre la strada al progetto di rafforzamento della cooperazione navale militare dei due gruppi per la creazione di un’industria navalmeccanica europea più efficiente e competitiva.
La firma della nascita della joint-venture ha visto protagonisti i rispettivi amministratori delegati delle due società: Giuseppe Bono e Hervé Guillou, a bordo della fregata “Federico Martinengo”, ormeggiata presso l’Arsenale della Marina Militare di La Spezia, unità del programma italo-francese Fremm.
La scelta della fregata Martinengo per suggellare il sodalizio sottolinea la solidità della ventennale collaborazione tra i due paesi, le loro industrie e le Marine nazionali.
La costituzione della joint-venture, attesa nei prossimi mesi e comunque entro la fine dell’anno, sarà soggetta alle consuete condizioni previste per questo tipo di operazioni nonché all’ottenimento delle autorizzazioni delle autorità competenti.
Attraverso la joint-venture, Fincantieri e Naval Group condivideranno best practice tra le due società condurranno congiuntamente attività mirate di ricerca e sviluppo; ottimizzeranno le politiche di acquisti; prepareranno congiuntamente offerte per programmi binazionali e per l’export.
L’accordo stabilisce che la società avrà sede a Genova, con una controllata in Francia, a Ollioules.
L’amministratore delegato di Fincantieri Giuseppe Bono ha affermato, “è il primo passo, ma ne seguiranno altri importanti nell’integrazione, ed è un’indicazione ai nostri governi e all’Europa che la strada da seguire è questa, per essere protagonisti nel mondo dobbiamo lavorare insieme”.
Sull’accordo che riguarda il settore difesa, il commento di Bono è stato: “ci dobbiamo attrezzare per aggredire il mercato asiatico: lì la concorrenza è più agguerrita, non ci sono Marine che hanno una capacità simile a quella europea o americana. Lì la concorrenza di coreani e cinesi è massima, abbiamo già un piano su come operare”.
La governance della joint venture, disciplinata anche da un patto parasociale, prevede un Cda di 6 componenti: 3 su nomina di ciascuna società. Per il primo mandato triennale, Fincantieri esprimerà il presidente ed il Chief Operational Officer, e Naval Group l’Ad e il Chief Financial Officer.
A conferma della valenza strategica che Fincantieri e Naval Group attribuiscono a questa operazione, nel consiglio d’amministrazione siederanno Giuseppe Bono, che assume la carica di presidente non esecutivo, ed Hervé Guillou.
L’amministratore delegato sarà l’ing. Claude Centofanti, di Naval Group. A ricoprire la carica di Chief Operating Officer (COO) sarà l’ing. Enrico Bonetti, attuale responsabile per le attività internazionali della divisione navi militari di Fincantieri.
Fincantieri: la nave costruita per la Cina è tutta Made in Italy
Si chiama “Costa Venezia”, è tutta Made in Italy e al suo interno fa rivivere l’unicità della cultura veneziana e italiana. È la nave da crociera costruita per il mercato cinese negli stabilimenti di Fincantieri a Monfalcone.
La consegna ufficiale a Costa Group da parte dell’eccellenza italiana nel settore della cantieristica, è avvenuta a Monfalcone, mentre a Trieste venerdì 1 marzo si è tenuto il battesimo della nave con una cerimonia in grande stile.
Il nome della nave da Crociera deriva dalla sua struttura interna che rappresenta una riproduzione di una Venezia in miniatura.
A dare il loro saluto alla nuova nave erano presenti il Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo Gian Marco Centinaio, il sindaco Roberto Dipiazza, il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, Giuseppe Bono amministratore delegato di Fincantieri, Mario Zanetti direttore generale di Costa Group Asia, Michael Thamm amministratore delegato del Gruppo Costa e di Carnival Asia e le autorità del Porto di Trieste.
“Costa Crociere – ha affermato il ministro Centinaio – è l’orgoglio dell’Italia in giro per il mondo. E’ una nave costruita da Fincantieri per Costa Asia e dedicata al mercato asiatico e servirà a fare sognare gli asiatici e far sì che vengano in Italia nel maggior numero possibile”.
Costa Venezia rientra in un piano di espansione che porterà alla luce sette nuove navi, pronte a partire entro il 2023, per un investimento complessivo di più di 6 miliardi di euro. La nave pesa 135.500 tonnellate lorde, è lunga 323 metri e potrà contenere più di 5.100 viaggiatori.
“Questa nave – ha evidenziato l’ad del Gruppo Costa e Carnival Asia, Michael Thamm – aiuterà a sviluppare ulteriormente il mercato delle crociere in Cina che ha un grandissimo potenziale tuttora inesplorato. Basti pensare che i cinesi in crociera sono attualmente circa 2,5 milioni l’anno, ovvero meno del 2% del totale che viaggiano all’estero”.
Nel corso della cerimonia per il battesimo di Costa Venezia a Trieste, il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, ha detto: “Ho l’orgoglio di poter dire che Costa Venezia è una nave da crociera made in Friuli Venezia Giulia perché costruita a Monfalcone da Fincantieri con il contributo delle imprese della filiera della navalmeccanica che operano in regione”.
“Trieste – ha proseguito Fedriga – non è conosciuta a livello mondiale come lo è Venezia, ma proprio per questo, da gioiello nascosto quale essa è, molte persone grazie a questo evento hanno avuto modo di apprezzarne non solo la bellezza, ma anche la sua storia di città cosmopolita e dal profilo internazionale”.
“Nel concreto, sul piano occupazionale – ha concluso – la Regione, in accordo con Fincantieri, ha creato dei percorsi formativi finalizzati a soddisfare le esigenze del comparto navalmeccanico dando un impulso significativo al mercato del lavoro”.
I festeggiamenti sono stati aperti nel pomeriggio di venerdì dal sorvolo delle Frecce Tricolori sopra la nave e sopra Piazza Unità d’Italia. A seguire l’alza e ammaina bandiera sulle note dell’inno nazionale, la cerimonia della campana, la benedizione della nave impartita dall’arcivescovo mons. Giampaolo Crepaldi e il taglio del nastro da parte della madrina Beiye Gan e del comandante Giulio Valestra.
https://youtu.be/4F5Z-GVoz2s
A chiudere nel modo migliore questa giornata di festa sono stati a mezzanotte i 3.000 fuochi d’artificio con i quali Costa Venezia ha festeggiato con la città di Trieste il suo “battesimo”.
Il design interno di Costa Venezia è un vero e proprio viaggio virtuale a Venezia. Il cuore della nave ricorda Piazza San Marco, circondata da bar e ristoranti. Nel Teatro Rosso, che è simile a La Fenice, vi sono in programma eventi a tema, mentre il Ponte Lido di Venezia ospita la piscina e un grande prendisole. Arredi e decorazioni sono realizzati nello stile della Serenissima, con sete, broccati e velluti.
Dopo “Costa Venezia”, la prossima nuova nave del gruppo a entrare in servizio, nell’ottobre 2019, sarà “Costa Smeralda”, nuova ammiraglia del marchio Costa Crociere e prima nave per il mercato globale alimentata a LNG. Una seconda nave progettata esclusivamente per il mercato cinese, gemella di “Costa Venezia”, è attualmente in costruzione da Fincantieri a Marghera, con consegna prevista nel 2020.
La Commissione UE esaminerà l’acquisizione sottosoglia di Fincantieri dei cantieri Stx
La Commissione europea esaminerà con attenzione la proposta di acquisizione di Chantiers de l’Atlantique da parte di Fincantieri. È quanto ha comunicato la stessa Commissione con una nota in cui evidenzia di aver accolto la domanda presentata dalla Francia e dalla Germania che la invitavano a esaminare alla luce del regolamento sulle concentrazioni.
Fincantieri ha già siglato l’accordo per l’acquisizione dei cantieri navali, l’intesa era stata siglata il 27 settembre 2017 e suggellata con la firma del 2 febbraio 2018 tra il gruppo navale italiano e lo Stato francese, rappresentato in quella occasione dall’Agence des Participations de l’Etat.
Questo accordo ha consentito a Fincantieri di acquisire di fatto il controllo di Chantiers de l’Atlantique (nuovo nome di Stx), in quanto il gruppo italiano ha ottenuto dallo Stato francese il 50% dei cantieri navali, più in prestito per 12 anni l’1%.
Di fatto Fincantieri stava aspettando le autorizzazioni dell’Antitrust francese e tedesca e non di quella europea, in quanto il progetto di acquisizione, come la stessa Commissione ha reso noto, “non raggiunge le soglie di fatturato previste dal regolamento Ue relativamente alle concentrazioni per le operazioni che devono essere notificate alla Commissione a causa della loro dimensione europea”.
Nonostante questo però la Commissione intende chiedere a Fincantieri di notificare l’operazione in quanto “la Francia ha presentato alla Commissione una domanda di rinvio a norma dell’articolo 22, paragrafo 1, del regolamento UE sulle concentrazioni”.
“Tale disposizione – fa sapere Bruxelles – permette a uno o più Stati membri di chiedere alla Commissione di esaminare una concentrazione che pur non rivestendo una dimensione europea incide sugli scambi all’interno del mercato unico e rischia di incidere in misura significativa sulla concorrenza nei territori degli Stati membri che presentano la richiesta. La Germania si è associata alla richiesta di rinvio trasmessa dalla Francia”.
“Sulla base degli elementi forniti dalla Francia e dalla Germania – dice ancora la Commissione -, e fatti salvi i risultati della sua indagine esaustiva, la Commissione ritiene che l’operazione potrebbe nuocere in misura significativa alla concorrenza nel settore della costruzione navale, in particolare per quanto riguarda il mercato mondiale delle navi da crociera”.
Con questa affermazione la Commissione dimostra di varcare i confini europei e di stabilire, senza che sia legittimata, quali sono le operazioni che possono incidere a livello globale. Anzi la Commissione sostiene “di rappresentare l’autorità più idonea a valutare i potenziali effetti transfrontalieri dell’operazione. Di conseguenza, l’acquisizione di Chantiers de l’Atlantique da parte di Fincantieri sarà esaminata nella sua integralità”. Una volta ricevuti i documenti, Bruxelles avrà 25 giorni lavorativi per esprimersi.
Chantiers de l’Atlantique è un’impresa di costruzione navale francese con sede a Saint-Nazaire, il cui capitale di maggioranza è detenuto dallo Stato francese, attraverso l’Agenzia delle partecipazioni statali.
Fincantieri è un’eccellenza italiana nel comparto navale riconosciuta a livello mondiale, con 230 anni di storia e più di 7.000 navi costruite. Questa azienda ha il suo punto di forza nella sua capacità produttiva, riuscendo ad acquisire il più ampio portafoglio di clienti e di prodotti nel settore delle crociere. Il Gruppo conta oggi 20 stabilimenti in 4 continenti, oltre 19.000 dipendenti ed annovera tra i suoi clienti i maggiori operatori crocieristici al mondo.
Fincantieri: il piano di rilancio del sito di Castellammare di Stabia convince i sindacati
Fincantieri ha illustrato il nuovo piano di rilancio dello stabilimento di Castellammare di Stabia ai delegati delle Rappresentanze sindacali unitarie, i quali nei giorni scorsi avevano espresso preoccupazioni e perplessità per le intenzioni dell’azienda di voler modificare la struttura catieristica stabiese.
Come spiegato da Marco Grillo, responsabile delle risorse umane del Gruppo Fincantieri, ai sindacati, il piano muove nell’ottica di aumentare la potenzialità della struttura, rendere il cantiere più funzionale e competitivo, assicurando lavoro per i prossimi dieci anni.
Con il riammodernamento si prevede un aumento della produttività del 40%, con relativi risvolti occupazionali. I lavori per modificare la struttura cantieristica dovrebbero durare pochi mesi: verranno realizzati una piattaforma semisommergibile e un sistema di carrelli, che permetteranno di varare costruzioni di stazza maggiore.
Il nuovo piano industriale è stato approvato dalla rappresentanza sindacale unitaria (RSU) di Stabia (FIM-FIOM-FAILMS). L’unico vincolo è che il progetto “dovrà svilupparsi così come presentato”.
I sindacati sostengono che “per rendere tutto ciò attuativo, c’è bisogno di un forte intervento delle istituzioni a partire dalla quota parte per gli investimenti previsti sulle aree demaniali, mentre l’azienda già si è resa disponibile a supportare economicamente la parte di adeguamento infrastrutturale non ancora quantificata”.
Sui lavori di ammodernamento del sito stabiese, i sindacati vigileranno attentamente, come scrivono in un comunicato diramato a fine incontro, “affinché il tutto venga realizzato per garantire il futuro al nostro stabilimento”.
Fincantieri andrà ad approvare il nuovo piano tra marzo e aprile 2019 e la sua attuazione di concluderà nell’arco di un quinquennio.
Si tratta di un piano che aumenterebbe di circa il 40% la capacità produttiva, con chiari risvolti anche dal punto di vista occupazionale.
Gli investimenti prevedono per lo stabilimento di Castellammare l’eliminazione dello scalo di varo e la realizzazione di una piattaforma semisommergibile e un sistema di carrelli mobili che permetterebbe di varare navi di stazza maggiore, oltre a tronconi per unità da crociera.
“Tale sistema – è il commento che arriva da Fincantieri -, utilizzato da anni e con ottimi risultati nel cantiere ligure di Riva Trigoso, unitamente ad un piano di interventi volti principalmente al recupero di spazi e all’efficientamento dell’area scafo, consentirebbe di abbattere i costi di produzione, rendendo così possibile la costruzione a costi competitivi di più navi, anche in parallelo, oltre a tronconi per unità da crociera con il rispetto delle stringenti tempistiche imposte dai programmi”.
L’azienda assicura che senza questi interventi “il cantiere stabiese si potrebbe trovare in futuro con un carico di lavoro ridotto proprio per l’impossibilità di costruire tronconi a supporto dei siti di Marghera e Monfalcone”, questo perché le navi che questi stabilimenti dovranno realizzare “hanno dimensioni tali che superano la capacità di varo in larghezza che lo scalo attuale può assicurare”.
“Tutte queste azioni – evidenzia la società – assicureranno una capacità maggiore al cantiere che, in questo modo, diventerà ancor più strategico nell’ambito del Gruppo”.
La presenza di Fincantieri in Cina suscita reazioni in Italia
L’Italia si inserisce nel settore crocieristico cinese grazie all’accordo che Fincantieri ha siglato a Shanghai con China State Shipbuilding Corporation (Cssc), gigante della cantieristica cinese, e il distretto di Baoshan, per creare un parco della cantieristica navale.
La firma segue a ruota quella di Pechino quando è stato sottoscritto un accordo vincolante tra Fincantieri, CSSC e Carnival Corporation, per la costruzione nel cantiere Waigaoqiao Shipbuilding (SWS) di Shanghai di due navi da crociera, mai realizzate per il mercato cinese.
Baoshan si trova in un’area strategica, proprio nella parte settentrionale della megalopoi, all’incrocio dello Huangpu e dello Yangtze.
Si tratta di un progetto di grande rilevanza che potrà portare in Cina altre piccole e medie imprese italiane che vorranno insediarsi a Baoshan e sfruttare il parco cantieristico che nascerà.
La società italiana leader al mondo nella progettazione e costruzione di navi da crociera e operatore di riferimento in tutti i settori della navalmeccanica ad alta tecnologia, dalle navi militari all’offshore, dalle navi speciali e traghetti a elevata complessità ai mega-yacht, nonché nelle riparazioni e trasformazioni navali, produzione di sistemi e componenti meccanici ed elettrici e nell’offerta di servizi post vendita.
Con oltre 8.400 dipendenti in Italia e un indotto che impiega quasi 50.000 addetti, Fincantieri ha saputo valorizzare una capacità produttiva frazionata su più cantieri facendone un punto di forza, riuscendo ad acquisire il più ampio portafoglio di clienti e di prodotti nel settore delle crociere.
Tanto che il bilancio dei primi 9 mesi di quest’anno è più che positivo, i ricavi al 30 settembre 2018 sono in incremento del 8,5% rispetto al medesimo periodo del 2017; Ebitda margin al 7,3% in aumento rispetto al 6,5% del 30 settembre 2017; carico di lavoro complessivo record a 32,5 miliardi (quasi 6,5 volte i ricavi del 2017).
La sua presenza in Cina sembra aver messo in allarme i suoi concorrenti. A supporto di questi ultimi sono scesi in campo il viceministro per le Infrastrutture e Trasporti della Lega, Edoardo Rixi, e Luigi Merlo.
Merlo, presidente di Federlogistica, ex presidente dell’Autorità portuale di Genova ed ex consigliere del ministro Graziano Delrio, qualche anno fa voleva entrare nel management di Msc, società di navigazione fondata da Gianluigi Aponte. Ma in quella occasione l’Autorità nazionale anticorruzione (Anac), con delibera firmata dal presidente Raffaele Cantone, ha bloccato la sua nomina. Luigi Merlo non poteva diventare direttore delle relazioni istituzionali per l’Italia di Msc, in quanto la sua nomina violava la legge di riforma dei porti.
Il viceministro Edoardo Rixi aveva sostenuto: “Fincantieri secondo me ha commesso un grave errore, così l’industria navalmeccanica rischia di finire come il tessile, svenduta ai cinesi. Va bene il dialogo ma deve essere alla pari, così rischiamo che tornino i fantasmi del passato. Condivido l’allarme che aveva lanciato Gianluigi Aponte”.
Qualche giorno fa Merlo durante un incontro pubblico a Genova ha dichiarato: “Pechino annuncia di voler costruire 15-20 navi da crociera l’anno: il pericolo di creare una sovracapacità nel settore delle navi da crociera è evidente, e questo si è determinato perché l’Europa ha permesso un trasferimento di una delle ultime conoscenze appannaggio del Vecchio Continente alla Cina, con il rischio concreto che questo abbia serie conseguenze sull’industria italiana, compreso il cantiere di Sestri Ponente qui a Genova”.
Dichiarazioni che sembrano più un sostegno per MSC Crociere, interessata ad arginare la concorrente Carnival, che un vero pensiero contro la presenza di Fincantieri in Cina.
Fincantieri: a Shanghai la firma dei contratti per la costruzione di due navi da crociera
Due navi da crociera saranno costruite in Cina con il supporto tecnico e tecnologico di Fincantieri. È il risultato della firma dei contratti avvenuta nei giorni scorsi a Shanghai tra l’amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono, e il sindaco del distretto di Baoshan della città di Shanghai, Fan Shaojun.
L’intesa prevede la creazione di un hub di settore, dedicato principalmente alle attività crocieristiche, ma anche cantieristiche e marittime, nell’ambito dello sviluppo di tali comparti avviato dalla Cina.
Si tratta della prima volta che vengono costruire due navi di questo genere in Cina per il mercato cinese. Il progetto, che ha un valore complessivo di circa 1,5 miliardi di dollari, escluse le opzioni per ulteriori 4 navi, sarà realizzato da Shanghai Waigaoqiao Shipbuilding Co. Ltd (SWS), controllata da China State Shipbuilding Corporation (CSSC).
La joint venture costituita da Fincantieri e CSSC Cruise Technology Development Co. Ltd (CCTD) fornirà in licenza a SWS la piattaforma tecnologica e una serie di servizi tecnici, tra i quali attività di project management, gestione della catena di fornitura e vendita di sistemi e componenti fondamentali della nave.
Il design delle unità sarà appositamente personalizzato secondo i gusti specifici dei clienti cinesi per CSSC Carnival Cruise Shipping Limited, il nuovo brand crocieristico cinese che fa capo joint venture tra Carnival Corporation e CSSC, che si occuperà anche di operare le unità. La prima consegna è prevista per il 2023.
Il progetto rientra nell’ambito delle iniziative intraprese da Fincantieri in Cina che sono finalizzate allo sviluppo del comparto crocieristico locale. Queste attività consentiranno al gruppo di sviluppare un mercato strategico e ad alto potenziale nel Paese asiatico.
Secondo l’Organizzazione Mondiale del Turismo delle Nazioni Unite (UNWTO), la Cina è il primo mercato al mondo per turismo all’estero, i 142 milioni di viaggiatori dalla Cina hanno speso circa 258 miliardi di dollari nel 2017. In confronto, l’industria cruise cinese ha servito solo circa 2,5 milioni di turisti l’anno scorso, rappresentando meno del 2% del totale.
La Cina, pertanto, rappresenta un’opportunità molto significativa per l’industria crocieristica, presentando ancora un basso tasso di penetrazione e con proiezioni a lungo termine che prevedono la crescita del turismo, e che dovrebbero portare il Paese a diventare il più grande mercato cruise al mondo.