La Legge di bilancio 2024, approvata dal Parlamento il 29 novembre 2023, ha introdotto una serie di novità in materia di sgravi fiscali. Queste misure, che si aggiungono a quelle già in vigore, hanno l’obiettivo di sostenere la ripresa economica e il potere d’acquisto dei cittadini.
Fisco
Analizziamo le novità per P. IVA forfettarie e fatturazione elettronica da luglio
Cambiano un po’ di cose per le P.IVA forfettarie e la fatturazione elettronica da questo mese. A partire dal 1 luglio 2022, ci sono state alcune modifiche obbligatorie fondamentali al regime italiano di fatturazione elettronica con IVA. I principali cambiamenti includono fatturazione elettronica obbligatoria tra Italia e San Marino, estensione dell’obbligo di fatturazione elettronica SDI alle piccole imprese e segnalazione transfrontaliera Esternoetro sostituita da segnalazione elettronica SDI.
Tutte le novità per le P. IVA e fatturazione elettronica
Dal 2019 le imprese italiane devono segnalare trimestralmente all’Agenzia delle Entrate le fatture di vendita e acquisto da o verso le imprese estere attraverso il rapporto Esterometro. Ciò include acquisizioni, importazioni ed esportazioni intracomunitarie. L’obbligo di comunicazione di Estermetro è stato concepito per coprire le fatture che non rientravano nell’ambito del mandato di fatturazione elettronica SDI. Tuttavia, dal 1° luglio 2022, i dati relativi alle operazioni transfrontaliere dovranno invece essere trasmessi all’Agenzia delle Entrate attraverso la piattaforma nazionale di fatturazione elettronica Sistema di Interscambio (SDI) in formato XML obbligatorio (FatturaPA versione 1.6.1 attualmente utilizzato per la fatturazione elettronica in Italia). Le scadenze di segnalazione per questo nuovo requisito sono:
Fatture di vendita entro 12 giorni dalla fornitura
Acquisto fatture entro il 15 del mese successivo a quello della fornitura.
Mentre la fatturazione elettronica obbligatoria continuerà ad applicarsi solo alla fatturazione nazionale e non sarà richiesto di emettere o ricevere fisicamente fatture elettroniche a o da clienti e fornitori non residenti, sarà invece richiesto di segnalare i dati relativi alla fattura in formato elettronico tramite la piattaforma di fatturazione elettronica SDI.
Dal 1 luglio 2022 l’obbligo di emettere fatture elettroniche tramite SDI sarà esteso a tutte le imprese, eliminando l’attuale esenzione per le piccole imprese. Ciò avverrà con un approccio a due fasi: 1 luglio 2022 per piccola impresa con fatturato annuo superiore a € 25.000, mentre dal 1 gennaio 2024 per tutte le piccole imprese (anche al di sotto della soglia di 25.000 €)
Ci sarà un periodo iniziale di soft-landing senza sanzioni applicate nel terzo trimestre del 2022 (luglio-settembre 2022) in cui le fatture elettroniche verranno emesse entro il mese successivo alla transazione. San Marino è trattata come all’interno del territorio dell’Italia ai fini delle dogane e delle accise ma al di fuori dell’ambito dell’Italia ai fini dell’IVA . Dal 1 luglio 2022 la fatturazione elettronica tramite SDI è diventata obbligatoria per le forniture di beni da e per San Marino (facoltativa dal 1 ottobre 2021 al 30 giugno 2022)
Anomalie varie con il 730 precompilato sul sito dell’Agenzia delle Entrate
Ci sono ancora diverse anomalie che dobbiamo prendere in esame in queste ore, per quanto concerne il 730 precompilato sul sito dell’Agenzia delle Entrate. Già, perché se da un lato tutta la procedura doveva essere disponibile da ieri, allo stesso tempo bisogna analizzare con grande attenzione in quale direzione stiano andando i riscontri degli utenti. Solo in questo modo capiremo come stiano evolvendo effettivamente le cose qui nel nostro Paese. Sperando che tutto possa rientrare nel più breve tempo possibile.
Chiarimenti vari su assegno unico e reddito di cittadinanza
Ci sono un po’ di questioni da chiarire per quanto riguarda la storia dell’assegno unico, in riferimento all’accettazione eventuale della domanda, senza dimenticare i tempi di erogazione dei pagamenti e gli inevitabili intrecci con il reddito di cittadinanza. Dunque, ancora tanti nodi da sciogliere per coloro che ancora non hanno avuto modo di ricevere denaro negli ultimi tempi. Proviamo a capire come stiano le cose ad inizio aprile.
Assegni dormienti: un tesoro che vale quasi 650 milioni di euro
Gli assegni dormienti dimenticati dagli italiani ammontano, secondo la Corte dei Conti, a 634 milioni di euro, e si parla solo degli ultimi 9 anni. Tutti soldi che fanno felice lo Stato, che può incassarli, quando non reclamati, secondo legge. Si tratta di assegni staccati per i motivi più diffusi, come un deposito in una compravendita, e poi dimenticati. Dopo tre anni, lo Stato li può incassare, e così fa.
È quanto emerge dalla relazione della Corte, che nella sua analisi ha evidenziato come lo Stato stia guadagnando molto dalla distrazione dei cittadini, che dimenticano di aver staccato un assegno e non se ne preoccupano solo perché moti non conoscono bene la legge.
Cosa dice la legge sugli assegni dormienti
La legge consente allo Stato di incassare tutti quei rapporti dormienti, che non riguardano solo gli assegni. Tempo fa era stato evidenziato come anche le polizze vita erano parte della legge, che dal 2007 dà questa possibilità allo Stato, così come quei conti corrente che restano inattivi per più di dieci anni.
E alla fine tutto diventa un vero fondo a cui i vari Governi possono attingere, tanto che le casse dello Stato si sono arricchite di più di due miliardi in dieci anni.
I cittadini che si dovessero accorgere di aver perso un piccolo tesoro, hanno comunque altri dieci anni per reclamare i loro averi, ma, secondo i dati, sono veramente pochi quelli che hanno chiesto la restituzione dei loro denari.
La legge era stata pensata per finanziare un fondo che servisse ai risarcimenti per chi era caduto nelle trappole delle frodi finanziarie. Fino al 2017 però, del fondo non vi era traccia, e solo i recenti scandali delle Banche Venete hanno attivato le Istituzioni per la creazione di una “cassa”.
Questo ha portato a molti dubbi su quale sia stata la destinazione dei rapporti dormienti riscossi dallo Stato fino a due anni fa. È la stessa Corte dei Conti ad evidenziarlo.
Gli assegni però, non sono il gruzzolo più congruo, di questi rapporti dormienti. La maggior parte viene, secondo la Corte, da assegni circolari che sono serviti da depositi, cauzioni, ma anche per “abbassare” il proprio conto corrente in caso di controlli. Sono assegni richiesti da chi ha qualcosa da nascondere al fisco, e teme un controllo dei propri conti come comparazione per il proprio reddito.
Fisco sempre più alle calcagna degli evasori
Non c’è sosta da parte del Fisco per quanto concerne la lotta agli evasori. Durante lo scorso anno sono state accertate 17.802 violazioni e 13.062 persone sono state denunciate, 146 sono finite in manette con 1.192 milioni di euro di beni sequestrati.
Fisco italiano, Ocse chiede più attenzioni
Dopo essere stata colpita duramente dalla recessione, l’economia italiana sta facendo registrare una ripresa della produzione e un miglioramento del mercato del lavoro.
Quanto guadagna il Fisco dalle imprese?
La Cgia di Mestre fa i conti in tasca allo Stato, si concentra sulla vessazione effettuata dall’Erario nei confronti delle aziende e rileva che due anni fa 5 milioni di queste ultime hanno versato nelle casse italiane circa novantasette miliardi di tasse.
Pressione fiscale, 29 miliardi di tasse in più negli ultimi sei anni
La stetta del Fisco continua a influire pesantemente sulle tasche degli italiani, privati o imprenditori che siano. Il governo ha adottato e messo in cantiere provvedimenti che operano nella direzione di un alleggerimento del peso dell’Erario, che stando ai recenti dati Ocse resta tra i maggiori nei Paesi avanzati (ma l’Organizzazione parigina non tiene conto di alcune misure già adottate).
Quali sono le città più tassate di Italia?
Si fa un gran parlare di pressione fiscale, nella speranza di ridurla. Anche perché i dati, ora più che mai, parlano chiaro.