L’Fmi ha diffuso le sue stime circa la futura crescita economica dell’Italia, rinvigorendo le prospettive ma lasciando il Belpaese alla stregua di fanalino di coda contestualmente alla ripresa Ue.
Fmi
Fmi, stima crescita Italia rivista al rialzo
Il Fondo monetario internazionale ha rivisto al rialzo le stime di crescita per l’Italia. In particolare, il Rapporto economico di primavera (World Economic Outlook, Weo) prevede che il Pil del nostro Paese salga dello 0,5% quest’anno per poi accelerare all’1,1% il prossimo.
Crescita Italia, Fmi riduce le stime
I tagli più drastici alle previsioni di crescita sono per l’Italia, ma anche gli altri grandi Paesi del Vecchio Continente. Paesi nei quali la politica monetaria risponde con molta lentezza. Paesi che dunque crescono meno di quello che si aspettava durante gli ultimi mesi dello scorso anno.
Il rapporto del Fmi sul futuro italiano
Al momento, il nostro Paese non versa in buone condizioni di ‘salute’. Non è un Paese che può garantire ai suoi abitanti un futuro radioso. A dirlo è il direttore esecutivo del Fondo Monetario Internazionale Andrea Montanino, intervistato nel corso della presentazione del «country report» sul nostro Paese, presso l’Università Luiss di Roma. Montanino ha dichiarato inoltre che la crescita esponenziale della Penisola, di fatto, è stata vanificata per gli anni futuri: in altri termini non supererà lo 0,05%.
Quantitative Easing: Fmi invita Draghi alla mutualizzazione
La Banca centrale europea dovrebbe garantire che qualsiasi programma di quantitative easing intenda intraprendere sia in grado il più possibile di ripartire il rischio fra i propri membri.
Crescita: Fmi taglia stime
Christine Lagarde, direttore generale del Fondo monetario ha lanciato un avvertimento all’intero universo economico: finché il livello di crescita e quello occupazionale rimarrà lento, finché non vi saranno politiche più coraggiose, finché non vi sarà più rigore da parte dei responsabili, l’economia globale stenterà a crescere.
Il ministro Padoan al Fmi parla del rapporto tra riforme e crescita
Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan a Washington per l’International monetary and financial committee del Fondo mometario internazionale (Fmi) ha parlato della situazione dell’economia italiana. Nella riunione dei ministri dell’economia e delle finanze dei Paesi più sviluppati, Padoan ha affermato che il nostro Paese ha un’economia in ripresa con diverse condizioni che sono migliorate e con una crescita che può essere più alta di quella attesa. Le condizioni del lavoro rimangono invece difficili con l’Italia che ha un tasso di disoccupazione alto e con la disoccupazione giovanile a livelli allarmanti.
Il ministro Padoan ha detto: “Il governo in Italia sta spingendo sul processo di riforma per assicurare che la ripresa sia abbastanza robusta da assorbire la disoccupazione. Dopo una forte recessione l’outlook dell’Italia è migliorato. Continueremo a consolidare il bilancio, ma in modo più grauale. L’Italia quest’anno sarà il Paese Ue con il rapporto deficit – Pil più basso”.
► Il ministro Padoan al G20 parla di crescita in Italia
Padoan mette quindi in relazione l’azione del governo, in termini di riforme in ambito fiscale ed economico, e la ripresa, sottolineando l’importanza delle prime. Riforme che l’Europa sembra avere apprezzato, dal cuneo fiscale al piano per il lavoro.
Su quest’ultimo punto c’è però l’opposizione dei sindacati. Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi vede nel piano la possibilità di aprire l’accesso al lavoro a più persone, ma dalla Cgil si mette in evidenza il rischio di creare maggiore lavoro precario. Di certo è necessario affrontare la questione del lavoro e della disoccupazione che mentre in Europa scende, in Italia non sembra dare motivi di fiducia in questo periodo.
L’economia degli Stati Uniti torna la base per la crescita globale?
Gli Stati Uniti stanno riprendendo il loro ruolo di motore della crescita mondiale. Mentre il Fondo monetario internazionale (Fmi) dichiara che il rafforzamento degli Stati Uniti sta fornendo un grande impulso all’economia del mondo, gli economisti si chiedono quanto questa crescita si rivelerà potente. Il contributo degli Stati Uniti per l’espansione globale del 2014-2019 sarà probabilmente in media circa i due terzi di quella del quarto di secolo precedente alla recessione iniziata nel 2007. Per gli economisti, gli Stati Uniti sono ancora il motore più importante della crescita globale anche se forse non più come una volta. Da Morgan Stanley e HSBC Holdings dicono che la diminuita domanda per le esportazioni e l’energia, nonché il potenziale di alti tassi di interesse, significa che gli Stati Uniti non sono come una volta.
I temi della crescita globale sono al centro dell’incontro del gruppo del G20 con i ministri delle finanze e i banchieri centrali delle principali economie industriali ed emergenti. Al centro delle loro discussioni ci sono i mercati emergenti come la Cina, che non stanno spingendo l’economia mondiale come nel 2009 quando hanno contribuito a salvarla dalla recessione.
► La Cina mette in atto strategie per sostenere la crescita
Il Fondo monetario internazionale (Fmi) questa settimana ha affermato che l’economia cinese crescerà del 7,5 per cento quest’anno, il ritmo più lento dal 1990. Il rallentamento della Cina contribuirà a limitare l’espansione in tutte le nazioni in via di sviluppo al 4,9 per cento. I mercati emergenti stanno sperando che gli Stati Uniti li tireranno fuori dai guai che come abbiamo visto è molto meno probabile rispetto al passato.
Le stime del Fmi indicano che gli Stati Uniti contribuiranno per circa 0,52 punti percentuali alla crescita globale media del 3,9 per cento l’anno nel periodo 2014-2019.
Per il Fmi l’Italia cresce meno della Grecia
Non arrivano belle notizie per l’economia dell’Italia e per le sue prospettive future che concernono i prossimi anni. Il World economic outlook proposto dal Fondo monetario internazionale (Fmi) non offre buoni spunti per quanto riguarda la crescita. L’organismo internazionale non vede buone prospettive di crescita per il nostro Paese e parla piuttosto di ripresa debole e di necessità di riforme strutturale in diversi ambiti, tra cui quello del lavoro.
Per il Fmi, la crescita dell’economia italiana il prossimo anno sarà bassa e in due anni il ritmo di sviluppo ci vedrà superati anche dalla Grecia. Italia e Grecia sono quindi i fanalini di coda in Europa. La stima del Fmi nel World economic out look indica un possibile miglioramento delle prospettive economiche nella maggiore offerta di credito. Questo elemento potrebbe fare crescere il Prodotto interno lordo (Pil) italiano del 2%.
► Fmi: riforma sul lavoro per arginare la disoccupazione
Le stime di crescita per quest’anno sono individuate a un dato dello 0,6%, lo stesso della Grecia e all’ultimo posto in Europa. Per il prossimo anno si prevede una crescita maggiore che è stimata nell’1,1%, ma la Grecia farà meglio dell’Italia con uno sviluppo che è più del doppio al 2,9%.
Per quanto riguarda il tasso di disoccupazione, problema che attanaglia l’Italia, per il Fmi nel 2014 è previsto in aumento al 12,4%. Anche su questo indicatore l’Italia è agli ultimi posti in Europa, ma meglio della Grecia dove le persone senza un lavoro sono il 46%.
Per il Fmi sono quindi necessarie le riforme strutturale con il mercato del lavoro e il credito su tutti.