In un post pubblicato in precedenza abbiamo visto che Poste Italiane è da molto anni specializzata anche nell’offerta di prodotti finanziari, come ad esempio quelli per la stipula e l’acquisto di prodotti assicurativi.
Fondi pensione
Il fondo pensione Il Mio Domani del Banco di Napoli – I vantaggi
Una serie di post pubblicati in precedenza ci hanno dato l’opportunità di conoscere meglio i prodotti finanziari che costituiscono l’offerta del gruppo bancario Intesa Sanpaolo, all’interno del quale è compreso anche il Banco di Napoli, presso cui si ha quindi la sicurezza di trovare tutta la solidità e la convenienza che contraddistinguono il gruppo.
Crescono assicurazioni a vita e fondi pensione
Il mercato delle polizze vita e il mercato dei fondi pensionistici per la previdenza complementare stanno facendo registrare un andamento tutto sommato molto positivo.
Per la prima volta, nel contempo, i piani individuali pensionistici hanno superato i fondi pensione aperti.
Sono, dunque, in crescita sia le assicurazioni vita che i fondi pensione L’Ania e la Covip hanno reso ufficiali i dati inerenti al primo semestre del 2013 che riguarda l’andamento del mercato delle polizze vita e dei fondi pensionistici per la previdenza complementare.
Dai dati si evince una sostanziale stabilità per la previdenza complementare, mentre per le polizze vita è possibile parlare di ripresa.
Per quanto concerne le assicurazioni vita fanno registrare un aumento addirittura del 30,2% in confronto allo stesso periodo del 2012, confermando dunque i segnali di ripresa in questo settore dopo il quasi -9% del 2012 e il -25% del 2011 per un monte di nuove sottoscrizioni uguale a 38,8 miliardi di euro.
Passando ai fondi pensione, siamo in una fase di stallo al limite di una modestissima crescita in quanto in confronto al 2012 il numero degli aderenti è cresciuto di solo il 3,7%, elevando il totale intorno ai sei milioni di euro.
Ben l’85% dispone di un piano individuale previdenziale; numeri invece negativi per i fondi pensione aziendali, che perdono lo 0,5% degli iscritti, mentre per i fondi pensione aperti si registra un discreto +5%.
Il totale dei fondi pensione supera i 100 miliardi di euro di patrimonio per una crescita del 3,5%.
A farla da padrone i fondi pensione negoziali con 32 miliardi, poi i piani individuali pensionistici che per la prima volta sorpassano i fondi pensione aperti.
Aspetti fiscale delle pensioni integrative: aliquote, deduzioni e risparmio
La previdenza complementare è l’unico strumento che hanno a disposizione la maggior parte dei lavoratori italiani in questo periodo di profonda crisi, che vede il destino dell’Inps e delle principali casse previdenziali a rischio.
► Fondo pensione aperto o PIP: alcuni aspetti da considerare per la scelta della pensione integrativa
I giovani di oggi, così come anche i professionisti e i lavoratori autonomi, non possono sperare su quanto restituirà l’Inps dei contributi versati, quindi non c’è altra soluzione che scegliere e versare mensilmente in un fondo integrativo, che permetterà, inoltre, anche di poter risparmiare sul fisco, grazie alla possibilità di dedurre, entro un certo limite, le quote versate ogni anno.
Le soluzioni a disposizione dei lavoratori italiani per la previdenza integrativa sono due: i fondi pensione aperti e i PIP (Piani Pensionistici Individuali) che comunque sono identici a livello fiscale, in quanto per entrambe le alternative è possibile dedurre dall’imponibile Irpef fino ad un massimo di 5.164,57 euro, con un risparmio fiscale che varia in base al reddito. Vediamo nel dettaglio.
► Possibile destinare il TFR ai fondi pensione
Incidenza sulla dichiarazione dei redditi dei Fondi pensione in base al reddito
Reddito fino a 15.000 euro
L’aliquota applicata per il calcolo dell’Irpef è del 23%, che comporta un risparmio fiscale di 1.187,85 euro.
Reddito fino a 28.000 euro
L’aliquota applicata per il calcolo dell’Irpef è del 27%, che comporta un risparmio fiscale di 1.394,43 euro.
Reddito fino a 55.000 euro
L’aliquota applicata per il calcolo dell’Irpef è del 38%, che comporta un risparmio fiscale di 1.962,53 euro.
Reddito fino a 75.000 euro
L’aliquota applicata per il calcolo dell’Irpef è del 41%, che comporta un risparmio fiscale di 2.117,47 euro.
Reddito fino a 85.000 euro
L’aliquota applicata per il calcolo dell’Irpef è del 43%, che comporta un risparmio fiscale di 2.220,76 euro.
Fondo pensione aperto o PIP: alcuni aspetti da considerare per la scelta della pensione integrativa
Per chi non ha un contratto a tempo indeterminato, quindi la maggior parte dei giovani lavoratori, insieme a professionisti ed autonomi, ha scarsissime possibilità di riuscire ad ottenere una pensione che possa garantire un adeguato livello di vita in vecchiaia. L’unica soluzione per questi lavoratori, ma anche per tutti gli altri se hanno intenzione di rimpinguare quanto darà l’Inps, è quella di avere una posizione previdenziale alternativa, ossia aderire ad un fondo pensione.
► Aspetti fiscali delle pensioni integrative: aliquote, deduzioni e risparmio
I fondi pensione permettono, infatti, versando una quota variabile in base alla tipologia scelta, di avere un reddito garantito per il futuro. In Italia ci sono due soluzione principali: i fondi pensione aperti e i PIP, i Piani Pensionistici Individuali.
Due soluzioni che non hanno particolari differenze a livello fiscale, in quanto garantiscono entrambi uno soglia di deducibilità, ma che hanno delle caratteristiche strutturali molto diverse che li rendono adatti a diverse categorie di lavoratori.
Tra le principali differenze che si riscontrano è il destinatario dei versamenti effettuati dal futuro pensionato: i fondi pensione aperti sono gestiti da società di gestione del risparmio (SIM) che prevedono diversi piani e linee di gestione, mentre i PIP si possono equiparare a delle polizze assicurative definite in base alle esigenze di ogni singolo aderente.
► Possibile destinare il TFR ai fondi pensione
Altri elementi da considerare nella scelta della pensione integrativa sono i costi di gestione (più bassi nei fondi aperti che nei PIP) e la flessibilità dei versamenti (i fondi pensione aperti permettono di versare solo ciò che si vuole quando si vuole, mentre i PIP hanno un piano di versamenti ben definito).
Inoltre, con i fondi pensione aperti, viene anche data la possibilità di modificare nel tempo la linea di gestione scelta.
Consigli per mettere al sicuro la propria pensione
Molto probabilmente a breve saremo interessati da una nuova riforma delle pensioni che dovrebbe mettere un po’ di ordine nel caos esistente al momento. Ma, data la grave situazione nella quale versa l’Inps, l’Istituto che dovrebbe restituirci quanto dato in contributi durante il periodo lavorativo, è meglio provvedere a mettersi al sicuro.
In primo luogo si consiglia di controllare che i contributi maturati con il lavoro dipendente siano stati tutti correttamente versati.
Per farlo basta chiamare l’Inps è usufruire della busta arancione, il nuovo servizio dell’Inps che permette di avere un estratto conto aggiornato della propria storia contributiva.
► Dall’estate il calcolatore online per la pensione, ma solo per gli over 58
Grazie a queste prime informazioni si può così capire se sia il caso di provvedere al riscatto della laurea o del servizio militare.
In secondo luogo, poi, il consiglio degli esperti è quello di aderire ad un fondo pensione. In questo modo si può destinare una parte di quello che si guadagna mensilmente (solitamente si consiglia di investire il 10% di uno stipendio medio) ad un fondo pensione, che deve essere scelto in base alle proprie esigenze di contribuzione e al proprio profilo di investitore.
Le spese sostenute per la contribuzione al fondo pensione, inoltre, sono detraibili dalla dichiarazione dei redditi fino a 5.164,57 euro l’anno.
Fondi pensione sospesi per 1,2 mln di persone
La crisi economica colpisce un po’ tutti i settori: anche quello della previdenza integrativa, che quest’ anno ha fatto registrare delle importanti novità. La Covip ha infatti rilevato, nella sua relazione annuale, che nel corso del 2013 circa 1,2 milioni di persone hanno sospeso i versamenti dei loro fondi pensione complementari.
Com’è cambiato il portafogli degli italiani con la crisi?
Ciò che emerge con forza da questa analisi è che la crisi, generata in parte dalla bolla dei subprime, ha portato gli italiani a prediligere per i loro investimenti depositi e attività a basso rischio, anche se meno fruttuose, al posto di azioni e fondi comuni.
Nello specifico, gli investimenti in strumenti finanziari rischiosi sono diminuiti del 10% rispetto al 2007, con solo il 25% delle famiglie che investe in azioni, obbligazioni, risparmio gestito e polizze vita. Un calo sensibile si è registrato proprio sul fronte delle polizze vita, dei fondi pensione e dei prodotti di risparmio gestito.
Per quanto riguarda i portafogli di investimento delle famiglie, la Consob evidenzia come quasi la metà del totale del campione analizzato (49%) scelga di investire il capitale in depositi e risparmio postale. Ma anche i titoli di Stato sembrano avere un ruolo importante: le famiglie che scelgono questo tipo di investimento sono passate dal 14,2 al 17,1% in un solo anno (dal 2011 al 2012) e superiori ai livelli pre-crisi.
Le azioni, invece, non piacciono più: è dimezzato il numero delle famiglie che fa questa scelta, passando dal 10% del 2007 all’attuale 5,3%.
► Il peso del fisco sul risparmio
Altro dato registrato dalla Consob è l’aumento generale del livello di indebitamento delle famiglie: dal 1999 alla fine del 2011 sono raddoppiate le passività finanziarie in percentuale del reddito disponibile.