È sorprendente che anche se l’economia francese va sempre peggio e anche se il presidente Hollande sia ai minimi storici totali di popolarità (13%), lo spread tra OAT e Bund continua a diminuire.
Francia
Quali tasse si pagano in Francia?
La pressione fiscale in Italia ha ampliamente superato la soglia del 44 per cento, ragione per cui non è poi così innaturale per gli italiani cominciare a guardare ciò che succede nei paesi vicini, oltre confine. Uno di questi è la Francia, ad esempio, che come l’Italia appartiene all’Unione Europea e all’Eurozona e per questo motivo più significativamente confrontabile con la nostra nazione.
La Francia cresce ma si teme non rispetti il limite del 3%
Il governo francese sta lavorando per definire la propria tabella di marcia per la riduzione del disavanzo e per mantenere l’impegno con l’Ue. Le previsioni di crescita ottimistiche spingono il Paese, ma l’Europa si aspetta che la Francia si conformerà alle norme di bilancio entro la fine del prossimo anno.
La Francia è in ritardo nel rientrare nei parametri europei di deficit – Pil. Essa ha già ottenuto una proroga di due anni sul termine iniziale per riportare il disavanzo sotto il limite che il trattato dell’Ue ha stabilito nel 3 per cento del Prodotto interno lordo (Pil).
► La Francia farà dei tagli per raggiungere il 3%
I partner europei temono che potrebbe saltare anche la scadenza del prossimo anno, e nel frattempo il governo sta lottando per riuscire a fare i tagli dolorosi. Il primo ministro francese Valls, nominato a fine marzo dopo che i socialisti sono stati sconfitti alle elezioni locali, ha promesso nel suo primo discorso di dare priorità alla crescita, alimentando il timore che la Francia potrebbe non essere in grado di raggiungere gli obiettivi dell’Europa. Ma dopo le parole severe da Bruxelles e da Berlino, il governo ha affermato di volere aderire ai suoi impegni, svelando i termini di un pacchetto di risparmio da 50 miliardi di euro che congela le pensioni e le prestazioni sociali per un anno e si basa su un giro di vite sulla spesa pubblica. Valls presenterà i dettagli del pacchetto in commissione finanze del Parlamento prima di inviarlo alla Commissione europea, che sorveglia le finanze pubbliche degli Stati membri. Il piano dovrebbe mostrare la Francia raggiungerà l’obiettivo di deficit – Pil al 3%, ma attraverso un percorso leggermente più lento.
Il governo francese ha aumentato le sue previsioni di crescita all’1 per cento nel 2014, all’1,7 per cento nel 2015 e al 2,25 nel 2016, contro lo 0,9 per cento, l’1,7 per cento e il 2 per cento.
La Francia farà tagli per raggiungere il 3%
Il ministro delle Finanze francese Michel Sapin ha affermato che la Francia ha ottenuto il sostegno dei partner europei per rallentare la riduzione del suo deficit pubblico, ma dovrà comunque rispettare il suo obiettivo del rapporto deficit – Pil nel 2015.
La Francia deve riportare il disavanzo in linea con il limite comunitario del 3 per cento del reddito nazionale il prossimo anno. Un obiettivo che la maggior parte degli economisti considera fuori dalla sua portata dopo che il disavanzo è arrivato al 4,3 per cento nello scorso anno, mancando il suo obiettivo del 4,1 per cento.
► La Francia ha mancato l’obiettivo europeo sul deficit
Il ministro Sapin ha detto che non ha cercato l’appoggio di Bruxelles per avere più tempo per tagliare il deficit, ma piuttosto ha discusso e parzialmente ottenuto il supporto per modificare la velocità della riduzione del disavanzo. Il ritmo è stato quindi modificato ed è stato discusso con i partner europei in modo che sia ben chiaro. La Francia avrà un ritmo di riduzione del disavanzo leggermente più lento del previsto, ma ovviamente dovrà tutti gli impegni.
I commenti del ministro Sapin hanno ricevuto una risposta da parte di Bruxelles. Non si è avuto un commento diretto, ma un portavoce della Commissione europea, dopo l’incontro con il ministro Sapin la scorsa settimana a Washington, ha affermato che la Francia dovrebbe mantenere i suoi impegni per evitare di danneggiare la credibilità della zona euro.
Ci sono persistenti interrogativi sulla capacità della Francia di ridurre il deficit e questi stanno avendo un impatto sui suoi costi di finanziamento. La domanda degli investitori è alta sulle obbligazioni fisse e indicizzate all’inflazione.
I socialisti di Hollande hanno una risicata maggioranza in parlamento. Nel suo partito si dice che è il ritorno della crescita che dovrà stabilire se il deficit scenderà a meno del 3 per cento.
Il piano da 50 miliardi di euro di risparmi in tre anni si basa sul congelare alcune pensioni e altre prestazioni e fermare gli aumenti salariali del settore pubblico. Il programma completo sarà visto nei prossimi giorni prima di un voto parlamentare e poi sarà formalmente presentato a Bruxelles.
La Francia ha già ricevuto due anni in più per raggiungere l’obiettivo del 3 per cento, e la Commissione europea non è nella posizione di volere concedere più tempo.
La Francia propone un piano anti-burocrazia per salvare le imprese
Il presidente francese Francois Hollande ha creato una commissione per ridurre la burocrazia per le imprese e ha annunciato 50 misure finalizzate al risparmio di diversi miliardi di euro l’anno.
Il governo cerca di rilanciare l’economia in difficoltà. Le misure servono per semplificare il groviglio di norme per le imprese. In Francia, per fare un esempio, i panettieri devono informare la polizia locale dei loro piani per le vacanze.
► La Francia non avrà più tempo dall’Ue per arrivare al deficit-Pil del 3%
Le semplificazioni fanno parte di un programma più ampio di Hollande che punta a ridurre le spese del personale per le imprese francesi di 30 miliardi di euro nel corso del suo mandato.
All’inizio del mese sono stati annunciati anche dei tagli fiscali per le aziende. Il governo afferma che questa politica mira a fare risparmiare tempo e denaro alle aziende riducendo i costi amministrativi eccessivi o inutili.
I margini delle imprese francesi sono i più bassi della zona euro. Hollande, che sta lottando per portare la disoccupazione sotto al 10 per cento, spera che le misure stimoleranno le assunzioni dopo che questi risultati con misure analoghe sono stati raggiunti in Gran Bretagna e in Germania.
Alcune misure proposte mirano ad abolire le regole antiquate, come quella sui panettieri che risale al 1930, quando c’era paura che potesse mancare il pane. Altre misure mirano a semplificare la vita delle aziende. Per gli imprenditori sarà più facile la registrazione di nuove imprese, mentre le imprese più piccole non dovranno più presentare decine di documenti in duplice copia a diversi centri amministrativi al fine di partecipare a un bando di gara pubblico.
Le aziende francesi puntano su fusioni e mercato estero
Il Presidente francese Francois Hollande probabilmente non aveva programmato l’ondata di fusioni e acquisizioni che sta avvenendo tra più grandi aziende del suo Paese. Questo è quello che sta succedendo se si guarda ai produttori di cemento Lafarge e Holcim che hanno accettato di creare un gigante di cemento a livello mondiale con più di 50 miliardi di euro di fatturato. Poi Vivendi che ha deciso di vendere la sua unità di telefonia Sfr per più di 23 miliardi dollari alle società di servizi informatici Sopra Group e Groupe Steria che pianificano una fusione. Nel frattempo, Peugeot ha raccolto 4,1 miliardi dollari che sta investendo con la cinese Dongfeng Motor come partner e azionista.
Le operazioni mostrano come le grandi società francesi prendono decisioni strategiche senza aspettare una ripresa economica. Lafarge e altre aziende sono alla ricerca di una crescita altrove, mentre Hollande si sforza di assicurare il suo impegno a tagliare le tasse sui salari di 30 miliardi di euro e a rendere più leggeri i regolamenti.
► La Francia non avrà più tempo dall’Ue per arrivare al deficit-Pil del 3%
Le società francesi sono quindi orientate verso l’estero anche per le condizioni e il clima del Paese che è molto complicato. L’economia francese, la seconda più grande nell’Ue, è cresciuta poco negli ultimi due anni, mentre i partner commerciali, tra cui gli Stati Uniti e il Regno Unito, stanno aumentando la produzione europea. I francesi senza lavoro sono a un livello record di 3,35 milioni, con i consumi e la crescita dei salari che sono bassi.
Anche prima dell’operazione Lafarge – Holcim, la Francia è stata di gran lunga il Paese più attivo in Europa per le acquisizioni quest’anno con più di 60 miliardi di dollari di budget. Più del doppio del volume sia nel Regno Unito sia in Germania.
Con il mercato interno relativamente piccolo è altamente regolamentato, le aziende francesi hanno a lungo pensato a livello globale. Le imprese come il costruttore Alstom, la casa farmaceutica Sanofi e quella del lusso LVMH Moet Hennessy Louis Vuitton hanno ottenuto la maggior parte delle loro vendite a livello internazionale.
La Francia non avrà più tempo dall’Ue per arrivare al deficit-Pil del 3%
Il commissario europeo per gli Affari Economici e Monetari Olli Rehn, in una conferenza stampa a Bruxelles sull’assistenza finanziaria all’Ucraina, ha affermato che non vi è alcuna ragione per estendere ulteriormente il termine che l’Unione europea ha dato alla Francia per tagliare il suo deficit di bilancio e rientrare nei parametri. Rehn ha aggiunto che i responsabili politici dovrebbero aver imparato la lezione della crisi del debito e che quindi dovrebbero rispettare le regole che sono state concordate.
La Commissione europea si aspetta che la Francia arrivi quest’anno a un deficit di bilancio al di sotto del massimale dell’Ue del 3 per cento del Prodotto interno lordo (Pil), dal 4 per cento. Dopo il rimpasto di governo di questa settimana, dovuto ai risultati deludenti del partito al governo alle elezioni locali, la Francia ha detto che il deficit sarebbe sceso, ma che vuole discutere nuovamente i termini dei tagli per aiutare l’economia a crescere.
► La Francia ha mancato l’obiettivo europeo sul deficit
In base alle nuove regole di bilancio dell’Ue, rigorose dopo la crisi del debito sovrano, se un Paese ignora le scadenze per la riduzione del disavanzo può essere rapidamente multato. Il commissario europeo per gli Affari Economici e Monetari Olli Rehn, l’unico che può proporre una revisione della scadenza, ha quindi affermato che non vi sono motivi per concederla. Rehn ha detto che in base alle regole di bilancio dell’Ue, una nuova estensione potrebbe essere giustificata solo se ci fossero eventi economici sfavorevoli e imprevisti con importanti conseguenze negative per le finanze pubbliche. Eventi che non ci sono stati e anzi l’economia della zona euro sta vivendo un rafforzamento.
La Francia ha mancato l’obiettivo europeo sul deficit
La Francia ha diminuito il proprio disavanzo del settore pubblico meno rapidamente di quanto previsto lo scorso anno, mancando l’obiettivo del governo, come hanno dimostrato i dati ufficiali. Una nuova battuta d’arresto per il presidente Francois Hollande dopo i risultati delle elezioni amministrative che hanno visto il suo partito perdere.
Il deficit pubblico è sceso al 4,3 per cento del Prodotto interno lordo (Pil) dal 4,9 per cento dell’anno precedente, come si legge nei dati dell’Insee che è dell’ufficio nazionale di statistica. Ciò significava che il governo di Hollande ha mancato il suo obiettivo di disavanzo del 4,1 per cento che aveva promesso di raggiungere ai suoi partner europei.
► Francia, economia ancora in forte difficoltà
Il risultato peggiore del previsto significa che il governo dovrà fare sforzi supplementari quest’anno per rispettare la sua promessa di portare il suo deficit in linea con il limite del 3 per cento dell’Unione europea il prossimo anno. In caso contrario, il governo dovrà chiedere più tempo per rispettare il limite e questo probabilmente condizionerà i rapporti con la Commissione europea che ha già concesso a Parigi due anni supplementari.
Il ministro delle Finanze Pierre Moscovici ha affermato in un comunicato che la debole attività economica ha pesato sulle entrate fiscali, mentre la spesa è in linea con il budget.
Il debito pubblico lordo è salito l’anno scorso a un record del 93,5 per cento del Pil, dal 90,6 per cento nel 2012. La spesa pubblica della Francia, che è tra le più alte al mondo, ha raggiunto un record del 57,1 per cento del Pil, mentre il reddito fiscale si attesta al 45,9 per cento.
Gli elettori hanno punito Hollande e il suo Partito Socialista per l’economia alle elezioni locali durante il fine settimana. Il presidente Hollande ha previsto un rimpasto di governo in tempi rapidi per concentrarsi meglio sul rilancio della seconda più grande economia della zona euro.
L’attività manifatturiera in Francia cresce a sorpresa in riferimento alle previsioni
L’attività manifatturiera francese ha inaspettatamente ripreso a crescere a marzo con una espansione che è la più veloce in quasi tre anni, segno che l’economia europea sta guadagnando slancio.
L’indice sull’attività industriale manifatturiera è salito a 51,9 da 49,7 di febbraio, il più alto da giugno 2011, come ha messo in evidenza una relazione di Markit Economics che è stata pubblicata oggi a Londra. Gli economisti prevedevano un aumento a 49,7. L’indicatore dei servizi è salito a 51,4 a marzo da 47,2.
► Francia e Italia spingono per un’economia europea più stabile
La Francia ha migliorato le condizioni sia del mercato interno sia di quello estero. Questo è un elemento che dimostra come la regione dell’euro sta mostrando alcuni segnali di ripresa dalla peggiore recessione da cui viene. La strategia della Banca centrale europea (Bce) di mantienere i tassi di interesse al minimo storico per stimolare la domanda sta ottenendo i suoi frutti.
Mentre la salita dell’euro a un massimo da due anni a 1,3934 dollari questo mese minaccia le esportazioni, per l’Europa si prevede un recupero graduale.
In Francia, se la crescita dell’attività manifatturiera continuerà a guadagnare nei prossimi mesi potrebbe trainare l’occupazionale, e questo darebbe una spinta per l’aumento della fiducia.
In Cina, i dati di oggi hanno messo in evidenza come la produzione industriale si è indebolita per il quinto mese consecutivo, con la nazione che potrebbe non raggiungere il suo obiettivo di crescita del 7,5% di quest’anno.
In Europa, la produzione manifatturiera cresce anche in Germania e questo dimostra che la ripresa, seppure debole, è in atto e la crescita continua il suo ritmo di uscita dalla recessione edalla crisi economica.