L’economia della Germania a 25 anni dalla riunificazione

 Venticinque anni fa a Lipsia, in Germania, le poche persone che possedevano auto avevano principalmente una Trabant. Erano i tempi della Germania dell’Est sovietica. Un quarto di secolo più tardi, l’aeroporto di Lipsia opera 24 ore al giorno come hub europeo per i voli mondiali da Deutsche Post e Dhl servizio di merci aviotrasportate.
Nel mese di dicembre, Dhl ha avuto un’espansione da 150 milioni di euro che ha raddoppiato le dimensioni della struttura.

Per quanto riguarda la cultura automobilistica, Lipsia è ora sede di una fabbrica della Porsche Automobil Holding. C’è un impianto di Bayerische Motoren Werke (BMW) che sforna  quattro modelli BMW, tra cui l’auto elettrica i3.
Lipsia è una delle storie di successo e rinnovamento nella Germania dell’est dopo la riunificazione nel 1990. Dresda è un altro esempio. La trasformazione dell’Est non è stata facile e, soprattutto, non è stata economica. Gli investimenti pubblici nella parte orientale dal 1990 hanno raggiunto importi decisamente elevati. Un impegno senza pari in un periodo storico più dis eparatismo che di integrazione.

 

Germania, aumenta il salario minimo

 

L’unificazione della Germania dell’Est è andata bene, anche se è costata molto, mentre in tanti pensavano che non sarebbe stata facile o possibile. Ora la Germania è la più grande e più sana economia in Europa, producendo il 20 per cento del Prodotto interno lordo (Pil) dell’Unione europea. Il Pil tedesco si espanderà dell’1,8% questo anno, più del Pil di qualsiasi altro Paese europeo tranne la Danimarca, e il 2 per cento nel 2015, con  riferimento alla previsione del Ministero dell’Economia nella sua relazione economica annuale pubblicata il 12 febbraio.

La disoccupazione, che era pari al 6,9 per cento nel mese di febbraio, può scendere al minimo post unità quest’anno. La Germania ha avuto un bilancio in pareggio nel 2013, il primo dopo la riunificazione.

La fiducia delle imprese tedesche si abbassa per la crisi in Ucraina

 La fiducia delle imprese tedesche è scesa per la prima volta in cinque mesi a marzo, in quanto le imprese della più grande economia europea hanno cominciato a preoccuparsi che una possibile situazione di stallo in Ucraina porti a ulteriori sanzioni contro la Russia.

L’indice del clima di business Ifo è sceso a 110,7 da 111,3 di febbraio. L’indicatore strettamente sorvegliato si basa su un sondaggio mensile di circa 7.000 imprese.

 

La Germania guida la ripresa economica dell’Ue

 

Il tuffo a marzo dell’indice Ifo della Germania fornisce ulteriori prove del fatto che la crisi in Ucraina sta arrivando ad avere effetti negativi in grado di toccare la fiducia delle imprese. Il recupero della Germania potrebbe essere messo a rischio se la crisi si approfondisce.

Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama e i principali alleati dei Paesi industrializzati hanno avvertito la Russia che si affaccia a sanzioni economiche se il presidente Vladimir Putin prenderà ulteriori misure per destabilizzare l’Ucraina.

La Germania riceve più di un terzo del suo gas e petrolio dalla Russia. Più di 6.000 imprese tedesche sono attive lì e le associazioni imprenditoriali e le organizzazioni professionali hanno già avvertito che una escalation comporterebbe perdite catastrofiche per le imprese.

L’azienda Lemken, un produttore tedesco di macchinari agricoli, ha visto un grande abbassamento in ordini provenienti dalla Russia, suo secondo più grande mercato di esportazione dopo la Francia.

I consiglieri economici hanno detto la settimana scorsa che la crisi in Ucraina è stata la più grande minaccia alla crescita globale, e in particolare della Germania, a causa della importanza della Russia come esportatore di energia.

L’attività manifatturiera in Germania sempre ad alti standard

 L’ attività manifatturiera e dei servizi della Germania è rimasta vicino al massimo da tre anni a marzo. La più grande economia europea ha contribuito a mantenere la ripresa dell’Europa.

La Germania sta sostenendo la ripresa dell’euro, che è sotto la minaccia di un rafforzamento e di un rallentamento in Cina. La disoccupazione è scesa per il terzo mese a febbraio e le azioni di Bayerische Motoren Werke AG sono salite a un record la scorsa settimana, dopo che la casa automobilistica ha previsto un significativo aumento dei  profitti nel 2014.

 

Germania, aumenta il salario minimo

 

L’economia del settore privato della Germania ha continuato a crescere ad un ritmo record alla fine del primo trimestre. Il rapporto arriva dopo i dati sulla produzione in Cina che si è indebolita per il quinto mese consecutivo, con la nazione che mancherà il suo obiettivo di crescita del 7,5% per quest’anno.

Oltre alla Germania buone notizie per l’economia in Europa arrivano dalla Francia. Nella seconda più grande economia della regione dell’euro, l’attività manifatturiera ha inaspettatamente ripreso a crescere a marzo.
L’euro, che si è apprezzato del 6,4% contro il dollaro negli ultimi 12 mesi, è stato scambiato a 1,3794 dollari.

Ci sono quindi i dati che dimostrano come l’Europa abbia iniziato la sua fase di ripresa. La crescita però è ancora debole ed è diversa nelle varie nazioni europee. La Germania conferma di essere solida a livello economico e la Francia e l’Italia stanno crescendo in maniera meno decisa con problemi per quanto riguarda la disoccupazione e la competitività delle loro aziende.

Germania, aumenta il salario minimo

 Dal primo gennaio 2015 in Germania entreranno in vigore due provvedimenti a favore del ceto medio: da un lato l’aumento del salario minimo, che arriverà a 8,5 euro, e, dall’altro, un calmiere per i prezzi degli affitti in città.

Due provvedimenti che sono direttamente a favore del ceto medio, soprattutto di quello che risiede nell’ex Germania Est, dove ancora persistono delle importanti problematiche in quanto a reddito e casa, ma gli economisti non vedono di buon occhio l’operato della Cancelliera.

Cos’è la riforma Hartz, ovvero il modello a cui si ispira Matteo Renzi per la nuova riforma del lavoro

 Matteo Renzi è stato in Germania per un incontro bilaterale con la cancelliera tedesca Angela Merkel, un incontro in cui tanto l’uno che l’altro hanno avuto di che complimentarsi: la cancelliera ha speso parole di lode per le riforme che sta mettendo in atto il giovane premier, mentre Renzi non ha avuto timore nel dire apertamente che per la sua riforma del mondo del lavoro e del welfare ha studiato e preso spunto dalla riforma Hartz, ovvero la riforma messa in atto tra il 2003 e il 2005 dal governo Schroeder.

Cerchiamo di capire, quindi, di cosa si tratta e perché questa riforma potrebbe essere utile anche in Italia.

Per l’economia tedesca meno fiducia e possibili minori esportazioni

 La fiducia degli investitori tedeschi è scesa al livello più basso da agosto. L’incertezza politica in Ucraina minaccia di pesare sulla ripresa economica in Europa che seppure debole ha iniziato a vedersi. In Germania, alcuni fattori mettono a rischio la crescita a livello alto e anche le esportazioni.

Il Centro Zew per la ricerca economica europea a Mannheim in Germania ha affermato che l’indice sulle aspettative di investitori e analisti, che mira a prevedere gli sviluppi economici con sei mesi di anticipo, è scivolato a 46,6 da 55,7 di febbraio. Questo è il terzo calo mensile.

 

► La Germania guida la ripresa economica dell’Ue

 

La crescita economica della Germania è stata dello 0,4% nel quarto trimestre, ma l’aumento delle tensioni con la Russia e il rallentamento economico in Cina possono intaccare la ripresa. Nell’area dell’euro la Germania è il principale partner commerciale della Russia per quanto concerne l’energia.

Al conflitto in Ucraina si unisce l’euro forte ad abbassare la fiducia degli investitori. Nonostante il suo ribasso, l’indicatore Zew rimane ben al di sopra del suo valore a medio lungo termine e ad un livello coerente con la forte crescita dell’economia tedesca.

La crescita nel quarto trimestre dell’economia tedesca è stata trainata principalmente dalle esportazioni, che sono aumentate più che in tre anni, mentre i consumi interni sono scesi.

La fiducia degli investitori è stata vicino a livelli record e potrebbe aver raggiunto un alto ciclo. L’economia tedesca potrebbe trovare difficoltà a riaccelerare, soprattutto se la domanda estera continua a rallentare. Le recenti preoccupazioni circa la Cina e l’Ucraina potrebbero aver pesato sul sentiment degli investitori.

L’auto made in Germany corre di più

 Nel  2013 i marchi del gruppo Volkswagen (Audi, Skoda, Seat, Porsche, Bentley, Bugatti, Lamborghini, Volkswagen Veicoli Industriali, Volkswagen Auto, Scania, MAN, Ducati) hanno venduto complessivamente 9,73 milioni di veicoli, con un aumento dei volumi di vendita del 4,9% rispetto all’anno precedente.

Il profitto operativo ha raggiunto il livello record di 11,7 miliardi di euro, mentre gli utili al netto delle tasse sono calati dai 21,9 miliardi del 2012 ai 9,1 del 2013. In particolare le cifre su vendite e utili in Cina registrano un profitto operativo di 4,3 miliardi di euro ed un aumento del 17 per cento rispetto al 2012.

 

Auto meglio a febbraio con +8,6%

 

I primi dati relativi al bimestre gennaio- febbraio 2014 indicano che il gruppo ha già consegnato in tutto il mondo 1.467.000 veicoli, con un aumento del 4,7 per cento rispetto ai primi due mesi del 2013.

Con le 23.000 assunzioni effettuate nel 2013, il numero dei dipendenti è salito a quota 572.000 unità, destinate a raggiungere le 600.000 entro il 2018. Il premio di produzione è stato determinato in 6.200 euro pro capite.

Nel biennio 2014-2015, i marchi targati Volkswagen lanceranno complessivamente sui diversi mercati mondiali cento nuovi modelli, capeggiati dalla Golf elettrica a emissioni zero. Le piattaforme saranno in comune per i diversi modelli, e per ogni modello è prevista la motorizzazione a benzina, a diesel, a gas, elettrica pura o ibrida.

Anche in BMW nel 2013 il volume delle vendite è aumentato del 6,4 per cento rispetto al 2012,raggiungendo il massimo storico di 1.964.000 di auto vendute dai tre marchi del Gruppo (BMW, Mini, Rolls Royce).Il profitto netto è salito del 4,5 per cento giungendo a 5,34 miliardi di euro.

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La Germania guida la ripresa economica dell’Ue

 Se il 2013 è stato foriero di miglioramenti, il 2014 dovrà essere l’anno in cui ci si attende una forte evoluzione da parte dei Paesi membri dell’Unione. Alcuni, fortunatamente, stanno dando segnali positivi. L’Italia arranca, ma sembra voler e poter uscire dall’infinita recessione degli ultimi anni. A guidare il Vecchio Continente è ancora la Germania.

Giovani e lavoro, le differenze tra l’Italia e i paesi europei dove la disoccupazione non è un problema

 In Italia non c’è lavoro per i giovani. E’ un dato di fatto che emerge dalla percentuale sempre crescente di giovani in età da lavoro che non trovano un’occupazione degna di questa nome: ormai sono poco meno della metà dei giovani in età lavorativa, il 40%, una percentuale molto simile a quella di altri paesi come il Portogallo, Cipro o Spagna, che condividono con l’Italia il perdurare della crisi economica.

La Germania conferma il rimpatrio dell’oro

 Nell’autunno del 2012, facendo sì che non venisse dato grande risalto alla notizia, la Banca centrale tedesca aveva avanzato la richiesta del rimpatrio delle proprie riserve auree.