La Germania accusa Draghi di favorire Italia e Spagna

 Nel corso di questi ultimi giorni il Presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi è stato oggetto di una duplice accusa da parte di alcuni esponenti di primo piano del mondo della politica e della stampa tedesche.

Lo scenario finanziario europeo va migliorando

Un lungo articolo pubblicato sul quotidiano Die Welt allude oggi infatti alla possibilità che la Banca Centrale Europea utilizzi lo spauracchio dell’ introduzione di tassi negativi sui depositi giacenti presso la BCE, per incoraggiare, o meglio costringere, le banche  tedesche a concedere più credito ai Paesi dell’ Europa meridionale in difficoltà economiche, come l’ Italia o la Spagna.

Il mercato si fida delle banche centrali

Una settimana fa, invece, il presidente Draghi era stato accusato di aver danneggiato, con la sua politica di estrema riduzione dei tassi di interesse, gli interessi dei risparmiatori tedeschi, che nel giro di poco tempo hanno visto drasticamente ridursi il valore dei loro risparmi.

E altre fonti, sempre in Germania, già danno quasi per certa la discesa dei tassi di deposito della BCE sotto lo zero, che saranno rivisti senza neanche aspettare una richiesta di intervento da parte delle nazioni in difficoltà. Nel frattempo, però, dai vertici della BCE, i governi dell’ Eurozona vengono ammoniti a non allentare le politiche del rigore. Chi avrà ragione?

Per la BBC la Germania è popolarissima

 Visto che le condizioni dell’economia europea non migliorano ci si chiede se non sia davvero tutta colpa della Germania di quello che sta succedendo nel Vecchio Continente. Eppure la più grande economia d’Europa è anche la più popolare nel mondo. A svelare questo “rating” estraneo ai meccanismi delle omonime agenzie ci ha pensato la BBC.

L’indagine in questione è riuscita a coinvolgere un campione di 26 mila persone distribuite in 25 paesi di tutto il mondo. Gli intervistati hanno dovuto dare un voto riferito a 16 paesi e poi anche un voto riferito all’Unione Europea nella sua interezza.

Un patto europeo contro la disoccupazione

In pratica hanno dovuto dichiarare quanto l’influenza di questi paesi fosse positiva o negativa sul mondo. In testa alla classifica elaborata in calce al sondaggio, si è posizionata la Germania che ha racimolato il 59 per cento delle preferenze positive.

La crescita dell’Italia passa per lo spread a 100

Vuol dire che 59 intervistati su 100 hanno offerto una valutazione positiva della Germania che è cresciuta di tre punti percentuali rispetto alla precedente posizione. Il Giappone, invece, è “precipitato” raccogliendo soltanto un rating del 51 per cento, ben 7 punti percentuali più in basso del risultato dello scorso anno. In questo modo ha perso la testa della classifica ed ora occupa la quarta postazione.

Il paese che ha raccolto il maggior numero di preferenze negative è stato l’Iran che unisce soltanto  il 15% dei “consensi”.

La Germania lotta contro la disoccupazione giovanile

 Sono giorni in cui la Germania è in prima fila per dare battaglia alla disoccupazione che affligge i giovani europei. Un tema molto caldo, che è stato spesso dibattuto anche dal neo Premier italiano Enrico Letta. Il nostro nuovo Presidente del Consiglio lo ha preso in esame proprio durante il suo discorso del 22 maggio presso il Consiglio europeo.

Intanto, Angela Merkel e i suoi stanno mettendo in sesto numerose proposte che andranno concordate con i partner europei in una conferenza straordinaria che si terrà a Berlino il prossimo 3 luglio.

A questa conferenza parteciperanno i ministri del Lavoro dei 27 Paesi membri, nonché il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso, e gli esperti delle agenzie del lavoro nazionali e imprenditori di grandi e piccole imprese del continente.

Tutti assieme dovranno tirar fuori misure concrete per sostanziare un progetto dal nome ambizioso, Iniziativa per la crescita e il lavoro, al quale però ancora mancano i fondi finanziari di cui necessita.

Si comincerà con una base di 6 miliardi di euro da investire nei prossimi cinque anni, già stanziati dalla Commissione di Bruxelles nell’ambito del progetto ‘Garanzia lavoro’ e finora rimasti di fatto ‘al palo’.

A essi potrebbero essere aggiunti altri 16 miliardi provenienti dal fondo strutturale europeo Esf, da erogare in favore della costruzione di un sistema di formazione dei giovani sul modello duale tedesco, che contempla una stretta collaborazione fra scuole e aziende mediante la forma dell’apprendistato.

Un ulteriore e decisivo contributo dovrebbe poi giungere dalla Bei, la Banca europea per gli investimenti, che lancerebbe un progetto di affidamento di crediti a tassi agevolati per le piccole e medie imprese, finalizzato all’assunzione dei giovani e dotato di 10 miliardi di euro, che potrebbe generare un volume di investimenti fino a 60 miliardi di euro.

Prima della conferenza di Berlino del 3 luglio, si terrà un’iniziativa del tutto simile a Parigi il giorno martedì 28 maggio, organizzata dal miliardario Nicolas Berggruen, che vedrà attorno al tavolo soprattutto i dirigenti delle agenzie del lavoro europee e gli imprenditori. Riunioni importanti, che hanno l’obiettivo di ridare fiducia ai sei milioni di giovani disoccupati.

La Germania offre lavoro ai i giovani europei

Buone notizie per i giovani disoccupati. Questa potrebbe essere la loro estate.

Arrivano dalla Germania centinaia e centinaia di proposte per i lavoratori dell’Europa meridionale. Corsi di formazione professionale organizzati in virtù di un programma finanziato dal governo federale sono pronti a partire.

Ci sono ben trentamila posti di apprendista da coprire. In terra tedesca l’apprendistato corrisponde all’ultimo step degli studi e si configura quasi automaticamente come l’ingresso al mondo del lavoro. I posti sono distribuiti i numerosi settori.

Ad annunciare l’avvio del programma durante i giorni scorsi è stata Angela Merkel in persona. La Cancelliera tedesca ha parlato di corsi di lingua, di una partecipazione alle spese di viaggio, nonché di un compenso aggiuntivo alla retribuzione offerta dai datori di lavoro agli apprendisti.

La retribuzione dei giovani del sud Europa sarà dunque superiore a quella degli apprendisti tedeschi.

Il programma previsto dal governo federale si declinerà anche in accordi bilaterali tra la Germania stessa e i paesi mediterranei interessati.

Nella giornata di oggi, per esempio, Ursula von der Leyen, ministro del lavoro tedesco, ha siglato a Madrid un accordo bilaterale in merito con la Spagna.

Che la Germania sia dunque una terra di conquista per i giovani immigrati è ormai cosa certa.

La Germania dall’austerity alla competitività

 Si torna a parlare di crescita, in Germania, si torna a parlare di competitività.  Dopo anni dedicati al rigido consolidamento dei conti pubblici e dopo anni investiti nelle politiche di austerity, Berlino cambia ufficialmente rotta e sposa la causa da tempo sottopostale da numerosi capi di governo europei, e dallo stesso governatore della Banca Centrale Europea – BCE, Mario Draghi, che da mesi si affanna a ripetere come da sole, le politiche monetarie non siano sufficienti a promuovere la crescita economica.

Tutta l’Eurozona è in recessione

Così anche la Merkel torna a porre la competitività tra le priorità, competitività che dovrà certo essere espressa attraverso delle riforme strutturali che consentano al Paese di ritrovare la capacità di produrre ricchezza e di creare nuova occupazione. Niente più solo tagli alle spese, dunque, niente più solo risanamento dei conti pubblici. La Germania, infatti, alla luce degli ultimi dati, non può continuare a mantenere la sua crescita economica se attorno a lei la maggior parte delle nazioni vivono in recessione. Urge dunque un cambiamento di marcia, una inversione di tendenza.

Calano le vendite nell’Eurozona

E per dare concretezza alla speculazione teorica un primo passo è costituito dalla lotta alla disoccupazione giovanile europea, con uno stanziamento di fondi comunitari e l’ organizzazione di una conferenza per decidere sul loro migliore utilizzo.

La Germania contro la BCE e l’Italia

 Il ministro delle Finanze tedesco, Wolkfgang Schaeuble, ha sferrato un altro colpo alla Banca Centrale Europea e all’Italia in particolare, usando le relazioni di cittadinanza tra Mario Draghi e il nostro paese come giustificazione di un atteggiamento non proprio legate della Banca centrale.

Passera è il contrario di Schaeuble

Il ministro Schaeuble ha rimproverato a Draghi l’opzione d’acquisto della BCE di Asset-backed security dai paesi del Sud dell’Europa. Questi acquisti sono considerati problematici perché giustificano la pratica della BCE di acquistare debiti dell’Italia verso creditori privati. Il valore di questi acquisti è di 70 miliardi di euro. Schaeuble ha definito questa pratica una forma di finanziamento statale nascosto.

La Germania si mette dalla parte dell’Italia

Il caso italiano è usato a titolo esemplificativo per illustrare la pericolosità degli acquisti. Dall’inizio dell’anno e soprattutto dopo le elezioni, è passato troppo tempo prima della definizione di un governo di larghe intese. Questo ha fatto sì che la forbice tra debito e Prodotto Interno Lordo si divaricasse, superando la quota considerata “limite” del 100 per cento.

Prima di comprare asset che riguardano l’Italia, allora, sarebbe necessario fare delle riforme strutturali nel paese in modo da riconquistare la competitività nella zona euro e non solo e poi ritrovare la credibilità a livello internazionale.

Secondo il nostro ministro delle Finanze, le riforme finora attuate hanno garantito il raggiungimento di alcuni obiettivi ma il cammino è ancora molto lungo.

Per i tedeschi la seconda casa è in Italia

 Se a partire dal 2009 ad oggi, ovvero negli anni pieni della crisi economica, il mercato immobiliare italiano interno, cioè quello che si rivolge essenzialmente agli italiani, ha fatto registrare un drammatico calo negli acquisti, la stessa cosa non si può dire per quello che si rivolge alla clientela straniera.

> I tassi medi dei mutui di maggio

A partire dal 2009, infatti, in Italia si è potuto registrare un vero e proprio boom delle vendite nel settore delle seconde case destinate agli stranieri e il volume d’ affari sarebbe aumentato addirittura del 25%.

Mercato immobiliare italiano: il peggio è passato

Gli immobili preferiti dalla clientela straniera sono soprattutto quelli situati in località di pregio storico – artistico e in zone a vocazione turistica, e a comprarli, sono, almeno per il 40%, soprattutto acquirenti tedeschi.

Sono infatti i nostri vicini della Germania a preferire in Italia la seconda casa per le vacanze, comprando immobili soprattutto nel Lazio e in Puglia, stando a quanto rivela un monitoraggio effettuato da  Scenari Immobiliari.

Solo nel 2012, ad esempio, gli immobili venduti a stranieri sono stati 4.600, per un importo complessivo di 2,1 miliardi di euro. E il mercato sembra promettere bene anche per il resto del 2013, con una crescita del 10% delle transazioni.

Oltre a Lazio e Puglia, tuttavia, luoghi di investimento per gli stranieri continuano ad essere anche Toscana e riviera adriatica, con una particolare predilezione per le abitazioni di pregio, come grandi ville.

La ricetta della Germania per l’occupazione

 In Europa il tasso di disoccupazione medio è del 10,9%. In Italia, dove la mancanza di lavoro si avverte in maniera drammatica, è dell’11,5%.

► Il lavoro? E’ in Germania

In Germania, invece, la percentuale dei senza lavoro è solo del 5,4%, per un totale di persone che è già sotto ai tre milioni di persone e che scenderà ancora il prossimo anno. Com’è possibile?

La ricetta è semplice quanto intelligente. In Germania c’è il minijob, altrimenti chiamato anche “400-euro-job”, in quanto la retribuzione massima prevista da questo contratto è di 400 euro al mese, che sono diventati 450 all’inizio dell’anno. Introdotto nel 2003, questo tipo di contratto aveva lo scopo di rilanciare l’occupazione, e così è stato, ma ci sono anche dei lati oscuri.

Ad essere impiegati in Germania con questo tipo di contratti sono circa 7,3 milioni di persone, più del doppio del numero dei disoccupati, tutte persone che non pagano tasse e che possono anche usufruire degli ammortizzatori sociali ma che, di contro, non hanno neanche ferie né malattie.

► Disoccupazione in aumento nel 2013 e nel 2014

Ad essere assunti con questo contratto sono soprattutto i giovani sotto ai 25 anni, gli immigrati e il personale non qualificato.

Sicuramente il minijob è un’ottima opportunità per chi non ha alcun reddito, ma ridimensiona di molto il clamore intorno al basso tasso di disoccupazione tedesco.

Il lavoro? E’ in Germania

 Il paese della cancelliera Merkel è considerato il nuovo Eldorato per i giovani italiani in cerca di lavoro. A dimostrarlo il 40% in più rispetto al 2011 di italiani che nel 2012 hanno lasciato l’Italia per andare in Germania in cerca del lavoro che in Italia non c’è.

► Angela Merkel sul problema dei tassi della Bce

Ma non sono solo gli italiani affamati di lavoro a scegliere le Germania, la maggior parte dei disoccupati dei paesi mediterranei dell’europa la sceglie come paese in cui trovar fortuna.

I dati sono stati pubblicati questa mattina da Destatis, l’istituto federale di statistica. Dati che scattano una foto a tinte forti della situazione nella quale versano i cittadini del sud dell’Europa, schiacciati da disoccupazione e austerity: nel 2012, i migranti che hanno avuto come meta la Germania sono stati 1 milione e ottomila persone.

Cifra controbilanciata, anche se solo in parte, dall’esodo dei tedeschi: 712.000 cittadini tedeschi si sono mossi ancora più a nord, non per cercare lavoro, ma nella speranza di trovarne uno più redditizio rispetto a quello che hanno in patria.

► Per la Merkel la situazione italiana è difficile

La maggior parte di coloro che lasciano il loro paese per la Germania sono, in percentuale, sono spagnoli, con il 40% degli arrivi totali, seguiti da  greci e portoghesi (43%) e italiani (40%). La maggior parte di loro è giovane (10 anni in meno rispetto alla media di età tedesca) e in possesso di un alto titolo di studio.

Un periodo di garanzia per i mutui

 I mutuatari, in un momento di difficoltà economica come questo, hanno avuto una piccola delusione nel sapere che le agevolazioni per chi ha perso il lavoro o ha avuto un incidente, sono finite. Eppure adesso arriva una novità che non dispiace a nessuno, ovvero il periodo di garanzia.

Il fondo per le giovani coppie cambia i connotati

Anche in Italia, infatti, sono state assorbite delle novità inserite in una direttiva europea che parla delle regole da usare nel mercato dei mutui. Un approccio nuovo e di grande importanza è il famoso “periodo di grazia”: sono 7 giorni concessi ai mutuatari per pensare e ripensare sulle condizioni del prestito acceso. Qualora il mutuatario abbia già firmato un contratto ha quei sette giorni per rescinderlo.

Moratoria sui mutui prolungata fino a marzo

La direttiva europea deriva da un accordo tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione ed ha come obiettivo quello di eliminare tutti gli elementi che hanno determinato la crisi finanziaria. Chi cerca un mutuo, oggi, deve ricevere più informazioni su tutti i costi del prodotto finanziario e sulle conseguenze dell’indebitamento. Le autorità nazionali devono sempre autorizzare i crediti ipotecari, registrarli e supervisionare sulla procedura di mutuo.

La direttiva, ha detto il commissario UE, aiuterà a stoppare gli eccessi finora creati e favorirà le pratiche creditizie orientate al concetto di responsabilità.