Goldman Sachs ha realizzato un report in cui le stime di crescita del mercato delle automobile vengono raddoppiate nel Vecchio Continente a partire da quest’anno. Dal +3,2% si passa al +6,4%. Ottime le proiezioni anche per l’anno che verrà e per il 2016. Le vendite, dunque, dovrebbero tornare in auge. Si prevede un aumento di circa 800.000 unità per il 2014 e di due milioni dal 2014 al 2016.
Goldman Sachs
Come i ricchi hanno aggirato il Fiscal Cliff
Infatti, Blankfein, è ricorso ad uno stratagemma, peraltro piuttosto semplice, per evitare che i bonus del 2012 finissero nella contabilità del 2013, anno in cui scatta l’aumento delle aliquote sui dividendi e sui patrimoni oltre i 400 mila dollari: i bonus sono stati distribuiti a dicembre, e non come al solito a gennaio, per un totale di 65 milioni di dollari che sfuggiranno alla nuova tassazione.
Con lui anche molti altri: 483 società hanno fatto ricorso alla cedola straordinaria per dicembre (lo scorso anno sono state 147) e molte altre hanno annunciato dividendi straordinari nel corso del 2012 (1.056 dividendi straordinari contro i 460 del 2011)
Goldman Sachs punta sull’Italia
Nel 2013 l’Italia sarà una sorpresa. Lo dice Goldman Sachs, che auspica una possibile uscita dalla crisi e la fine di tutte le previsioni negative in termini economiche. Pil, disoccupazioni e consumi preoccupano, ma Goldman Sachs oggi, nella persona del suo presidente Jim O’Neill ha fatto trapelare una notizia positiva:
“L’Italia sarà la sorpresa positiva del 2013, specie considerando il basso livello da cui parte e le opinioni negative che la circondano”.
L’economista e la sua Goldman Sachs hanno reso noto un rapporto che tiene in considerazione i principali trend macroeconomici e relativi agli investimenti fino al 2014 dove all’Italia vengono date diverse possibilità. Jim O’Neill ha proseguito dicendo:
“Nonostante la recessione nel Paese, gli indicatori che utilizziamo suggeriscono che l’economia abbia toccato il fondo del ciclo e che sia pronta a ripartire. Bisogna quindi avere fiducia nel prossimo anno per vedere la ripresa, quando tutti gli altri indicatori vedono l’uscita dal tunnel più lunga? Bé, in effetti l’economia italiani il fondo l’ha toccato ed è ora di risalire.”
Le affermazioni di O’Neill, tuttavia, lasciano trapelare che i mercati stanno acquisendo nuovamente fiducia nei confronti dell’economia italiana e delle sue potenzialità. La banca americana, in ogni caso, non si sbilancia su un dato specifico come quello della crescita.
O’Neill ha concluso dicendo:
“Oltre alla necessità di una riforma del mercato del lavoro, rileviamo che in Italia la maggior parte delle aziende sono piccole e medie imprese che soffrono particolarmente del problema dell’accesso al credito”.
Chi ha finanziato la campagna di Obama
Le elezioni presidenziali americane sono state emblematiche per numerosi motivi. Sicuramente è stato cruciale comprendere le prospettive economiche e finanziarie dei due candidati alla Casa Bianca. Obama o Romney? Il destino economico a Stelle e Strisce dipende anche dal potere affidato ai repubblicani o ai democratici.
Adesso, sotto il profilo azionario è molto importante capire quali compagnie hanno sostenuto la candidatura di Obama per prevedere quali titoli a Wall Street e nello scacchiere internazionale potranno vivere una seconda giovinezza.
Secondo il sito Opensecrets, i big della tecnologia hanno sostenuto Obama che si è sempre dimostrato favorevole nell’offrire incentivi alle imprese che usano le tecnologie informatiche statunitensi. Ecco perché, tra l’altro, nel mirino del fisco americano, di recente ci è finito il colosso di Cupertino, la Apple che ha eluso il fisco delocalizzando all’estero la produzione dei suoi dispositivi.
Stando ad Opensecrets, quindi, tra i maggiori sostenitori di Obama ci sono Microsoft e Google che figurano al secondo e al terzo posto tra i maggiori finanziatori di Obama avendo investito nella campagna elettorale capitali pari a 761 (Microsoft) e 737 milioni di dollari (Google).
Hanno investito in Obama anche diverse agenzie di comunicazione. Tra i top donors, comunque, ci sono Goldman Sachs (994 milioni di dollari), Bank of America (921), Morgan Stanley (827) e Credit Suisse (618).