Schäuble vuole aiutare ancora Atene

 Il ministro delle finanze tedesco, dopo le numerose perplessità mostrate nei mesi scorsi, ha deciso di aprirsi al futuro, considerando che potrebbe non essere roseo per tutti. A tal proposito Schäuble ha confermato di voler dare il suo sostegno al governo di Atene anche dopo la scadenza fissata del 2014.

Il ministro delle finanze tedesco parla dal vertice di Roma

Le perplessità a riguardo nascevano dal fatto che l’Europa ha dimostrato di essere ancora in crisi anche se, a conti fatti, l’indebitamento del Vecchio Continente si è dimezzato rispetto a tre anni fa. Il ministro delle finanze tedesco, poi, per rendere il suo intervento completo, ha menzionato anche il Papa approvando l’operato del Pontefice.

A livello finanziario, quindi, si prende atto della volontà tedesca ed europea d’inviare ancora aiuti comunitari alla Grecia, fermo restando che non ci sarà assolutamente un taglio del debito di Atene. Dopo il 2014, comunque, questo stato in crisi potrà ancora contare sugli stati membri ma dovrà rispettare gli impegni presi con la comunità europea.

La crisi francese e le altre fratture europee

Il Vecchio Continente, da parte sua, non deve pensare si essere fuori dalla crisi anche se la situazione del debito è migliorata, al contrario deve lavorare ancora per mettere a punto le riforme economiche e sociali che possono stimolare la crescita del territorio. Schäuble ha voluto dimostrare di essere cruciale nella definizione delle politiche comunitarie del suo paese.

Ondata di licenziamenti tra gli statali greci

 Uno dei vincoli recentemente imposti dalla troika dei creditori  – UE, FMI e BCE -per l’ ulteriore concessione alla Grecia degli aiuti internazionali era stato quello dell’ attuazione, in brevissimo tempo, delle riforme strutturali necessarie al Paese.

Il nuovo piano di aiuti per la Grecia

 Si conclude, ma non ancora proprio del tutto, con un secondo ultimatum, la vicenda del rinnovo della concessione degli aiuti internazionali alla Grecia, che ora, per richiesta dei ministri economici europei, che si sono riuniti ieri a Bruxelles, deve presentare entro il 19 luglio un piano relativo alle riforme strutturali ancora da attuare.

Nuovo ultimatum per la Grecia: riforme in cambio degli aiuti

 Si è svolta nella giornata di ieri l’ attesa riunione dell’ Eurogruppo chiamato a decidere sulle sorti della Grecia e sul rinnovo degli aiuti e dei finanziamenti previsti dal Piano di salvataggio. Nonostante le aperture che si erano avute nelle ore passate anche da parte del Commissatio per gli Affari economici dell’ Unione Europea, Olli Rehn, tuttavia, la linea definitiva dei creditori internazionali è stata comunque molto ferma nei confronti del governo ellenico.

Si decide oggi sui nuovi aiuti alla Grecia

 Dopo i momenti di tensione che si erano potuti ravvisare nel corso della scorsa settimana, quando l’ Europa aveva intimato alla Grecia di fornire maggiori rassicurazioni in merito al lavoro svolto per attuare le condizioni imposte dal Piano di Salvataggio, è attesa per oggi la riuniune dell’ Eurogruppo, che dovrà prendere una decisione definitiva in relazione all’ erogazione dei prossimi 8,1 miliardi di aiuti che sono destinati al Paese.

Possibile dilazione per gli aiuti alla Grecia

 Così come era stato anticipato nei giorni scorsi, resta ancora aperto il caso Grecia, che attende di sapere, da qui a breve, se il suo piano di aiuti internazionali verrà rifinanziato e in quale modo. 

L’economista greco Varoufakis sulla crisi

 L’economista greco Yanis Varoufakis, rispondendo alle domande di un quotidiano portoghese ha provato ad illustrare in modo chiaro e conciso la situazione dei PIIGS. Adesso tentiamo di mettere ordine nell’immagine che in Europa si dovrebbe avere della Grecia, del Portogallo e dell’Irlanda. L’Italia, in questa particolare ricognizione, non è considerata, soprattutto adesso che in Europa hanno detto che siamo fuori dalla procedura di deficit eccessivo.

Come saranno usati i soldi per i giovani europei

Partiamo dalla Grecia che adesso sta cercando di orientarsi in una seconda o meglio in una terza ristrutturazione del debito. Secondo il Fondo Monetario Interazionale che ha ribadito la scarsità di ortodossia nel metodo di salvataggio applicato ad Atene, questa ristrutturazione del deibto doveva essere fatta prima dell’aggiustamento fiscale.

Aiuti greci a rischio per via del FMI

Secondo Yanis Varoufakis sarebbe stata questa la successione “regolare” delle cose da fare perché un paese in bancarotta non ha bisogno di un prestito ingente con gli interessi ma deve prioritariamente ristrutturare la società e l’economia del paese.

In una situazione di questo tipo quante sono le probabilità che un governo sopravviva e in particolare che sopravviva quello di Samaras? In fondo è molto difficile che un governo esca indenne da una procedura di ristrutturazione ma l’avvicendamento al potere potrebbe non essere così traumatico come s’immagina.

Per quanto riguarda la situazione del Portogallo e dell’Irlanda, l’economista greco non ritiene che ci siano oggi le condizioni per tornare sul mercato a partire dal 2014. L’esistenza autonoma di tali paesi nel contesto finanziario potrebbe essere compromessa ma l’ultima parola sullo spostamento dei paesi in questione da un programma all’altro spetta sicuramente alla BCE.

Aiuti greci a rischio per via del FMI

 La Grecia sta per uscire dalla crisi e dopo aver passato il momento peggiore, adesso è pronta per tornare sui mercati, anche con anticipo rispetto alle previsioni. Se si pensa che anche il Fondo Monetario Internazionale ha riconosciuto gli errori compiuti nei confronti di Atene, si capisce che il paese europeo sull’orlo del default, ha fatto più di quanto fosse nelle sue capacità.

La Grecia reagisce al mea culpa del FMI

Adesso però, messe in un angolo le buone notizie, si torna a temere per una ricaduta dell’economia greca. A lanciare l’allarme sono ancora una volta i media americani. Sulle colonne del Financial Times, infatti, è venuto fuori il grido del Fondo Monetario che minaccia di non inviare più denaro in questa porzione di Europa.

In particolare il FMI ha spiegato che il mese prossimo sospenderà tutti i versamenti se i governi europei non riusciranno a coprire un nuovo buco venuto fuori dal piano di finanziamenti e consistente in circa 3-4 miliardi di euro.

Per la Grecia si parla di successo

Il piano di salvataggio di Atene potrebbe dunque subire una nuova interruzione che eviterebbe di portare a compimento il piano di finanziamenti complessivi di 172 miliardi di euro. Tutto si lega alla mancata attuazione di una serie di riforme concordate da tempo con il governo greco, per esempio le privatizzazioni e al rifiuto di alcune banche centrali di acquistare bond greci.

 

Grecia declassata a Paese emergente da MSCI

MSCI diminuisce il livello della Grecia, da Paese sviluppato a Paese emergente. Non si può più parlare di Paese sviluppato, dunque. La decisione non è stata presa per il fatto che il governo guidato da Samaras ha chiuso l’unica televisione di Stato. La Grecia non è un Paese sviluppato, poiché il suo mercato è in netto ribasso e non è più in grado di soddisfare l’offerta. Di conseguenza, il downgrade è stato declassato a mercato emergente.

Per un Paese che ha uno status di ‘avanzato’ si tratta di novità assoluta. La Grecia è il primo di questa fascia ad essere considerato ora un Paese con uno status di ‘emergente’. Colpa del crollo del suo indice azionario del -83% avvenuto dal 2007 ad oggi.

A prendere questa ‘importante’ decisione è stata la società newyorkese MSCI Inc, specializzata nello stilare indici azionari in tutto il mondo. La crisi economica attanaglia sempre di più il Paese e le misure di austerity non fanno che peggiorare la situazione. Prova ne é la sospensione delle trasmisioni della tv pubblica che comporta peraltro un licenziamento di 2800 dipendenti.

Piove sul bagnato, dunque, per Atene e per il Governo Samaras. Gli interventi in chiave europea dovranno tenere conto di quest’ennesima batosta.