La Grecia tra aiuti e segnali di speranza

Il peggio, forse, è passato. I primi segnali di speranza sembrano essere finalmente nell’orbita del cielo che gravita sul Partenone di Atene.

Standard&Poor’s ha aumentato a sorpresa il rating della Grecia. Non più ‘Selective default’ ma ‘B-‘.

Pesa il grande successo dell’operazione buyback sul debito greco, nonché la grande determinazione dei Paesi membri dell’Unione Europea, convinti di voler mantenere Atene e il suo Governo all’interno dell’eurozona.

Così, qualcuno inizia ad accennare un timido sorriso dopo aver letto il comunicato della famosissima agenzia di rating internazionale (Al suo interno si legge che “La revisione al rialzo riflette l’ opinione dell’Agenzia circa la forte determinazione degli stati membri dell’Unione Economica e Monetaria europea (eurozona) a tutelare la presenza della Grecia nell’Eurozona“.

Una buonissima valutazione quella di S&P, che farà passare probabilmente un Natale più sereno al Paese, o perlomeno ai suoi economisti, impegnati a fare conti quasi sempre in rosso.

Il debito però, potrebbe essere presto estinto. Atene ha già incassato ben 7 miliardi di euro, ai quali si aggiungono i 34,3 miliardi incassati oggi in seguito al saldo della nuova tranche di aiuti provenienti da tutti i Paesi dell’Unione Europea. Aiuti che, seppur faticosamente, la Grecia è riuscita ad ottenere negli scorsi giorni.

Un funzionario del governo ellenico ha spiegato come verranno ripartiti i suddetti fondi. 11,3 miliardi serviranno a finanziare l’operazione di riacquisto dei Titoli di Stato. Altri 16 miliardi invece serviranno per effettuare la ricapitalizzazione delle banche.

 

L’UE sblocca i fondi per il salvataggio della Grecia

 I risultati del buy back dei titoli di stato greci ha dato i suoi risultati. Non quelli sperati,ma comunque sufficienti per convincere l’Unione Europea a sbloccare i fondi per gli aiuti.

La prima tranche di aiuti arriverà alla Grecia entro la fine dell’anno e saranno 34 miliardi di euro. Entro il primo trimestre del 29013, pi, ne arriveranno altri 10 e, se sarà necessario, il presidente dell’Eurogruppo Jean Claude Juncker ha garantito che Bruxelles è disposta a mettere in atto ulteriori misure di salvataggio del paese.

Gli aiuti alla Grecia sono arrivati con sei mesi di ritardo (l’operazione sarebbe dovuta partire già a giugno di quest’anno) ma le elezioni e i ritardi nell’approvazione del piano di tagli da parte di Samaras hanno portato la Toika ad attendere che le due operazioni di buy back che hanno portato nelle casse dello stato greco una parte della somma necessaria al salvataggio.

Si tratta di un boccata di ossigeno per la Grecia. Il paese ha attraversato uno dei momenti più difficili della sua storia e gli aiuti sono il primo passo per portare il rapporto debito/pil al 120% nel 2020. Ma la situazione del paese resta ancora molto complicata: le previsioni degli ultimi giorni confermano che il pil greco scenderà ancora di altri 6,5 punti percentuali e la disoccupazione continuerà a crescere.

 

La doppia valuta resiste tra le opzioni

 Chi investe nel mercato delle opzioni binarie, in questi giorni cerca di capire il trend di fine anno e quel che succederà l’anno prossimo. Di sicuro, è condiviso da tutti, un sentimento di vaga “sfiducia” nei confronti del Vecchio Continente. Si è certi che uscirà dalla crisi ma non si sa bene quando e come.

L’incertezza sul momento in cui tutti i paesi dell’Eurozona troveranno un momento di sollievo porta molti economisti a rilanciare l’idea della doppia valuta. L’ultima proposta in ordine cronologico che cavalca il tema appena descritto, è stata fatta dalla società di consulenza Strategic Decisions Group.

La doppia valuta comporta che al fianco dell’euro siano usate localmente anche le valute nazionali, in un modo intelligente che scoraggi la corsa agli sportelli e rilanci il settore finanziario. Nella proposta dello Strategic Decisions Group ci sono le monete nazionali da usare per il pagamento degli stipendi e delle pensioni pubblici e per le transazioni nazionali. La moneta unica, invece, continua ad essere usata per gli asset dominanti: conti deposito bancari e via dicendo.

Un sistema che a prima vista appare leggermente macchinoso ma che potrebbe garantire una sopravvivenza nel tempo del Vecchio Continente.

In Grecia è stato già proposto un tipo di baratto mentre molti si affrettano a parlare di dollarizzazione inversa per il fatto che tutto funziona perché i consumatori non si fidano della moneta locale.

 

Conclusa la seconda tranche del buy back greco. UE pronta a dare aiuti

 E’ andata in porto anche la seconda parte dell’operazione di buy back dei titoli di stato ellenici. Il governo greco ha riacquistato 31,9 miliardi di titoli, più di quanto fosse stato previsto.

Con questa operazione è stata tagliata di 21 miliardi l’esposizione della Grecia ma il prezzo da pagare è stato superiore a quello pianificato. Lo stato ha pagato i bond il 33,8% in piùe, di conseguenza, il fondo di salvataggio europeo dovrà versare 1,29 miliardi in più – ne erano stati pianificati 10 – per aiutare Atene a ritirare i titoli dal mercato.La Grecia potrebbe anche estendere il buy back ai titoli emessi prima della ristrutturazione del debito fatta a marzo, in quanto, nonostante il successo ottenuto, l’obiettivo di riduzione del rapporto debito/Pil non è stato ancora raggiunto (9,5% contro l’11% atteso).

Ora manca solo la decisione dell’Eurogruppo, che dovrebbe arrivare molto presto, sugli aiuti da inviare alla Grecia. Per Samaras gli aiuti dell’Unione serviranno a risolvere

Il problema di mancanza di liquidità grazie alla ricapitalizzazione delle banche. Poi ci aiuterà a pagare i 9,3 miliardi di arretrati che lo Stato deve al settore privato e al popolo e ci consentirà di partecipare ai fondi strutturali. Soprattutto sarà la fine della dracmofobia, la paura del ritorno alla dracma.

Notizie ufficiali sul buyback da Atene

 La Grecia ha raggiunto l’obiettivo di 31,8 miliardi di euro durante l’asta di buyback che è stata prorogata di un giorno ed è relativa ai titoli di Stato ellenici. Le fonti della notizia sono due: le televisioni di stato greche e le fonti bancarie del paese.

Questo obiettivo raggiunto consente ad Atene di ridurre il debito di circa 21 miliardi di euro, avendo messo in campo soltanto 10 miliardi di euro che le sono stati imprestati dal fondo salva stati.

Peccato che il prezzo proposto per l’operazione di buyback non sia sufficiente per ridurre anche il debito della Grecia che nel 2020 dovrà essere uguale almeno al 124 per cento del PIL. Questo obiettivo, che forse non sarà raggiunto dipende dal fatto che il prezzo pagato di 33,5 centesimi è stato più alto del previsto.

A questo punto, rispetto alla vigilia dell’operazione, si deve già far fronte ad un buco inaspettato di 450 milioni di euro.

Secondo gli analisi, preso atto dei risultati dell’operazione di buyback, si può prevedere che ci sia stata una riduzione del debito sul Pil di 9,5 punti rispetto agli 11 punti preventivati, ma soprattutto si può prevedere che nel 201 il debito scenderà soltanto al 126 per cento rispetto al 124% che era venuto fuori dall’accordo con il Fondo Monetario Internazionale.

Grecia: proroga di 24 ore per il buy back

 A ventilare l’ipotesi di un allungamento dei termini per il buy back dei titoli di stato ellenici era stato qualche giorno fa il giornale Kathimerini, prontamente smentito dalla autorità governative che, oltre a ribadire  lo stop all’operazione di riacquisto del debito, avevano annunciato anche la volontà di porre in essere un sistema di protezione per le banche.

E invece, a sorpresa, è proprio il presidente Samaras ad annunciare che tutti coloro che sono ancora in possesso di titoli di stato greci hanno tempo fino a questa sera per consegnarli e ricevere in cambio il 70/60% del loro valore nominale. Il presidente è ottimista e crede fermamente che anche questa operazione raggiungerà gli ottimi risultati della prima.

La proroga ha lo scopo di raggiungere l’obiettivo del buy-back, cioè di spendere 10 miliardi per rilevarne 30 di esposizione del paese, riducendola così di 20 miliardi netti. La prima parte dell’operazione di buy back si è rivelata un successo, sia in termini di cifre – la riduzione dell’esposizione era già abbondantemente diminuita – sia in termini politici: infatti, la riuscita del buy back è la condizione necessaria perché la Grecia ottenga gli aiuti dell’Unione Europea.

Obiettivi e vantaggi del buyback greco

 La Grecia, per ottenere un’altra tranche di aiuti dalla Troika, deve andare avanti con l’operazione di buyback che per il momento non ha avuto intoppi e in fin dei conti sta bene a tutti. La spiegazione è semplice e descrivere lo scenario futuro può aiutare chi investe in opzioni binarie.

Alle 17 di venerdì scorso, 18 ore italiana, è scaduto il termine per la presentazione delle adesioni al piano di buyback greco. Il governo di Atene ambiva a piazzare 30 miliardi di euro di titoli e questo obiettivo sia stato raggiunto anche se devono ancora arrivare i dati definitivi dell’operazione.

Il successo dell’iniziativa. Atene ha offerto a coloro che detengono titoli del debito greco di ricomprarli al 30-40 per cento del valore di facciata. In generale non sembra un grande affare pagare un “titolo” 10 euro e venderlo a 3-4 euro prima della sua scadenza.

Il fatto è che non si sa se la Grecia, alla scadenza naturale delle obbligazioni, riuscirà a pagarle tutte, soprattutto se sarà in default. In quel caso sarebbero soldi investiti e persi. Quindi, quel 30-40 per cento è sempre meglio di niente. L’alternativa potrebbe essere trasformare i titoli del debito greco in liquidità ma sul mercato sono pagati il 25% del valore di facciata. Alla fine, quindi, la proposta di Atene conviene e in più contribuisce alla riduzione del debito del paese, con un esborso minore per tutti i paesi dell’UE.

Successo per il buy back della Grecia

 L’operazione di riacquisto dei titoli di debito da parte del governo ellenico ha avuto gli effetti sperati. Nelle casse dello stato ellenico erano disponibili solo 15 miliardi di euro per per acquistare un ammontare della sua esposizione pari a 45 miliardi e l’unica soluzione era quindi di proporre un acquisto dei titoli di stato ad un valore minore di quello facciale (tra il 30 e il 40%).

L’operazione è partita lunedì mattina e si è conclusa ieri nel pomeriggio e l’obiettivo è stato raggiunto. Ora che il buy back si è concluso bene, le tensioni sulla Grecia si stanno allentando e, nei prossimi giorni, si attende il vertice tra Fondo Monetario Internazionale e Unione Europea per decidere le modalità di aiuto per il paese. La riduzione del debito era la conditio sine qua nonper ottenere gli aiuti, ma rimane ancora da vedere se la Germania manterrà la sua promessa.Infatti, lo zoccolo duro per il rilascio degli aiuti internazionali alla Grecia è proprio la cancelliera tedesca, poco favorevole in quanto i costi di questa misura di emergenza potrebbero essere maggiori dei benefici per la Germania. E’ stato il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble in un’intervista a ‘Bild am Sonntag’ a rilanciare i dubbi sugli aiuti, dopo che Angela Merkel aveva dato un primo consenso.

Infatti sia nel caso che la Germania rinunci agli interessi o alla sua quota di partecipazione ai profitti della BCE, il costo per il paese sarebbe comunque alto (130 miliardi di euro nel primo caso e 2,7 nel secondo). Il ministro comunque ribadisce che

i vantaggi che abbiamo dalla moneta unica sono molto più grandi del costo di tutte le misure di aiuto.

Grecia: stop al buy back e protezione per le banche

 Scade oggi alle 17 (orario di Londra) l’offerta del governo greco di riacquisto dei titoli di stato. Poche ore ancora per gli istituti di credito ellenici che dovranno decidere se e in che misura aderire all’offerta di acquisto, poi l’operazione sarà conclusa.

Il governo ellenico non ha intenzione di portare avanti il buyback partito qualche giorno fa, a smentire quanto riportato dal giornale Kathimerini che aveva ventilato l’ipotesi di un possibile allungamento dei termini per la scadenza. La posizione del governo non è cambiata da quanto annunciato all’inizio dell’operazione, anzi, è molto probabile che al buyback si aggiungerà un ulteriore manovra per la salvaguardia delle banche da possibili richieste di risarcimento da parte di clienti scontenti per le perdite subite.

Infatti, i titoli di stato che sono oggetti del buyback saranno riacquistati per cifre comprese tra il 30 e il 40% del valore delle obbligazioni al momento del loro acquisto d parte degli investitori.

Se dovesse partire una richiesta di risarcimento di massa da parte di coloro che, attraverso questa operazione, rischiano di perdere una parte sostanziosa del capitale investito, le banche greche si troverebbero ad affrontare una situazioni molto difficile, che si va ad aggiungere al declassamento del debito di lungo termine della Grecia da parte dell’agenzia di rating Standard & Poor’s

S&P’s: defaul selettivo per la Grecia

 La comunicazione del declassamento del debito di lungo termine della Grecia da parte dell’agenzia di rating Standard & Poor’s è arrivato proprio nel pieno dell’operazione di buy back dei titoli ellenici, stroncando, in definitiva, molte delle speranze che il governo aveva riposto su questa manovra di emergenza.

Il merito del debito greco è stato abbassato a SD (selective default), cioè solo un gradino più in alto di un default vero e proprio. Prima di questo taglio il debito a lungo termine era classificato come CCC e quello a breve termine come C.

ella nota rilasciata da Standard & Poor’s si legge che l’abbassamento della valutazione è stato necessario in quanto sono venute a mancare delle garanzie su alcune obbligazioni: default selettivo, infatti, significa che i titoli giunti a scadenza non sono stati rimborsati, ma si tratta di di un default limitato solo ad alcuni titoli e che non si protrae nel tempo.

Gli analisti dell’agenzia fanno precisano, infatti, che quando l’operazione di buyback sarà conclusa (cioè fra una decina di giorni, il 17 dicembre 2012), è molto probabile che l’operazione abbia portato a dei risultati positivi e il rating sovrano della Grecia potrà ritornare a ‘CCC’, ossia il rating che meglio riflette la valutazione prospettica di S&P sul merito di credito della Grecia.