Guida alle assicurazioni professionali

 Uno degli argomenti che maggiormente tengono banco è quello riguardante l’obbligo, per le categorie soggette, all’assicurazione professionale. In merito a quest’assicurazione possono essere lette moltissime notizie, con successive smentite. C’è chi parla di una proroga nel 2014 che si è rivelata fasulla. I professionisti in obbligo hanno avuto la conferma, che dovranno stipulare detta polizza obbligatoriamente, dal 15 agosto 2013.

L’assicurazione professionale è una polizza di responsabilità civile che tutti i professionisti iscritti all’albo, quali architetti, ingegneri, notai e liberi professionisti in genere, dovranno stipulare per essere in regola con le disposizioni di legge.

Qualsiasi professionista che presti la sua opera a terzi, sarà quindi in dovere di consegnare al cliente tutti gli estremi dell’assicurazione professionale.

Esclusi

I grandi esclusi dall’obbligo assicurativo, per il momento, sono gli avvocati e i professionisti appartenenti al settore della sanità. Per i primi si attende il Ministero di Giustizia che, a breve, dovrebbe stabilire le condizioni e i massimali di risarcimento; nel secondo caso, riferito quindi a medici, farmacisti e tutti i professionisti operanti nella sanità, il Decreto Fare ha concesso una proroga. Per questi ultimi, dunque, l’obbligo di stipulare la polizza di responsabilità civile, slitta all’agosto del prossimo anno.

Questo tipo di copertura assicurativa è stato reso obbligatorio per dar modo a chi subisce un danno, di avere un giusto risarcimento. Purtroppo non sempre chi commette un errore a danno di una terza persona, ha la possibilità finanziaria di risarcire detto danno, quindi si è giunti alla conclusione che fosse il caso di dar modo, a chi arreca un disagio grave, di poter rifondere il malcapitato tramite una polizza assicurativa.

Moltissimi professionisti hanno, da tempo, stipulato una polizza professionale privata, ma è altrettanto vero che, purtroppo, non sempre se abbiamo la possibilità di scegliere, optiamo per la scelta più saggia. A questo proposito ci ha pensato la legislatura che, per una volta, si è messa dalla parte del più debole.

Non solo chi subisce il danno però ricava un beneficio da questo Decreto Legge, infatti, anche i professionisti potranno usufruire di un vantaggio, non dovendo, in caso di danni, risarcire personalmente la parte lesa.

Come scegliere il mutuo su misura

In termini di finanziamento dell’acquisto di una casa si è passati dai 56 miliardi del 2010 ai 24 miliardi di erogato nel 2012. Offerta in diminuzione e domanda ferma: gli italiani, a causa della crisi, hanno congelato i desideri di un’abitazione tutta propria. Ora, però, qualcosa si muove. La domanda sale a +4% (stando ai dati Crif) di agosto che consolida il +2% di luglio. Per quanto riguarda il versante dell’offerta, il Governo Letta sta per integrare con 4,5 miliardi di euro il sistema per agevolare chi ha intenzione di fare un mutuo: Cassa depositi e prestiti (Cdp) metterà a disposizione delle banche 2 miliardi di euro per emettere finanziamenti agevolati.

Lo schema è quello dei prestiti di Cdp alle piccole medie imprese: una formula che ha avuto successo e che si tenta di replicare con i mutui. Inoltre 200 milioni saranno destinati a nuovi fondi o a fondi già esistenti come quello per le giovani coppie a cui potranno attingere anche i lavoratori atipici (il regolamento sarà pronto entro il mese e il reddito Isee per accedere alle agevolazioni dovrebbe salire da 35mila a 40mila euro).

Domande allo sportello
I clienti devono lottare con due avversari che si pongono come ostacoli all’«informazione chiara e corretta» sui mutui: l’inglese e le sigle. Ecco qualche suggerimento sulle domande da porre. Uno dei termini di difficile comprensione è il loan to value: «È il rapporto fra mutuo richiesto e valore dell’immobile – spiega Roberto Anedda, direttore marketing di Mutuionline.it –. Attualmente viene finanziato in media il 60% dell’acquisto ma, cercando, si trovano banche che arrivano fino all’80%». L’offerta dipende però dal profilo di rischio del cliente.

C’è inoltre il Taeg, il costo “tutto compreso” del mutuo che è molto più importante del semplice tasso di interesse: dentro infatti vi sono le spese dell’operazione e le modalità di rimborso. «Per un mutuo a tasso variabile, un Taeg poco sopra il 3% è molto interessante. Per il fisso viaggiamo intorno al 5,4%», sottolinea Anedda. Per trovare tali percentuali bisogna però cercare e soprattutto chiedere.

Come risparmiare cambiando conto corrente

 Cambiare conto corrente conviene. Serve a risparmiare. Come? Passando da una banca all’altra e sfruttando le varie promozioni e offerte per i nuovi clienti: Bankitalia negli ultimi tempi non ha fatto altro che registrare dei cali per i costi medi dei conti correnti negli ultimi due anni. Le indagini svolte di recente presso Via Nazionale, dunque, non fanno che perorare la causa. L’autorevolezza dell’istituto porta i consumatori a porsi alcune domande cruciali. Tuttavia sempre nella stessa relazione si evidenzia come la fedeltà alla propria banca non è conveniente: le spese del conto corrente sono in aumento col passare degli anni, fino a raggiungere i 102 euro per quei conti aperto da dieci anni presso la stessa banca (13 euro in più sulla media generale).

Di contro un conto corrente aperto da un anno invece costa mediamente 64 euro, uno aperto da due anni 70 euro.

La principale ragione di queste differenze di costi medi annui per il conto corrente è principalmente connessa all’importo del canone annuo o mensile, una spesa fissa che in genere è fortemente scontata o addirittura annullata per i nuovi clienti.

Ovviamente tale discorso crolla se invece di domandare un conto corrente tradizionale si scelgie di attivare un conto on line. Quest’ultimo è un prodotto notoriamente a canone zero e, sempre sempre stando a quanto la Banca d’Italia (la quale prende in considerazione quanto effettivamente versato dai correntisti, e non le cifre dei fogli informativi delle banche), ha osservato i suoi costi diminuire: ma la scelta può comunque dipendere dalle esigenze del cliente.

 

Come accendere il Fondo di Solidarierà per il mutuo sull’acquisto della prima casa

Il nuovo piano casa del Governo adottato con il decreto legge n. 102/2013 ha delegato il Ministero delle infrastrutture e trasporti per la gestione del Fondo di solidarietà con il quale è possibile accendere (o sospendere) le rate del mutuo per l’acquisto della prima casa.

Il Fondo di solidarietà offre dunque incentivi per l’accesso al credito per accendere il mutuo sull’acquisto della prima casa. Nello specifico si prevedono con il Fondo le garanzie richieste per ottenere il mutuo, dal momento che ora lo Stato assicura il 50% della quota capitale del mutuo che viene erogato. Possono fare richiesta per accesso al fondo le giovani coppie o i nuclei familiari anche mono-genitoriali con figli minori. Con le nuove disposizioni, potranno accedere al Fondo anche i giovani di età inferiore ai trentacinque anni titolari di un rapporto di lavoro a tempo determinato o tempo parziale.

I requisiti da possedere per poter accedere al Fondo sono i seguenti:

  • età inferiore a 35 anni (tale requisito deve essere soddisfatto da tutti i richiedenti);
  • giovani coppie coniugate (con o senza figli) o nuclei familiari anche mono-genitoriali con figli minori
  • giovani lavoratori titolari di contratti di lavoro atipici di cui all’articolo 1 della legge 28 giugno 2012, n. 92;
  • reddito ISEE complessivo non superiore a 40 mila euro;
  • non essere proprietari di altri immobili ad uso abitativo.

Tuttavia, anche l’immobile che diventerà prima casa deve avere specifiche caratteristiche, ovvero:

  • L’immobile deve essere adibito ad abitazione principale;
  • L’immobile non deve rientrare nelle categorie catastali A1 (abitazioni signorili), A8 (ville) e A9 (castelli, palazzi) e non deve avere una superficie superiore e a 95 metri quadrati;
  • L’immobile non deve avere le caratteristiche di lusso.

Il mutuo in tal caso non può essere mai superiore a 200.000 euro.

 

Come chiedere la sospensione del mutuo per l’acquisto della prima casa

 Il nuovo piano casa del Governo adottato con il decreto legge n. 102/2013 ha delegato il Ministero delle infrastrutture e trasporti per la gestione del Fondo di solidarietà con il quale sospendere le rate del mutuo per l’acquisto della prima casa e per agevolare chi deve pagare un affitto.

Sostenere le rate di un mutuo per l’acquisto della prima casa oppure pagare un canone di locazione oggi, ai tempi della crisi economica, appare sempre più complesso. Il governo Letta ha così varato, nell’ambito del decreto che ha cancellato l’Imu sulla prima casa, il D.L. n. 102/2013, attuando un nuovo “piano casa” 2013 che fornisce contributi economici e incentivi per chi sviluppa un mutuo per l’acquisto della prima casa e un canone di locazione. I contributi in questione rientrano nel cosiddetto Fondo di solidarietà che viene gestito direttamente dal Ministero dei trasporti e delle infrastrutture.

Partendo dal mutuo per l’acquisto della prima casa, il Fondo di solidarietà in tal caso supporta i proprietari, titolari di “mutui prima casa” nella sospensione delle rate del mutuo. E’ rivolto allora a quei proprietari in temporanea difficoltà, titolari di un mutuo non superiore a 250.000 euro e in possesso di un Isee non superiore a 30.000 euro. Oltre a queste caratteristiche economiche, per chiedere la sospensione del mutuo occorre la sussistenza di almeno uno di questi requisiti:

– perdita del rapporto di lavoro subordinato sia a tempo determinato che a tempo indeterminato;

–  perdita del rapporto di lavoro parasubordinato;

-insorgenza di condizioni di non autosufficienza ovvero handicap grave dell’intestatario o di uno dei cointestatari del contratto di mutuo.

Come fare domanda per la sospensione del mutuo sull’acquisto della prima casa

La domanda di sospensione del mutuo deve essere effettuata direttamente presso la banca che, effettuati gli adempimenti di competenza, inoltra l’istanza a Consap, la Concessionaria di servizi assicurativi pubblici che, verificati i presupposti, rilascia il nulla osta alla sospensione del pagamento delle rate del mutuo per l’acquisto della prima casa. E’ la banca poi che comunica all’interessato la sospensione dell’ammortamento del mutuo.

Come scegliere il conto corrente (Seconda parte)

 Vi sono alcune importanti domande da farsi prima di aprire un conto corrente. In primo luogo bisogna ricordare che scegliere il conto corrente non è un’operazione facile. Richiede tempo, attenzione, e volontà di adoperare dei benchmark tra le diverse offerte. Successivamente, subentrano delle esigenze di natura personale. Scegliere il conto corrente vuol dire impossessarsi di uno strumento utile ai fini delle proprie attività e della propria condizione economica. Occorre, dunque, fare in modo che abbia delle caratteristiche specifiche.

Ecco alcune domande da porsi prima di procedere con la decisione finale:

Utilizzerò il conto corrente per pagamenti ricorrenti (ad esempio: affitti, utenze, rate del mutuo, telepass)?

Il cliente può fare una precisa richiesta: richiedere che il pagamento avvenga automaticamente, riducendo dunque il tempo e l’impegno da destinare a tali tipologie di incombenze.

Potrei avere necessità di un fido?

Appare fondamentale valutare con attenzione questa esigenza. Un eventuale scoperto di conto corrente è più flessibile di altre forme di finanziamento ma è anche più costoso.

Ho bisogno di altri servizi associati al conto corrente (ad esempio. cassette di sicurezza o dossier titoli)?

Molte volte le banche offrno conti ‘a pacchetto’, che comprendono anche servizi accessori al conto corrente. La loro convenienza dipende da quanto il cliente abbia realmente bisogno di questi servizi.

Come aprire il conto corrente

Una volta riflettuto su queste domande, si è pronti per l’apertura di un conto. Per farlo occorre recarsi presso una filiale, oppure sul sito di una o più banche informandosi su servizi e costi del conto corrente. Il cliente potrà ottenere la documentazione al fine di valutare e selezionare con calma tra diverse offerte. Ciò non vuol dire impegnarsi in qualche modo con la banca.

Una volta selezionato il conto il cliente potrà aprirlo sia in banca con un documento di identità valido, sia sul sito internet della banca seguendo le istruzioni. Se la banca è disponibile ad aprire il conto si procederà con il contratto.

Come scegliere il conto corrente (Prima parte)

 Ci sono alcune domande da porsi prima di aprire il conto corrente. In primo luogo occorre sapere che scegliere il conto corrente non è un’operazione facile. Richiede tempo, attenzione, e volontà di adoperare dei confronti tra le diverse offerte. Successivamente, subentrano delle esigenze.

Aprire il conto per motivi famigliari

Quando si apre un conto utlizzato da più persone saranno molteplici le operazioni che probablmente si effettueranno ogni mese. Occorre stilare una media, chiedendosi quante operazioni si pensa di fare. Più le operazioni crescono più il costo variabile (se previsto dal contratto) aumenta.

Aprire un conto online o recarsi allo sportello

Utilizzare il conto corrente mediante internet implica generalmente costi minori per il cliente. Tuttavia, richiede anche maggiori attenzioni al fine di operare con la massima sicurezza senza andare incontro a frodi di sorta. Appare fondamentale chiedere alla banca quali cautele adottare, nonché consultare la pagina dedicata alla sicurezza sul sito internet del conto.

Uso della carta di debito per pagamenti o per prelievi?

Usare la carta di debito come strumento di pagamento dei propri acquisti (con i POS) solitamente non comporta spese per il cliente. Utilizzarla per prelevare contante allo sportello automatico implica invece delle commissioni, specialmente se i prelievi sono effettuati presso uno sportello automatico di una banca diversa da quella che ha emesso la carta.

Necessità di una carta di credito

Si ha bisogno di una carta di credito? Le carte di credito permettono di effettuare acquisti nei negozi, online, via telefono e in tutto il mondo. Acquisti che riguardano beni e servizi. Il rilascio e l’uso di una carta prevedono dei costi per il cliente. I costi riguardano il canone annuo e gli interessi (nel caso in cui venisse richiesto il pagamento rateale).

 

Come funzionano le assicurazioni sulle carte di credito?

 Un’assicurazione sulla carta di credito si configura come uno strumento finalizzato alla protezione dalle truffe connesse ai pagamenti elettronici o ai furti di prodotti acquistati con essa. Ciò non protegge i possessori dal comportamento scorretto delle banche.

Questo ‘accenno’ è necessario considerando che alcuni giorni fa la Financial Conduct Authority (Fca) ha imposto a 13 banche britanniche il risarcimento di oltre 1,3 miliardi di sterline verso 7 milioni di clienti indotti in maniera fraudolenta a stipulare assicurazioni sulle carte di credito.

Tra le barche indagate ci sono i seguenti istituti: Barclays, Santander, Morgan Stanley e Hsbc colpevoli di non aver informato a sufficienza i clienti prima della sottoscrizione della polizza. Tuttavia, l’assicurazione tutela quantomeno i titolari delle carte dai molti ladri di denaro elettronico.

Rimborsi

L’assicurazione sulla carta di credito è davvero utile? Una polizza sulle carte di pagamento può consentire un rimborso per

– le spese abusive effettuate con carta di credito;

– servizi e beni comprati con la carta;

– furto di prodotti comprati con carta;

– scippo dei soldi prelevati con carta bancomat;

Altre clausole

Altre clausole inerenti a una polizza assicurativa sulle carte di credito possono concernere i sinistri o le condizioni che non consentono un pagamento del debito. Con la sottoscrizione di queste condizioni il titolare tutelato anche nei casi di decesso, invalidità, malattia e altri imprevisti che fanno divenire difficoltosa l’estinzione del debito come anche la perdita del lavoro.

Costo delle assicurazioni per carte di credito

 

Tali assicurazioni non costano molto e possono essere un utile investimento nello specifico per quelle carte zero spese che non implicano altri costi.

A chi potrebbero giovare?

Di certo appaiono raccomandabili per chi utilizza spesso la carta di credito ed è quindi più soggetto a truffe o frodi.

Come scoprire le assicurazioni che frodano lo Stato

 Di questi tempi è caos in Germania per quanto riguarda le polizze. Quasi un’assicurazione sanitaria su due è accusata di aver artificiosamente aggravato le informazioni mediche sui propri clienti al fine di spillare più fondi alle casse pubbliche. È quanto emerge dall’analisi di oggi del quotidiano Rheinische Post, citando un documento dell’Ufficio federale per le assicurazioni.

Stando a quanto riportato, i responsabili avrebbero scoperto casi-limite nei documenti di 59 delle 134 assicurazioni sanitarie verificate, chiedendo delucidazioni. L’assicurazione Bkk, ad esempio, dovrà chiarire come mai i casi d’infarto tra i suoi assicurati sono aumentati in un anno del 280%, a fronte di una media inferiore all’1% per le altre assicurazioni. Se si dovessero scoprire illeciti, le casse rischiano sanzioni e un taglio dei contributi dal fondo pubblico per la salute.

In Germania la legge vincola tutti i cittadini a iscriversi presso un‘assicurazione sanitaria, a scelta tra quelle pubbliche o private.

L’analisi del quotidiano tedesco non è comunque frutto di una scoperta. I precedenti ci sono e distano appena pochi giorni. Soltanto durante la scorsa settimana, infatti, alcune assicurazioni sanitarie pubbliche erano state duramente accusate successivamente ad un rapporto che le accusava di svantaggiare i pazienti più anziani e malati. In base allo stesso Ufficio federale per le assicurazioni sarebbero stati proposti aumenti ingiustificati in relazione ai premi.

In alcuni casi le assicurazioni avrebbero addirittura provato a convincere persone con malattie croniche a disdire il rapporto assicurativo e cercare altrove. L’inchiesta, se diventerà tale, getterà sicuramente ombre sull’andamento di un Paese che si è sempre contraddistinto per il suo rigore e per la sua precisione.

I vantaggi del Mobile pos

 Il mobile pos è uno strumento importato di recente dagli Stati Uniti per l’accettazione del pagamento con carte di credito in una prospettiva più innovativa e dedita totalmente al sistema mobile. Una delle società che hanno introdotto lo strumento èi Payleven, brand che ha introdotto un dispositivo chiamato “chip&pin”. Il terminale, di dimensioni abbastanza piccole, viene connesso ad uno smartphone o ad un tablet iOS o Android che tramite un applicazione effettua la parte gestionale dell’operazione di transazione.

Ne consegue che, sul touch screen del telefono il commerciante potrà inserire l’importo e i dati relativi alla transazione, con la possibilità di aggiungere anche un’immagine. Il terminale “chip&pin” invece prevede la lettura del chip della carta di credito o di debito e la digitazione da parte del cliente del proprio pin di sicurezza, mediante una tastiera numerica. La ricevuta potrà essere spedita via e-mail attraverso il telefonino oppure venire stampata attraverso una stampante bluetooth.

Vantaggi

Questo tipo di soluzione può contemplare alcuni importantissimi vantaggi. Primo su tutti, quello riguardante la sua portabilità. Tutti i lavoratori che operano in mobilità, quali ad esempio tassisti, i fotografi e in generale i freelancer, potrebbero individuare nel chip&pin il mezzo ideale al fine di accettare pagamenti via carta.

Successivamente alcuni potrebbero riscontrare in questa soluzione un maggior grado di economia in confronto alle soluzioni tradizionali. A fronte di commissioni un po’ più alte della media, il servizio offerto da Payleven non contempla tuttavia canoni fissi e l’installazione è semplice e consente di essere attivi in pochi giorni.

Il mobile pos può dunque configurarsi come un ottimo strumento, caldamente consigliato ai piccoli commercianti, per tutti quelli che pur essendo interessati ad accettare le carte di credito, hanno poi modificato idea di fronte a un investimento iniziale più impegnativo.