Come funziona il pignoramento dello stipendio dopo il Decreto del Fare

 Il Decreto del Fare ha cercato, tra i tanti obiettivi previsti, anche di rendere più ‘umano’ il rapporto tra i contribuenti e il fisco – inteso qui anche per Equitalia, la società che si occupa della riscossione dei tributi – per andare incontro ai cittadini in questo momento di difficoltà.

Ed Equitalia ha dovuto ammorbidire i suoi metodi e allungare le sue tempistiche, soprattutto quando si tratta di contribuenti in evidente difficoltà causa crisi.

► Nessuna cartella esattoriale per le imprese creditrici delle PA

Le nuove soglie di pignorabilità dello stipendio di Equitalia

Gli stipendi dei contribuenti debitori del fisco saranno pignorati per somme proporzionali al debito stesso:

debito fino a 2.500: pignoramento di è un decimo dello stipendio;

debito compreso tra 2.500 e 5.000 euro: un settimo;

debito superiore ai 5.000 euro: pignoramento di un quinto dello stipendio (limite massimo previsto dalla legge).

Lo stipendio, ma anche le pensioni e altre indennità legate al lavoro, quando versate sul conto corrente del debitore, non saranno mai pignorabili se costiutiscono l’ultimo emolumento ricevuto.

 Come funziona la rateizzazione dei debiti con Equitalia

Le nuove tempistiche del pignoramento dello stipendio

Con il Decreto del Fare si allunga il tempo a disposizione del contribuente per ricorrere alle eventuali tutele previste. Il pignoramento dello stipendio, infatti, non scatterà più a 15 giorni dalla data di notifica da parte della società ma a 60 giorni.

Le novità sugli errori nei versamenti dell’ Agenzia delle Entrate

 In seguito alla pubblicazione della circolare 27/E, nei giorni scorsi, l’ Agenzia dell Entrate sarà più severa con i grandi evasori – in merito ai grandi importi – e meno con i contribuenti che hanno semplicemente sbagliato i conti dei versamenti, concedendo a questi ultimi la possibilità di correggere i loro errori e di pagare sempre la sanzione più bassa.

Guida al Nuovo Redditometro

 A partire dalla fine di Luglio l’ Agenzia delle Entrate ha dato il via ad una nuova fase della lotta all’ evasione fiscale, che d’ ora in avanti potrà servirsi, per rilevare la presenza di eventuali irregolarità nella contribuzione, di un nuovo strumento applicativo: si tratta del famoso Redditometro, lo strumento che avrà il compito di incrociare i dati fiscali a disposizione dell’ Agenzia delle Entrate e delle altre autorità fiscali per eseguire dei controlli più dettagliati sui diversi profili fiscali dei contribuenti italiani.

Nuovo Redditometro – I contribuenti che non rischiano i controlli

 Con l’ entrata in vigore del Nuovo Redditometro, le cui modalità di funzionamento sono state precisate nel corso dei giorni scorsi, l’ Agenzia delle Entrate potrà usufruire di un ulteriore strumento per la lotta all’ evasione fiscale, dal momento che verranno passate al setaccio le dichiarazioni dei redditi degli italiani a partire dall’ anno 2009.

Nuovo Redditometro – Il metodo delle liste selettive

 I responsabili dell’ Agenzia delle Entrate attraverso la pubblicazione di una circolare hanno precisato, in maniera ancora più dettagliata, quali saranno i contribuenti maggiormente a rischio controlli in seguito all’ entrata in vigore del Redditometro.

Nuovo Redditometro – Il metodo di accertamento sintetico

 Proprio nelle ultime ore l’ Agenzia delle Entrate, ha finalmente reso note le regole definitive del funzionamento del nuovo Redditometro, lo strumento di verifica e di accertamento fiscale che d’ ora in avanti verrà utilizzato per effettuare dei controlli di veridicità sui redditi dichiarati dai contribuenti italiani. 

Come si calcola l’Ivafe

 L’Ivafe, l’imposta sul valore dei conti correnti, depositi, partecipazioni e azioni che il soggetto possiede all’estero. Per il pagamento dell’Ivafe occorre applicare al valore di ciò che è posseduto all’estero un’aliquota base pari all’1,5 per mille all’anno. Vediamo nello specifico come si calcola l’Ivafe per le differenti categorie di reddito estero.

► Chi deve pagare l’Ivafe?

Conto correnti e libretti di risparmio all’estero

Per questo tipo di prodotti finanziari – per i quali c’è l’esenzione dall’Ivafe se il valore della giacenza annua è inferiore a 5.000 euro – si deve pagare un’imposta fissa pari a 34,20 euro per ogni libretto o conto corrente detenuto.

In caso di conti all’estero cointestati, l’Ivafe viene calcolata in base alle quote riferibili al contribuente.

Attività finanziarie

Per le attività finanziarie scambiate nei mercati regolamentati, l’aliquota base dell’1,5 per mille viene applicata al valore di mercato delle attività nel paese dove sono detenute.

In caso, invece, di attività non partecipanti ai mercati finanziari regolamentati – ad esempio le azioni e le obbligazioni –  l’aliquota si applica al valore nominale delle stesse o, in mancanza, al valore di rimborso, anche se rideterminato ufficialmente.

In presenza di titoli che hanno sia valore nominale sia di rimborso, la base imponibile è costituita dal valore nominale; in mancanza di entrambi, invece, si fa riferimento al valore di acquisto dei titoli.

Le sanzioni in caso di mancato pagamento vanno dal 100% al 200% dell’importo dovuto al Fisco più una maggiorazione di un terzo perché operazioni effettuate all’estero.

Chi deve pagare l’Ivafe?

 Il termine Ivafe richiama quello di un’altra tassa, l’Iva, della quale si sta parlando moto in questi ultimi tempi. Come l’Iva, anche l’Ivafe è un’imposta sul valore, ma si applica alle persone fisiche – non beni e servizi – che sono in possesso di una fonte di reddito all’estero, come conti correnti, libretti di risparmio e tutte le attività a sfondo finanziario.

L’importo dell’Ivafe varia in modo proporzionale alle quote possedute e al periodo di detenzione, secondo un’aliquota, a partire dal 2013, pari all’1,5 per mille ogni anno.

► Come si calcola l’Ivafe

Chi deve pagare l’Ivafe?

Sono tenute al pagamento dell’Ivafe tutte le persone fisiche che siano in possesso o partecipino di attività finanziarie come:

partecipazioni al capitale o al patrimonio di soggetti residenti o non residenti,

obbligazioni e titoli italiani o esteri,

titoli pubblici italiani e i titoli equiparati emessi in Italia o all’estero,

titoli non rappresentativi di merce e certificati di massa,

valute estere,

depositi e conti correnti bancari all’estero che non derivino da accredito di stipendi, pensione o altro tipo di compensi;

finanziamenti, riporti, pronti contro termine e prestito titoli con controparti non residenti,

polizze di assicurazione sulla vita e di capitalizzazione stipulate con compagnie estere,

metalli preziosi.

Come si calcola il nuovo Isee

 Il nuovo Isee predisposto dal Governo per limitare la possibilità di evasione fiscale e, nel caso specifico, impedire a chi non ha i requisiti di usufruire ugualmente di agevolazioni ed incentivi, ha le stesse modalità di calcolo della Situazione Economica Equivalente del precedente modello –  combinazione di Indicatore della situazione reddituale, Indicatore della situazione patrimoniale e Indicatore della situazione Economica – ma ha subito delle modificazioni riguardo alle entrate che concorrono al computo della situazione  economica del contribuente.

► Il contenuto del decreto sul potenziamento dei controlli ISEE

Il nuovo Isee, infatti, calcola la situazione economica equivalente attraverso la somma dei redditi e dal 20% dei patrimoni mobiliari e immobiliari dei componenti il nucleo familiare.

Per il calcolo del nuovo Isee si prende in considerazione un indicatore mobile, ossia il riferimento è al reddito corrente, e non a quello dell’anno precedente.

Come si calcola il nuovo Isee

Immobili e valore Imu

Quindi, per il calcolo del nuovo Isee sarà necessario notificare la presenza di immobili, anche senza mutuo, di proprietà del dichiarante. Le novità sono in relazione al valore Imu dell’immobile, che, se nel vecchio Isee era considerato per un quinto del valore Ici, con il nuovo Isee il valore di riferimento è quello Imu, che viene abbattuto di un terzo e considerato per un quinto, sottraendo una franchigia proporzionale al numero dei familiari o l’eventuale mutuo residuo.

I risparmi

La novità più importante del nuovo Isee sono i risparmi, che verranno conteggiati, sia che posseduti in Italia o all’estero, ai fini del computo della Situazione Economica Equivalente.

Devono essere indicati, oltre ai risparmi all’estero, Bot, azioni, conti concorrenti, obbligazioni, certificati di deposito e del precedente Isee è stata eliminata con l’introduzione di uno sconto da 6 a 10 mila euro in base al numero dei figli.

► Le novità dell’Isee: uno strumento più equo

I figli a carico

i figli a carico nel nuovo Isee sono considerati in base ai precedenti parametri, ma sono previste maggiorazioni crescenti per famiglie numerose, da 3 a 5 figli, e per famiglie con bambini sotto ai 3 anni, elevata per nuclei con figli minori e genitori entrambi lavoratori.

Ricordiamo che l’Isee è il documento che deve essere prodotto se si vuole fare richiesta per l’accesso alle agevolazioni previste per assistenza domiciliare, trasporti pubblici e per alunni, rette per le scuole comunali, mense scolastiche, tasse di iscrizione all’università, borse di studio, integrazioni per le rette nelle case di riposo e anche sconti per le tasse comunali.

Le agevolazioni alternative al Conto Termico 2013

 Le agevolazioni previste dal Conto Termico – rimborso del 40% della spesa sostenuta per le Pubbliche Amministrazioni e rimborso proporzionale alla potenza dell’impianto per i privati – non possono essere cumulate con altre agevolazioni statali.

Quindi, non sempre il Conto Termico è conveniente: ci sono altre forme di agevolazione che, in base al reddito del richiedente, possono essere più convenienti. Tra queste, ci sono l’ecobonus sull’Irpef-Ires e l’agevolazione del 50% sulle ristrutturazioni.

Ecobonus sull’Irpef-Ires come alternativa al Conto Termico

Con il DL 63/2013 la detrazione riconducibile all’utilizzo dell’ecobonus sull’Irpef-Ires – che consente di detrarre dalla quota Irpef dovuta sui singoli anni un importo che può arrivare anche fino a 30 mila euro – è stata incrementata e dal 55 al 65%, ma solo fino al 31 dicembre 2013.

La convenienza dell’utilizzo dell’ecobonus sull’Irpef-Ires dipende dal reddito del contribuente in quanto non c’è rimborso se le somme eccedenti l’imposta.

Agevolazione del 50% sulle ristrutturazioni come alternativa al Conto Termico

Questa agevolazione è stata prorogata fino al 31 dicembre 2013 con limite di spesa pari a 96mila euro e comprende anche interventi previsti dal Conto Termico come l’ installazione di condizionatori e riscaldamento a pompa di calore anche su impianti già esistenti.

Anche per l’agevolazione sulle ristrutturazioni la convenienza dipende dalla capacità contributiva del richiedente.

Guida al Conto Termico 2013

Gli interventi incentivati dal Conto Termico 2013

Quando e come presentare la richiesta per gli incentivi del Conto Termico 2013

I lavori di riqualificazione energetica agevolati dal Conto Termico 2013 per le Pubbliche Amministrazioni

I lavori di riqualificazione energetica agevolati dal Conto Termico 2013 per i privati

Quali agevolazioni si possono cumulare al Conto Termico?

Le agevolazioni alternative al Conto Termico 2013