Con la pubblicazione del cosiddetto Decreto Occupazione alcuni giorni fa il Governo Letta ha stanziato nuove risorse per risolvere – almeno in parte – il problema della disoccupazione italiana.
Guide Fiscali
In questa sezione di MondoEconomia troverai tutte le nostre guide dedicate alle materie fiscali: approfondimenti su tasse e tributi, le modalità per pagarli, informazioni su esenzioni e detrazioni, guide alla compilazione dei moduli e molto altro.
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Come tutelarsi dagli affitti in nero
Cresce in Italia il numero degli affittuari costretti a pagare una cifra più elevata in confronto a quella stabilita e chiarita nel contratto di locazione. Si tratta dei classici casi di affitti ‘in nero’, escamotage alquanto frequente adottato da diversi proprietari di immobili al fine di dichiarare canoni più bassi, versando al fisco meno tasse di quelle dovute. Gli affittuari, tuttavia, possono tutelarsi.
La piaga degli affitti in nero affligge in particolar modo gli studenti universitari, costretti ad alloggiare fuori sede. I locatori scelgono di non stabilire alcuna tipologia di contratto per affittare una casa o una camera.
Ad essere afflitti particolarmente da questa piaga sono poi anche gli immigrati. Come si affrontano tali irregolarità?
Vige dal 2011 un decreto legislativo basato su una norma fondamentale: coloro che denunciano un contratto d’affitto in nero pagano un canone più basso; è un ottimo stratagemma per ribellarsi all’evasione, anche se non tutti ne sono a conoscenza. Vale per:
– coloro che pagano un affitto senza alcun contratto;
– coloro che lo hanno ma versano al proprietario una somma più alta di quella dichiarata;
– gli inquilini in comodato ‘gratuito’, che invece tali non sono, e pagano una quota.
I cittadini appartenenti alle suddette categorie possono denunciare la loro situazione all’Agenzia delle Entrate e nel contempo, devono registrare il contratto di affitto secondo la cifra che effettivamente essi versano mensilmente.
Appare importante sottolineare che è tranquillamente possibile agire in maniera unilaterale, ovvero senza il coinvolgimento del proprietario.
In cambio, come premio, l’Agenzia delle Entrate si occuperà di fornire all’affittuario un contratto di quattro anni, il quale potrà essere eventualmente esteso ad altri quattro Ma nello specifico, garantisce un canone contenuto, pari al triplo della rendita catastale.
Cos’è il bonus mobilità per gli studenti
Il governo Letta ha reso operativo il Decreto fare che va a rivoluzionare il rapporto tra il possesso di un’abitazione e la pratica del pignoramento. In realtà questo decreto introduce moltissime altre novità. Per esempio il bonus maturità mobilità per gli studenti.
Si tratta di un’iniziativa molto apprezzata che in qualche modo si pone in antitesi al bonus maturità fortemente criticato. Il bonus mobilità non è altro che un sostegno economico per favorire la mobilità interregionale degli studenti universitari più meritevoli.
►Abitazione principale e decreto fare
Per il biennio 2013-2014 è già pronto un budget di 10 milioni di euro da assegnare a tutti coloro che vogliono intraprendere o hanno intrapreso la carriera accademica e hanno già degli ottimi risultati. Il sostegno garantisce loro di iscriversi ai corsi di laurea triennale o magistrale, organizzati dalle università del Belpaese sia statali che non, localizzate in città diverse da quelle di residenza.
►Guida al credito agevolato: prestiti d’onore
Non è possibile accedere al bonus mobilità se ci si iscrive ai corsi delle università telematiche. Il mondo accademico, nel prepararsi a questa novità, prende atto anche di altri provvedimenti: lo sblocco del turn over per le università e gli enti di ricerca; la flessibilità del sistema di finanziamento delle università con una semplificazione dell’attribuzione delle risorse tramite un unico fondo; l’introduzione di interventi straordinari a favore della ricerca.
Guida alla dichiarazione di successione: la rinuncia all’eredità
Cosa significa la rinuncia all’eredità
Anche se si è nominati come eredi dal defunto, non si è obbligati a ricevere la propria parte di eredità. Questo vuol dire che, nel caso venga effettuata regolare rinuncia, si sarà estranei a pieno titolo a quanto lasciato e, quindi, non si sarà soggetti, da un lato, al pagamento dei debiti ereditari ma, dall’altro, non si potrà esercitare alcuna azione ereditaria o acquistare alcun bene facente parte della successione.
La rinuncia è totale, quando la si fa non si possono porre condizioni né rinunciare ad una sola parte dell’eredità.
Come si effettua la rinuncia all’eredità?
Per rinunciare all’eredità si deve procedere tramite atto pubblico per mezzo di un notaio oppure con atto ricevuto dal cancelliere del Tribunale competente per territorio dove era stabilita l’ultima residenza anagrafica del defunto.
All’istanza deve essere allegato il codice fiscale del defunto e dell’erede che rinuncia. Per essere valida la rinuncia all’eredità deve essere presentata:
1. entro 90 giorni dal decesso se si è in possesso di beni ereditari
2. entro 10 anni (termine di prescrizione) se non si è in possesso di beni ereditari
Quanto costa fare la rinuncia all’eredità?
Il costo varia in base al metodo con il quale viene fatta la rinuncia stessa. Se fatta tramite notaio sarà egli stesso a richiedere il pagamento per il suo servizio. Se, invece, viene fatta tramite tribunale è necessario fare un versamento di 168 euro con il modello F23 ai fini della registrazione all’ufficio delle Entrate, completo di marca da bollo da 14,62 euro.
Per il ritiro della copia conforme della rinuncia all’eredità occorre una marca da bollo da 14,62 euro più marche per diritti di cancelleria.
Guida alla dichiarazione di successione
Quando non si deve presentare e eventuali sanzioni
Le imposizioni fiscali da pagare prima e dopo la domanda di successione
Guida alla dichiarazione di successione: come si presenta
Per la presentazione della domanda di successione, documento necessario a tutti gli eredi per subentrare nel possesso dei beni mobili e immobili lasciati dal defunto, è necessario utilizzare l’apposito modello fornito dall’Agenzia delle Entrate. Il modello in questione è il numero 04 e lo si può reperire esclusivamente on line dal sito dell’Agenzia o presso i suoi uffici.
Il modello, debitamente compilato in tutte le sue parti, deve poi essere presentato presso l’ufficio dell’Agenzia delle Entrate competente per la circoscrizione dove era stabilita l’ultima residenza del defunto.
Nel caso in cui il defunto fosse residente all’estero, il modello deve essere presentato all’ufficio competente per la circoscrizione dove era stabilità l’ultima residenza italiana dell’estinto o all’ufficio territoriale ROMA 6 di Eur Torrino (Via Canton 20 – CAP 00144 Roma).
Come si compila il modello per la domanda di successione
Nel modello di domanda di successione devono essere presenti i dati anagrafici del defunto, l’albero genealogico (che indica la linea di discendenza del richiedente e quindi serve per determinare l’aliquota delle varie imposte) e devono essere compilati tutti i quadri.
Nello specifico, nel quadro A vanno inseriti i nominativi degli eredi e dei legatari, nel quadro B saranno inseriti i dati relativi all’attivo ereditario (immobili, azioni, titoli, aziende etc.); il quadro C è dedicato a donazioni e liberalità e, infine, il D prevede l’inserimento delle passività.
Guida alla dichiarazione di successione
Quando non si deve presentare e eventuali sanzioni
Le imposizioni fiscali da pagare prima e dopo la domanda di successione
Come si presenta la domanda di rinuncia all’eredità
Guida alla dichiarazione di successione: le imposizioni fiscali da pagare prima e dopo la domanda di successione
La domanda di successione deve essere presentata da tutti coloro che intendono subentrare nella disponibilità dei possedimenti del defunto.
Se la successione prevede anche la presenza di beni immobili, coloro che devono presentare la domanda di successione devono provvedere alla liquidazione di alcune imposizioni fiscali.
Queste imposizioni devono essere pagate prima della presentazione della domanda attraverso l’apposito modulo F23.
Le tasse da pagare prima di presentare la domanda di successione
Imposta ipotecaria: il valore è del 2% sul valore totale dei beni immobili, il codice tributo da inserire nel modello F23 è 649T;
Imposta catastale: 1% sul valore totale, il codice tributo è 737T;
Imposta di bollo: ha un valore fisso di 58,48 euro per ciascuna formalità di trascrizione, da inserire nel modello F23 con il codice tributo 456T;
Tassa ipotecaria: valore fisso di 35 euro per ciascuna trascrizione, il suo codice tributo è 778T;
Tributi speciali e tributi speciali catastali.
Le tasse da pagare dopo la presentazione della domanda di successione
Una volta che è stata presentata la domanda di successione, gli eredi devono pagare la tassa di successione, il cui importo verrà comunicato direttamente dall’Agenzia delle Entrate.
Il tempo massimo per provvedere al pagamento è di 60 giorni dalla comunicazione dell’Agenzia e le aliquote della tassa di successione sono variabili in base alla tipologia di erede (4% per il coniuge ed i parenti in linea retta per patrimoni superiori a € 1.000.000; 6% per fratelli, sorelle, parenti in linea collaterale fino al quarto grado e affini fino al terzo grado per patrimoni superiori a € 100.000, per tutti gli altri soggetti l’aliquota è all’8%).
Le novità del decreto semplificazioni in materia di eredità
Il ddl semplificazioni del Governo prevede che la dichiarazione di successione non deve essere presentata nel caso che l’eredità sia devoluta al coniuge o ai parenti in linea retta, solo nel caso in cui il suo valore sia inferiore ai 75 miala euro e che non siano presenti immobili o diritti reali immobiliari.
Guida alla dichiarazione di successione
Quando non si deve presentare e eventuali sanzioni
Le imposizioni fiscali da pagare prima e dopo la domanda di successione
Guida alla dichiarazione di successione: quando non si deve presentare e eventuali sanzioni
La domanda di successione è una pratica burocratica che deve essere espletata da coloro che hanno diritto ad entrare in possesso di beni lasciati dal defunto.
È una pratica che prevede regole precise e molti adempimenti, qui c’è una piccola guida per capire come funziona e come comportarsi per essere in regola in questi casi.
Esistono casi in cui non è necessario presentare la domanda di successione?
Ci sono solo tre casi nei quali la presentazione della domanda di successione non è obbligatoria e sono:
– L’eredità è ad appannaggio del coniuge del defunto o dei parenti in linea diretta;
– L’eredità – comprensiva di beni mobili e immobili – ha un valore totale inferiore a 25.823 euro;
– L’eredità non include beni immobili.
Quali sono le sanzioni previste in caso di mancata presentazione della domanda di successione?
Sono previste due tipologie di sanzione per chi, pur avendo l’obbligo della presentazione della domanda di successione, omette di farlo.
Una prima sanzione, che va dai 258 euro a 1.032 euro, è prevista per le successioni che non sono sottoposte a imposte fiscali, mentre, nel caso la successione fiscale sia sottoposta alle imposte del fisco, la sanzione va calcolata sull’ammontare dell’imposta stessa variando dal 120% al 240% dell’imposta stessa.
Guida alla dichiarazione di successione
Quando non si deve presentare e eventuali sanzioni
Le imposizioni fiscali da pagare prima e dopo la domanda di successione