Guida alla dichiarazione di successione: chi e quando deve presentarla

 Quando viene a mancare un parente, gli eredi dello stesso, per poter entrare in possesso dei beni (mobili e immobili) che questi ha lasciato, devono provvedere alla domanda di successione. Si tratta di uno dei tanti adempimenti richiesti dalla burocrazia italiana che non sempre è di facile comprensione.

Qui proponiamo una guida che ha l’intento di semplificare la comprensione dei passaggi e degli adempimenti da effettuare per subentrare nella disponibilità dei possedimenti del defunto.

Chi deve presentare la domanda di successione?

La domanda di successione, necessaria per entrare in possesso dei beni, mobili e immobili, contenuti nel testamento di una persona deceduta, deve essere presentata dagli eredi del defunto, dai legatari e dai loro rappresentanti legali.

Oltre a queste figure, sono tenuti a presentare la domanda di successione anche gli amministratori dell’eredità, gli esecutori testamentari e i curatori delle eredità giacenti.

In caso di morte presunta o di assenza del defunto devono presentare la domanda di successione anche gli immessi in possesso dei beni.

Quando si deve presentare la domanda di successione?

La domanda di successione deve essere presentata entro un anno (12 mesi) dalla data di apertura delle pratiche di successione che solitamente coincide con la data del decesso. Dopo la presentazione della domanda di successione è necessario, entro il termine di trenta giorni, presentare anche la domanda di voltura degli immobili presenti nel testamento.

Guida alla dichiarazione di successione

Chi e quando deve presentarla

Come si presenta 

Quando non si deve presentare e eventuali sanzioni

Le imposizioni fiscali da pagare prima e dopo la domanda di successione

Come si presenta la domanda di rinuncia all’eredità

Chiarimento sulla detrazione IVA per il fotovoltaico

 Ci sono delle regole che disciplinano la cessione di elettricità da parte di un privato, in relazione alla costruzione e allo sfruttamento dell’impianto fotovoltaico. La Corte Europea, di recente, ha deciso di intervenire con un chiarimento sull’articolo 4 della sesta direttiva 77/388/CEE.

La radice del chiarimento è in una controversia che ha opposto l’amministrazione fiscale austriaca e un contribuente. Il motivo del contendere è una detrazione dell’IVA fatta a monte e relativa ad un impianto fotovoltaico costruito sul tetto di una casa privata, usata come abitazione.

Pronta la proroga per i bonus energia

La Corte europea ha chiarito quindi l’interpretazione dell’articolo 4 della sesta Direttiva 77/388/CEE. In base a questa normativa si considera soggetto passito chiunque eserciti una delle attività economiche indicate nel paragrafo 2 dell’articolo, indipendentemente dalla finalità e dal rendimento dell’attività.

Le attività citate sono quelle di produttore, commerciante e prestatore di servizi, tra cui rientrano anche l’attività estrattiva, quella agricola, le attività professionali liberali o le altre attività assimilate. Queste attività diventano “economiche” nel momento in cui lo sfruttamento di un bene materiale o immateriale, assicura un rendimento stabile nel tempo.

I prestiti più convenienti per le ristrutturazioni

L’amministrazione finanziaria austriaca, poiché il contribuente aveva un impianto non dedicato all’immagazzinamento dell’energia, con la conseguente cessione dell’energia alla rete generale da cui poi la ricomprava, ha pensato che la sua attività non potesse essere considerata economica.

La Corte europea ha sovvertito questa interpretazione. L’introito è infatti una qualunque contropartita economica.

Controllo conti corrente: il SID cos’è e come funziona

 Dopo mesi di continui rinvii, da domani 24 giugno i nostri conti corrente saranno messi sotto la lente d’ingrandimento dell’Agenzia delle Entrate, grazie alla collaborazione delle banche che operano sul nostro paese.

Si tratta di un altro passo che il Governo ha fatto per combattere l’evasione fiscale che ogni anno ‘ruba’ all’economia italiana quasi 200 miliardi di euro, costringendo chi paga puntualmente le tasse a dover sottostare ad una pressione fiscale molto alta e  ad avere, di contro, dei servizi di livello piuttosto basso.

Il controllo dei conto corrente è stato rimandato tanto a lungo soprattutto per volere del Garante della Privacy che, a ragione, ha chiesto al Governo che fosse messo a punto uno strumento efficace nel controllo ma, allo stesso tempo, che non fosse una violazione della privacy dei cittadini.

► Controllo conti corrente: su cosa scatteranno i controlli

A questo scopo il governo, sotto il monitoraggio del Garante stesso, ha messo a punto il sistema SID (Sistema interscambio dati) un sistema che permette lo scambio dei dati tra le banche italiane e l’Agenzia delle Entrate senza che vi sia l’intervento di un operatore ‘umano’.

Con questa applicazione né le banche né l’Agenzia delle Entrate entrerà in contatto con i dati sensibili dei cittadini – la trasmissione dei dati da parte delle banche avviene semplicemente avviando la procedura e gli stessi dati viaggeranno su anali protetti e non accessibili – se non nel momento in cui il sistema stesso rileva delle incongruenze.

Bonus ristrutturazioni: mobili che rientrano nelle detrazioni

 Il decreto legge n. 63 del 4 giugno 2013 prevede il bonus mobili, ossia la possibilità di usufruire fino al 31 dicembre dell’anno in corso di detrazioni e sconti per chi acquista mobili e arredi . le detrazioni e gli sconti arrivano anche fino al 50% dell’importo che si spende per questi acquisti, se rimangono entro il limite massimo dei 10.000 euro.

Queste sono le linee principali della pare del decreto che è stata riservata ai bonus per i mobili, decreto che il 4 agosto 2013 sarà convertito in legge. Ma, come sempre accade, i testi normativi non sempre sono di facile lettura per il cittadino. Qui si può trovare la spiegazione ad alcuni dei punti più controversi del decreto per li bonus mobili.

► Bonus ristrutturazioni: mobili che non rientrano nelle detrazioni

Su quali acquisti di mobili si ha diritto alla detrazione?

Nel testo del decreto si legge che le spese per le quali si ha diritto al bonus ristrutturazione sono quelle che sono state effettuate a partire dal 26 giugno 2012.

Non essendo presenti ulteriori specifiche su legami tra acquisti di mobili e data di inizio e fine lavori di ristrutturazione, si può dedurre che il bonus è valido per tutti gli acquisti – solo se in possesso della relativa documentazione di acquisto – fatti dal 26 giugno 2013 al 31 dicembre 2013.

Come difendersi da Equitalia: annullamento dei debiti e ricorso ai giudici

 Annullamento dei debiti precedenti il 1999

A partire dal 1° luglio 2013 saranno annullati automaticamente tutti i debiti che i contribuenti hanno contratto con Equitalia prima del 1999 inferiori ai 2.000 euro, sia che riguardino imposte, sanzioni o interessi.

Nello specifico l’annullamento riguarderà  tutte le somme iscritte a ruolo per debiti di natura tributaria o di altra natura, per contributi Inps, multe, contravvenzioni stradali e sanzioni di vario genere.

Per sapere se il proprio debito con Equitalia è automaticamente annullato, è necessario controllato che la data riportata nella cartella di notifica sia precedente al 31 dicembre 1999.

Annullare le cartelle di Equitalia ricorrendo ai giudici

L’annullamento delle cartelle di Equitalia può essere fatto anche ricorrendo ai giudici tributari. Per farlo è necessario che la cartella presenti dei ‘vizi’ che ne inficiano la validità, come vizio di notifica, mancato rispetto dei termini di decadenza, vizio di motivazione, omessa indicazione del responsabile del procedimento, mancato rispetto della normativa in tema di riscossione frazionata e l’avvenuto annullamento dell’avviso di accertamento.

Per poter ricorrere ai giudici tributari, però, ci sono delle scadenze da rispettare che variano in base al tipo di cartella. Ad esempio, cartelle riferite a imposte sui redditi, tasse automobilistiche o canone Rai devono essere contestate entro 60 giorni.

Per le multe, invece, il termine per il presentare il ricorso è di 30 giorni.

Come difendersi da Equitalia

Come funziona la rateizzazione

Rateizzazione per debiti superiori a 50 mila euro e proroga

Compensazione e cartelle infondate

Annullamento dei debiti e ricorso ai giudici

Come difendersi da Equitalia: compensazione e cartelle infondate

 Compensazione dei debiti con altri crediti

Se il contribuente deve ad Equitalia un importo inferiore ai 1,500 euro può chiedere di compensare questo suo debito con crediti accumulati per Irpef, Ires e Iva.

Per poter accedere alla compensazione dei debiti erariali con altri crediti è necessario utilizzare il modello F24 Accise, nel quale dovrà essere indicato il codice tributo RUOL. Il modello F24 adeguatamente compilato deve poi essere presentato ad Equitalia, o tramite raccomandata o presentandolo direttamente allo sportello competente per il territorio.

Cartelle infondate

Nel caso in cui ad un contribuente venga notificata una cartella di pagamento da parte di Equitalia per un debito non esigibile, perché già pagato o perché si è in possesso della sentenza di accoglimento del ricorso, il contribuente deve presentare domanda di non esigibilità, il cui modulo è disponibile sul sito internet della società, entro 90 giorni dal ricevimento della notifica.

Alla domanda devono essere allegati il documento di identità del richiedente e la documentazione che attesta la non esigibilità del pagamento del debito. A quel punto Equitalia sospende la riscossione ma si riserva di verificare della documentazione inviata. Se, entro 220 giorni il contribuente non riceve alcuna notifica da Equitalia, la richiesta di non esigibilità è da considerarsi accolta.

Come difendersi da Equitalia

Come funziona la rateizzazione

Rateizzazione per debiti superiori a 50 mila euro e proroga

Compensazione e cartelle infondate

Annullamento dei debiti e ricorso ai giudici

Come difendersi da Equitalia: rateizzazione per debiti superiori a 50 mila euro e proroga

 Rateizzazione per debiti superiori a 50 mila euro

Per le somme iscritte a ruolo da Equitalia inferiori o pari ai 50 mila euro, la rateizzazione è automatica. Per quelle superiori, invece, la possibilità di dilazionare il pagamento di quanto dovuto è subordinata alla verifica da parte della società di riscossione della situazione di difficoltà economica del contribuente.

Il documento necessario per dimostrare di avere delle difficoltà economiche e di non essere in grado, quindi, di pagare il debito in una unica soluzione è l’Isee (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) del nucleo famigliare, sia nel caso di persona fisica che di titolare di ditta individuale.

Proroga della rateizzazione per peggioramento della situazione economica

Anche nel caso in cui il contribuente abbia già richiesto e ottenuto la rateizzazione delle somme iscritte a ruolo da Equitalia, ma la situazione economica sia peggiorata e quindi sia impossibile continuare a pagare le rate mensili stabilite, il contribuente può richiedere una ulteriore proroga della rateizzazione per un massimo di altri sei anni.

Quando si ottiene questo tipo di proroga le rate da pagare non sono fisse, ma tendono a crescere nel tempo. In questo caso, però, si perde il diritto alla ulteriore rateizzazione nel caso del mancato pagamento di due rate consecutive.

Come difendersi da Equitalia

Come funziona la rateizzazione

Rateizzazione per debiti superiori a 50 mila euro e proroga

Compensazione e cartelle infondate

Annullamento dei debiti e ricorso ai giudici

 

Come difendersi da Equitalia: come funziona la rateizzazione

 Equitalia riscuote per conto delle pubbliche amministrazione. A breve la società di riscossione sarà sostituita da altre società in alcuni comuni, altri, invece, la manterranno e i cittadini dovranno ancora interagire con questo ente.

Una delle possibilità che hanno i cittadini per pagare i loro debiti, soprattutto quando l’ammontare richiesto è molto alto, è quello della dilazione in rate. Il decreto del fare prevede che la soglia per la richiesta della dilazione del pagamento sia di 50 mila euro, e, fino a questa cifra, il pagamento in rate mensili scatterà automaticamente.

L’importo minimo della rata mensile è di 100 euro, ma, con le novità introdotte, il contribuente in debito con Equitalia, può richiedere anche un piano personalizzato di rateizzazione con rate variabili.

Per ottenere la rateizzazione il contribuente dovrà inviare presentare tramite raccomandata con ricevuta di ritorno o consegnare a mano presso lo sportello di Equitalia competente per il territorio la documentazione necessaria compresa copia del documento di riconoscimento.

Alla richiesta della rateizzazione il contribuente non sarà più considerato inadempiente e, quindi, potrà partecipare agli appalti pubblici. La rateizzazione delle somme dovute ad Equitalia prevede  il pagamento dell’intero debito – ossia la somma di tutti gli importi delle cartelle iscritte a ruolo – per le quali sono passati i 60 giorni dalla notifica.

Come difendersi da Equitalia

Come funziona la rateizzazione

Rateizzazione per debiti superiori a 50 mila euro e proroga

Compensazione e cartelle infondate

Annullamento dei debiti e ricorso ai giudici

Come difendersi da Equitalia

 Il Governo ha appena varato il decreto del fare che ha posto dei limiti alle azioni di Equitalia nella riscossione dei debiti dei contribuenti verso le pubbliche amministrazioni.

Nelle nuove regole previste per Equitalia, nel decreto del fare il Governo ha previsto che la società di riscossione dei tributi non potrà provvedere all’esproprio degli immobili se il contribuente ne possiede solo uno che utilizza come prima casa e vi risiede anagraficamente.

Un altro passo che ha fatto il governo è stato quello di posticipare la soglia superata la quale Equitalia può provvedere al recupero coattivo, portandola dai 20.000 euro ai 50.000.

Novità anche per la rateizzazione: la revoca della possibilità di pagare a rate l’eventuale debito accumulato dal contribuente non scatterà più al mancato pagamento della seconda rata ma solo dopo il quinto.

Il Governo, poi, ha provveduto ad ammorbidire i metodi di recupero anche per gli imprenditori: il pignoramento dei loro beni, come capannoni e macchinari, sarà possibile solo fino ad un quinto del loro valore.

Oltre alle novità contenute nel decreto del fare appena varate del Governo, i contribuenti hanno anche delle altre possibilità per difendersi da Equitalia.

Come difendersi da Equitalia

Come funziona la rateizzazione

Rateizzazione per debiti superiori a 50 mila euro e proroga

Compensazione e cartelle infondate

Annullamento dei debiti e ricorso ai giudici

 

 

Come pagare l’ IMU con il ravvedimento operoso

 E’ scaduto proprio nella giornata di ieri, 17 giugno, il termine ultimo per il pagamento della prima rata dell’ IMU, almeno per coloro che sono titolari di immobili che non rientrano nelle categorie beneficiate dalla sospensione voluta dal Governo Letta attraverso il decreto legge varato qualche settimana fa.