Guida al redditometro: consigli utili per evitare o affrontare le verifiche del fisco

 L’Agenzia delle Entrate ha tenuto più volte a ribadire che il nuovo Redditometro ha lo scopo di stanare i grandi evasori e che, seppure i controlli sulla congruenza tra redditi dichiarati e il tenore di vita, chi è in regola con il fisco non ha nulla da temere.

Eppure gli italiani temono e, dato come spesso sono gestite tali situazioni, non hanno tutti i torti. Come fare, quindi, per potersi sentire davvero al sicuro da controlli ed ispezioni fiscali?

In primo luogo è necessario essere sempre pronti a dare delle spiegazioni. Il Redditometro prevede tre diversi gradi di contenzioso durante i quali al contribuente verrà chiesto di dare spiegazioni sulle incongruenze segnalate.  Nel primo grado dell’accertamento al contribuente non sarà chiesta alcuna documentazione, ma è comunque necessario conservare ricevute e scontrini delle spese effettuate per poter dimostrare di non aver evaso il fisco.

Lo ha confermato la stessa Agenzia delle Entrate con una circolare nella quale spiega che non è necessario tenere le ricevute delle spese giornaliere che saranno stimate attraverso le medie Istat, anche queste ammorbidite rispetto alla prima versione del Redditometro, che daranno, appunto, una media ponderata della spesa per le diverse tipologie di famiglia.

Naturalmente vanno conservate solo ricevute di spese straordinarie, a differenza di quanto paventato in precedenza di possibili controlli anche su spese ordinarie, soprattutto per alimenti e vestiario.

Sarà necessario fare particolare attenzione ai redditi aggiuntivi che non sono soggetti al fisco, come le rendite tassate alla fonte o le rendite esenti da tassazione. In questo caso è consigliabile tenerne nota con la eventuale documentazione.

Terzo ed ultimo consiglio riguarda investimenti e disinvestimenti. Il Redditometro terrà conto di quelli effettuati negli ultimi quattro anni e, anche in questo caso, è bene tenere tutta la documentazione in ordine al fine di poter dimostrare che un acquisto considerevole non in linea con i redditi dichiarati, è stato effettuato con risparmi già detenuti.

Guida al redditometro

Retroattività e gestione del contenzioso

Consigli utili per evitare o affrontare le verifiche del fisco

Le ricevute da conservare

Famiglie e spese

Gli ultimi chiarimenti su contenzioso e medie Istat 

Guida al redditometro: retroattività e gestione del contenzioso

 Dopo tutte le polemiche che si sono levate nei giorni in cui l’Agenzia delle Entrate ha presentato la prima versione del Redditometro, lo strumento è stato rivisto in molte delle sue parti e delle sue metodologie tenendo conto delle varie critiche levatesi da più fronti.

I nodi cruciali da sciogliere erano, oltre al chiarimento del fatto che il Redditometro è stato creato al fine di combattere la grande evasione e non sarà uno strumento per accanirsi sui piccoli risparmiatori, la questione della retroattività e la gestione del contenzioso.

La retroattività del Redditometro

Per quanto riguarda la retroattività, la nuova versione del Redditometro entrata in vigore a giugno, prevede che i contenziosi aperti con il vecchio redditometro dovranno essere risolti sulla base delle regole che li hanno generati, anche se da più parti era arrivata la richiesta di poter giudicare i contribuenti evasori con le nuove regole, soprattutto se queste sono più favorevoli nei confronti del contribuente stesso.

La gestione del contenzioso

Per quanto riguarda poi la gestione del contenzioso, la filosofia alla base del nuovo Redditometro è quella del dialogo. Prima che, infatti, si arrivi alla decisione finale sul contribuente che il Redditometro ha notificato come evasore, ci saranno tre passaggi preliminari nei quali il contribuente potrà dimostrare la sua ‘innocenza’.

Guida al redditometro

Retroattività e gestione del contenzioso

Consigli utili per evitare o affrontare le verifiche del fisco

Le ricevute da conservare

Famiglie e spese

Gli ultimi chiarimenti su contenzioso e medie Istat 

Guida al redditometro

 Sarebbe dovuto entrare in vigore già da qualche tempo, ma il redditometro, lo strumento del quale si è dotata l’Agenzia delle Entrate per combattere l’evasione, nella sua prima versione è stata molto contestato, tanto da indurre i suoi creatori a rivederne il funzionamento e renderlo più leggero.

Dopo le modifiche apportate il Redditometro è entrato in vigore e ora l’Agenzia delle Entrate sarà in grado di stimare i redditi degli italiani e di confrontarli con le relative spese, al fine di capire chi dichiara al fisco il giusto reddito e chi, invece, dichiara di meno pur percependo redditi alti.

Lo strumento è stato approntato in modo da tener conto, nel raffronto tra redditi dichiarati e spese sostenute, delle classi di reddito e delle differenze territoriali tra Nord e Sud e tra città metropolitane e piccoli paesi.

Inoltre il Redditometro sarà aggiornato ogni due anni sulla base della rivalutazione dei prezzi al consumo, con i dati forniti dall’Istituto nazionale di statistica.

Secondo gli intenti dell’Agenzia delle Entrate il Redditometro non deve essere considerato una sorta di strumento punitivo, ma un deterrente che dovrebbe spingere le famiglie a dichiarare spontaneamente il loro reddito e il loro tenore di vita. Infatti i controlli del Fisco scatteranno solo se lo scostamento tra reddito dichiarato e tenore di vita supera la soglia del 20% e per due anni consecutivi.

Guida al redditometro

Retroattività e gestione del contenzioso

Consigli utili per evitare o affrontare le verifiche del fisco

Le ricevute da conservare

Famiglie e spese

Gli ultimi chiarimenti su contenzioso e medie Istat 

Guida alla nuova Imu

 Fino a questo momento l’ unico dato certo sull’ IMU, l’ Imposta Municipale Unica, sembra essere la data di scadenza della prima rata, fissata per il prossimo 17 giugno.

Per il resto, anche in seguito all’ entrata in vigore, a maggio, del decreto IMU – Cig, la materia relativa alla nuova tassazione sulla casa sembra essere per il grande pubblico dei contribuenti, che comunque dovranno versare allo Stato, come acconto, almeno 10 miliardi, ancora un po’ avvolta nella nebbia.

Guida agli incentivi per la ristrutturazione: i beneficiari e la documentazione necessaria

 Chi beneficia degli  incentivi per la ristrutturazione?

Possono beneficiare delle agevolazioni fiscali per la ristrutturazione e la riqualificazione degli immobili, se gli interventi vengono fatti entro i termini stabiliti e in presenza della necessaria documentazione, i titolari dell’immobile a titolo di proprietà, di possesso e di uso, che abbiano sostenuto le relative spese.

In questa categoria rientrano: il proprietario, il detentore della nuda proprietà o chi ne usufruisce, chi è in affitto o in comodato.

La documentazione necessaria per ottenere gli sgravi fiscali e gli ecobonus

Chi decide di dare avvio a dei lavori di ristrutturazione per la propria abitazione, può ottenere gli sgravi fiscali e gli ecobonus se gli interventi sono effettuati entro il 31 dicembre 20123 e solo se in possesso della seguente documentazione:

Documento inizio attività – Dia
Documento che certifica la conformità dei lavori

Bonifici
Necessari a tracciare le spese effettuate: devono indicare il codice fiscale del contribuente, la partita Iva della ditta che esegue i lavori e la casuale dei versamenti con i riferimenti alla legge che introduce le agevolazioni.

Fatture
Da intestare necessariamente a chi esegue i vari pagamenti, servono per dimostrare l’aderenza delle spese effettuate ai requisiti richiesti per l’ottenimento delle agevolazioni.

Consenso
Dichiarazione scritta del proprietario dell’immobile che attesta il suo consenso all’inizio dei lavori.

Attestazione ecologica
Solo per lavori di efficientamento energetico – per i quali è prevista l’agevolazione al 65% – è necessario l’invio all’Enea (Ente per l’energia e l’ambiente), da parte del proprietario dell’immobile, la documentazione che certifica gli interventi effettuati.

La mail di risposta che si riceverà deve essere conservata per la dichiarazione dei redditi.

Comunicazione all’Agenzia delle entrate
Necessaria solo nel caso i lavori inizino in un periodo di imposta e finiscano nel successivo.

Guida agli incentivi per la ristrutturazione

Le nuove scadenze e gli interventi previsti

I beneficiari e la documentazione necessaria

Guida agli incentivi per la ristrutturazione: le nuove scadenze e gli interventi previsti

 Con il decreto legge approvato dal Governo alla fine di maggio, sono stati prolungati i termini per poter ottenere agevolazioni e sgravi fiscali per la ristrutturazione edilizia e gli ecobonus: le agevolazioni sono del 50% per una spesa massima di 96.000 euro per ogni singola abitazione.

Le nuove scadenze per ottenere i bonus

La possibilità di ottenere le detrazioni è stata allungata di sei mesi, c’è tempo fino al 31 dicembre 2013 per le abitazioni e fino al 31 dicembre 2014 per i condomini se gli interventi saranno “importanti”, ossia nel caso si tratti di interventi che coinvolgono nella riqualificazione almeno il 25% della superficie dell’involucro. Le detrazioni previste saranno spalmate su dieci anni in un numero uguale di rate erogate a valore costante.

Quali interventi rientrano nel bonus edilizia

Chi decide di ristrutturare la propria abitazione potrà usufruire delle detrazioni e dei bonus previsti per i seguenti interventi:

– lavori di manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro e risanamento, ristrutturazione edilizia e urbanistica;

– lavori necessari a seguito di un evento sismico;

– lavori su parti accessorie (costruzione di garage o installazione di impianti di domotica o interventi per la rimozione di barriere architettoniche;

– costruzione di impianti di sicurezza e di impianti idonei ad abbattere l’inquinamento acustico;

bonifiche di edifici da sostanze dannose come l’amianto;

– adozione di sistemi antisismici.

Guida agli incentivi per la ristrutturazione

Le nuove scadenze e gli interventi previsti

I beneficiari e la documentazione necessaria

Le dieci ricevute da presentare per la dichiarazione dei redditi

 È tempo di dichiarazione dei redditi e, per tutti quelli che devono presentarla, la preoccupazione maggiore è quella di riuscire a pagare meno tasse possibile. Come si fa?

► Le spese detraibili al 19% dalla dichiarazione dei redditi

Per riuscire a pagare la minor quota possibile di tasse – o almeno il giusto, cioè quello che ci compete in base al reale reddito percepito e alle spese effettuate – è necessario presentare, al Caf o al commercialista, tutta la documentazione delle spese sostenute nel corso dell’anno 2012.

► Calendario delle nuove scadenze fiscali

Certo, non tutte le spese sostenute sono detraibili o deducibili, solo alcune incidono sull’imponibile e sulle relative imposte, ma comunque, per ottenere degli ‘sconti’ è necessario che le ricevute dei pagamenti effettuati o le fatture siano presenti nella documentazione.

Le dieci ricevute fiscali o fatture che non devono mancare per la dichiarazione dei redditi

Assicurazioni

Per ottenere lo ‘sconto’ sulle spese assicurative (RCA, assicurazione sulla vita etc) è necessario consegnare la ricevuta di effettuato pagamento del premio e copia del contratto, necessario per ricavare la decorrenza e la natura della polizza sottoscritta.

Contratti di affitto

In caso di contratto di locazione di una casa di proprietà del contribuente è necessario conservare tutte le ricevute di incasso delle mensilità, che saranno annotate come  redditi da locazione che vanno dichiarati anche in caso di mancata percezione del canone. Solo le ricevute, infatti, possono dimostrare se  e quanto è stato percepito.

Nel caso del pagamento di  un canone mensile di locazione, vanno consegnati il contratto di locazione e le relative quietanze di pagamento delle mensilità.

Contributi previdenziali

In questo caso è necessario conservare il modello di pagamento utilizzato.

Interessi sul mutuo

In questo caso va conservata l’attestazione rilasciata dalla banca dove si ha il mutuo relativa al pagamento degli interessi per l’anno 2012. Si possono detrarre anche gli oneri accessori, ma per farlo è necessario avere la quietanza del notaio.

Plusvalenze immobiliari

Se sono state effettuate operazioni di vendita che hanno comportato una plusvalenza va conservata e consegnata tutta la relativa documentazione.

Ritenute d’imposta

Queste ritenute sono rilevabili dal cassetto fiscale dall’Anagrafe tributaria ma è comunque importante conservare le ricevute di versamento per avere un’attestazione di quanto versato in caso di errore della stessa.

Spese di mantenimento del coniuge

In caso il contribuente paghi un assegno mensile al coniuge separato ha diritto alla sua deducibilità. L’assegno per il mantenimento dei figli, invece, non può essere detratto. Per avere accesso al beneficio è necessario presentare, insieme alla dichiarazione dei redditi, una copia della sentenza dalla quale siano rilevabili tali importi e tutti i bonifici o le matrici degli assegni relative ai pagamenti effettuati.

Spese mediche

Tutte le spese mediche (visite, medicinali, esami etc) sono detraibili, me per farlo è necessario essere in possesso delle relative documentazioni di pagamento: fatture dei medici, in caso di visita, sia generica che specialistica, o gli scontrini parlanti (quelli che indicano il codice fiscale dei chi ha diritto alla detrazione, il numero e la tipologia dei medicinali acquistati).

Spese di ristrutturazione

Per ottenere dei benefici è necessario conservare e presentare insieme alla dichiarazione dei redditi le ricevute dei bonifici e le relative fatture delle opere di ristrutturazione effettuate sulle abitazioni.

Spese per l’acquisto di veicoli per disabili

Come in tutti gli altri casi è necessario, al fine della detrazione, conservare la fattura o una copia di effettuato pagamento dei qualsiasi mezzo o veicolo acquistato per persone con limitazioni delle capacità motorie, solo entro il limite massimo, però, di 18.075,99 euro, limite che non comprende le spese sostenute per tassa di possesso, l’assicurazione, il carburate e lubrificante e le manutenzioni straordinarie.

Le spese deducibili dalla dichiarazione dei redditi

 Per tutti i contribuenti che si apprestano in questi giorni a presentare la dichiarazione dei redditi è molto importante che, al fine del pagamento del giusto importo di tasse, vengano segnalate in dichiarazione tutte le spese sostenute nel corso dell’anno.

► Calendario delle nuove scadenze fiscali

Portando la documentazione necessaria a dimostrazione delle spese effettuate, infatti, si può beneficiare di deduzioni e detrazioni che possono sensibilmente abbassare l’ammontare delle tasse che si pagheranno.

► Le dieci ricevute da presentare per la dichiarazione dei redditi

Le spese deducibili in sede di dichiarazione dei redditi sono quelle spese che si sottraggono al totale del reddito percepito nel corso dell’anno solare e che, quindi, non concorrono alla formazione del reddito imponibile, ossia il l’ammontare sul quale poi vengono calcolate le imposte da pagare.

► Le spese detraibili al 19% dalla dichiarazione dei redditi

L’elenco delle spese deducibili dalla dichiarazione dei redditi

Assegno periodico al coniuge in caso di separazione

Se il contribuente è legalmente separato dal coniuge può dedurre dal suo reddito gli assegni versati per il suo mantenimento, ma non quelli per il mantenimento dei figli, solo se in presenza di rilasciato dall’autorità giudiziaria competente.

Sono esclusi da questo beneficio gli assegni versati in un’unica soluzione.

Inoltre, è prevista la deduzione anche per gli assegni periodici in forza di testamento o donazione e assegni alimentari corrisposti ai familiari, senza alcun limite d’importo.

Contributi a fondi integrativi del SSN

Come per le forme pensionistiche complementari, è possibile dedurre dal proprio reddito anche i contributi ai fondi del Sistema Sanitario Nazionale. Il limite massimo in questo caso è di 3.615,20 euro.

Si possono dedurre anche i contributi versati per i familiari a carico, con lo stesso limite di 3.615,20 euro per ognuno di essi. Concorrono alla formazione del massimale deducibile anche i contributi eventualmente versati dal datore di lavoro.

Contributi e premi per forme pensionistiche complementari

I contribuenti che hanno deciso di aprire una posizione previdenziale alternativa complementari ed individuali (fondi pensione aperti, fondi pensione chiusi, piani pensionistici individuali) possono dedurre dal totale del proprio reddito quanto versato nel corso dell’anno, compresi eventuali contributi pagati dal datore di lavoro, per una somma massima di 5.164,57 euro.

Contributi previdenziali e assistenziali

Non concorrono alla formazione del reddito imponibile le spese sostenute per il versamento dei contributi previdenziali e assistenziali obbligatori, senza alcun limite d’importo anche in caso che i contributi versati siano quelli volontariamente versati dal contribuente all’ente previdenziale di appartenenza.

Contributo SSN – RC veicoli

Si può dedurre dal proprio reddito anche il contributo al servizio sanitario nazionale presente nella polizza assicurativa RC auto, al quale viene applicata una franchigia di 40 euro – entrata in vigore a partire dal 2012 – questo vuol dire che se il contributo al SSN pagato nel contratto RC auto è inferiore a 40 euro non si può beneficiare della deduzione.

Contributi per colf e baby sitter

Vanno dedotti dal reddito percepito anche i contributi eventualmente versati all’INPS per collaboratori domestici e addetti all’assistenza ad anziani e malati, con un limite massimo di 1.549,37 euro.

Erogazioni liberali, contributi e donazioni

Sono tante le donazioni e i contributi a favore di enti, riconosciute dallo Stato, che possono essere dedotte dalla dichiarazione dei redditi, anche se le donazioni hanno un tetto di deducibilità massimo di 1.032,91  per ciascuna donazione.

Indennità per la perdita di avviamento per cessata locazione di immobili commerciali

La deducibilità non ha alcun limite di importo e si calcola sulla risultanza del contratto di locazione.

Spese di adozione

I genitori che hanno adottato un figlio possono dedurre dal loro reddito, ma solo al 50%, le spese sostenute per l’adozione, solo in caso di minore straniero, e con la relativa documentazione certifica dall’ente autorizzato.