Il decreto 101/2013 del Governo, che affronta il tema della razionalizzazione della spesa delle pubbliche amministrazioni, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 31 agosto 2013 e quindi già in vigore, prevede delle importanti novità per i dipendenti del pubblico impiego.
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Prima tra tutte, la possibilità di andare in pensione per tutti quei dipendenti pubblici che avevano maturato i requisiti pensionistici – sia anagrafici che contributivi – previsti prima dell’entrata in vigore della riforma Fornero.
Per loro, pensione sempre più vicina: le pubbliche amministrazione sono sottoposte dal decreto 101 ad una vigorosa cura dimagrante e hanno l’obbligo di alleggerire il carico di personale effettivo: in base alle diverse tipologie di amministrazioni, i dipendenti devono essere tagliati del 10 o del 20%.
I primi a ‘beneficiare’ dell’obbligato taglio del personale sono proprio coloro che già da tempo potevano andare in pensione, ossia coloro che hanno già raggiunto la quota 96 (60 anni di età e 36 di contributi oppure 61 anni di età e 35 di contributi), indipendentemente dalla loro volontà.
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Questo introduce anche un’altra novità per gli impiegati delle Pubbliche Amministrazioni, che con il Decreto 101 non potranno più chiedere il prolungamento del servizio fino ai 70 anni.
Il decreto 101, inoltre, conferma l’obbligo per tutte le amministrazioni di collocare a riposo i dipendenti al compimento dei 65 anni che a fine 2011 avevano raggiunto la massima anzianità contributiva (40 anni), quota 96 o comunque gli altri requisiti previsti per la pensione nel singolo comparto.