Il signor Ikea lascia tutto al figlio

 L’azienda Ikea è stata fondata nel lontano 1943 e da allora non ha fatto che crescere fino a diventare un modello per le industrie che si occupano di arredamento e un simbolo per la nostra cultura occidentale. Adesso, però, l’azienda sta cambiando i vertici e qualcuno si preoccupa del suo avvenire. Che non succeda quello che è accaduto alla Apple dopo il compianto Jobs?

Arredare bene prima di vendere e affittare

Che il signor Ikea avesse deciso di mettersi da parte, era noto da tempo ma il grande passo non era ancora stato fatto. Ingvar Kamprad, infatti, non si era ancora dimesso dalla carica di amministratore delegato dell’Inter Ikea Group, l’azienda che amministra ufficialmente dal 1986. Dopo quasi trent’anni si cambia volto.

La fortuna di Ikea non ha eredi

La presidenza di Ikea passa nelle mani del figlio Mathias che da sempre è considerato il rampollo di casa Kamprad  nonostante in passato sia entrato spesso in conflitto con il padre. Adesso, calmati gli animi, si completa la successione nonostante permangano degli attriti tra il CdA dell’azienda e il suo fondatore.

Spazio ai giovani, quindi, mentre gli investitori, notando anche il nuovo ruolo attribuito a Per Ludvigsson, si chiedono se tanto giovanilismo non finisca per rendere meno forte il titolo azionario del mobilificio low cost più conosciuto nel mondo.

 

La fortuna di Ikea non ha eredi

 Il fondatore di Ikea è stato un genio nella scelta della linea di prodotti vincenti, nella scelta del modello che ha convinto numerosi consumatori in tutto il mondo. L’azienda, partita nel 1943 è oggi leader mondiale nel settore dell’arredamento e le prospettive per il futuro sono senza precedenti. Eppure, in tutta questa storia c’è un neo: the king of Ikea non ha successori.

Ingvar Kamprad ha tre figli e 86 anni. Non è certo un giovanotto ma finora le redini dell’azienda restano nelle sue mani.

C’è stato soltanto un passaggio di consegne, con la definizione del ruolo di amministratore delegato e presidente a Mikael Ohlson. Kamprad ha conservato per sé il ruolo di consigliere e guida delle varie fondazioni create a corredo dell’attività aziendale.

La questione ereditaria si è fatta più urgente non tanto per le condizioni di salute del fondatore, ma per il fatto che tra le mani del fortunato vincitore dell’eredità Ikea ci finisce davvero un pozzo senza fondo di ricchezze.

Basta considerare quello che Ikea ha saputo fare in un anno considerato di crisi, il 2012: le vendite sono cresciute del 9,5 per cento fino a raggiungere un volume di 27 miliardi di euro e l’obiettivo per il 2020 è di raddoppiarle completamente.