Sempre delicato il tema relativo ai prezzi delle case in Italia ad aprile 2024. Il mercato immobiliare italiano ad aprile 2024 si presenta in una fase di stabile crescita, con prezzi in aumento su base annuale ma con un rallentamento rispetto al 2023. Le variazioni di prezzo dipendono da diversi fattori, tra cui la zona, il tipo di immobile e le condizioni del mercato locale.
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Settore immobiliare: anche in Italia il mercato guarda alle smart city
Efficienza energetica, sicurezza e mobilità green, ma anche digitalizzazione, sostenibilità e sviluppo economico.
Sono questi i princìpi cardine che definiscono una smart city, una città più efficiente, valorizzata dall’integrazione delle tecnologie più innovative, che consentono di fornire servizi ad alte prestazioni, strutturati su misura del cittadino.
Proprio questo nuovo modello di città, complice la diffusione crescente in tutto il mondo, è destinato a ritagliarsi un ruolo di primo piano all’interno del mercato immobiliare del prossimo futuro.
Pietro Greco indica le tecniche per un’ottima mediazione
In materia di locazione la mediazione gioca un importante ruolo per consentire alle parti di giungere ad una soluzione soddisfacente. Un esperto di mediazione è Pietro Greco, calabrese, nato a Lamezia Terme, Amministratore Unico della STAR Srls, azienda di consulenza imprenditoriale e amministrativo gestionale per società finanziarie e fondi di investimento.
STAR è in grado di affiancare proprietari e locatari in ciascuna delle fasi del ciclo di vita di una proprietà, che parte dall’acquisto alle migliori condizioni di mercato. Tra le diversità modalità di assistenza ai Clienti, la STAR di Pietro Greco si occupa della gestione delle pratiche per i bonus ristrutturazione.
“La mediazione – dice Greco – è uno strumento rapido, economico ed efficace che consente alle parti di raggiungere un soddisfacente accordo, oppure se le parti sono in lite di risolvere la loro controversia. L’ottima mediazione comporta che il professionista terzo, indipendente e imparziale, sia in possesso di requisiti di formazione ed esperienza professionale previsti dalla Legge”. Aggiungendo inoltre: “nella mediazione si applicano tecniche negoziali che consentono alle parti di raggiungere un accordo in linea con i loro interessi”.
Pietro Greco dopo la collaborazione con l’Università Luigi Bocconi e con l’Istituto per gli studi di Politica Internazionale di Milano, per i quali cura l’organizzazione di eventi sulla politica economica e il commercio internazionale, consegue nel 2005 la laurea in Economia delle Istituzioni e dei Mercati Finanziari presso la stessa Bocconi, specializzandosi in ambito finanziario, mercati finanziari e relazioni con il sistema politico-economico.
Tra il 2005 e il 2020, il mediatore d’affari di Lamezia Terme, consolida le sue competenze nei ruoli di ricercatore analista prima e di consulente e Amministratore delegato poi di compagnie di assicurazioni, società finanziarie e fondi di investimento, maturando nel contempo una specifica esperienza del mercato assicurativo, del mondo sanitario italiano e della Pubblica Amministrazione, ma anche del recupero e della valorizzazione di immobili – con particolare attenzione a quelli storici.
Da sempre sensibile all’Arte e alla Cultura, Pietro Greco sta costruendo un progetto per la sua città natale – Lamezia Terme – che veda “il Bello” e le eccellenze locali protagoniste, come contributo alla ripresa post-pandemica ma anche alla migliore valorizzazione del patrimonio e delle maestranze calabresi.
Mattone estero come antidoto alla deriva del Mes
Pensati per salvaguardare l’Europa, meccanismo di stabilità Ue e Target 2 sono oggi “fattori di rischio proprio per la sopravvivenza dell’euro”. Per tutelare i risparmi ELVinvest propone di puntare sull’immobiliare in Paesi più solidi e meno “volatili”
Al Parlamento Ue, il prossimo appuntamento per discutere della riforma dell’European Stability Mechanism (Esm, in italiano Meccanismo europeo di stabilità o Mes) dovrebbe essere in marzo ma il condizionale è d’obbligo visto che la patata bollente della sua rimodulazione non è stata scaricata solo dall’Italia, che in dicembre aveva detto no al via libera della nuova versione, paventando tra i possibili effetti una ristrutturazione del debito e quindi un incremento dei costi per rimborsarlo. Anche Paesi “ricchi” come la Germania da tempo esprimono dubbi su un sistema (dal 2012 successore di Fondo europeo di stabilità finanziaria e Meccanismo europeo di stabilizzazione finanziaria), il cui scopo principale sarebbe quello di mettere al riparo i Paesi membri dell’Eurozona dalle situazioni di crisi. Il Mes “deve essere rafforzato e ristrutturato per gestire la vulnerabilità e i rischi finanziari”, aveva sottolineato a fine 2019 Christine Lagarde, fresca di nomina al vertice della Banca centrale europea (Bce).
In Italia, deficit finanziario, stress di liquidità e crisi sistemica
Dopo l’ultima crisi i flussi di capitali all’interno della Ue hanno segnato un deciso trend nello spostarsi dai Paesi dell’Europa del Sud verso Germania, Francia, Belgio, Olanda o Lussemburgo, dando vita a una netta divergenza, non controbilanciata da un meccanismo di compensazione, che ha causato dal 2008 a oggi deficit finanziario, stress di liquidità e crisi di sistema in Paesi come Spagna o Portogallo e, ovviamente, Italia. Posizione divenuta “insostenibile”, secondo Gianmaria Panini, fondatore e amministratore delegato di ELVinvest, società elvetica attiva nel settore immobiliare estero, che ha affrontato l’argomento in un report intitolato “Il vero tema del Mes: le virtù e i vizi del sistema Target 2” (il cui testo completo è scaricabile dal sito di ELVinvest stessa).
Attenzione alla “spirale perversa di aspettative d’insolvenza”
Anche se i pareri non sono concordi, l’evidenza del fatto che l’Europa e l’Italia abbiano un problema di gestione del debito è sotto gli occhi di tutti. “La diffusa preoccupazione per i debiti pubblici elevati è giustificata in quanto essi sono una fonte di rischio sistemico. Anche se fondamentalmente solvibili, i Paesi fortemente indebitati sono più vulnerabili agli shock di liquidità e a valutazioni negative da parte dei mercati circa l’impegno delle autorità nazionali nel garantire la stabilità”, così si esprimeva il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, in occasione del seminario Omfif-Banca d’Italia “Future of the Euro area”, tenutosi lo scorso novembre. “I benefici contenuti e incerti di un meccanismo per la ristrutturazione del debito vanno valutati a fronte del rischio enorme che si correrebbe introducendolo: il semplice annuncio di una tale misura potrebbe innescare una spirale perversa di aspettative d’insolvenza, suscettibili di autoavverarsi”, notava ancora Visco.
Target 2, un sistema che può frenare Paesi virtuosi e non
Parlando di Mes bisogna giocoforza analizzare anche il Target 2, evoluzione del Trans-European Automated Real-Time Gross Settlement Express Transfer (Target) che ha debuttato proprio a cavallo dello scoppio della crisi dei mutui subprime (il primo Target era invece stato introdotto in occasione della nascita dell’euro, a inizio 1999). “Il Target 2 è riuscito sicuramente a evitare situazioni di crisi endemiche all’interno dell’Eurozona”, ammette Panini, che tuttavia sottolinea come parallelamente abbia “impedito di trovare una vera soluzione agli squilibri strutturali della Ue”. “A causa di contorto effetto placebo ha invece partecipato al rafforzamento di quegli squilibri che alla lunga potrebbero addirittura mettere in discussione l’idea stessa di valuta unica”, aggiunge. “Il Target 2 è un sistema a doppia perdita, visto che impedisce ai Paesi virtuosi di concretizzare la loro ricchezza e a quelli meno virtuosi di vendere le proprie merci a prezzi più competitivi, ricorrendo alla svalutazione delle loro monete come avveniva prima dell’introduzione dell’euro”, ricorda Panini, che sottolinea come paradossalmente il Target 2 oggi rappresenti un “fattore di rischio proprio per la sopravvivenza dell’euro”.
Guardare all’estero per difendersi anche dallo spettro Italexit
Scenari possibili ma improbabili? Forse, ma è sempre meglio prepararsi al peggio, soprattutto quando in gioco ci sono i risparmi di una vita. “Per cautelarsi da un Europa, e da un euro, a due velocità o da una pericolosa ipotesi di Italexit, vale sempre la regola di diversificare: in primis con le valute (quelle classiche come dollaro, sterlina o franco ma anche monete alternative come lo zloty della Polonia) e ovviamente anche dal punto di vista geografico e di tipologia d’investimento”, spiega Panini. “Noi siamo comunque convinti che l’immobiliare sia oggi più che mai una concreta opportunità d’investimento in gran parte impermeabile all’allentamento monetario in corso da tempo”, aggiunge. Salvaguardare il patrimonio senza rinunciare al rendimento, difendendosi dai rischi insiti nel Target 2. “A parte qualche rara eccezione, solo in Italia l’immobiliare non ha ancora registrato una ripresa dopo la crisi finanziaria. Scontiamo fattori strutturali depressivi, come quello demografico o la debole reddittualità. Senza dimenticarci che gli italiani con la moneta unica hanno di fatto perso interesse nel proteggere i loro patrimoni dall’inflazione. Oggi, però, gran parte dei risparmiatori assiste impotente all’erosione del capitale”, riassume Panini. “Proprio per questi motivi siamo certi che investire nel mattone all’estero sia la prima linea di difesa dalle tensioni finanziarie interne. Una scelta che offre ritorni interessanti in mercati più solidi e meno volatili anche rispetto alle Borse, troppo spesso condizionate da speculazioni di cui l’investitore privato non che può risultare vittima”, conclude Panini.
Investire i risparmi nell’immobiliare conviene?
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