Indesit, un’altra industria che non è più italiana

 Indesit diventa americana dal momento che la famiglia Merloni ha ha deciso di cedere a Whirpool la partecipazione di Fineldo del 60,4% del capitale (quindi il 66,8% dei diritti di voto) della fabbrica di elettrodomestici. Il prezzo di acquisto è pari a 11 dollari per ogni azione di Indesit, per un prezzo pieno previsto pari a 758 milioni di dollari.

Aumenta l’export del Made in Italy

 Si è registrato un dato positivo in merito alle esportazioni in Europa nel mese di maggio. Stando a quanto riportato dall’Istat si è avuto un aumento del 5,7% rispetto ad aprile, cui fa fronte un aumento del 4,8% delle importazioni.

Bankitalia auspica una maggiore trasparenza rapporti banche-imprese

 Nella relazione tra banche e imprese “è necessario un sistema di contrappesi che equilibri il meccanismo degli incentivi e ponga un argine ai conflitti d’interesse e al pericolo di uno sviamento del credito rispetto all’effettivo merito di credito dei prenditori”.

Cgia di Mestre, le imprese soffocate da troppa burocrazia e pressione fiscale

 Nei rapporti con le imprese, la p.a. italiana è tra le peggiori d’Europa. Lo afferma  Giuseppe Bortolussi segretario della Cgia di Mestre che rileva come «il cattivo funzionamento della Pa costa ad ogni azienda mediamente 7.000 euro all’anno. Un importo insopportabile per le piccolissime imprese che sono soffocate da timbri, scartoffie e scadenze varie». 

Una storia di successo in tempo di crisi: il gruppo Calzedonia di Sandro Veronesi

In questi anni di crisi in cui l’iniziativa imprenditoriale personale sembra scoraggiata da aspetti macroeconomici e dalla pressione fiscale alta, quella di Sandro Veronesi e del gruppo Calzedonia emerge come una storia romantica e romanzesca. Scoprire che oggi tra i venti di pessimismo e di fallimenti ci sia ancora un uomo “che si è fatto da solo” sembra un miraggio. Eppure è realtà e lo dimostrano i dati di un gruppo italiano in crescita e di caratura internazionale.

 Il gruppo Calzedonia comprende anche Intimissimi, Falconeri e Tezenis. Ora si punta a La Perla per ampliare l’offerta in ambito intimi a diverse fasce di clienti e di prezzi.

Le intuizioni di Sandro Veronesi si sono rivelate vincenti sin da quando, giovanissimo, lavorava per Golden Lady. Poi l’idea dei negozi monoprodotto di intimo, fino ad allora venduti da mercerie e supermercati. E quindi la cosiddetta moda democratica con prodotti a prezzi bassi anche sacrificando maggiori utili.

 

Assunzioni Calzedonia

 

Calzedonia è stato lanciato nel 1986. Oggi i negozi in Italia sono 650 e nel mondo 1.600 per un fatturato di 487 milioni di euro. A questi si aggiunge Intimissimi con 481 milioni di euro e Tezenis con 401 milioni di euro. Il gruppo ha l’obiettivo di arriare a 3.700 e si propone in Paesi come Russia, Germania, Francia, Hong Kong e Asia.

Nel 2009 Sandro Veronesi ha acquisito di Falconeri. Il brand ha una importante tradizione nella produzione di maglieria e cashmere per l’uomo e la donna. Anche in questo caso la politica della moda democratica non cambia con l’obiettivo di offrire un prodotto di qualità a un prezzo accessibile. Filati prestigiosi quindi che anno ad ampliare l’offerta del gruppo e la storia di successo di un imprenditore capace di superare lo sconforto della crisi e di non farsi contagiare dall’aria di passività che si respira mostrando un misto di capacità creativa italiana e competenza economia e gestionale.