Decreto Imu in vigore: tutte le novità dal 31 agosto 2013

 La novità principale del testo del Decreto Imu così come pubblicato in Gazzetta Ufficiale è la clausola di salvaguardia che si è riservata il governo, la quale prevede che, nell’eventualità che non si riesca a recuperare l’extra gettito – 1,5 miliardi di euro – previsto dall’Iva sui pagamenti delle Pubblica Amministrazione e dalla sanatoria sulle slot machines, subiranno aumenti gli acconti ai fini dell’Ires e dell’Irap e le accise.

 Cancellazione prima rata dell’Imu: ecco dove sono stati trovati i fondi

Per questo secondo punto, il Governo si pronuncerà di nuovo dopo la pubblicazione della Legge di Stabilità, se questa lascerà margini di manovra per le esenzioni.

Decreto Imu – I principali provvedimenti entrati in vigore

Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Imu il 31 agosto 2013 – un testo che comprende 16 articoli – sono entrate in vigore delle importanti novità fiscali per gli italiani, oltre alla nota abolizione della prima rata dell’Imu. Vediamo nel dettaglio cosa cambia.

Riduzione della cedolare secca dal 19 al 15%, che inoltre non dovrà essere pagata dai costruttori per gli immobili rimasti invenduti o sfitti.

Istituzione del Fondo destinato agli inquilini morosi incolpevoli, con una dotazione pari a 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2014 e 2015. I bandi per la concessione degli aiuti saranno definiti dai singoli comuni.

► La cancellazione dell’IMU e l’arrivo della Service Tax

Stanziamento di 2,3 miliardi di euro per 2013 e di 75.706.718,47 euro a partire dal 2014 per compensare le amministrazioni locali del minor gettito derivante dall’abolizione della prima rata dell’Imu.

Stanziamento di 500 milioni di euro per il finanziamento della cassa integrazione in deroga. Confermata la tutela per altri 6.500 esodati, che costerà all’o Stato 151 milioni di euro nel 2014; 164 nel 2015; 124 nel 2016; 85 nel 2017; 47 nel 2018 e infine 12 nel 2019. Le risorse sono state reperite dall’abbassamento del tetto di detraibilità delle polizze vita.

► Quanto risparmieranno le famiglie con l’abolizione dell’Imu? – La mappa regione per regione

Le polizze vita potranno essere dedotte se non superano i 630 euro per il periodo d’imposta in corso alla data del 31 dicembre 2013 e 230 euro per quello 2014.

Reintroduzione con un abbattimento del 50% della cosiddetta Irpef fondiaria sulle abitazioni non locate, norma che era stata eliminata con l’introduzione dell’Imposta Municipale sugli Immobili. Il governo ha specificato che la norma vale per l’anno fiscale in corso al 31 dicembre 2013, ossia sull’Irpef e sulle addizionali dovute per quest’anno.

Ultimo provvedimento del Decreto Imu riguarda la Tares. Il testo definisce i criteri per il calcolo della Tares, la nuova tassa sui rifiuti che sostituisce le vecchie Tarsu e Tia, e che sarà incorporata nella service tax che entrerà in vigore nel 2014 al posto della Tares, appunto, e dell’Imu, dalla quale saranno sicuramente esclusi gli immobili destinati alla ricerca scientifica e quelli per le attività sanitarie.

► Quanto si pagherà di Tares?

Criteri di calcolo della Tares

Il principio di base che i Comuni italiani dovranno adottare per calcolare la Tares da far pagare ai loro cittadini è ‘chi inquina paga’, come prevedono le direttive europee, e l’inquinamento prodotto da ogni immobile sarà misurato in base ai seguenti parametri:

quantità e qualità medie ordinarie di rifiuti prodotti per unità di superficie, in relazione agli usi e alla tipologia delle attività svolte

costo del servizio sui rifiuti;

– la determinazione delle tariffe per ogni categoria o sotto categoria omogenea sarà ottenuto moltiplicando il costo del servizio per unità di superficie imponibile accertata, previsto per l’anno successivo, per uno o più coefficienti di produttività quantitativa e qualitativa di rifiuti;

– riduzioni ed esenzioni per le categorie svantaggiate.

Calendario fiscale – Gli appuntamenti di ottobre e dicembre 2013

 Autunno caldo per le famiglie italiane. Appena tirato  un bel sospiro di sollievo per l’abolizione della prima rata dell’Imu, il governo ha annunciato che l’abolizione della seconda è ancora incerta e che, se il fisco non riuscirà a trovare le risorse da altre fonti, sarà costretto anche ad aumentare l’aliquota, non solo dell’Iva ma anche delle altre tasse.

► Quanto risparmieranno le famiglie con l’abolizione dell’Imu? – La mappa regione per regione

Non dimentichiamo poi la Tares, che debutta a dicembre. Vediamo quindi quali sono due più importanti scadenze fiscali di questa ultima parte del 2013.

15 ottobre 2013: Legge di Stabilità

Sapremo solo il 15 ottobre 2013 se anche la seconda rata dell’Ima sarà cancellata, con l’arrivo della Legge di Stabilità, dalla quale dovrebbero emergere le coperture per la cancellazione definitiva dell’Imposta Municipale sugli Immobili.

30 novembre 2013: termine ultimo per la definizione delle aliquote Imu e Tares

Al 30 novembre i comuni devono deliberare il bilancio annuale di previsione 2013 – la scadenza, che era già stata prorogata al 30 settembre, è ulteriormente differita al 30 novembre 2013 – e stabilire le aliquote che saranno applicate per il calcolo di Imu e Tares, che, soprattutto il secondo tributo, potrebbe riservare dei considerevoli aumenti.

► Quanto si pagherà di Tares?

16 dicembre 2013: la seconda rata dell’Imu e la Tares

Con il Consiglio dei ministri del 28 agosto è stata abolita la prima rata dell’Imu, ma se non si trovano le risorse necessarie, i proprietari di immobili che usano lo usano come abitazione principale, di immobili assimilati e di terreni agricoli, dovranno pagare quanto dovuto al Fisco entro il 16 dicembre.

Anche la Tares si pagherà a dicembre e sono previsti dei consistenti aumenti rispetto alla Tarsu e alla Tia, le tasse sui rifiuti precedentemente in vigore.

Quanto risparmieranno le famiglie con l’abolizione dell’Imu? – La mappa regione per regione

 Con la cancellazione della prima rata dell’Imu molte famiglie italiane potranno tirare un respiro di sollievo e mettere da parte qualche euro per la seconda rata della tassa sulla casa o, nel caso venga abolita, per pagare la Service Tax, la tassa sui servizi indivisibili che il governo italiano ha elaborato per sostituire la precedente.

Proprio in queste ore il governo ha annunciato che, come prevede il testo definitivo del Decreto Imu, se non dovessero arrivare nelle casse dello Stato gli 1,5 miliardi di gettito previsti dall’Iva successiva ai pagamenti dei debiti delle pubbliche amministrazioni e dalla ‘transazione’ sulle slot machine, le aliquote dell’Imu, gli acconti Ires e Irap e le accise aumenterebbero in base al fabbisogno.

► Come risolvere il problema dell’IMU

La situazione per le famiglie italiane, quindi, non sembra migliorare. Un po’ di sollievo arriva con la cancellazione della prima rata dell’Imu, che farà risparmiare una media di 222 euro, che vanno da un minimo di 57 euro per famiglia in Calabria ai 457 del Lazio.

Abolizione prima rata Imu – La mappa del risparmio

Lazio: 457

Liguria: 295

Piemonte: 274

Emilia Romagna: 273

Toscana: 269

Valle d’Aosta229:

Veneto: 211

Trentino Alto Adige: 209

Umbria: 195

Campania: 193

Friuli Venezia Giulia: 192

Lombardia: 190

Molise: 164

Marche: 158

Puglia: 154

Abruzzo:142

Sardegna: 127

Sicilia: 107

Basilicata: 85

Calabria: 57

La cancellazione dell’IMU e l’arrivo della Service Tax

 Ha finalmente trovato una soluzione definitiva la spinosa e ormai annosa questione dell’ IMU che per mesi ha riempito le pagine dei giornali italiani. Al termine dell’ ultimo Consiglio dei Ministri il Governo ha infatti annunciato che verrà cancellata la prima rata dell’ IMU, quella che era stata sospesa per decreto nel mese di giugno e che per il futuro si dovrà voltare pagina in merito alla tassazione degli immobili.

Sospensione rata IMU – Chi paga e chi no

 Con il decreto di oggi 28 agosto il Governo Letta è riuscito finalmente a mettere nero su bianco la promessa fatta ai cittadini qualche tempo: la cancellazione della rata di settembre dell’Imu, l’Imposta Municipale sugli Immobili, introdotta dal Governo Monti. Alla fine, dopo tanta ricerca, sono stati trovati i fondi per la copertura della sospensione dell’Imu, che verrà a costare al Governo circa 2,4 miliardi di euro.

Per l’altra rata dell’Imu, quella che dovrebbe essere pagata a dicembre, il Governo non ha ancora potuto pronunciarsi in via definitiva, ma sarà necessario aspettare per vedere quali saranno i risultati, e soprattutto gli effetti sulle finanze dello stato, della cancellazione della prima rata.

Non dimentichiamo, poi, che l’Imu, a partire dal 2014, sarà sostituita, insieme alla Tares (combinazione di Tarsu e Tia, le imposte sui rifiuti), dalla Service Tax, una tassa che sarà pagata dai proprietari degli immobili e da chi usa, a qualsiasi titolo, l’immobile.

► Service Tax – Ecco come funzionerà e quanto si pagherà con la nuova tassa sulla casa

Nell’attesa di questa nuova tassa, gli italiani hanno ancora a che fare con l’Imu. La rata dell’Imu è stata cancellata per 19,7 milioni di prime case, ma ci sono molte altre categoria di immobili per i quali i proprietari dovranno comunque pagare.

Sospensione prima rata Imu – Chi non paga

In sostanza, la rata dell’Imu prevista per il 16 dicembre 2013, è stata cancellata per tutti i contribuenti proprietari di immobili che hanno già usufruito della sospensione di giugno, quindi non pagheranno le

– prime case e relative pertinenze,

– terreni agricoli,

– immobili rurali strumentali e case popolari.

– terreni incolti e i fabbricati rurali, solo se regolarmente iscritti a Catasto.

Sospensione prima rata Imu – Chi paga

La cancellazione della rata di settembre dell’Imu non riguarda tutte le categorie di immobili. Nello specifico, il Governo ha previsto che la rata del 16 settembre 2013 dovrà essere pagata dai proprietari di case signorili, ville e palazzi (categoria catastale A/1) e i per i proprietari di seconde e terze case.

Gli immobili a scopo abitativo sui quali si continuerà a pagare l’Imu sono quelli definiti di pregio, ossia le case iscritte al Catasto nelle seguenti categorie:

Categoria A/1: abitazioni di tipo signorile, che comprende immobili appartenenti a fabbricati ubicati in zone di pregio con caratteristiche costruttive, tecnologiche e di rifiniture di livello superiore a quello dei fabbricati di tipo residenziale;

Categoria A/8, abitazioni in ville, cioè immobili caratterizzati dalla presenza di parco e/o giardino, edificate in zone urbanistiche destinate a tali costruzioni o in zone di pregio con caratteristiche costruttive e di rifiniture, di livello superiore all’ordinario.

Categoria A/9, castelli, palazzi di eminenti pregi artistici o storici, quegli immobili la cui struttura, ripartizione degli spazi interni e dei volumi edificati non sono comparabili con le Unità tipo delle altre categorie. Rientrano nella categoria anche le altre unità dell’immobile, anche se funzionalmente indipendenti.

 Novità sulle locazioni nella riforma dell’IMU

Nessuna esenzione per i capannoni industriali

Amaro in bocca per i proprietari di capannoni industriali che si vedranno costretti a pagare l’Imu su quelli che sono a tutti gli effetti degli strumenti di produzione. Il governo ha confermato il pagamento della rata di settembre per gli imprenditori italiani, che ancora una volta non vedono rispettate le loro richieste. Dopo la cancellazione dell’Imu per i terreni agricoli gli imprenditori avevano sperato che lo stesso trattamento sarebbe stato riservato anche a loro, ma non è stato così e il 16 settembre l’appuntamento con il Fisco è anche per loro.

Magra consolazione la possibilità per i professionisti e gli artigiani di portare in detrazione sulla dichiarazione dei redditi fino al 50% della spesa sostenuta per il pagamento dell’IMU 2013 per gli immobili utilizzati a fini strumentali.

La scadenza

La scadenza per il pagamento dell’Imu è per il 16 settembre, la cui aliquota sarà stabilita del comune.

Evitare le imposte sulle case inabitabili

 L’Imposta municipale sugli immobili riguarda tutte le case. Chi possiede un bene immobile è stato chiamato l’anno scorso a rapporto dal Fisco per pagare l’imposta che sostituisce l’ICI. Per il 2013 la situazione è ancora tutta da chiarire visto che in Parlamento e in seno al Governo non c’è ancora molta chiarezza sull’imposta.

Il legame tra Service Tax e IMU

Alcuni partiti sono intenzionati a sospendere e poi abolire questa tassa ma il governo Letta è cauto per via della mancanza di fondi in grado di sostenere economicamente il buon proposito. Si solleva quindi la protesta delle imprese che non sono state esonerate dal pagamento della rata IMU di giugno come le famiglie.

Imprese e famiglie sul pagamento dell’IMU

Qualora fossimo chiamati alla cassa tra qualche settimana, c’è da chiedersi se c’è un modo per risparmiare qualche euro. Sicuramente sì ma sempre per alcune categorie d’immobili. Chi possiede ad esempio un appartamento fatiscente che non è più abitabile o chi ha ricevuto in eredità o acquistato illo tempore un rudere con l’intenzione di ristrutturarlo, si trova per le mani dei beni immobili non abitabili.

Consegnando una dichiarazione ad hoc al comune di appartenenza è possibile chiedere la riduzione delle imposte. In alternativa si può chiedere di modificare l’accatastamento di questi immobili dai quali comunque non si percepisce un reddito ed evitare di pagare l’imposta.

Imprese e famiglie sul pagamento dell’IMU

  Il PD va allo scontro sull’IMU e dichiara di non essere disposto ad accettare un ultimatum sulla tassa, costi quel che costi. In più il PD ribadisce che non è pensabile d’istituire un’altra tassa per sopperire alla mancanza d’introiti dell’IMU che sulle famiglie, in quest’anno di ripresa, dovrebbe incidere per circa 430 euro.

Gli albergatori, sostenuti dalla CGIA dichiarano di essere stati i più colpiti dall’imposta. Il problema è stato nel fatto che è stato rimandato il pagamento soltanto per alcune categorie di contribuenti, da cui erano escluse le imprese. Queste hanno già versato, infatti, ben 9,3 miliardi di euro.

Le famiglie non se la passano certo meglio, quanto a tasse, visto che oltre ad arrivare presto al pagamento dell’IMU, saranno bersagliate anche da un’altra imposta, la Tares che va ad incrementare la tassazione del 17,6 per cento.

Rincari IVA pronti al via

Le associazioni di categoria, in questo momento, sono sul piede di guerra. La prima a parlare riscuotendo un discreto seguito è Confartigianato che spiega come nel passaggio dall’ICI all’IMU, gli italiani abbiano tirato fuori dalle loro tasche circa 14,5 miliardi in più. Le imprese, in particolar modo, stanno subendo la situazione, visto che dall’inizio del 2013 hanno già pagato l’8,3 per cento in più di tasse rispetto all’anno scorso.

Rincari esagerati, prossimi a 300 per cento, sono previsti per le pizzerie al trancio e per le pasticceria in virtù dell’introduzione della Tares.

Il PD va allo scontro sull’IMU

 Dal punto di vista dei cittadini, sapere di non dover più pagare l’IMU è senz’altro confortante visto che si potrebbe incrementare, anche per poco, il potere d’acquisto delle famiglie rilanciando i consumi stagionali. Dal punto di vista della politica, però, la situazione è più complessa visto che abolire o rimandare ancora l’IMU costringe il governo a trovare nuovi fondi per la manovra, fondi che adesso sembrano impossibili da reperire.

Imprese e famiglie sul pagamento dell’IMU

La questione IMU che ha già caratterizzato la campagna elettorale, adesso minaccia di essere il quid determinante per la stabilità del Governo. Il PD che finora è stato sulla difensiva, ha preso tempo ed ha provato a spiegare perché è difficile fare tutte le riforme fiscali adesso, sia quella dell’IMU che quella dell’IVA, passa all’attacco.

Rincari IVA pronti al via

La politica serra i denti e questo asserragliamento non piace proprio ai mercati. Il PD ribadisce che sull’imposta municipale sugli immobili, non intende accettare scadenze ed ultimatum e poi prova a spostare l’attenzione sui “soliti” temi caldi dell’autunno. La tassa, insomma, passa in secondo piano perché sono prima da risolvere i problemi legati alla scuola, alla cassa integrazione e alle aliquote IVA che comunque influiscono sul costo dei beni.

All’IMU si ribellano anche gli albergatori che dichiarano di essere i più tartassati.

Decreto Imu e reintroduzione dell’Irpef fondiaria – Quanto si pagherà per la seconda casa?

 Il Governo Letta sta definendo gli ultimi dettagli del Decreto Imu, il decreto che dovrà sancire, in via ufficiale, la cancellazione della seconda rata dell’Imu. Si tratta di un provvedimento importante che andrà a vantaggio dei proprietari di una sola casa utilizzata come abitazione principale, ma non di chi possiede una casa al mare o in montagna o comunque  una casa non affittata.

► Imprese e famiglie sul pagamento dell’IMU

Infatti, si pensa che per il reperimento delle risorse necessarie per la cancellazione dell’Imposta Municipale sugli Immobili, circa 2,4 miliardi di euro, sia necessario reintrodurre l’Irpef fondiaria sulle abitazioni non locate, ossia una tassa che colpisce la rendita catastale degli immobili, norma che era stata cancellata dal provvedimento preso dal Governo Monti che ha introdotto l’Imu.

Lo stesso problema si presenterà al Governo, a prescindere della reintroduzione o meno dell’Irpef fondiaria, per la cancellazione anche della seconda rata dell’Imu, per la quale il governo ha preso un impegno politico. I tempi sono stretti e servono circa altri due miliardi di euro, che si dovranno cercare da altre parti.

 Novità sulle locazioni nella riforma dell’IMU

La novità è che, se la tassa verrà introdotta con l’entrata in vigore del Decreto Imu, si applicherà solo al 50% della rendita catastale totale, da applicarsi con effetto retroattivo a tutto il 2013 (come se la norma fosse entrata in vigore il 1 gennaio 2013).

Cos’è e come funziona l’Irpef sulle rendite catastali

Se verrà approvata anche in sede di CdM, le rendite catastali derivanti dal possesso di immobili ad uso abitativo saranno tassate – il contribuente vedrà il conto da pagare in sede di presentazione del Modello unico o del 730 – come so fossero dei redditi del contribuente. Ma la tassa verrà applicata solo al 50% della rendita catastale dell’immobile, che subirà una rivalutazione del 5% se l’abitazione è residenza di un familiare o di un comproprietario e del 33,3% se l’immobile è tenuto a disposizione (come, appunto, le case al mare o  in montagna).

 Il legame tra Service Tax e IMU

Quindi, quanto si potrebbe pagare di Irpef fondiaria?

Se il testo del Decreto Imu verrà pubblicato in Gazzetta Ufficiale così com’è, ossia con la reintroduzione dell’Irpef fondiaria, i contribuenti che hanno una seconda casa si troveranno a dover sborsare un bel po’ di euro.

Case sfitte

Se il contribuente  è in possesso di una casa nella quale non abita e che non ha dato in uso a nessun altro, come accade per le case vacanza che sono tenute a disposizione, considerando 1.000 euro di rendita catastale, che saranno considerati come reddito e come tali assoggettati a tassazione, l’imponibile risulterà di 698 euro.

I dettagli degli aumenti li ha ipotizzati il Corriere della Sera, prendendo in considerazione diverse tipologie di immobili in 8 grandi città italiane: per un trilocale di 8o metri quadri classificato in classe catastale A/3 e posseduto da un contribuente con altri redditi imponibili per 30 mila euro, l’incremento rispetto all’Imu versata nel 2012 va dai 94 euro di Palermo ai 368 euro di Roma; se si considera, invece, un immobile di quattro locali di circa 110 metri in classe A/2, di proprietà di un contribuente con un reddito di euro, l’aumento va dai 204 euro a Palermo gli 828 di Torino, con Milano che farebbe registrare un + 677 euro e Roma + 635.

► Le principali novità della riforma del catasto

Case date ai figli

Se si ha una seconda casa di proprietà, considerando una rendita catastale pari a 1.000 euro, ma invece di tenerla a disposizione la si dà in uso, ad esempio, ad un figlio, l’imponibile del contribuente in fase di dichiarazione dei redditi potrebbe aumentare di 525 euro.