Italia tra IMU ed ESM

 L’Italia, in questo momento, è uno dei paesi che maggiormente è tenuto sotto scacco dal perdurare della crisi. Se la situazione globale non fosse così dura, forse il nostro paese non sarebbe a rischio bancarotta. Eppure persistono delle “contraddizioni” sulla gestione del denaro pubblico e sulle scelte fatte a livello politico e monetario.

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Ad aprile, infatti, l’Italia ha pagato circa 2,8 miliardi di euro al Fondo Salva Stati, l’ESM. Nello stesso tempo il Governo è andato alla ricerca dei soldi per far sì che migliorino le condizioni di vita dei cittadini italiani che sono messi alle strette da un’elevata pressione fiscale.

Nell’agenda del nuovo governo, per esempio, è stata inserita l’abrogazione dell’IMU, la riduzione del sistema di tassazione sul lavoro e la modifica del meccanismo della casa integrazione. Per mettere in atto tutti questi buoni propositi servono un bel po’ di fondi che l’Italia, oggi, non ha a disposizione.

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Servono infatti tra i 5 e i 6 miliardi di euro. Per trovarli si dovrà sicuramente ricorrere ad una nuova spending review e si dovranno usare i soldi del fondo del Tesoro da destinare alle imprese.

Ricordiamo che per il Fondo Salva Stati il nostro paese è tenuto al versamento di circa 125 miliardi di euro in 5 anni.

 

Il congelamento dell’IMU ricadrà sulle imprese?

 Negli ultimi giorni si è discusso molto in merito all’ imminente congelamento della rata IMU di giugno sulla prima casa, che il Governo Letta si appresta a ratificare a breve tramite decreto.

Ma in merito a questa questione gli esperti del Sole 24 Ore si sono chiesti se questo provvedimento, acclamato come liberatorio dalle famiglie proprietarie di casa, non finisca poi per ricadere e pesare sulle spalle delle imprese.

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Gli immobili destinati alle attività produttive, infatti, non andranno a beneficiare della sospensione dell’ acconto IMU di cui beneficeranno invece i proprietari di prima casa. Di conseguenza, potrebbe verificarsi una situazione in cui le aziende che hanno la loro sede produttiva nelle grandi città italiane potranno essere soggette a pagare fino al 50% in più di quanto pagato in precedenza.

Baretta rassicura i Comuni sui soldi dell’IMU

Le cause di questo improvviso incremento della pressione fiscale per le imprese sarebbero da ravvisare nel nuovo aumento dei moltiplicatori –  i parametri per calcolare l’ imposta municipale – previsto dal decreto Salva Italia del 2011 e dall’ aumento delle aliquote locali.

La stessa situazione potrebbe poi venire a verificarsi anche per le attività turistico – alberghiere, mentre un po’ più in basso si terranno le attività commerciali, che potranno essere soggette a rincari fiscali solo fino al 40%.

Baretta rassicura i Comuni sui soldi dell’IMU

 Il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta ha rilasciato al Messaggero una intervista in cui ha chiaramente assicurato che il Governo troverà i soldi necessari per la compensazione del congelamento della rata IMU di giugno.

Dai dividendi dello spread le risorse per l’IMU e la Cig

Come è noto, infatti, il provvedimento che il Governo Letta si appresta a breve a ratificare tramite decreto, avrà un costo complessivo di 2 miliardi di euro, 2 miliardi su cui le amministrazioni locali e i Comuni italiani sperano di poter contare, chiedendo garanzie in merito.

Il vero costo dell’IMU

Il sottosegretario ha inoltre affermato che il blocco dell’ IMU di giugno non dovrà assolutamente costringere le amministrazioni ad operare tagli sui servizi ai cittadini, altrimenti l’ intero provvedimento rischierebbe di trasformarsi in uno svantaggio.

I Comuni, ha continuato il sottosegretario, dovranno considerare la compensazione IMU come un anticipo di cassa che la futura legge di Stabilità avrà il compito di risolvere e definire, una volta che l’ Italia sarà uscita dalla procedura europea.

Per quanto riguarda, invece, il rifinanziamento della Cig, la Cassa Integrazione in deroga, Baretta ha confermato la necessità del recupero di circa 1 miliardo e mezzo di euro, come già annunciato da altri esponenti del Governo e la volontà di quest’ ultimo di procedere per gradi, in modo da non rendere necessaria alcuna manovra aggiuntiva.

Dai dividendi dello spread le risorse per l’IMU e la Cig

 Il Ministro dell’ Economia e delle Finanze Fabrizio Saccomanni ha riferito ieri in Senato nel corso della discussione per l’ approvazione del Def, il Documento di economia e finanza, facendo luce su una eventuale possibilità per il recupero di quelle risorse necessarie a finanziare i provvedimenti – e le emergenze – del Governo Letta.

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Il Ministro ha infatti suggerito che l’ attuale calo dello spread, ovvero del differenziale tra i titoli italiani e quelli tedeschi, unito alla relativa calma dei mercati finanziari e alla riduzione dei tassi di interesse delle ultime settimane, potrebbero fornire alle finanze pubbliche italiane quelle risorse utili a finanziare, ad esempio, il congelamento dell’ IMU e le nuove erogazioni relative alla Cig, la Cassa Integrazione in deroga.

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Ma allora, sulla base delle ottimistiche previsioni del Ministro Saccomanni, quanti  soldi sarebbe in effetti possibile recuperare dal calo dello spread? Dal momento che il Def è stato redatto dal Governo Monti nel mese di aprile quando lo spread si collocava su circa 308 punti, i soldi che in previsione sarebbe possibile recuperare nei prossimi 3 anni ammonterebbero fino a 7 miliardi (entro il 2015).

Una cifra considerevole, dunque, che permetterebbe all’ Italia di risolvere non pochi problemi relativi al recupero delle risorse. Purché lo spread resti, appunto, lì dove si trova ora, cioè sotto i 260 punti.

Per Squinzi è necessario detassare il costo del lavoro

 Mentre il nuovo esecutivo guidato da Enrico Letta si prepara, nel corso di questa settimana, a sciogliere, almeno in via preliminare, il problema rappresentato dalla sospensione dell’ IMU, il Presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, sposta l’ attenzione su un’ altra grave emergenza del Paese:  quella dell’ eccessivo costo del lavoro.

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Per il Presidente dell’ Unione degli industriali italiani, infatti, sarebbe decisamente più importante intervenire per detassare il costo del lavoro piuttosto che quello della casa, dal momento che in questo momento la vera priorità per il Paese è quella di dare nuova linfa al mercato del lavoro e far ripartire la crescita.

Le priorità per il nuovo governo secondo Squinzi

A proposito di questo tema, dunque, Giorgio Squinzi ha ricordato, dal Politecnico di Milano, dove era ospite in occasione del 50enario del conferimento del Premio Nobel a Giulio Natta, che Confindustria ha in passato avanzato la proposta di detassare del 9% il costo del lavoro attraverso la neutralizzazione dello stesso dal calcolo degli imponibili Irap. Per il Presidente questo è quindi un provvedimento che deve essere adottato e che avrebbe sicuri risultati positivi in questa direzione.

Squinzi ha poi dedicato anche un commento all’ ipotesi, spesso suggerita in questi giorni, della cosiddetta decrescita felice: a suo avviso si tratta di una soluzione impossibile, che andrebbe a distruggere lavoro e occupazione.

Il vero costo dell’IMU

 Probabilmente già nel corso di questa settimana – si parla forse di giovedì 9 Maggio – il Governo Letta emanerà il decreto legge con cui verrà ufficialmente autorizzata la sospensione della rata di giugno dell’ IMU, l’imposta municipale che è ormai uno dei nodi da sciogliere del nuovo esecutivo.

Il programma di Letta su Imu e occupazione

E’ intenzione del nuovo Governo, infatti, tamponare attraverso il decreto una situazione che merita una attenta e approfondita revisione, quella dell’ intero sistema tributario italiano, immobili compresi, a cui il Parlamento dedicherà le sue attenzioni probabilmente in autunno, di pari passo con la Finanziaria, cercando di arrivare ad una soluzione più equa e definitiva.

Una service tax al posto dell’IMU?

Il congelamento dell’ IMU di giugno, ormai è noto, costa all’ incirca 2 miliardi, mentre se si volesse abolire l’ intero prelievo si arriverebbe ad un totale di 4 miliardi.  Ma quanto pagano, e hanno pagato, in realtà, famiglie e imprese per far fronte al prelievo IMU?

L’ IMU ha prodotto nel 2012 un gettito complessivo da 23,7 miliardi di euro, con una spesa media da 918 euro, all’ interno della quale sono compresi, tuttavia, anche gli oneri delle grandi aziende.  Le famiglie italiane, in questo quadro, cioè 16 milioni di nuclei familiari, hanno pagato di media 225 euro l’ anno, cioè circa 61 centesimi al giorno, anche se con piccole differenze sulla base della città di residenza – aliquote comunali e rendite catastali – e del proprio reddito, se si tratta di prima casa.

Serve una manovra da 6 miliardi?

 Dopo alcune settimane dall’ insediamento del nuovo esecutivo, sono ormai chiare le urgenze e le emergenze su cui il nuovo Governo è già al lavoro: prima di tutto la sospensione della rata di giugno relativa all’ IMU, l’imposta municipale sugli immobili, poi il blocco dell’ aumento dell’ aliquota dell’ Iva al 22% che dovrebbe scattare nel mese di luglio, e, infine, il necessario rifinanziamento della Cig, la Cassa Integrazione in deroga.

Il programma di Letta su Imu e occupazione

A conti fatti, tuttavia, messi a bilancio i 2 miliardi necessari per la moratoria sull’ acconto Imu di giugno, i 2 miliardi necessari per bloccare l’ aumento dell’ IVA, nonché quel miliardo e mezzo necessario per rifinanziare la Cig, il Governo Letta si troverà a breve nella necessità di recuperare un totale di circa 6 miliardi.

Nuove manovre nel 2015

Sei miliardi che, come ha avvertito lo stesso Raffaele Bonanni, il segretario generale della CISL, vanno trovati entro la fine di Maggio.

Sembra così profilarsi all’ orizzonte la necessità che l’ esecutivo si impegni in una piccola manovra, un intervento certo minimale, le cui modalità non sono però ancora del tutto chiare, ma che verranno certo chiarite nei prossimi giorni. Nel frattempo si aspetta, proprio a partire da oggi, l’ approvazione definitiva del Def.

Una service tax al posto dell’IMU?

 Si chiamerà, con ogni probabilità, Ics, cioè imposta sulla casa e sui servizi. E’ la nuova service tax su cui sono già a lavoro gli uomini della squadra di Enrico Letta, e che, da qui a pochi mesi, dovrà andare a riscrivere l’ assetto basilare del mondo dei tributi italiani: in altre parole, il dopo – IMU.

Nella nuova imposta di tipo comunale, infatti, dovranno confluire sia la rimodulazione o cancellazione –  a partire dal 2014 – della famigerata IMU, il cui pagamento, almeno per la rata di giugno, sarà sospeso a breve tramite decreto legge, come affermato proprio ieri dallo stesso Presidente del Consiglio, sia la futura Tares sui rifiuti, nonché l’ imposta di registro e l’addizionale regionale Irpef.

Il programma di Letta su Imu e occupazione

Il risultato finale, per un gettito totale di circa 4 miliardi, sarà appunto una nuova tassa ripensata sulla base del modello tedesco, che ingloba diverse pertinenze, e che in minima parte peserà non solo sui possessori degli immobili, ma anche sugli affittuari. Ci sarà, poi, anche una mini patrimoniale per coloro che possiedono abitazioni di pregio.

> Una nuova tassa comunale al posto dell’Imu?

La nuova Ics sarà basata sulle rendite catastali, ma beneficerà di agevolazioni e detrazioni per carichi di famiglia, mentre la mini patrimoniale servirà a coprire la cancellazione dell’Irpef e peserà sulle spalle dei possessori di beni di lusso dal valore di oltre un milione e mezzo di euro.

Per Berlusconi l’Imu è un danno per l’economia

 Per Silvio Berlusconi l’ IMU, e insieme ad essa tutte le altre tasse sulla casa, costituirebbero un grave danno per l’ economia. E’ questa, infatti, una delle dichiarazioni che il cavaliere ha rilasciato, ieri, in una intervista al TG4.

E’ certo ormai noto a tutti che, a partire dalle roboanti promesse fatte durante il corso della campagna elettorale, gli esponenti del Pdl sono stati sempre favorevoli non solo ad una abrogazione dell’ imposta municipale sulla prima casa, ma anche alla restituzione di quanto, in relazione a quello stesso tributo, era già stato versato e contabilizzato nel 2012.

Una nuova tassa comunale al posto dell’Imu?

La dichiarazione di Silvio Berlusconi, dunque, arriva come l’ ennesima riproposizione di un quasi ormai trito cavallo di battaglia partitico. La novità è che forse il discorso ha assunto, in questa ultima intervista, toni dalla parvenza giuridica e macroeconomica.

Dove trovare i soldi per il rinvio dell’IMU

Il cavaliere si è infatti appellato al principio secondo cui la prima casa costituisce il bene più sacro e il pilastro più fermo per la costruzione della ricchezza delle famiglie. Toccare la prima casa per mezzo della pressione fiscale, indurrebbe, secondo Berlusconi, paure e incertezze nelle famiglie, che di conseguenza sarebbero portate a ridurre drasticamente i consumi e a non fare più investimenti. Ecco perché, a detta del cavaliere, l’ IMU sarebbe una tassa ingiusta e dannosa per tutta l’ economia.

Il programma di Letta su Imu e occupazione

 Dalle telecamere di “Che tempo che fa” il Presidente del Consiglio Enrico Letta ha fatto ieri sera su Rai 3 il punto della situazione su tutte le principali questioni che travagliano il nuovo esecutivo.

> Una nuova tassa comunale al posto dell’Imu?

Tra i numerosi argomenti trattati, all’ interno dei quali un certo spazio è stato riservato anche a Europa, lotta alla mafia e cultura, campeggiano, però, i due temi di maggiore urgenza per il Paese, ovvero la ripresa dell’ occupazione – per ridare speranza ad un mercato del lavoro, ed ad una economia che versa da tempo in condizioni negative – e la questione dell’ IMU, al centro ormai da giorni delle prime mosse del Governo.

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Per quanto riguarda l’ IMU, dunque, per Letta si tratta di una tassa che va comunque superata e non di una prerogativa del Centro Destra. La sua rivisitazione, però, sarà compresa all’ interno di un ben più ampio piano sulla casa,  con misure relative anche ad incentivi per gli affitti e per le ristrutturazioni.

Sul fronte del mercato del lavoro, inveceil Presidente del Consiglio ha annunciato l’ urgente rifinanziamento, già nei prossimi giorni, della Cassa Integrazione in deroga (Cig), che sarà coperta attraverso lo stesso provvedimento con cui si ratificherà il congelamento della rata di giugno dell’IMU. A giugno, inoltre, la proposta di un grande piano europeo per il rilancio dell’ occupazione.