Imu sì o Imu No? Il duello Monti-Berlusconi

 Ieri mattina in conferenza stampa il premier dimissionario Mario Monti ha presentato la sua Agenda per il rilancio dell’economia italiana. Tra le tante cose di cui ha parlato, uno dei punti più dibattuti è stato quello dell’Imu.

Nella sua Agenda la tassa sulla casa deve rimanere, almeno per gli anni in cui è stata già prevista: chiunque proponga una sua eliminazione sta solo cercando consensi per le elezioni (che dovrebbero tenersi il 24 febbraio 2013), ma una volta al governo, dovrà fare marcia indietro e applicare un’altra tassa che potrebbe anche essere il doppio di quella già esistente.

Mario Monti si stava riferendo alle parole di Silvio Berlusconi, che in questi giorni di incertezze riguarda ad una sua nuova discesa in campo, ha promesso agli italia che nel suo programma ha la precedenza l’eliminazione dell’imposta sulla casa. Il Cavaliere avrebbe già pronto un disegni di legge – nel caso di nuova elezione entrerà subito in vigore – per l’abrogazione dell’Imu, i cui introiti saranno trovati da altre fonti.

Nel suo programma Berlusconi vede la possibilità di ricavare lo stesso gettito fiscale tassando maggiormente giochi, lotterie, tabacchi, alcolici e la birra, tutte tasse che inciderebbero molto di meno sulla vita degli italiani.

 

Dichiarazione interattiva Imu: il modello da compilare

 La maggior parte degli italiani hanno pagato la terza e ultima rata dell’Imu e, per chi non l’avesse ancora fatto, c’è la possibilità di pagare con un piccola maggiorazione, quello che è stato chiamato il ravvedimento operoso, ancora per qualche giorno, dopodiché scatteranno delle percentuali più alte per la mora.

Ma non basta aver pagato l’Imu. Ora è necessario fare anche la dichiarazione, anche se non tutti gli italiani hanno questo obbligo.

Le modalità per la dichiarazione dell’Imu, che dovrà essere fatta entro e non oltre il 4 febbraio del 2013 sono tre:

1. consegna diretta al Comune di residenza:
2. spedizione con raccomandata senza avviso di ricevimento;
3. invio telematico attraverso un indirizzo di posta elettronica certificata.

E’ questa la novità resa disponibile in questi ultimi giorni dal Ministero dell’Economia. La procedura è molto semplice. Dal sito del Ministero dell’Economia si può scaricare il modello editabile per la dichiarazione dell’Imu e poi compilarlo in tutti i suoi campi. E’ possible farlo da un qualsiasi computer o tablet. A procedura terminata, il modello va inviato all’indirizzo mail indicato attraverso una casella di poste elettronica certificata.

Dal Ministero delle Finanze arriva una raccomandazione per la compilazione: la data di presentazione della dichiarazione corrisponde al giorno di invio e non quello di ricezione da parte dell’ente.

Il modelle della dichiarazione editabile si può scaricare da questo indirizzo: www.finanze.gov.it.

 

Il nuovo tributo si chiama TARES

 Sommare la tassa sui rifiuti alla tassa sui cosiddetti servizi indivisibili, denominazione nella quale rientrano ad esempio i costi per l’illuminazione delle città, oppure per la polizia municipale. Questo è l’intento del governo che ha già creato la nuova imposta.

La tassa al debutto dal 2013 si chiamerà TARES e sarà una tassa sui rifiuti e sui servizi indivisibili, in sostituzione delle “vecchie” Tarsu e Tia. Il tributo si potrà pagare in un’unica soluzione a giugno. L’ultima parola sui calendari dei pagamenti e soprattutto sulle scadenze che erano state fissate a gennaio, spetta comunque ai comuni.

Le amministrazioni locali sono state dotate di un’autonomia tributaria ma devono comunque rispettare alcuni paletti governativi. Per esempio devono dare la possibilità di pagare tutto il tributo a giugno, ma se volessero anticipare qualche scadenza, comunque, non devono collocare la prima rata prima del mese si aprile.

Il vincolo vale soltanto per il 2013. Dall’anno dopo, infatti, a regime di libertà di decisione, i sindaci potranno scegliere autonomamente il calendario dei pagamenti.

La TARES riguarda tutti coloro che occupano un immobile oppure un’area a qualsiasi titolo. La tassa si calcola sull’80 per cento della superficie catastale e saranno usate come riferimento le superfici già comunicate ai fini Tarsu e Tia.

L’IMU diventa municipale

 Dopo la reintroduzione dell’imposta sugli immobili, per i cittadini c’è stata molta confusione, legata soprattutto al fatto che si voleva interpretare l’IMU come una versione rivisitata e corretta dell’ICI. In effetti qualcosa in comune, queste due imposte, ce l’hanno ma l’IMU cambierà pelle ancora nel 2013.

Se vi siete avvalsi dell’aiuto di un Caf per il calcolo dell’IMU e per la compilazione dell’F24 necessario al pagamento dell’imposta, avete notato l’inserimento di due codici distinti per far sì che una parte dei soldi fosse versata allo Stato e l’altra rimanesse nelle casse del Comune. Ma come? L’IMU non è un’imposta municipale?

La risposta è affermativa se si guarda al 2013, anno in cui l’IMU diventerà municipale di nome e di fatto. Il secondo anno di vita dell’IMU, dunque, sarà caratterizzato dalla trasformazione dell’imposta. Gioiscono i sindaci che si vedranno recapitare per intero nel portafoglio comunale il gettito legate alle abitazioni.

Lo Stato non resterà a bocca asciutta ma conserverà il gettito sui capannoni e sugli opifici.

Ne guadagnano tanto i cittadini anche in termini di semplificazione degli adempimenti, visto che sul prossimo F24 si dovrà inserire un solo codice tributo e le aliquote di partenza saranno ancora le stesse: lo 0,4 per cento sulla prima casa e lo 0,76 per cento sulle altre case.

Cosa cambia per l’Italia a livello di tassazione

 Gli italiani, ascoltando le relazioni sulla legge di stabilità, non avrebbero assolutamente voluto apprendere i cambiamenti relativi alle tasse locali. Dopo una serie di premesse, il sacrificio chiesto agli italiani, per il 2013, passa anche dal pagamento dei super addizionali.

Il 2012 chiude all’insegna dei rincari. Per i Comuni è arrivato il momento di battere cassa e non soltanto attraverso l’IMU ma anche attraverso l’estensione degli addizionali che si applicano al reddito e finiscono per ridurre la ricchezza a disposizione delle famiglie.

Con la legge di stabilità, quindi, l’aumento delle detrazioni per i figli a carico, potrebbe essere polverizzato dall’aumento del prelievo fiscale.

Gli effetti delle decisioni dei primi cittadini saranno immediatamente palpabili nelle buste paga di gennaio che dovranno recepire gli aumenti delle addizionali. Secondo una relazione fatta sui database del dipartimento delle Finanze, si scopre tra l’altro che quasi un comune su tre ha aumento l’addizionale IRPEF per i suoi cittadini.

I comuni in cui sono stati decisi gli aumenti sono 2482, di questi, 211 applicano l’addizionale per la prima volta. In 2278 comuni il passaggio da un anno all’altro non determinerà aumenti e in soli 31 comuni con l’arrivo del nuovo anno ci saranno degli sconti.

Se poi vogliamo guardare soltanto ai capoluoghi di provincia, scopriamo che nel 51,5% dei casi c’è un aumento del prelievo fiscale tramite gli addizionali.

La Tares costa più dell’Imu

Saldata l’ultima rata dell’Imposta Municipale Unica, inerente alla prima abitazione, c’è da fare i conti con la Tares. La nuova tassa sui rifiuti che debutta a gennaio e sarà pagata ad aprile 2012 è la diretta prosecuzione di due esborsi, sommati e rimessi a nuovo con un nuovo nome. Cambia la nomenclatura ma non il peso nelle nostre tasche che, anzi, aumenta.

Il tempo di respirare un po’ (grazie all’emendamento alla legge di Stabilità deciso dal governo che ha permesso qualche mese in più prima del primo esborso) e poi i contribuenti dovranno fare i conti con i rifiuti che costano più della casa. La tregua, dunque, ci sarà e sarà parallela al periodo di campagna elettorale. Quasi un sotterfugio per non mettere sotto pressione gli italiani destinati a votare i propri governanti.

Ad aprile, ufficialmente, Tarsu (tassa sullo smaltimento dei rifiuti solidi urbani) e Tia (tariffa sull’igiene ambientale) lasceranno il posto alla Tares. Ad introdurla inizialmente fu Berlusconi, soltanto che la Tares è salita in auge all’interno del Decreto Salva-Italia promosso dodici mesi fa dall’esecutivo Monti. Il varo è avvenuto dunque da un anno, ma se ne parla da poco poiché finora tutta l’attenzione è stata rivolta all’Imu.

Gli esperti del sindacato Uil non hanno dubbi. Con ogni probabilità il destino della Tares è quello di diventare il nuovo incubo degli italiani. Essa potrebbe pesare più dell’Imu sulla prima casa. Una famiglia che abita in una normale abitiazione (classe ‘media’) ha già pagato 275 euro di Imu. Ora, però, dovrebbe versarne 305 di Tares. Per la vecchia Tarsu ci volevano invece ‘solo’ 225 euro. Si registra dunque un extra di ben ottanta euro.

I conti dell’IMU

 L’imposta sulla proprietà degli immobili è stata una delle imposte maggiormente criticate dai contribuenti che avevano beneficiato dell’abolizione dell’ICI voluta da Berlusconi e che si sono trovate a pagare l’imposta sulla casa con il governo Monti.

Il termine ultimo per il saldo dell’IMU è scaduto all’inizio della settimana e il malcontento è palpabile visto che la reintroduzione dell’imposta, nella maggior parte dei casi, ha impoverito il bilancio delle famiglie che si sono ritrovate a fare i conti con un portafoglio molto più leggero.

Se la tredicesima, come dicono gli analisti, è stata usata in gran parte per il pagamento dell’IMU, vuol dire che gli italiani avranno meno soldi a disposizione da spendere nei regali di Natale.

Il tema è stato approfondito molto sia dalla finanza che dai CAF. A livello finanziario ci si è concentrati sulle oscillazioni dello spread in seguito all’annuncio di Monti che ha deciso di lasciare le redini del governo subito dopo l’approvazione della legge di stabilità. Sembra che l’aumento dello spread della settimana scorsa abbia vanificato gli sforzi fatti per pagare l’IMU.

Per quanto riguarda i CAF, questi hanno fatto notare che un comune su 3 ha deciso di aumentare l’imposta sulla prima casa e questo vuol dire che a fare le spese della reintroduzione dell’IMU ci sono soprattutto i possessori delle seconde case. I tassi più “maggiorati” sono stati introdotti dalle città del centro Italia.

Troppe tasse scoraggiano acquisto immobili

L’Imu incide sull’acquisto degli immobili. Non è (ormai) una novità. Il prelievo patrimoniale che incide sugli immobili ha ormai da molto tempo allargato il suo raggio d’azione. Incide di gran lunga sul mercato immobiliare l’introduzione di diverse imposte. Un dato che contribuisce a colpire dal punto di vista psicologico gli acquirenti (e i presunti tali).

Così, il mercato delle compravendite rischia di corllare definitivamente. I dati in nostro possesso, aggiornati a novembre 2012, confermano tale tendenza. La paura di comprare casa c’è, e si sente. Il calo, per il momento, è superiore al 20%.

E’ opportuno sottolineare che non è solo l’Imu (e il suo pesante e salato pagamento) a pesare sulla scelta di effettuare un investimento nel settore del mattone. Due sono gli altri fattori per i quali gli acquirenti non agiscono oppure agiscono con estrema cautela.

– Le prospettive a breve termine del mercato immobiliare sono sinonimo di profonda crisi;

– C’è una forte concorrenza dei titoli di Stato.

Vediamo sia i pro che i contro:

Contanti

Pagare una casa (da 280.000 euro) in contanti, implica un’ulteriore spesa (di 5.000 euro) per le imposte agevolate e per la parcella del notaio. Una somma che va aggiunta al valore iniziale dell’investimento.

Mutuo

Se non si vuole pagare in contanti si deve ricorrere al Mutuo. Quest’ultimo potrebbe essere dedotto in maniera parziale dalle imposte sui redditi, ma comporta un lungo periodo in cui il proprietario dell’immobile si troverà in una situazione di perenne deficit.

Investimento

Anche per quanto riguarda l’investimento, dal punto di vista finanziario, la situazione non è delle migliori. Consideriamo l’ipotesi di acquistare in contante l’immobile per poi metterlo in affitto. Si registrerebbero delle elevate spese iniziali. Quando si incassano i canoni occorrerebbe calcolare l’incidenza Imu, nonché la cosiddetta ‘cedolare’ secca. Una tassa che porta via addirittura il 21% dei proventi.

Acquisto

C’è chi (raramente) acquista una casa per tenerla semplicemente a disposizione per sperare nel capital gain sul medio periodo. Una follia, se si pensa che andranno pagate tutte le spese ordinarie di gestione, nonché l’IMU (senza alcuno sconto sulle aliquote).

Il Parlamento Europeo approva l’Imu per la Chiesa

Ora che gli italiani sono in regola con il pagamento dell’Imu, il cui termine ultimo era fissato allo scorso 17 dicembre, il Parlamento Europeo prepara il ‘Si’ per la Chiesa.

Nella giornata di domani, da Bruxelles, potrebbero giungere importantissime novità in merito.

Di cosa si tratta?

La Commissione Europea è pronta a chiudere definitivamente la prassi di infrazione contro il nostro Paese circa le’senzione della vecchia Ici, la quale è stata fino ad ora garantita alla Chiesa.

Lo scenario sta per cambiare, dunque. Da domani, secondo fonti molto ben informate, la Commissione di Bruxelles dovrebbe e potrebbe cambiare le carte in tavola. Come? Le nuove norme approvate dal Governo Monti per il momento non violano le norme europee circa gli aiuti di Stato. Sarebbe stato così nel 2006, anzi dal 2006 in poi.

Ora, Bruxelles potrebbe sostenere un altro cammino: quello che si perpetua nel chiudere la via che porta al recupero delle somme dovute in precedenza. La motivazione? Si tratterebbe di un’operazione poco fattibile.

Il rischio c’è. Se la Chiesa pagasse l’Imu molte scuole cattoliche e molti centri no profit potrebbero decidere di chiudere, come sostiene Radio Vaticana, che ha lanciato una campagna (contro lo Stato e contro Bruxelles) al fine di proteggere le attività di settore.

Incasso record per l’Imu, allo Stato sono arrivati 24 miliardi di euro

 Scaduto il termine ultimo per il pagamento dell’Imu – per chi non lo ha fatto vale la pena affettarsi per poter usufruire degli sconti sulle multe con il ravvedimento operoso – le casse dello Stato traboccano di euro. Il gettito totale dell’imposta sulla casa è stato di 24 miliardi di euro, tre in più rispetto a quanto previsto dall’esecutivo.

Si tratta ancora di un bilancio provvisorio, i dati reali arriveranno solo il prossimo anno, ma, come detto anche dal ministro dell’Economia Vittorio Grilli, è possibile che il dato sia destinato a salire, proprio in virtù di tutti coloro che non hanno completato il pagamento della terza rata e che lo faranno in futuro aggiungendo all’importo base la penale per il ritardo.

Non si sa quanti saranno i soldi che entreranno nelle casse dello stato grazie ai ritardatari, ma, sempre nel’opinione di Grilli “le entrate superiori alle attese potrebbero essere salutari per i nostri conti“.

Secondo le stime del Sole 24 Ore il gettito totale dell’Imu è di 23,2 miliardi, dei quali 11,8 miliardi (quindi circa il 50% del totale) arrivano dalle regioni del Nord, 4,91 miliardi sono quelli derivati dal super saldo, cioè la terza rata la cui aliquota è stata decisa dai comuni, molti dei quali hanno optato per quella massima, e 980 milioni di euro arrivano dall’Imu sulle prime case.