Variazione dell’aliquota IMU

 L’IMU è una delle tasse più odiate dagli italiani che sono rimasti in ansia fino all’ultimo per conoscere se il comune nel quale risiedono ha esteso o meno l’aliquota da applicare all’immobile. Ci si chiede allora quali aliquote dell’IMU potessero modificare i comuni.

A rispondere ci ha pensato l’Agenzia delle Entrate nelle sue FAQ pubblicate sul sito ufficiale. La domanda posta era la seguente:

Per quali immobili il Comune può variare l’aliquota di base dell’Imu?

La risposta è complessa ma di facile comprensione. I Comuni hanno la possibilità di modificare l’aliquota di base dell’IMU e quindi hanno la possibilità di aumentarla o di diminuirla (quanti comuni hanno optato per questa seconda soluzione?) fino ad ottener una variazione di 0,3 punti percentuali.

Secondo l’articolo 13 del Decreto legge numero 201 del 2011, ci sono delle tipologie di immobili per i quali è stata definita un’aliquota agevolata che può essere comunque ulteriormente modificata. Facciamo qualche esempio.

Per le abitazioni principali e per le relative pertinenze, l’aliquota è modificabile di ben 0,2 punti percentuali. Per quanto riguarda i fabbricati rurali strumentali, invece, l’aliquota può essere riducibile di un’aliquota compresa tra lo 0,1 e lo o,2 per cento.

Si può ridurre dello 0,40% l’aliquota degli immobili non produttivi di reddito fondiario e per gli immobili posseduti dai soggetti passivi Ires e degli immobili locati.

 

Imu, anche la Chiesa dovrà pagare entro il 17

In qualche modo è una sorpresa. Certo è che Enti No Profit Chiesa dovranno pagare già da quest’anno l’Imposta Municipale Unica e dovranno farlo entro e non oltre il 17 dicembre come tutti gli italiani (25 milioni di proprietari).

A dare la notizia ufficiale è il Dipartimento Delle Finanze, il quale ha fugato ogni dubbio con  la diramazione di una circolare. A scanso di equivoci, qualcuno pensava o voleva pensare che la Chiesa avrebbe iniziato a pagare l’Imu da fine 2013, si paga già da quest’anno per tutti. Entro il 17. Chiesa e No Profit incluse.

Ad inquadrare per bene la situazione e i suoi effetti positivi è il Centro Studi di Confcommercio, il quale conferma anche la stangata fiscale in arrivo sulle tredicesime

“Un ciclone di tasse da quasi 10 miliardi in un mese, tra Imu, auto, canone Rai,  il doppio di un anno fa, con l’imposta sulla casa che traina il nuovo bottino. Al punto tale che  si calcola il gettito finale Imu in una forbice tra 24 e 28 miliardi, ovvero tra 3 e 7 in più delle stime del governo. Un tesoretto andrebbe usato  per scongiurare l’aumento dell’Iva tra sette mesi”.

Il presidente Giorgio Napolitano, nel frattempo, intervenendo al direttivo Anci in Campidoglio, si schiera per un ritorno totale dell’imposta sul territorio:

“C’è poco da fare, voi sindaci avete ragione: l’Imu deve andare ai Comuni e deve rappresentare la base della vostra autonomia”.

Report sulla crisi del mercato immobiliare

 Se ci sono due indicatori per il riconoscimento dell’entità della crisi economica, sono sicuramente la salute del mercato immobiliare e la salute del settore bancario. Se si comprano immobili, infatti, è facile che i cittadini abbiano ancora un po’ di liquidità a disposizione, se chiedono mutui, vuol dire anche che il settore bancario avrà clienti e profitti.

Una conseguenza che potremmo considerare logica e ci alza la palla per schiacciare un approfondimento sul settore immobiliare.

Le compravendite nei primi nove mesi dell’anno 2012 sono risultate in calo del 23,9 per cento. L’effetto immediato è stato un calo dei posti di lavoro nel settore edilizio, l’Ance parla addirittura di 360 mila posti di lavoro persi nel 2012 con prospettive poco entusiasmanti per il 2013.

L’anno prossimo, infatti, ci potrebbe essere un ulteriore calo degli investimenti nel settore immobiliare, pari al 3,8 per cento. A causare questo scenario critico, nel nostro paese, potrebbero esserci la reintroduzione dell’IMU che scoraggia l’investimento nel mattone e la stretta creditizia sui mutui che non mette sicuramente dell’olio negli ingranaggi che disciplinano il legate tra famiglie e banche.

Eppure i prezzi delle case stanno calando e questo particolare dovrebbe far intendere la convenienza del momento. Gli analisti, considerata anche la domanda di case, ritengono improbabile una nuova bolla speculativa.

17 dicembre: le scadenze fiscali

 Quali e quanti appuntamenti con il fisco sono previsti per il 17 dicembre? Sicuramente il più importante, quello che riguarda la maggior parte degli italiani è il saldo IMU.

Il versamento dell’Imposta Municipale Propria deve essere effettuato con il modello F24 telematicamente per i titolari di partita IVA, sia nelle banche, sia presso gli uffici postali, ma questa seconda possibilità sarà attiva soltanto dal primo dicembre in poi.

Molti gli appuntamenti per i sostituti d’imposta in questo caldo dicembre. Il 17, infatti, scade il pagamento della rata dell’addizionale regionale dell’Irpef trattenuta ai lavoratori dipendenti e pensionati sulle competenze del mese precedente.

I sostituti d’imposta devono anche versare le ritenute alla fonte su contributi, indennità e premi vari corrisposti nel mese precedente.

Una scadenza molto importante riguarda le imprese di assicurazione chiamate al versamento delle ritenute alla fonte sui redditi di capitale derivanti dagli scatti o dalle scadenze di polizze vita stipulate entro il 31 dicembre del 2000, escluse quelle per eventi di morte.

L’IMU interessa i cittadini ma anche gli enti pubblici, i proprietari o i titolari di altro diritto reale di godimento su beni immobili tenuti al pagamento dell’IMU. L’Erario distingue i codici tributo per i fabbricati rurali ad uso strumentale, per i terreni, per le aree fabbricabili e per gli altri fabbricati.

Tutte le altre scadenze si possono leggere in questa pagina.

Tutte le tasse del Governo Monti

Il Governo Monti ha spinto molto sulle entrate tributarie erariali, al punto da aumentare di 12.000 miliardi gli introiti nelle casse dello Stato. Le nuove imposte riguardano chi possiede una macchina aziendale, una seconda casa, chi investe i propri risparmi, nonché pensionati, dipendenti, liberi professionisti e imprenditori.

Mario Monti ha pensato a tutti. Le tasse istituite dal suo esecutivo saranno attive a partire dal gennaio del 2013 ed avranno effetto intorno al prossimo luglio. Il rischio è che le prestazioni sanitarie aumenteranno. Il Premier nei giorni scorsi ha lanciato l’allarme in merito.

Ecco, dunque, l’elenco di tutte le imposte previste dal Governo Monti, divise per settori:

TASSA SUI RIFIUTI

Iniziamo da una buona notizia. Non ci sarà più la Tarsu non ci sarà più, ma sarà sostituita da un’altra tassa: la  Tares. Come se non bastasse la Tares costerà molto di più. Va dunque in pensione la precedente imposta relativa ai rifiuti solidi urbani, rimpiazzata da una tassa che ingloba anche i “servizi indivisibili”: illuminazione, sicurezza, strade. La Tares sarà applicabile a tutti gli immobili in ragione di 30 centesimi a metro quadrato elevabili, se sarà il comune a deciderlo, a 40 centesimi. Tutti, dunque, pagheranno la Tares: aziende e proprietari di immobili. Per le aziende, secondo Confcommercio,la Tares rappresenta un aumento medio del 290 per cento rispetto a quanto pagavano precedentemente con la Tarsu.

Confcommercio da alcuni esempi per comprendere meglio i costi della Tares:

“Una pizzeria al taglio di 100 metri quadrati pagava 401 euro che nel 2013 diventeranno 3.038 euro. Un ristorante di 200 metri quadrati passerà da 802 euro a 4.734: quasi sei volte in più. Per quanto riguarda le abitazioni, il rincaro sarà come minimo di 32 euro l’anno, ma il conto finale dipende dall’esosità del comune”.

PENSIONI

Tagli alle pensioni: uno riguarda i poveri, uno i ricchi. Ecco la spiegazione degli esperti:

“Il decreto salva Italia stabilì il blocco della rivalutazione delle pensioni per la parte che supera di tre volte il minimo, cioè oltre i 1.440 euro lordi al mese. Il blocco ha riguardato il 2012 e si ripete nel 2013. E siccome nel 2013 è possibile (diciamo: probabile) che l’iva aumenti ancora, è possibile (diciamo: probabile) che aumenti anche l’inflazione rendendo più pesante la riduzione del potere d’acquisto. Il secondo intervento riguarda, invece, i ‘ricchi’. Chi riceve un assegno annuo superiore ai 90 mila euro pagherà una tassa di solidarietà del 5 per cento per la parte compresa fino ai 150 mila euro; del 10 per cento per la parte compresa tra i 150 mila e i 200 mila euro; del 15 per cento per chi incassa dai 200 mila euro l’anno in su. Certo, per i veri ricchi sarà più difficile gridare all’ingiustizia. L’ex presidente del Consiglio Giuliano Amato, per esempio, incassa ogni mese 31.411 euro, che fanno circa 376 mila euro l’anno, e pagherà un contributo di solidarietà di 26.500 euro circa. L’ex dirigente Telecom Mauro Sentinelli, che invece di euro ne incassa 90 mila al mese (avete letto bene: al mese), pagherà all’incirca 176 mila euro di contributo di solidarietà”.

IMMOBILI

Eccoci a parlare di Imu. Si pagherà lunedì 17 dicembre.

Ecco ci calcoli matematici da fare per capire quale saldo versare se si è proprietari di un secondo immobile:

“Su un’abitazione di categoria A2 e di 110 metri quadrati l’Imu da pagare, ha calcolato la Cgia di Mestre, è di 337 euro. Su una seconda casa dello stesso tipo l’imposta oscilla tra 798 e 1.113 euro. Mentre gli esercizi commerciali pagheranno in media 569 euro in più di quanto pagavano con la vecchia Ici. Gli uffici pagheranno 949 euro in più e le fabbriche addirittura 1.565 euro in più. E questo considerando l’ipotesi che i comuni applichino l’aliquota più bassa, perché se applicheranno quella più alta il proprietario di un capannone viene a pagare qualcosa come 3.844 euro. Inoltre nel 2013 cala il bonus fiscale sulle ristrutturazioni edilizie. A giugno di quest’anno il governo aveva aumentato dal 36 al 50 per cento la quota delle spese deducibile dalla dichiarazione dei redditi. Da giugno 2013 si torna al 36. Scende anche la quota detraibile per gli investimenti a favore del risparmio energetico (come, per esempio, i doppi vetri): dal 55 per cento attuale si passa, dal 1° gennaio, al 50 e poi, dal 30 giugno, al 36 per cento”

AFFITTI

Minori sconti per le case date in affitto. Perché? Perché su 1.000 euro degli euro incassati come canone d’affitto il proprietario precedentemente poteva dedurre dall’Irpef il 15 per cento (e quindi pagava le tasse sull’85 per cento del canone). Dal prossimo anno, però,  la quota deducibile scenderà al 5% e dunque le tasse si pagano sul 95 per cento di quanto si incassa.

TOBIN TAX

Discorso delicato, da affrontare leggendo il parere degli esperti e seguendo il filo del ragionamento:

“La tassa sulle transazioni finanziarie dovrebbe entrare in vigore il 1° gennaio 2013 (ma i tedeschi, dopo averla sponsorizzata, ora pensano di rinviarne l’applicazione al 2016). Contrariamente a quanto si crede, se venisse applicata anche ai titoli derivati (i titoli di stato ne restano esclusi, ma la discussione al Senato è ancora aperta), non servirà per fare pagare di più le banche e le istituzioni finanziarie, ma rischia di essere una rasoiata sui conti delle imprese. Se da una parte è vero che proprio questi titoli (ipersofisticati e di difficile lettura perfino per chi li vendeva, oltre che per chi li comprava) hanno amplificato la crisi finanziaria scoppiata in America nel 2008, dall’altra è anche vero che sono strumenti utili per le imprese. Facciamo un esempio pratico. Uno dei tanti derivati scambiati in Italia si chiama Schatz e il suo valore dipende dall’andamento di un paniere di titoli di stato tedeschi del valore totale di 110 mila euro e della durata media di 2 anni. Quando un imprenditore vuole proteggere dalle oscillazioni dei tassi d’interesse il proprio debito, che potrebbe aumentare o diminuire il valore proprio in virtù dei tassi di mercato, può andare in banca e comprare uno Schatz: spendendo 360 euro protegge 110 mila euro di debito. Una tassa dello 0,05 per mille sui derivati non verrebbe però calcolata su 360 euro spesi, ma su 110 mila. Quindi per ogni derivato si pagherebbero in tasse 55 euro più altri 55 euro quando lo si vende. Spesso questi derivati vengono comprati e venduti ogni 3 mesi e ciò significa, altro esempio, che se il debito da difendere è di 1 milione, l’imprenditore dovrebbe pagare una tassa annua di 4 mila euro. Risultato: l’impresa fa a meno dei derivati, correndo rischi altissimi, e contribuisce a rendere il mercato finanziario nazionale rachitico alimentando quello dei paesi che hanno regole diverse”.

AUTO

Quello del settore auto è un nodo che preoccupa il Governo e non poco. Monti ha varato ben tre manovre. Chi possiede una sola automobile pagherà di più la tassa sull’auto. Coloro che utilizzano l’auto aziendale ai fini lavorativi non dedurranno più il 40% dal costo del contratto di leasing. Dal gennaio del 2013, infatti, potranno dedurre soltanto il 20%.

In secondo luogo, le aziende che forniscono un’auto ai propri dipendenti non potranno più dedurre il 90 per cento del contratto di leasing. A partire dal prossimo anno potranno dedurre il 20% in meno. Non finisce qui, poiché le novità riguardano anche la dichiarazione dei redditi. Da essa si poteva dedurre il 100 per cento della tassa sulla salute che viene pagata nei contratti Rc. Ma ormai si sa, il  2013 è foriero di novità in tutti i sensi e a tal proposito ci sarà una franchigia di 40 euro sotto la quale non si dedurrà nulla.

IVA E BENZINA

La parola agli esperti:

“L’Italia si è impegnata con l’Europa a chiudere il bilancio del 2013 in pareggio. Come fare? Semplice: il prossimo governo, se non trova in altro modo 4,9 miliardi, dovrà utilizzare la possibilità lasciata aperta dal governo Monti di aumentare in luglio l’iva ordinaria al 22 per cento dall’attuale 21. Si tratta, appunto, di circa 4,9 miliardi prelevati dai consumi degli italiani che farà aumentare i prezzi dei servizi professionali, delle automobili e dei prodotti di elettronica. Ma, soprattutto, farà aumentare il prezzo della benzina, che è già stata tartassata da un aumento dell’accisa di 10 centesimi e da un precedente aumento dell’iva, dal 20 al 21 per cento, a settembre. Attenzione poi: il governo ha previsto di creare un megafondo da 4,9 miliardi per finanziare il trasporto pubblico locale alimentandolo anche con una quota di compartecipazione alle accise iva sui carburanti delle regioni. Tradotto: a ogni regione è stata confermata la facoltà di aumentare le accise sui carburanti”.

 

Lo Stato pressa per le entrate tributarie

Le entrate dello Stato sono cresciute in virtù dell’Imu, della tassa sulla benzina e dell’imposta di bollo. A discapito, ovviamente, sui piccoli risparmiatori.

Così, da gennaio ad ottobre 2012 ben 322,814 miliardi di euro sono stati messi a registro nelle entrate tributarie erariali. La crescita complessiva è di +12,343 miliardi, dunque del 4%.

Un ottimo bilancio rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

A rendere noti i dati è il Ministero dell’Economia:

“Ai fini di un confronto omogeneo, al netto dell’imposta sostitutiva una tantum sul leasing immobiliare registrata nel mese di aprile 2011, le entrate tributarie erariali presentano una crescita tendenziale pari al 4,4% (+13,602 miliardi). Pur in presenza di una congiuntura fortemente negativa la dinamica delle entrate tributarie conferma la tendenza alla crescita a ritmi superiori rispetto all’analogo periodo dello scorso anno per effetto delle misure correttive varate a partire dalla seconda metà del 2011. In particolare, alla variazione positiva delle entrate che affluiscono al bilancio dello stato hanno contribuito il gettito della prima rata di acconto dell’imu che è risultato in linea con le previsioni, l’imposta sostitutiva su ritenute, interessi e altri redditi di capitale, l’imposta di bollo e l’imposta di fabbricazione sugli oli minerali”.

 

IMU e seconde case: la questione

 Il saldo IMU è considerato dai più una stangata. Tutti erano a conoscenza delle difficoltà finanziarie dei comuni e si aspettavano un incremento delle aliquote di base comunicate a giugno. Sono molti oggi, i proprietari di case, che devono prendere atto che la peggiore prospettiva si sta trasformando in realtà.

I siti dei comuni mettono a disposizione un servizio per calcolare l’IMU una volta inseriti i dati dell’immobile e dei proprietari, ma tanti sono poi quelli che fanno ricorso alla consulenza dei CAF. La scadenza del saldo IMU non è cambiata ed è per il 17 dicembre.

In conseguenza dell’imposta come si sta comportando il mercato immobiliare? C’è una corsa alla vendita delle seconde case e delle case usate per le vacanze. Il fatto è che l’IMU su queste abitazioni vale qualcosa come 15 miliardi di euro.

Un’indagine sulla vendita delle seconde case l’ha fatta il portale Casa.it che ha intervistato i proprietari i quali hanno dichiarato, nel 48,8 per cento dei casi, che modificheranno l’uso della seconda abitazione. Soltanto il 31,8 per cento degli intervistati venderà la seconda casa per via dell’IMU, mentre il 10,2%, ha deciso di affittarla tutto l’anno e il 6,8 per cento si arrangerà affittando l’immobile nei periodi in cui pensa di non usarla.

Interessante come il 20% degli intervistati che non posseggono una seconda casa, abbia dichiarato di voler approfittare del calo dei prezzi e del crollo delle compravendite per investire nel mattone già l’anno prossimo.

La trappola del bollettino Imu

Il saldo dell’Imu continua a tenere visibilmente banco. La decisione dei comuni di aumentare le aliquote fa si che l’Imposta municipale unica costerà agli italiani 5 miliardi in più. A dirlo è il Sole 24 ore, il quale afferma:

“Il conto finale della nuova imposta, il cui saldo dovrà essere versato entro il 17 dicembre, sale a 23 miliardi rispetto ai 18 previsti se si fossero applicate le aliquote nazionali utilizzate per l’acconto. Nel passaggio dall’acconto al saldo  i rincari più pesanti riguardano le città del Centro e del Sud dove per 100 euro sborsati a giugno se ne dovranno sborsare 160 al saldo. La fetta più grossa del gettito arriverà comunque dal Nord dove si trova il maggior numero di immobili e di contribuenti”.

Ecco come si è svolta l’Analisi del quotidiano:

“L’elaborazione del Sole 24 Ore è stata effettuata partendo dai dati dell’Agenzia del Territorio e di quelli del dipartimento delle Finanze. Se i comuni avessero lasciato le aliquote invariate il totale dell’Imu sui fabbricati sarebbe arrivato a poco piu’ di 18 miliardi, il doppio dell’acconto. La realtà, però, è che quasi tutte le città hanno alzato l’asticella del prelievo portandola ben al di sopra dello 0,4% previsto per l’abitazione principale e dello 0,76% per gli altri immobili. Ed è proprio partendo dalle aliquote medie decise dai comuni e applicandole agli edifici che risultano iscritti in catasto che si puo’ ricostruire la stime totale del gettito”.

Cosa ne viene fuori?

“Dalla tabella del Sole 24 Ore emerge che dalle abitazioni principali e dalle pertinenze l’acconto ha fruttato 1.680 milioni mentre il saldo richiedera’ 2.660 milioni, 980 in piu’ (+58,3%). Il conto sulle seconde case e’ ancora piu’ salato: si passa dai 2.330 milioni dell’acconto ai 3.860 del saldo, con un incremento di 1.530 milioni (+65,7%)”.

 

 

IMU: quali errori si possono fare

Il pagamento dell’IMU è ormai alle porte, appena 15 giorni e tutti i proprietari di casa dovranno effettuare il saldo dell’imposta che hanno già anticipato con uno o due versamenti.

 Il termine ultimo per effettuare il saldo è il 17 dicembre anche se poi ci sarà tempo fino a febbraio per la dichiarazione IMU, valida soltanto per alcune categorie di contribuenti definite dalla legge. Il problema del saldo IMU non è tanto il periodo in cui va pagato, che è denso di appuntamenti con il fisco, ma il fatto che sicuramente i più pagheranno una cifra maggiore rispetto a quanto preventivato.

Per l’atto pratico del pagamento occorre tener conto del fatto che l’F24 si potrà pagare anche con un bollettino postale. Questa novità è stata definita da un decreto del ministero dell’Economia del 23 novembre 2012.

Per evitare errori è bene controllare che siano riportati correttamente i dati anagrafici del contribuente, quindi nome, cognome, data e luogo di nascita più il codice fiscale; ma anche il codice catastale del Comune e la tipologia immobiliare della proprietà, che sia l’abitazione principale, un fabbricato rurale, un terreno agricolo, un’area fabbricabile o un altro fabbricato.

Il conto corrente su cui versare l’IMU è identico per tutti i Comuni, nel caso di scelta del bollettino ed è il seguente: 1008857615. Chi deve pagare per più immobili dovrà compilare bollettini diversi. Alcuni quotidiani offrono delle guide accurate per la compilazione dell’F24.

Imu nuova stangata per le seconde case

 Le tredicesime degli italiani, quei pochi che ancora continuano a percepirle, quest’anno non saranno utilizzate per i regali di Natale o per concedersi una vacanza, ma saranno impiegate, per la maggior parte, per pagare la terza e ultima rata dell’Imu. Secondo un recente studio della UIL, infatti, il saldo dell’imposta sulla seconda casa potrà raggiungere i 1.209 euro, mentre quella per la prima abitazione mediamente sarà di 136 euro, ma si avranno dei picchi fino a 470.

Secondo lo studio, realizzato dalla Uil Servizio Politiche Territoriali con l’analisi delle delibere comunali pubblicate sul sito del ministero dell’Economia, il gettito che arriverà nelle casse dello stato dall’Imu supera di ben due miliardi di euro quanto previsto con il decreto Salva-Italia che l’ha istituita, grazie all’aumento delle aliquote fatto da molti comuni italiani.

Quello in cui il saldo dell’Imu sulla prima casa peserà di più sulle tredicesime è Roma, dove si toccheranno punte di 639 euro, seguita da Milano con 427 euro, Rimini con 414 euro, Bologna a quota 409 euro e Torino, che si ferma a 323 euro.

Per la seconda casa la classifica delle città più care non cambia di molto, con Roma sempre al primo posto con punte di 1.885 euro, 1.793 euro a Milano 1.747 euro a Bologna e 1.526 euro a Firenze.