Negli Stati Uniti consumi in aumento e inflazione sotto il 2%

 La spesa dei consumatori americani è salita nel mese di febbraio e l’economia segnala la sua forza dopo l’invernno duro che ha fatto abbassare i dati sulle vendite. Il Dipartimento del Commercio ha mostrato che la spesa al consumo è aumentata dello 0,3% il mese scorso.

La spesa a febbraio è aumentata sostenuta dal consumo dei servizi, probabilmente a causa di un aumento della domanda per l’assistenza sanitaria e le utility.

 

Poche variazioni nei prezzi al consumo negli Stati Uniti

 

Il dato aggiustato per l’inflazione mostra come la spesa dei consumatori è aumentata dello 0,2% a febbraio dopo avere guadagnato lo 0,1% nel mese di gennaio. La spesa dei consumatori è aumentata al ritmo più veloce in tre anni nel quarto trimestre, contribuendo a portare la crescita economica a un ritmo annualizzato del 2,6% durante il periodo.

Una combinazione di maltempo, ritmo lento di accumulo di scorte da parte delle imprese, scadenza dei benefici e  disoccupazione di lunga durata si prevede che tratterrà la crescita a tassi intorno al 2% nel primo trimestre. Ma una crescita è attesa non appena questi fattori si dissolveranno.

Il reddito è aumentato dello 0,3% il mese scorso dopo essere salito con lo stesso margine a gennaio. Il reddito a disposizione delle famiglie, dopo l’aggiustamento per l’inflazione, è aumentato dello 0,3%. Il tasso di risparmio, che è la percentuale del reddito disponibile delle famiglie, è salito al 4,3% il mese scorso dal 4,2% nel mese di gennaio.
Ci sono stati pochi segni di pressione inflazionistica nel mese di febbraio. Un indice dei prezzi per la spesa dei consumatori è salitto dello 0,1% per il secondo mese consecutivo nel mese di febbraio.

I prezzi a febbraio  sono saliti dello 0,9% rispetto a un anno fa, a fronte di un progresso dell’1,2% nel mese di gennaio nel corso dei 12 mesi precedenti. L’aumento di febbraio è stato il più basso dal mese di ottobre.
Escludendo cibo ed energia, l’indice dei prezzi per la spesa al consumo è aumentato dello 0,1%  per l’ ottavo mese consecutivo.

Le misure sull’inflazione rimangono bloccati al di sotto del 2% dell’obiettivo della Federal reserve (Fed). Questo suggerisce che la Fed , che si prevede di concludere i suoi acquisti di obbligazioni mensili entro la fine del 2014 , solo gradualmente aumenterà i tassi di interesse quando inizierà a stringere la politica monetaria.

L’economia russa non cresce

 L’economia della Russia è a malapena in crescita, l’inflazione è in rapido aumento, e il capitale si riversa fuori dal Paese, come ha affermato il ministero dell’Economia. Questi sono i segni che le tensioni internazionali intorno all’Ucraina stanno già infliggendo gravi costi economici.

Il Prodotto interno lordo (Pil) della Russia a febbraio ha guadagnato appena lo 0,3% anno su anno, contro un dato rivisto allo 0,1% in gennaio. Lo scorso anno l’economia è cresciuta dell’1,3%, ben al di sotto delle previsioni iniziali, ma c’era stata la speranza che la crescita sarebbe rimbalzata quest’anno. Invece, la performance economica della Russia si sta deteriorando ulteriormente per le tensioni internazionali in Ucraina.

 

Le sanzioni stanno portando la Russia verso la recessione

 

Il governo ha detto che non ci sarà una recessione, ma un problema di stagnazione. Il crollo degli investimenti sta continuando fanno notare e non si prevede per quanto continuerà.

Mentre la crescita economica della Russia rallenta, l’inflazione è in crescita. Il ministero dell’Economia si aspetta che l’inflazione raggiungerà il6,9%-7% a marzo, dal 6,2% del mese di febbraio. Il forte aumento mostra come il crollo del rublo porta a prezzi di importazione più elevati.

Il Ministero dell’Economia della Russia prevede un deflusso netto di capitali nel corso del primo trimestre di circa 70 miliardi dollari.

Gli  indicatori economici della Russia si sono deteriorati, anche se le sanzioni occidentali hanno finora avuto solo un impatto economico minore. Il peggioramento delle relazioni internazionali è un fattore molto negativo per la crescita economica e di conseguenza è un elemento che influenza il deflusso di capitali.

L’inflazione in Gran Bretagna scende ai minimi dal 2010

 L’inflazione nel regno Unito è scesa al livello più basso in più di quattro anni a febbraio, scendendo ulteriormente al di sotto del target della Banca d’Inghilterra. I prezzi al consumo sono aumentati dell’1,7% all’anno nel mese di febbraio, come previsto, in calo dall’1,9% di gennaio, che era stata la prima volta in oltre quattro anni in cui sono scesi al di sotto dell’obiettivo del 2% della BoE.

Il divario tra inflazione e crescita media dei salari è ora al suo punto più stretto da aprile 2010, come ha affermato l’ Office for National Statistics. L’ultima volta che i salari britannici sono cresciuto più rapidamente dell’inflazione è stato all’inizio del 2008.

 

Gran Bretagna, attenzione ai dati sull’inflazione

 

Prima di dicembre dello scorso anno, l’inflazione annua ha superato l’obiettivo della banca centrale ogni mese da dicembre 2009, erodendo la capacità di spesa delle famiglie e facendo cadere il tenore di vita prima del 2015 anno delle elezioni.

Questi dati portano la BoE a mantenere una politica monetaria accomodante per un po’ senza il rischio di innescare l’inflazione anche se l’economia si riprenderà rapidamente. Tuttavia, la Banca centrale è ben consapevole dell’aumento dei prezzi delle case che stanno aumentando il loro passo nel modo più veloce in più di tre anni.
Nel mese di febbraio, la BoE ha detto che considera una più ampia gamma di misure dell’economia e non solo il tasso di disoccupazione per alzare i tassi di interesse.

Il più grande contributo verso l’abbassamento del tasso annuo di inflazione nel mese di febbraio è stato il costo dei trasporti, prevalentemente i carburanti, che ha mostrato il suo più grande calo da settembre 2009. Piccoli aumenti dei prezzi del gas domestico e delle bollette elettriche, così come dell’abbigliamento e delle calzature, hanno alleviato le pressioni inflazionistiche.

I prezzi delle case in tutta la Gran Bretagna sono aumentati del 6,8% nei 12 mesi a gennaio, dal 5,5% nel mese di dicembre. Questo è stato il maggior incremento da agosto 2010.

 

L’Europa cresce in produzione industriale, ma ci sono ancora rischi per occupazione e inflazione

 La crescita nel settore manifatturiero e dei servizi della zona euro a marzo è al livello più veloce dal 2011. Il miglioramento  della Francia fornisce ulteriori prove che la ripresa della regione è sulla buona strada.

Il presidente della banca centrale europea (Bce) Mario Draghi ha previsto la ripresa graduale dopo la crisi del debito sovrano. Le preoccupazioni che si possa ricadere nella crisi economica sono legate allo scenario attuale che vede l’aumento del 6,2% dell’euro nei confronti del dollaro nel corso dell’anno passato e i segnali di rallentamento della crescita in Cina. L’euro, che si è apprezzato del 6,1% contro il dollaro negli ultimi 12 mesi, è stato scambiato a 1,3779 dollari.

 

L’attività manifatturiera in Francia cresce a sorpresa in riferimento alle previsioni

 

La ripresa in Europa è in corso è a marzo completa il miglior trimestre della zona euro a partire dal secondo trimestre del 2011.

Anche se la Bce prevede che l’economia della zona euro tornerà a una crescita per l’intero esercizio quest’anno, si sta espandendo meno rapidamente rispetto alle altre grandi economie e la disoccupazione rimane elevata. I funzionari stanno anche misurando il rischio che l’inflazione bassa potrebbe trasformarsi in deflazione.

L’inflazione della zona euro ha inaspettatamente rallentato nel mese di febbraio, il che significa tasso di inflazione è stato inferiore all’1% per cinque mesi. La Bce mira a mantenere l’inflazione vicina al 2%.

La relazione Pmi evidenzia anche i rischi di una caduta dei prezzi nella regione dell’euro, una minaccia che ha spinto Draghi a mantenere i tassi di interesse al minimo storico per un periodo di tempo prolungato.

 

Poche variazioni nei prezzi al consumo negli Stati Uniti

 Il costo della vita negli Stati Uniti è cambiato di poco nel mese di febbraio, mostrando come l’inflazione stia facendo scarsi progressi rispetto agli obiettivi della Federal Reserve (Fed) che si riunisce questa settimana.

L’indice dei prezzi al consumo è aumentato dello 0,1%, corrispondente al progresso in gennaio. Escludendo cibo e combustibile, la misura è salita ugualmente dello 0,1% da gennaio, in aumento dell’1,6 per cento negli ultimi 12 mesi.

 

Negli Stati Uniti scende a sorpresa la fiducia dei consumatori

 

Le aziende stanno mantenendo bassi i prezzi per cercare di aumentare le vendite visto l’insolito duro inverno che ha fatto registrare meno clienti disponibili ad avventurarsi fuori casa per andare nei negozi. Le pressioni sui prezzi limitati stanno portando la Fed a mantenere i tassi di interesse bassi, anche se c’è stata una riduzione della disoccupazione.

Le imprese sono riluttanti ad aumentare i prezzi, dato che la domanda non è ancora a un livello considerato ottimale. La Fed ha messo in chiaro che si è preoccupati per l’inflazione troppo bassa, che è un elemento da tenere sott’occhio come quella troppo alta. Le stime per l’indice dei prezzi al consumo variano da un calo dello 0,1% a un aumento dello 0,4%.

Un altro rapporto ha mostrato che il mercato immobiliare è cambiato poco a febbraio dopo il calo minore a quanto stimato del mese precedente. Questo indica che il settore immobiliare si sta stabilizzando dopo che le intemperie hanno frenato le costruzioni.

Dopo questi rapporti i futures sugli indici di Borsa hanno tenuto i guadagni precedenti. Lo Standard & Poor 500 è in crescita.

Il rapporto del Dipartimento del Lavoro ha mostrato che i prezzi al consumo sono aumentati dell’1,1% nel confronto di 12 mesi fino al mese di febbraio, il più basso guadagno nel confronto annuo a partire  dal mese di ottobre.

L’aumento dello 0,4% dei prezzi alimentari, il più alto dal settembre 2011, ha visto il costo della carne aumentare al livello più alto dal mese di aprile 2010.

I costi energetici sono scesi dello 0,5% rispetto al mese precedente, con un calo dei prezzi della benzina. In aumento dello 0,2% gli affitti e le cure mediche che sono stati in gran parte compensati dal calo dei prezzi dell’abbigliamento, dell’arredamento e delle auto usate. I guadagni orari rettificati per l’inflazione sono saliti dello 0,3% nel mese di febbraio, il più grande guadagno dal mese di aprile.

La Fed ha sollevato preoccupazioni circa l’inflazione troppo bassa, sostenendo che i prezzi costantemente inferiori al loro obiettivo dovrebbero essere considerati dannosi come quelli che sono costantemente al di sopra.

L’inflazione nell’Eurozona scende a febbraio

 Nel mese di febbraio, nell’area Euro, il tasso di inflazione è sceso a quota 0,7% segnando un calo rispetto all’indice rilevato nel mese di gennaio, che era pari allo 0,8%. È questo il dato che emerge dalla recente rilevazione flash di Eurostat. Era dallo scorso mese di ottobre che l’indice non si attestava al medesimo livello: nel mese di novembre infatti l’inflazione era risalita a 0,9%, per poi deflettere a quota 0,8% nel mese di dicembre.

Sempre in Eurozona,nell’anno precedente, l’indice inflattivo si era attestato all’1,8%, con un tasso mensile dello 0,3%.

 

In Europa bisogna monitorare l’inflazione

 

Nell’Unione Europea dei 28 il tasso annuale d’inflazione, a febbraio 2014, ha segnato lo 0,8 per cento, in discesa rispetto allo 0,9% di gennaio. Nel corrispondente periodo del 2013 l’indice si era attestato al 2%, con un tasso mensile allo 0,3%. Anche in Italia l’indice di febbraio è retrocesso a quota 0,4%, in calo rispetto allo 0,6% di gennaio. Nello stesso mese dell’anno precedente era al 2%.

A febbraio i tassi negativi di inflazione annuale hanno riguardato la Bulgaria con un -2,1% e Cipro (-1,%), seguite da Grecia (-0,9%), Croazia (-0,%), Portogallo e Slovacchia (-0,1%).

L’indice annuale più alto ha interessato Malta e Finlandia con l’1,6%, e l’Austria con l’1,5%. Rispetto a gennaio l’inflazione annuale ha segnato una contrazione in 17 Paesi, un aumento in sette Stati e una stabilità in 3. Attualmente in Germania si registra un tasso di inflazione annuale dell’1%, in Francia dell’1,1%, in Spagna dello 0,1%, in Polonia dello 0,7%.

In Eurozona la spinta più forte al rialzo dell’inflazione è derivata da tabacchi (+0,08%),ristorazione,caffè,elettricità (+0,06%), mentre le voci che hanno maggiormente contribuito al ribasso dei prezzi sono i carburanti da autotrasporto (-0,30%), le telecomunicazioni (-0,10%) e gli oli da riscaldamento (-0,07%).

Negli Stati Uniti prezzi all’ingrosso scesi a sorpresa e inflazione bassa

 I prezzi all’ingrosso negli Stati Uniti sono scesi inaspettatamente nel mese di febbraio, frenati dalla diminuzione del costo dei servizi.

La diminuzione dello 0,1% dell’indice dei prezzi alla produzione segue l’aumento dello 0,2% del mese precedente come si legge in un rapporto del Dipartimento del Lavoro. Una diminuzione non prevista. Negli ultimi 12 mesi, i prezzi all’ingrosso sono aumentati dello 0,9%.

 

Negli Stati Uniti vendite al dettaglio in aumento

 

I rivenditori di abbigliamento, le compagnie aeree e il settore immobiliare residenziale hanno applicato sconti per attirare i clienti in questo duro inverno che ha frenato la domanda. L’inflazione debole fornisce ai responsabili della Federal Reserve che si riuniranno la prossima settimana degli elementi per mantenere bassi i costi di finanziamento.

La debolezza in termini di inflazione negli Stati Uniti potrebbe essere correlata al periodo. Ci potrebbe essere qualche colpo a breve termine, ma in generale il quadro è abbastanza stabile e va verso un graduale avvicinamento all’obiettivo della Fed per i prossimi due anni.

La fiducia dei consumatori è sceso inaspettatamente a marzo arrivando un minimo da quattro mesi. L’indice della fiducia è sceso a 79,9 questo mese da 81,6 di febbraio.
Il costo dei servizi è sceso dello 0,3% nel mese di febbraio, il più alto da maggio, riflettendo una diminuzione record per i settori dell’abbigliamento e dell’immobiliare. In diminuzione anche le tariffe aeree e dei treni. I prezzi dei beni sono saliti dello 0,4% il mese scorso e dello 0,6 % da febbraio dell’anno precedente. I prezzi alimentari all’ingrosso sono saliti dello 0,6% nel mese di febbraio.

I costi energetici sono saliti dello 0,5% il mese scorso, dopo un aumento dello 0,3% in gennaio. Probabile l’aumento dei prezzi delle cure mediche.

L’inflazione più bassa complicano il lavoro dei funzionari della Federal Open Market Committee che si incontrerà il 18 e il 19 Marzo. La Fed ha espresso preoccupazioni per la bassa inflazione più volte durante l’ultimo incontro, sostenendo che i prezzi costantemente inferiori al loro obiettivo dovrebbero essere considerati dannosi come quelli che sono costantemente al di sopra. I funzionari della Fed hanno affermato che probabilmente terranno il tasso di interesse vicino allo zero anche dopo che la disoccupazione scenderà al di sotto del 6,5% soprattutto se l’inflazione rimarrà sotto l’obiettivo stabilito per il Paese.

Per la Bce l’Italia deve ridurre il deficit

 La Banca centrale Europea (Bce) nel suo bollettino mensile ha affermato che finora l’Italia “non ha fatto tangibili progressi rispetto alla raccomanndazione Ue di ridurre il deficit, rimasto al 3% l’anno scorso contro il 2,6% raccomandato dall’Europa. L’Europa continua quindi a tenere sotto controllo l’economia del nostro Paese e a fornire delle raccomdazioni.

All’Italia si chiedono uleriori sforzi, ma la linea politica del Presidente del Consiglio Matteo Renzi non è solo di austerity, ma anche di abbassare la pressione fiscale e restituire qualcosa ai lavoratori in termini di tasse come attraverso il taglio del cuneo fiscale.

Un progetto che Angela Merkel ha detto essere ambizioso e che quindi non ha trovato ostacoli in Europa, e neanche in Italia visto che i sindacati hanno approvato le riforme proposte.

 

Bce, la crescita va come previsto. Pericolo deflazione si allontana

 

Per quanto concerne l’economia dell’Europa, la Bce si aspetta che in zona euro l’inflazione “nei prossimi mesi si attesti in prossimità dei livelli attuali”, per aumentare gradualmente verso il 2%. Nel 2014 la Bce si aspetta un’inflazione all’1%, nel 2015 all’1,3% e nel 2016 all’1,5%. Le precedenti stime indicavano l’1,1% per il 2014 e l’1,3% per il 2015. La questione dell’inflazione bassa, e della deflazione anche se al momento non ci sono elementi per parlare di questo rischio, è in questo periodo uno degli aspetti più problematici dell’economia in Europa. I rischi della bassa inflazione sono più ati di quelli dell’inflazione alta, visto che la stima di base del 2% è un parametro di riferimento.

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Per Draghi la politica monetaria rimane uguale e pronta a contrastare la bassa inflazione

 Il presidente della Banca centrale europea (Bce) Mario Draghi ha affermato che si può contribuire a minori tassi di interesse reali evitando il rischio che l’inflazione non torni all’obiettivo fissato. Draghi ha parlato di indebolimento dell’euro e di un allentamento de facto dell’orientamento della politica monetaria, con i tassi di interesse reali destinati a calare oltre l’orizzonte di proiezione. Inoltre, il Presidente della Bce ha detto che il vero spread del tasso d’interesse tra l’area dell’euro e il resto del mondo probabilmente cadrà, mettendo così pressione al ribasso sul tasso di cambio.

I commenti di Draghi arrivano dopo quelli della riunione di politica monetaria della scorsa settimana, quando ha detto che un rafforzamento dell’euro dal 2012 ha mantenuto i prezzi al consumo bassi. Mentre il tasso di cambio non è un obiettivo politico per la Bce, Draghi ha affermato che il livello della valuta sta diventando sempre più rilevante nella valutazione della stabilità dei prezzi.

 

Draghi, Bce: “Ripresa lenta del Pil Eurozona”

 

L’euro ha guadagnato circa il 6,6% contro il dollaro nel corso dell’anno passato ed è in crescita del 6,9% nei confronti di un paniere di monete dei mercati sviluppati. La moneta è scesa  oggi dopo il calo dello 0,3% di ieri a seguito delle osservazioni di Draghi. Aveva raggiunto 1,3967 dollari nella prima parte della giornata, il livello più alto da ottobre 2011.

Gli economisti sono divisi sul fatto che la Bce avrebbe agito per impedire all’euro di rafforzarsi. L’orientamento politico della Bce è di mantenere i tassi di interesse ufficiali ai livelli attuali o inferiori per un periodo di tempo prolungato.

Mario Draghi ha detto che l’eccessiva bassa inflazione è attualmente più rilevante  dell’alta inflazione, anche se il rischio di deflazione è abbastanza limitato . La crescita dei prezzi è stata dello 0,8% a febbraio che è  meno della metà della definizione della Bce sulla stabilità dei prezzi.
Il Presidente della Bce ha anche affermato che ogni rischio materiale di deflazione sarà contrastato con ulteriori misure di politica monetaria.

Bce, la crescita va come previsto. Pericolo deflazione si allontana

 I tassi di interesse restano fermi allo 0,25%, minimo storico dall’entrata in vigore dell’euro e lì resteranno anche se l’economia migliorerà, stando a quanto riferito dal governatore della Bce. Tra gli economisti c’è addirittura chi si aspettava il varo di misure straordinarie di allentamento monetario.