Le 10 pensioni INPS più ricche d’Italia

 Non è uno scherzo o una notizia da quattro soldi. Anche l’ INPS, l’ Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale, infatti, eroga ogni mese delle pensioni d’ oro che superano di gran lunga i 40 mila euro al mese. Anzi, ad essere precisi l’ assegno mensile più alti in assoluto supera i 91 mila euro mensili

Dall’Inps le istruzioni per il prepensionamento per eccedenza di personale

 L’Istituto di Previdenza Nazionale ha pubblicato la Circolare n 119 del 2013 con la quale dà le disposizioni per l’accesso al prepensionamento in caso di aziende con più di 15 dipendenti con eccedenza di lavoratori.

L’opportunità, prevista dalla Legge Fornero, prevede che in caso di personale in eccesso, i lavoratori che si trovano a meno di quattro anni dal raggiungimento dei requisiti per il pensionamento anticipato o di vecchiaia, possano accedere allo stesso trattamento economico che spetterebbe loro sulla base delle regole vigenti per l’accesso alla pensione.

►  I requisiti retributivi e anagrafici per accedere alla pensione di vecchiaia nel 2013

La Legge Fornero prevede che sia l’azienda a farsi carico della prestazione finanziaria e dei contributi figurativi fino al raggiungimento del diritto al pensionamento per il lavoratore. Da quel momento sarà l’Inps a farsi carico del pagamento della pensione.

Con la circolare 110 l’Inps ha chiarito il procedimento per il prepensionamento del personale in eccedenza per le aziende con più di 15 dipendenti.

In primo luogo, per poter usufruire della pensione anticipata, l’azienda ne deve far richiesta all’Inps, dimostrando di aver già stipulato un accordo sindacale con i dettagli dell’operazione. Grazie all’indicazione del numero dei lavoratori coinvolti, l’Inps potrà definire l’importo della fideiussione che garantisce all’Istituto che l’azienda potrà farsi carico dell’impegno preso verso i lavoratori che vengono mandati in pensione.

L’ammontare dei contributi figurativi a carico del datore di lavoro sono determinati in base alle modalità di calcolo dell’Aspi, in base alla retribuzione imponibile ai fini previdenziali percepita nel corso degli ultimi due anni, alla quale viene applicata l’aliquota prevista dal fondo previdenziale di appartenenza.

L’accordo tra l’azienda e i sindacati prevede anche la possibilità di includere il piano di pensionamento anticipato i lavoratori ai quali manca più di un anno per il raggiungimento dei requisiti pensionistici.

► Guida all’Aspi – Quando non si ha più diritto alla contribuzione

Il calcolo della pensione che spetta al lavoratore eccedente è fatto in base alla data di accesso, senza considerare la contribuzione figurativa versata in futuro dal datore di lavoro. Solo quando il lavoratore avrà raggiunto i requisiti per l’accesso alla pensione, questa sarà nuovamente calcolata sulla base delle condizioni e della normativa in vigore al momento del pensionamento.

La pensione anticipata corrisposta dall’azienda ai lavoratori che vengono mandati in pensione per eccesso di personale non è soggetta a perequazione e non è reversibile. In caso di decesso del lavoratore sarà erogata dall’Inps la relativa prestazione indiretta.

► Che cos’è la pensione ai superstiti

La prestazione pensionistica erogata in caso di pensionamento anticipato per i lavoratori in eccedenza è cumulabile con eventuali redditi da lavoro dipendente o autonomo, quindi non ci saranno riduzioni in caso di rioccupazione del lavoratore.

In caso di decesso del dipendente infatti l’Inps (e non più la società) erogherà ai familiari aventi diritto la prestazione indiretta

Meno ore di cassa integrazione a luglio 2013

 Deboli segnali di miglioramento arrivano dal fronte della cassa integrazione. Per il terzo mese consecutivo, infatti, si è potuta registrare una diminuzione delle ore mensili concesse per la Cig,la cassa integrazione, che sono passate, a luglio 2013, ad 80,6 milioni, contro i 115,7 milioni di ore dello stesso mese dell’anno precedente.

Quasi la metà delle pensioni sotto i mille euro al mese

 L’ Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, INPS, e l’ Istat, l’ Istituto Nazionale di Statistica hanno condotto una analisi combinata sui trattamenti pensionistici di cui beneficiano al giorno d’ oggi i nostri connazionali. 

Requisiti per l’assegno di invalidità civile

 Cos’è la prestazione di invalidità civile

L’assegno di invalidità civile è una prestazione che viene erogata dall’Inps ai contribuenti che ne facciano richiesta presentando la documentazione che attesta la sopraggiunta riduzione della capacità lavorativa per infermità fisica o mentale.

Chi ha diritto all’assegno per invalidità civile?

La prestazione di invalidità civile spetta a lavoratori dipendenti, autonomi anche se iscritti a fondi pensioni sostitutivi ed integrativi dell’assicurazione generale obbligatoria.

I requisiti per avere l’assegno di invalidità civile

Per ottenere l’assegno di invalidità civile il soggetto

Deve aver subito riduzione della capacità lavorativa a meno di un terzo

Deve aver accumulato almeno 260 contributi settimanali (cinque anni di contribuzione e assicurazione) di cui 156 (tre anni di contribuzione e assicurazione) nel quinquennio precedente la data di presentazione della domanda.

L’assegnazione della prestazione di invalidità civile non obbliga il soggetto a cessare l’attività lavorativa.

Come si presenta la domanda per l’assegno di invalidità civile?

Come si calcola l’importo dell’assegno di invalidità civile

Come le pensioni, anche l’importo dell’assegno di invalidità civile viene calcolato in base al sistema contributivo (in base all’ammontare dei contributi versati) se l’attività lavorativa del soggetto richiedente è iniziata dopo il 31 dicembre 1995 e con il sistema misto per i lavoratori che hanno iniziato prima di quella data. 

Erogazione e validità dell’assegno di invalidità civile

La prima erogazione dell’assegno di invalidità civile avviene ad un mese della presentazione della domanda, se il contribuente soddisfa tutti i requisiti.

Dopo tre anni è necessario fare nuova richiesta di invalidità civile, ma a partire dal terzo rinnovo diviene automatica e trasformata in pensione di vecchiaia quando si raggiunge l’età pensionabile.

Come si presenta la domanda per l’assegno di invalidità civile

 La domanda per l’assegno di invalidità civile deve essere presentata all’Inps per via telematica. Alla domanda deve essere allegata tutta la documentazione che certifica la sopraggiunta perdita di capacità lavorativa.

Il primo requisito per ottenere l’assegno di invalidità civile è la perdita di più di un terzo della capacità produttiva per sordità, cecità, handicap e disabilità.

Come si presenta la domanda per l’invalidità civile

La procedura per la presentazione della domanda di invalidità civile è stata completamente informatizzata – pur rimanendo una delle procedure più complicate – a partire dal 1 gennaio 2010.

Prima di procedere all’inoltro della richiesta, è necessario reperire tutta la documentazione necessaria per la certificazione del sopraggiunto stato di invalidità.

Visita presso un medico certificatore

Il soggetto che vuole fare richiesta dell’assegno di invalidità civile deve recarsi da un medico certificatore in possesso del Pin rilasciato dall’Inps per la compilazione dei certificati on line.

Lista dei medici certificatori dell’Inps

Il medico procederà ad una visita preventiva necessaria per attestare la natura dell’invalidità. Lo stesso medico invierà il certificato all’Inps e ne stamperà anche una copia per il paziente. Il certificato ha un numero identificativo che deve essere riportato nella domanda.

Richiesta della visita della Asl

Entro 30 giorni dal rilascio del certificato, il soggetto deve richiedere una visita alla Asl di competenza per il territorio. Al momento della visita dovrà essere esibito il certificato.

Se non si richiede la visita entro 30 giorni, il certificato scade e sarà necessario ripetere la visita.

Invio della domanda all’Inps

Il richiedente deve inviare la domanda all’Inps per via telematica (può procedere da solo se in possesso di un Pin personale o richiedere l’assistenza di un Caaf). Per farlo è necessario compilare il modello della domanda sul sito dell’Inps in tutte le sue parti, inserendo anche il codice identificativo del certificato.

All’invio della domanda il sistema propone una data per la visita di controllo.

 Esposto per falsi invalidi – Guardia di Finanza

La visita dell’Inps

La data proposta dal sistema può essere modificata temendo conto che la prima visita deve avvenire entro i 30 giorni dalla data della visita dell’Asl, periodo ridotto a 15 giorni per patologia oncologica. Il richiedente sarà avvertito della visita tramite raccomandata con ricevuta di ritorno.

Questa seconda visita avverrà in presenza di una commissione medica dell’Asl di riferimento (integrata da un medico dell’Inps), che ha il compito di redigere un verbale elettronico che deve essere approvato all’unanimità da tutti i componenti.

In caso di parere non unanime l’Inps acquisisce la documentazione per procede ad una ulteriore analisi, della quale darà responso, se positivo entro dieci giorni e, se negativo, ad una nuova visita entro 20 giorni.

Regolamento definitivo dell’Inps per gli incentivi all’assunzione di disoccupati over 50

 La Legge Fornero (legge 92/2012) ha introdotto delle agevolazioni, che sono entrate in vigore all’inizio dell’anno, per le aziende e le imprese che assumono disoccupati oltre i 50 anni di età.

In questi ultimi giorni si è  discusso molto per cercare di comprendere come funziona l’accesso alle agevolazioni previste – sconto del 50% del carico contributivo del datore di lavoro per gli assunti over 50 – e chi sono i beneficiari di questo provvedimento.

► Come usufruire degli incentivi Inps per l’assunzione di disoccupati over 50

Qualche giorno fa, con la Circolare 111/2013, l’Inps ha fornito tutti i dettagli relativi.

Nella circolare si legge che potranno accedere al beneficio tutti i datori di lavoro, ivi comprese anche le cooperative che instaurano con soci lavoratori un rapporto di lavoro in forma subordinata e le imprese di somministrazione.

L’Inps ha fissato in 18 mesi la durata massima dell’agevolazione in caso di assunzioni con contratto a tempo indeterminato e in 12 mesi quella per i contratti a termine, sia full time che part time.

 Chi può usufruire degli incentivi Inps per l’assunzione di disoccupati over 50

Rimangono fuori dall’accesso alle agevolazioni per l’assunzione di disoccupati over 50, come precisa la Circolare dell’Inps, i rapporti di lavoro domestico, intermittente, ripartito e accessorio.

La richiesta dell’incentivo va fatta per via telematica attraverso il modulo 92-2012 che sarà a breve disponibile sul sito dell’Inps e può essere fatta per tutti i rapporti di lavoro iniziati dopo il 1 gennaio 2013.

Guida alla rateazione dei debiti contributivi per accorpamenti Inpdap e Enpals

 L’Inps, con la Circolare 108/2013, ha dato notizia dell’entrata in vigore, a partire del 12 luglio 2013, delle nuove direttive per la rateizzazione dei debiti contributivi in fase amministrativa. Nella stessa circolare è specificata anche la procedura per la rateizzazione per i contribuenti debitori delle gestioni Inpdap e Enpals, ormai accorpate all’Inps.

► Le novità per i debiti contributivi, la rateizzazione breve

Quindi, per i contribuenti iscritti alle gestioni previdenziali Enpals e Inpdap, sussistono gli stessi principi di tutti gli altri contribuenti. Una volta che si sia verificata la presenza di debiti o sanzioni a carico del contribuente (che possono essere verificati anche con le nuove procedure telematiche dell’Inps), questi deve presentare una sola domanda telematica di rateizzazione, pena l’annullamento della richiesta, nella quale sono riassunti tutti i debiti accumulati.

È possibile rateizzare tutte le somme dovute per omissione o evasione, le somme dovute a titolo di ritenute previdenziali e assistenziali a carico dei lavoratori e anche gli eventuali crediti vantati dall’Inps.

 Guida all’iter unico per la rateizzazione dei contributi non pagati

La rateizzazione standard ha durata di massima di 24 mesi. Nel caso in contribuente al quale siano stati contestati debiti contributivi in fase amministrativa non possa far fronte al pagamento in questo numero di rate, attraverso specifica domanda da inoltrare al Ministero del Lavoro, la rateizzazione può essere portata anche a 36 o 60 rate.

A quanto ammonteranno le pensioni tra 20 anni? Le proiezioni dell’Inps

 Chi è entrato nel mondo del lavoro da poco tempo non avrà accesso allo stesso trattamento pensionistico riservato ai lavoratori più anziani, in quanto il calcolo della pensione verrà effettuato solo in base al sistema contributivo (e non più, quindi, anche in base al sistema retributivo) ossia all’ammontare dei contributi previdenziali versati all’Inps.

Con le nuove regole si alza anche l’età pensionabile e, quindi, per andare in pensione si dovranno attendere anche i 70 anni. Inoltre, dal momento che la pensione viene calcolata solo in base al sistema contributivo, non è detto che l’assegna che si percepirà sia commisurato alle esigenze di vita.

A questo proposito l’Inps ha elaborato alcune proiezioni nelle quali è stato calcolato il valore della prestazione pensionistica alla quale si avrà diritto in base al tasso di sostituzione (il valore dell’ultima retribuzione percepita) sia per i lavoratori dipendenti che per quelli autonomi che abbiano effettuato la prima iscrizione all’Inps al compimento dei 25 anni di età e che abbiano una retribuzione annua lorda in termini reali (in valore di oggi) pari a 15 mila euro.

I calcoli sono stati effettuati per autonomi e dipendenti di tre diverse età: 40, 50 e 60 anni.

Secondo questi requisiti, quindi, l’Inps ha evidenziato che:

– il lavoratore di 40 anni che ha iniziato a lavorare dal 1 gennaio 1996 avrà diritto alla pensione calcolata solo in base al metodo contributivo;

– il lavoratore di 50 anni al 1996 ha già accumulato una quota di pensione con il metodo di calcolo contributivo;

il lavoratore di 60 anni, se al 31 dicembre 1995 ha già accumulato 18 anni di contribuzione, potrà accedere al calcolo in base al sistema retributivo per tutti i contributi versati fino al 31 dicembre 2011; il sistema contributivo verrà utilizzato sull’anzianità maturata a partire dal 1 gennaio 2012.

Nel calcolo del valore delle pensioni in base al tasso di sostituzione effettuato dall’Inps, inoltre, i lavoratori dipendenti sono stati analizzati per tre diverse tipologie di carriera e, quindi, di retribuzione: lavoratore dipendente di livello medio impiegatizio (retribuzione finale pari a 30mila euro); dipendente di livello medio, come un funzionario, con una retribuzione finale di 60 mila euro e, infine, il dipendente di livello alto con ruolo dirigenziale e retribuzione, al momento del pensionamento, di 120 mila euro.

La stessa suddivisione è stata fatta per i lavoratori autonomi, prendendo in considerazione diversi livelli di reddito derivanti da attività di commercio.

Per entrambe le categorie di lavoratori il è stato preso in considerazione il pensionamento a 68 anni o 70 a seconda della situazione individuale.

 A quanto ammonteranno tra 20 anni le pensioni dei dipendenti?

► A quanto ammonteranno tra 20 anni le pensioni dei dipendenti?

Dall’analisi dei risultati delle proiezioni fatte dall’Inps si nota come con l’introduzione del solo metodo contributivo per il calcolo della pensione, i redditi che saranno garantiti ai futuri pensionati che solo da poco affacciati nel mondo del lavoro sono nettamente inferiori a quelli garantiti con il calcolo della pensione in base al sistema retributivo o misto.

Emerge fortemente anche il fatto che la pensione diminuisce con il decrescere dell’età dei contribuenti, con la copertura offerta dal sistema si riduca al crescere della retribuzione percepita.

Situazione, questa, che si fa ancora più marcata per i lavoratori autonomi.

Gli elementi che influiscono sul calcolo della pensione

Sul calcolo della pensione per le nuove generazioni, influiscono in maniera determinante le seguenti circostanze:

evoluzione retributiva durante la carriera;

tipologia di inquadramento contrattuale (sempre dipendente, contratti alternativi o libero professionista; eventuali periodi di part time eccetera);

scelte operate dal contribuente come richiesta del riscatto dei periodi di laurea, ricongiunzione o totalizzazione dei periodi maturati in più gestioni, adesione alla previdenza complementare, utilizzo del Tfr come forma di risparmio previdenziale.

A quanto ammonteranno tra 20 anni le pensioni dei lavoratori autonomi?

 Lavoratore autonomo di 40 anni

I casi esaminati dall’Inps per il calcolo del tasso di sostituzione per la pensione di un lavoratore autonomo di 40 anni (al 31 dicembre 2012), che abbia un’anzianità contributiva di 15 anni (pensione a 70 anni) sono tre:

  1. Commerciante con reddito nell’ultimo anno di attività pari a 30 mila euro: il tasso di sostituzione è al 45,6%;
  2. Commerciante con reddito nell’ultimo anno di attività pari a 60 mila euro: il tasso di sostituzione è al 33,2%;
  3. Commerciante con reddito nell’ultimo anno di attività pari a 120 mila euro: il tasso di sostituzione è al 24,8%;

Lavoratore autonomo di 50 anni

I casi esaminati dall’Inps per il calcolo del tasso di sostituzione per la pensione di un lavoratore autonomo di 50 anni (al 31 dicembre 2012), che abbia un’anzianità contributiva di 25 anni (pensione a 70 anni) sono tre:

  1. Commerciante con reddito nell’ultimo anno di attività pari a 30 mila euro: il tasso di sostituzione è al 55,5%;
  2. Commerciante con reddito nell’ultimo anno di attività pari a 60 mila euro: il tasso di sostituzione è al 43,8%;
  3. Commerciante con reddito nell’ultimo anno di attività pari a 120 mila euro: il tasso di sostituzione è al 34,2%;

A quanto ammonteranno tra 20 anni le pensioni dei dipendenti?

Lavoratore autonomo di 60 anni

I casi esaminati dall’Inps per il calcolo del tasso di sostituzione per la pensione di un lavoratore autonomo di 60 anni (al 31 dicembre 2012), che abbia un’anzianità contributiva di 35 anni (pensione a 68 anni) sono tre:

  1. Commerciante con reddito nell’ultimo anno di attività pari a 30 mila euro: il tasso di sostituzione è al 76,9%;
  2. Commerciante con reddito nell’ultimo anno di attività pari a 60 mila euro: il tasso di sostituzione è al 65%;
  3. Commerciante con reddito nell’ultimo anno di attività pari a 120 mila euro: il tasso di sostituzione è al 50,1%;