Nuove regole per contributi e assicurazione degli apprendisti

 Con il messaggio Inps 11761 del 22 luglio 2013, l’Istituto di previdenza ha dato ulteriori indicazioni per il pagamento dei contributi degli apprendisti iscritti alle liste di mobilità in riferimento alla Dlgs 167/2011.

Dopo 18 mesi dall’entrata in vigore del decreto, infatti, pur rimanendo invariate le voci assicurative, sono stati aumentati i contributi da pagare a carico del datore di lavoro, con l’equiparazione al settore di attività e alle caratteristiche aziendali.

► Le novità per i debiti contributivi, la rateizzazione breve

Quindi, se per i primi 18 mesi dall’entrata in vigore del decreto, il regime vigente per il pagamento dei contributi era quello agevolato (contribuzione datoriale pari al 10%) con possibilità di usufruire del beneficio del 50% dell’indennità di mobilità residua, al netto di quella già fruita dal lavoratore, dal 19° mese, come già anticipato dalla circolare 128/12, non è più possibile aderire al regime agevolato.

► Guida all’iter unico per la rateizzazione dei contributi non pagati

Per chi ha assunto un apprendista iscritto alle liste di collocazione il pagamento dei contributi per il lavoratore è adeguato alle aliquote ordinariamente previste in relazione al settore di classificazione previdenziale e alle caratteristiche aziendali, al netto delle eventuali riduzioni stabilite dalla legge, con il contributo Aspi da calcolare all’1,61% (1,31% + 0,30%) e le misure compensative per la previdenza complementare e per il Fondo di tesoreria Inps allo 0,27% per l’anno in corso.

 

Le novità per i debiti contributivi, la rateizzazione breve

 Con la Circolare n. 108 l’Inps ha apportato delle novità per quanto concerne il pagamento dei debiti contributi in fase amministrativa.

► Guida alla nuova procedura on line per la verifica dei contributi

In pratica l’Inps dà la possibilità ai contribuenti che abbiano già fatto richiesta di rateizzazione dei loro debiti contributivi nei confronti dell’Inps, di accedere ad una procedura di ‘ravvedimento’ nel caso non riescano a far fronte alle rate del primo piano di ammortamento, attraverso la quale sarà possibile, diversamente da come accadeva con regole fino ad ora in vigore, di richiedere una ulteriore dilazione delle somme da pagare.

Prima della Circolare n. 108, il contribuente poteva richiedere una seconda rateizzazione solo dopo aver estinto il pagamento delle rate precedenti.

Inoltre, l’Inps dà anche la possibilità della rateizzazione breve. Con questa procedura i contribuenti che hanno contratto debiti contributi per un periodo non superiore ai tre mesi con l’Inps (in caso di datori di lavoro/committenti, se si tratta di autonomi il periodo è un trimestre/rata) possono scegliere di pagare il loro debito a rate pur mantenendo lo status di correttezza contributiva.

► Guida all’iter unico per la rateizzazione dei contributi non pagati

La dilazione avviene al massimo per sei mesi e la si può richiedere all’Inps anche in caso di ulteriore scopertura sulle partite correnti riferite di una precedente gestione già rateizzata.

 

Guida all’iter unico per la rateizzazione dei contributi non pagati

 Con la Circolare Inps n. 108 dello scorso 12 luglio, l’Inps ha voluto unificare le modalità di pagamento dilazionato dei debiti contributivi per tutte le gestioni di sua competenza (gestioni private, ex-Inpdap, ex Enpals), attivando, inoltre, la possibilità di rateizzazione breve in caso di mancati pagamenti dei contributi.

Però, prima di vedere come si effettua la richiesta per il pagamento dilazionato dei debiti contributivi in fase amministrativa, è opportuno controllare al propria situazione con l’Inps.

Per agevolare anche questo passaggio, l’Istituto ha messo a disposizione una nuova procedura on line per il controllo della regolarità produttiva. La piattaforma Regolarità contributiva on line dell’Inps è disponibile sul sito dell’Istituto ed è accessibile a tutti i soggetti responsabili dell’adempimento contributivo in possesso di un codice Pin dell’Inps.

La procedura produce un documento nel quale sono riassunte le diverse posizioni su tutte le gestioni dell’Inps.

Una volta che si è avuta la certezza di avere debiti contributivi in fase amministrativa, su può procedere alla richiesta di rateizzazione: è sufficiente che il contribuente invii la richiesta in via telematica seguendo le indicazioni del messaggio 11532/2013 dell’Inps per la compilazione della stessa ().

L’Inps poi procederà alla definizione del piano di ammortamento che, come specifica la Circolare 108, verrà considerato accettato dal contribuente con il pagamento della rata di “acconto”, entro il termine comunicato nel piano stesso. 

Guida alla nuova procedura on line per la verifica dei contributi

 Con il messaggio n. 11512 del 17 luglio 2013, l’Inps ha dato notizia della disponibilità, sul proprio sito, di una nuova procedura per il controllo della regolarità contributiva on line.

► Consigli per mettere al sicuro la propria pensione

A cosa serve la procedura per la verifica della regolarità contributiva?

Questa procedura interessa tutte le gestioni dell’Inps, quindi lavoratori dipendenti, lavoratori autonomi artigiani e commercianti e committenti di co.co.co. e/o co.co.pro., e grazie a questo strumento sarà possibile controllare lo stato degli adempimenti contributivi.

Chi può accedere alla procedura per la verifica della regolarità contributiva?

A partire dal 22 luglio, possono accedere alla procedura on line per la verifica della regolarità contributiva tutti i soggetti responsabili dell’adempimento contributivo – i titolari e i legali rappresentanti, o delegati e intermediari –  che siano in possesso di un codice Pin.

L’identificazione della posizione da controllare avviene tramite Codice Fiscale.

► Come controllare l’ estratto conto della pensione online

Come funziona la procedura per il controllo della regolarità contributiva?

Il nuovo strumento per il controllo della regolarità produttiva prende in esame gli archivi di tutte le gestioni dell’Ente e ne mette a confronto i dati. Una volta che questi sono stati elaborati, verrà prodotto un documento di riepilogo nel quale i contributi già versati sono divisi per ciascuna gestione.

L’ INPS raddoppia la spesa per la disoccupazione

 Nel corso degli ultimi dieci anni, tra il 2002 e il 2012, è decisamente aumentato l’ impegno economico che l’ INPS, l’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale, ha dovuto sostenere per far fronte e mantenere tutti gli interventi relativi all’ erogazione della disoccupazione e all’ integrazione dei salari.

Le prime regole dell’Inps per il voucher baby sitter

 Con la riforma Fornero (legge n. 92/2012) si è cercato di dare alle neo mamme un aiuto per il rientro nel mondo del lavoro dopo la gravidanza e per sostenerle nel ruolo di madri e lavoratrici. In funzione di questo obiettivo, sono stati introdotti i voucher genitorialità, ossia dei contributi ai quali possono accedere le madri che rinunciano al congedo parentale. In sostanza si tratta di buoni lavoro per i servizi di baby sitting e contributi economici per il pagamento delle rette degli asili.

Con il messaggio n. 11344/2013 l’Inps ha dato le prime indicazioni. Vediamole nel dettaglio.

 Guida alla richiesta del Bonus Bebè 2013

Cos’è il voucher baby sitter

Le donne che non possono restare assenti per troppo tempo dal loro lavoro, grazie alla legge Fornero hanno la possibilità di rinunciare ad una parte del loro congedo parentale e trasformare il tempo del quale non godono in un beneficio monetario, che può essere utilizzato per il pagamento della baby sitter per il neonato.

Chi ha diritto al voucher baby sitter

Hanno diritto al voucher baby sitter tutte le madri lavoratrici – anche quelle adottive o affidatarie – sia che abbiano un lavoro dipendente o che siano iscritte alla gestione separata dell’inps.

► Vademecum dell’Inps sull’utilizzo dei buoni lavoro

A quanto ammonta il voucher baby sitter

Il voucher baby sitter è pari a 300 euro al mese, che possono essere erogati per un massimo di sei mesi in caso di lavoratrici dipendenti e per un massimo di tre per le madri lavoratrici autonome. Per accedervi è necessario farne richiesta attraverso l’apposito bando dell’Inps, dal quale, poi, viene stilata una graduatoria.

Come vengono emessi i voucher baby sitter

I voucher baby sitter sono emessi in formato cartaceo dall’Inps e possono avere un valore di 10 o di 20 euro. I voucher possono essere ritirati solo per un importo pari a 300 euro o suoi multipli e solo dalla madre lavoratrice, in una delle seguenti tre modalità: unico ritiro della quota spettante, ritiro frazionato (sempre per un valore di 300 euro o multipli) o, infine, con riotiro mensile.

Come cambiano i voucher maternità in caso di lavoratrice part time?

Se la madre lavoratrice ha un impiego part time, il valore dei voucher ai quali si ha diritto viene ridotto in proporzione alla minore entità dell’impegno lavorativo della donna. Anche in questo caso, comunque, rimangono invariate le modalità di ritiro dei voucher baby sitter.

Le pensioni degli italiani nel 2012

 L’ INPS, l’ Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale ha recentemente pubblicato la Relazione sul 2012, che riporta i dati relativi alle pensioni erogate nel corso dell’ anno passato, considerate dal punto di vista della spesa totale, sia da quella dei singoli contributi.

Per l’ INPS un rosso da 9 miliardi

Per l’ INPS un rosso da 9 miliardi

 E’ tempo di bilancio anche per l’ INPS, l’ Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale, che per la prima volta stende la sua Relazione sul 2012 dopo l’ accorpamento di altri due storici enti dello Stato italiano, l’ Enpals e l’ Inpdap

Consigli per mettere al sicuro la propria pensione

 Molto probabilmente a breve saremo interessati da una nuova riforma delle pensioni che dovrebbe mettere un po’ di ordine nel caos esistente al momento. Ma, data la grave situazione nella quale versa l’Inps, l’Istituto che dovrebbe restituirci quanto dato in contributi durante il periodo lavorativo, è meglio provvedere a mettersi al sicuro.

In primo luogo si consiglia di controllare che i contributi maturati con il lavoro dipendente siano stati tutti correttamente versati.

Per farlo basta chiamare l’Inps è usufruire della busta arancione, il nuovo servizio dell’Inps che permette di avere un estratto conto aggiornato della propria storia contributiva.

► Dall’estate il calcolatore online per la pensione, ma solo per gli over 58

Grazie a queste prime informazioni si può così capire se sia il caso di provvedere al riscatto della laurea o del servizio militare.

In secondo luogo, poi, il consiglio degli esperti è quello di aderire ad un fondo pensione. In questo modo si può destinare una parte di quello che si guadagna mensilmente (solitamente si consiglia di investire il 10% di uno stipendio medio) ad un fondo pensione, che deve essere scelto in base alle proprie esigenze di contribuzione e al proprio profilo di investitore.

Le spese sostenute per la contribuzione al fondo pensione, inoltre, sono detraibili dalla dichiarazione dei redditi fino a 5.164,57 euro l’anno.

Come ottenere il rimborso per le pensioni d’oro

 Le pensioni d’oro non si possono toccare. Parliamo delle pensioni che valgono più di 90.000 euro all’anno e che negli scorsi anni sono state oggetto di tagli e prelievi, giudicati incostituzionali dalla Corte che si occupa proprio dell’aderenza delle leggi e dell’operato del governo alle leggi della nostra Costituzione.

► Nessun prelievo sulle pensioni d’oro, lo dice la Consulta

Quindi, dato che il taglio delle pensioni è anticostituzionale, l’Inps ha deciso di iniziare subito con i rimborsi per quanti hanno visto diminuire il proprio rateo mensile.

Lo ha comunicato con il messaggio n. 11243/2013, con il quale chiarisce le modalità per la rideterminazione degli importi delle pensioni e la restituzione di quanto ingiustamente tolto nel 2013, 2012 e 2011.

Ecco, nello specifico, cosa accadrà.

Pensioni della gestione privata

Dalla rata di agosto il rateo della pensione verrà ripristinato alla cifra precedente al Decreto legge n. 98/11 (convertito poi in legge n. 111 del 2011), che ha istituito il contributo di solidarietà. Sempre nello stesso documento, verranno comunicati anche i nuovi importi per le tassazioni in funzione dell’aumento dell’imponibile.

Nella mensilità di agosto, tutti i pensionati della gestione privata troveranno anche il rimborso di quanto trattenuto dall’Inps dall’inizio dell’anno (periodo gennaio – giugno per il contributo di solidarietà).

Pensioni della gestione ex Enpals

Per questi pensionati il contributo di solidarietà è stato sospeso già nel mese di luglio, mese dal quale il totale della pensione tornerà ai livelli pre-contributo di solidarietà e sarà anche maggiorato grazie al rimborso di tutte le cifre versate da gennaio a giugno del 2013. Anche in questo caso la stessa cedola conterrà anche le indicazioni sul nuovo ammontare della tassazione in funzione al ripristino del rateo spettante al contribuente.

 La Riforma Fornero fa risparmiare, ma chi paga?

Pensionati della gestione ex Inpdap

Per i pensionati della gestione ex Inpdap il contributo di solidarietà verrà sospeso dalla rata di luglio, nella quale verrà ripristinato il valore originale – senza contributo di solidarietà – del rateo mensile e sarà, come negli altri casi, specificato il nuovo ammontare della tassazione.

Diversamente dagli altri casi, invece, il rimborso di quanto versato nel periodo gennaio – giugno del 2013, le somme trattenute dall’Istituto saranno rimborsate nell’assegno del mese di agosto, con la seguente tassazione:

– tassazione ad aliquota massima nel caso di titolari di unica prestazione;

– tassazione ad aliquota proporzionale nel caso di titolari di plurime prestazioni pensionistiche.

Le somme già trattenute dal’INPS per gli anni 2012 e 2013 saranno rimborsate in futuro, con tempistiche e modalità ancora da definire.