I dati dell’Inps, nel bilancio sociale del 2012, mostrano una riduzione del 10% del potere di acquisto delle famiglie nel periodo della crisi economica. C’è meno capacità di acquisto e meno reddito per le famiglie, visto che i dati registrano una riduzione complessiva di 18 miliardi.
INPS
La Corte dei Conti lancia l’allarme pensioni e si stringe sull’invalidità civile
La Corte dei Conti parla di misure immediate per mettere a posto la situazione economica dell’Inps, l’Istituto nazionale della previdenza sociale. Operazione da fare presto controllando le pensioni legate al metodo contributivo e riformando le modalità di riconoscimento dell’invalidità civile, sono queste le considerazioni che emergono dall’analisi della Corte dei Conti del bilancio 2012 dell’Inps. Nel report della Corte dei Conti si legge un disavanzo finanziario e l’aumento del deficit che sono conseguenza dei più grandi fondi amministrati. Il risanamento è quindi improrogabile e bisogna riflettere in maniera responsabile sull’invalidità civile.
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La Corte dei Conti critica le procedure utilizzate per il riconoscimento dell’invalidità civile basate soprattutto sul ricorso a medici esterni convenzionati che non garantiscono all’Inps una governo efficace.
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Un’altra critica riguarda l’adeguatezza delle pensioni che si riferiscono al metodo contributivo. Si dice che è necessario “un costante monitoraggio degli effetti delle riforme del lavoro e della previdenza obbligatoria sulla spesa pensionistica e di una crescente attenzione al profilo dell’adeguatezza delle prestazioni collegate al metodo contributivo e degli eccessivi divari nei trattamenti connessi a quello retributivo, unitamente all’urgenza di rilanciare la previdenza complementare”.
Le perdite registrate sono ripagate dai parasubordinati e dalle prestazioni temporanee. Sono loro che mantengono le perdite economiche totali e permettono la copertura. Il bilancio è quindi attivo ma ci sono preoccupazioni per la tenuta legate all’aumento delle prestazioni non bilanciato dal flusso dei contributi. In effetti, il lavoro autonomo e i parasubordinati non aggiustano lo squilibrio e non ci sono apporti statali adeguati a livello qualitativo e quantitativo. I saldi vanno verso il negativo quindi e c’è l’indebitamento anche per il dissesto crescente del fondo di nuova acquisizione dei dipendenti pubblici.
Pensioni, preoccupa il disavanzo dell’Inps
Antonio Mastrapasqua, presidente dell’ Inps all’interno un incontro con la commissione di controllo degli enti previdenziali, evidenzia che il deficit dell’Inps può dare “segnali di non totale tranquillità”. Ha poi sottolineato di aver comunicato e scritto al ministro dell’Economia Saccomanni,e al ministro del Lavoro Giovannini, per coinvolgerli sul problema.
Rischio pensioni dopo il monito sui conti dell’Inps
Antonio Mastrapasqua, presidente dell’ Inps durante un’audizione nella commissione di controllo degli enti previdenziali, sottolinea che il disavanzo dell’Inps può dare “segnali di non totale tranquillità”. Ha inoltre aggiunto di aver riferito e scritto al ministro dell’Economia Saccomanni,e al ministro del Lavoro Giovannini, per sensibilizzarli sul tema.
Possibile rischio per i conti dell’INPS?
Ha fatto molto discutere, nella giornata di oggi, la questione relativa al rosso di bilancio presente nei conti dell’INPS, una situazione che si è venuta a creare già da diverso tempo, in seguito all’accorpamento, nell’ente pensionistico, di altri due istituti previdenziali italiani, l’ex Inpdap e l’Enpals, di cui l’INPS, che prima della fusione presentava le carte in regola, si è assunto oneri e onori.
I nuovi salvaguardati potranno presentare le domande per la pensione
Con una circolare pubblicata il 13 Novembre 2013, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha aperto ufficialmente i termini per la presentazione delle domande di pensionamento per l’ultimo contingente di salvaguardati, cioè coloro che sono stati ammessi al beneficio della salvaguardia attraverso i decreti legge 101 e 102.
Cresce la spesa dello Stato per le pensioni secondo l’Istat
Continua a crescere la spesa dello Stato per le pensioni, ma i benefici non sono ripartiti in maniera omogenea a livello territoriale. E’ quanto si apprende da una recente indagine compiuta dall’Istat, l’Istituto di Statistica, che ha elaborato una ricerca nazionale in merito all’anno 2011, l’anno che ha preceduto l’entrata in vigore della Riforma Fornero.