A partire dal primo luglio entrerà in vigore l’aumento della tassazione sulle rendite finanziarie voluta dal governo Renzi che porterà ad una salita dell’aliquota dal 20 al 26% andando ad intaccare tutti gli strumenti finanziari, azioni, obbligazioni, Etf, fondi di investimento, conti correnti, conti deposito, conti postali, e da cui sono esenti solo i Titoli di Stato e i fondi pensione.
Investimenti
Le caratteristiche del conto deposito Deposito Sicuro di Banca delle Marche
Se siete alla ricerca di un buon investimento da sottoscrivere in questo periodo avrete più strada davanti ai vostri occhi. Da una parte ci sono i buoni rendimenti che assicura in questo momento il mercato azionario, che sta lentamente tornando ai livelli pre – crisi quanto a valori, dall’altra ci sono però forme di investimento più sicure. Fra queste, ad esempio, sono sempre validi i conti depositi, i quali, pur avendo visto nell’ultimo periodo ridursi i loro rendimenti, sono sempre una scelta oculata per far rendere la propria liquidità in attesa di tempi migliori.
I titoli di stato sono stati l’investimento preferito dagli italiani nel 2013
Quali sono stati i prodotti di investimento più scelti dagli italiani nel corso del 2013? Quali sono stati gli investimenti su cui i nostri connazionali hanno riposto più fiducia nel corso dell’ anno scorso? Secondo i dati censiti dalla Consob i titoli di stato sono stati i prodotti di investimento preferiti dagli italiani nel 2013, anche se con piccole differenze rispetto al passato. A partecipare a questa tendenza sono state sia le famiglie, cioè i più piccoli risparmiati, sia i fondi comuni che le banche.
Il recupero del mercato immobiliare nel primo trimestre del 2014
Il calo dei prezzi delle abitazioni e la diminuzione dei tassi di interesse ha agevolato la possibilità per le famiglie italiane di acquistare casa nel corso dei primi tre mesi del 2014, così come rivela anche una ricerca elaborata dall’Abi, l’ Associazione Bancaria Italiana, in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate.
Titoli di Stato, aumenta la partecipazione estera in Italia
Le banche italiane stanno diminuendo i titoli di stato in portafoglio, che al contrario sono acquistati in quantità superiore dagli investitori esteri. Emerge dai dati di Bankitalia, secondo cui a fine 2013 la quota estera dei bond italiani è salita al 27% mentre quella delle banche è diminuita dal 23 al 21,7%. I dati del primo bimestre dicono inoltre di “ingenti acquisti netti” degli investitori stranieri che avrebbero ulteriormente puntato sui BTP.
Investire oggi su mercati finanziari: l’opinione di Gianmaria Panini di GENEVE INVEST
Cosa significa investire oggi? Quali sono le reali possibilità di investimento ed in che modo dovrebbe muoversi un potenziale investitore, tenendo conto dell’attuale congiuntura?
Si tratta di domande centrali, che vanno considerate in maniera attenta e valutate alla luce di un momento molto complesso, una fase economica senza precedenti in cui è fondamentale gestire i propri risparmi secondo logiche ben delineate, facendo attenzione a non lasciare i propri capitali immobili ed investendoli seguendo percorsi e linee programmatiche professionali e strategiche. Proviamo a partire dalla condizione base classica: disponiamo di liquidità ed abbiamo deciso di investire. Le possibilità sono, allo stesso tempo, infinite e minime, a seconda della propria conoscenza del settore e/o dalla qualità dei riferimenti che prendiamo in considerazione. Per comprendere meglio quali siano le effettive opzioni di investimento offerte oggi dai mercati finanziari e i rischi più diffusi cui va incontro un potenziale investitore, ci rivolgiamo a Gianmaria Panini, responsabile per il mercato italiano di Genève Invest, gruppo di gestione patrimoniale indipendente con sedi a Ginevra e Lussemburgo.
Innanzitutto, quali sono i primi passi da compiere per chi desidera investire efficacemente il proprio capitale e quali sono le possibilità offerte oggi dal mercato per un risparmiatore privato?
La primissima cosa da fare quando ci si accinge a investire i propri risparmi è riflettere con calma sulle proprie esigenze attuali e future. Quando si parla di finanza spesso ci dimentica che dalle scelte di investimento dipendono in buona parte le concrete possibilità di vita degli individui e delle famiglie. Per questo è necessario chiarire innanzitutto quali sono e quali saranno le necessità particolari che il nostro investimento dovrà soddisfare. Le prime domande da porsi riguardano la definizione di un orizzonte temporale preciso, l’ammontare del capitale che si intende collocare e il profilo di rischio che si è in grado di assumere. Il mercato dei capitali offre oggi possibilità di investimento quasi infinite, in conseguenza della moltiplicazione dei prodotti finanziari e dell’apertura dei mercati dei paesi emergenti. Riuscire a selezionare un’opzione che si addice realmente alle proprie esigenze personali è la chiave per un piano di investimenti di successo.
In questo senso, come deve muoversi chi non possiede una conoscenza particolarmente approfondita delle dinamiche dei mercati finanziari, per ottenere una soluzione di investimento realmente soddisfacente?
Chi non ha esperienza del settore, come chi desidera avere maggiori garanzie rispetto a quelle fornite dagli investimenti “fai da te”, deve per prima cosa scegliere con attenzione gli interlocutori a cui rivolgersi. Parlando di intermediari finanziari, l’Italia risente storicamente di un grande deficit rispetto agli altri paesi europei. Il sistema finanziario italiano è tradizionalmente di stampo banking oriented: in Italia l’attività creditizia non è distinta da quella dell’intermediazione mobiliare, funzioni entrambe svolte tipicamente dagli istituti bancari. Negli ultimi anni il sistema bancario italiano ha poi subito un processo di forte concentrazione, con il risultato di un sistema dominato da pochi gruppi di grandissime dimensioni. Le conseguenze dei conflitti di interessi che ne derivano sono oggi evidenti e finiscono per incidere anche sulle condizioni di investimento e sui prodotti offerti ai risparmiatori privati.
Ma allora quali sono le alternative per chi voglia investire in maniera produttiva?
Un’alternativa alla consulenza bancaria tradizionale è quella offerta dagli intermediari finanziari indipendenti. Le società che si occupano esclusivamente di gestione del patrimonio rappresentano una realtà già solida e diffusa da anni in tutto il resto d’Europa. Rispetto alla tradizionale offerta bancaria, gli intermediari indipendenti sono capaci di offrire due vantaggi principali. Innanzitutto, riescono a fornire un servizio personalizzato e tagliato su misura in base alle esigenze di ciascun cliente. Il secondo vantaggio, ancora più rilevante, è che il profitto di un gestore indipendente non deriva dalla compravendita di particolari strumenti finanziari, ma è legato in sostanza solo alla soddisfazione dei suoi clienti.
Può spiegarci meglio in cosa si distingue l’attività di un gestore patrimoniale indipendente?
La principale differenza che separa gli intermediari bancari tradizionali dagli intermediari indipendenti è che i primi spesso gestiscono direttamente i prodotti che propongono alla propria clientela, o percepiscono una grossa quota delle commissioni di gestione relative ad alcune transazioni. Questo macroscopico conflitto di interesse comporta per l’investitore rendimenti tendenzialmente bassi e costi di gestione spesso poco trasparenti. Un intermediario indipendente, invece, è libero di utilizzare come unico criterio per la composizione dei portafogli dei propri clienti le loro specifiche necessità. Ciò rende possibile selezionare gli investimenti basandosi sulla reale reddittività delle attività produttive sottostanti e, di conseguenza, di allocare in maniera realmente efficiente il capitale. Le società di gestione che operano secondo questa logica stanno crescendo per numero e dimensioni, come dimostra il trend positivo registrato negli ultimi due anni anche in Italia. La mia esperienza personale conferma questo dato: gli investitori italiani si rivolgono sempre più frequentemente a intermediari indipendenti, specialmente al di fuori dei confini nazionali, alla ricerca di una consulenza patrimoniale più professionale e soddisfacente rispetto a quella offerta mediamente dagli intermediari tradizionali. Credo che questo dimostri la diffusione di una nuova consapevolezza, tra i risparmiatori privati italiani, dei meccanismi di funzionamento dei mercati dei capitali.
Ci parli della sua esperienza diretta: cosa spinge un investitore italiano a rivolgersi a un intermediario finanziario residente all’estero?
Come dicevo, il panorama degli intermediari finanziari accessibili ad un privato in Italia è ridotto e le opzioni offerte risultano scarsamente concorrenziali. Gli investitori italiani che si rivolgono a Genève Invest vengono spesso da consulenze bancarie poco personalizzate, che forniscono prodotti standardizzati e rendimenti poco soddisfacenti. Il servizio che un intermediario indipendente come il nostro è capace di offrire è difficilmente riscontrabile all’interno dei confini nazionali. Genève Invest, ad esempio, è specializzata negli investimenti obbligazionari ad alto rendimento, capaci di garantire alti profitti a fronte di un livello di rischio contenuto. Il grado di personalizzazione garantito a ciascun cliente e l’implementazione della nostra strategia di investimento richiedono uno sforzo costante di analisi e selezione che difficilmente un istituto bancario tradizionale è disposto a compiere. Per questo oggi l’attenzione rivolta dagli investitori italiani alle proposte offerte da gestori esteri risulta essere in forte crescita.
Le caratteristiche del Conto deposito Conto Arancio di ING Direct
Forse non tutti sanno che all’interno dell’offerta dei prodotti del mondo bancario le soluzioni sono diventate molto più numerose al giorno d’oggi, e spesso, quando si hanno dei soldi di cui non si ha immediato bisogno, non c’è più la necessità di scegliere tassativamente tra un conto deposito e un conto corrente.