I conti deposito vincolati più convenienti del mese di Maggio 2014

 La scelta di un conto deposito migliore non può essere fatta senza procedere ad un confronto sistematico delle offerte, che saprà mettere in luce le soluzioni presenti sul mercato che offrono al momento i maggiori rendimenti a fronte del pagamento delle minori spese. 

Investire oggi su mercati finanziari: l’opinione di Gianmaria Panini di GENEVE INVEST

 

Cosa significa investire oggi? Quali sono le reali possibilità di investimento ed in che modo dovrebbe muoversi un potenziale investitore, tenendo conto dell’attuale congiuntura?


Si tratta di domande centrali, che vanno considerate in maniera attenta e valutate alla luce di un momento molto complesso, una fase economica senza precedenti in cui è fondamentale gestire i propri risparmi secondo logiche ben delineate, facendo attenzione a non lasciare i propri capitali immobili ed investendoli seguendo percorsi e linee programmatiche professionali e strategiche. Proviamo a partire dalla condizione base classica: disponiamo di liquidità ed abbiamo deciso di investire. Le possibilità sono, allo stesso tempo, infinite e minime, a seconda della propria conoscenza del settore e/o dalla qualità dei riferimenti che prendiamo in considerazione. Per comprendere meglio quali siano le effettive opzioni di investimento offerte oggi dai mercati finanziari e i rischi più diffusi cui va incontro un potenziale investitore, ci rivolgiamo a Gianmaria Panini, responsabile per il mercato italiano di Genève Invest, gruppo di gestione patrimoniale indipendente con sedi a Ginevra e Lussemburgo.


Innanzitutto, quali sono i primi passi da compiere per chi desidera investire efficacemente il proprio capitale e quali sono le possibilità offerte oggi dal mercato per un risparmiatore privato?


La primissima cosa da fare quando ci si accinge a investire i propri risparmi è riflettere con calma sulle proprie esigenze attuali e future. Quando si parla di finanza spesso ci dimentica che dalle scelte di investimento dipendono in buona parte le concrete possibilità di vita degli individui e delle famiglie. Per questo è necessario chiarire innanzitutto quali sono e quali saranno le necessità particolari che il nostro investimento dovrà soddisfare. Le prime domande da porsi riguardano la definizione di un orizzonte temporale preciso, l’ammontare del capitale che si intende collocare e il profilo di rischio che si è in grado di assumere. Il mercato dei capitali offre oggi possibilità di investimento quasi infinite, in conseguenza della moltiplicazione dei prodotti finanziari e dell’apertura dei mercati dei paesi emergenti. Riuscire a selezionare un’opzione che si addice realmente alle proprie esigenze personali è la chiave per un piano di investimenti di successo.





In questo senso, come deve muoversi chi non possiede una conoscenza particolarmente approfondita delle dinamiche dei mercati finanziari, per ottenere una soluzione di investimento realmente soddisfacente?


Chi non ha esperienza del settore, come chi desidera avere maggiori garanzie rispetto a quelle fornite dagli investimenti “fai da te”, deve per prima cosa scegliere con attenzione gli interlocutori a cui rivolgersi. Parlando di intermediari finanziari, l’Italia risente storicamente di un grande deficit rispetto agli altri paesi europei. Il sistema finanziario italiano è tradizionalmente di stampo banking oriented: in Italia l’attività creditizia non è distinta da quella dell’intermediazione mobiliare, funzioni entrambe svolte tipicamente dagli istituti bancari. Negli ultimi anni il sistema bancario italiano ha poi subito un processo di forte concentrazione, con il risultato di un sistema dominato da pochi gruppi di grandissime dimensioni. Le conseguenze dei conflitti di interessi che ne derivano sono oggi evidenti e finiscono per incidere anche sulle condizioni di investimento e sui prodotti offerti ai risparmiatori privati.


Ma allora quali sono le alternative per chi voglia investire in maniera produttiva?


Un’alternativa alla consulenza bancaria tradizionale è quella offerta dagli intermediari finanziari indipendenti. Le società che si occupano esclusivamente di gestione del patrimonio rappresentano una realtà già solida e diffusa da anni in tutto il resto d’Europa. Rispetto alla tradizionale offerta bancaria, gli intermediari indipendenti sono capaci di offrire due vantaggi principali. Innanzitutto, riescono a fornire un servizio personalizzato e tagliato su misura in base alle esigenze di ciascun cliente. Il secondo vantaggio, ancora più rilevante, è che il profitto di un gestore indipendente non deriva dalla compravendita di particolari strumenti finanziari, ma è legato in sostanza solo alla soddisfazione dei suoi clienti.


Può spiegarci meglio in cosa si distingue l’attività di un gestore patrimoniale indipendente?


La principale differenza che separa gli intermediari bancari tradizionali dagli intermediari indipendenti è che i primi spesso gestiscono direttamente i prodotti che propongono alla propria clientela, o percepiscono una grossa quota delle commissioni di gestione relative ad alcune transazioni. Questo macroscopico conflitto di interesse comporta per l’investitore rendimenti tendenzialmente bassi e costi di gestione spesso poco trasparenti. Un intermediario indipendente, invece, è libero di utilizzare come unico criterio per la composizione dei portafogli dei propri clienti le loro specifiche necessità. Ciò rende possibile selezionare gli investimenti basandosi sulla reale reddittività delle attività produttive sottostanti e, di conseguenza, di allocare in maniera realmente efficiente il capitale. Le società di gestione che operano secondo questa logica stanno crescendo per numero e dimensioni, come dimostra il trend positivo registrato negli ultimi due anni anche in Italia. La mia esperienza personale conferma questo dato: gli investitori italiani si rivolgono sempre più frequentemente a intermediari indipendenti, specialmente al di fuori dei confini nazionali, alla ricerca di una consulenza patrimoniale più professionale e soddisfacente rispetto a quella offerta mediamente dagli intermediari tradizionali. Credo che questo dimostri la diffusione di una nuova consapevolezza, tra i risparmiatori privati italiani, dei meccanismi di funzionamento dei mercati dei capitali.


Ci parli della sua esperienza diretta: cosa spinge un investitore italiano a rivolgersi a un intermediario finanziario residente all’estero?


Come dicevo, il panorama degli intermediari finanziari accessibili ad un privato in Italia è ridotto e le opzioni offerte risultano scarsamente concorrenziali. Gli investitori italiani che si rivolgono a Genève Invest vengono spesso da consulenze bancarie poco personalizzate, che forniscono prodotti standardizzati e rendimenti poco soddisfacenti. Il servizio che un intermediario indipendente come il nostro è capace di offrire è difficilmente riscontrabile all’interno dei confini nazionali. Genève Invest, ad esempio, è specializzata negli investimenti obbligazionari ad alto rendimento, capaci di garantire alti profitti a fronte di un livello di rischio contenuto. Il grado di personalizzazione garantito a ciascun cliente e l’implementazione della nostra strategia di investimento richiedono uno sforzo costante di analisi e selezione che difficilmente un istituto bancario tradizionale è disposto a compiere. Per questo oggi l’attenzione rivolta dagli investitori italiani alle proposte offerte da gestori esteri risulta essere in forte crescita.

Le caratteristiche del Conto deposito Conto Arancio di ING Direct

 Forse non tutti sanno che all’interno dell’offerta dei prodotti del mondo bancario le soluzioni sono diventate molto più numerose al giorno d’oggi, e spesso, quando si hanno dei soldi di cui non si ha immediato bisogno, non c’è più la necessità di scegliere tassativamente tra un conto deposito e un conto corrente.

L’Italia vede il ritorno degli investitori?

 Gli investitori internazionali hanno dato all’Italia tre mesi di tempo per eseguire le riforme e rinnovare l’economia. La domanda è se in Italia ci sarà una ripresa o un nuovo declino che possa mettere in discussione il futuro non solo del nostro Paese ma anche dei paesi della zona euro.

La sfida del Presidente del Consiglio Matteo Renzi è quella di alleggerire la pressione fiscale, abbassare la burocrazia e mantenersi entro i parametri Ue. Una sfida difficile che punta alla crescita.

 

Le aziende italiane all’estero stanno tornando in Italia

 

In alcune importanti conferenze sugli investimenti in Italia sono state messe in mostra la bassa valutazione delle imprese italiane e la scarsa competitività unite all’alto debito pubblico. Renzi ha pochi mesi per dimostrare che l’Italia si sta impegnando a riformare l’economia e convincere gli investitori.

I grandi investitori stanno tornando dopo la crisi economica del 2010 e del 2011. Nel mese di marzo, Rosneft è diventato il più grande azionista di Pirelli e nello stesso mese, Blackstone ha acquistato il 20 per cento di Versace e Fintech e Btg Pactual hanno comprato quasi il 7 per cento della più antica banca d’Italia che è la Monte dei Paschi di Siena. Il fondo di private equity Charterhouse ha comprato laNuova Castelli, il più grande esportatore d’Italia di parmigiano. Gli investitori statali cinesi sono nuovi proprietari del 2 per cento di Eni ed Enel. Inoltre, fondo americano BlackRock quest’anno ha comprato quote significative di circa il 5 per cento ciascuno in quattro delle maggiori banche italiane: UniCredit, Intesa Sanpaolo, Monte dei Paschi di Siena e Banco Popolare.

Nel frattempo, i primi segnali di miglioramento della domanda dei consumatori italiani significa che alcuni investitori stanno vedendo delle opportunità nelle aziende. Un fondo d’investimento gestito da George Soros ha recentemente acquistato una partecipazione nel più grande gruppo dei centri commerciali in Italia.

Marco Gubitosi, partner di Legance, ha affermato che le misure di riforma ndegli ultimi due anni, che rientrano nel “Salva Italia”, stanno finalmente avendo il loro impatto sull’ambiente aziendale italiano.

Gli imminenti stress test bancari e un riesame della qualità dell’attivo stanno guidando inoltre la ricapitalizzazione del settore bancario.

La recente riforma proposta da Renzi sul mercato del lavoro prevede di portare da 12 a 36 mesi la possibilità di fare contratti per i lavoratori temporanei. Un elemento che è stato accolto bene dagli investitori e dalle aziende per fornire maggiore flessibilità.

Alle conferenze di Londra, gli investitori hanno suggerito altri due catalizzatori per gli investimenti: le privatizzazioni di società controllate dallo Stato e puntare sull’Expo 2015 a Milano.

Tuttavia, in Italia l’opposizione alle riforme non manca e c’è la necessità di trovare un accordo.

In Europa gli investitori sono cauti per la questione in Ucraina

 Il presidente della Banca centrale europea (Bce) Mario Draghi cercherà indizi questa settimana nelle aziende della zona euro per vedere se c’è bisogno di ulteriori stimoli all’economia per contrastare i rischi della bassa inflazione e delle tensioni geopolitiche. Gli indici mostrano che la crescita dell’attività manifatturiera tiene al ritmo più debole di quest’anno.

La disputa territoriale tra Russia e Ucraina, da dove arriva gran parte dell’energia per l’Europa, sta minando la fiducia in una ripresa già minacciata dal rafforzamento dell’euro. Ciò porta alla prospettiva che i funzionari della Bce saranno chiamati ad allentare la politica monetaria, se necessario, anche con strumenti non convenzionali come il quantitative easing.

 

Draghi, Bce, potrebbe spingere i tassi in negativo

 

Per gli economisti, la tensione in Europa orientale potrebbe facilmente innescare turbolenze abbastanza grandi da fermare il temporaneo recupero dell’Eurozona. Questo è il più grande rischio per le previsioni di crescita ottimistiche per la zona euro in questo momento.

Gli Stati Uniti stanno pensando a ulteriori sanzioni economiche contro la Russia visto che l’accordo diplomatico non ha mostrato di essere in grado di disinnescare la crisi. In tale contesto, gli indicatori di questa settimana del sentimento nella zona euro mostrano segni di cautela.

L’impatto significativo della moneta non è quindi l’unico visti i venti contrari del mercato che concernono la Cina e la Russia. Il 2014 sarà un anno impegnativo, ma la Bce è fiduciosa di potere raggiungere gli obiettivi finanziari.
L’indice Ifo della Germania sulla fiducia delle imprese si prevede che scenderà a 110,4 ad aprile da 110,7 del mese precedente. La lettura è diminuita a marzo per la prima volta in cinque mesi . Il Zew, il Centro per la ricerca economica europea a Mannheim, ha detto la scorsa settimana che l’indice di fiducia degli investitori tedeschi è sceso per il quarto mese, in parte a causa del conflitto Ucraina.

Il ruolo delle agenzie di rating internazionali – Moody’s Corporation

 Una delle agenzie di rating più note ed importanti a livello globale è Moody’s Corporation, che insieme a Fitch Ratings e Standard & Poor’s costituisce la triade dei punti di riferimento mondiali dell’affidabilità creditizia di imprese e nazioni. Detiene infatti una quota di mercato pari al 40 per cento, mentre S & P ha una quota leggermente inferiore, pari al 39 per cento, con Fitch Ratings che  conclude la terna con la sua quota pari al 16 per cento.