È stata confermata dal consiglio dei Ministri la proroga al 10 Dicembre per gli acconti sulle tasse senza che ci sia nessun nuovo aumento. Pertanto, il termine per pagare gli acconti, dovrebbe slittare, dal 2 al 10 dicembre, o forse al 16, ma non c’è nessuna comunicazione ufficiale.
IRAP
30 settembre 2013, il giorno dell’ingorgo fiscale
30 settembre 2013. Data infausta per tutti coloro che sono alle prese con le scadenze fiscali, in quanto si tratta dell’ ultimo giorno del mese e del terzo trimestre dell’anno, una giornata da dedicare al fisco e alla presentazione dei documenti che certifichino l’avvenuto pagamento di tasse e tributi.
E’ stato calcolato che oggi sono in media 49 le scadenze fiscali alle quali adempiere, ma ci sono alcuni comuni italiani nei quali la cifra è anche più alta.
In pratica, oggi 30 settembre 2013, gli italiani si trovano a dover fare i conti con la dichiarazione Irap annuale, che deve essere presentata solo per via telematica con un apposito modello distinto dall’Unico in via telematica. C’è poi presentazione dell’Unico 2013, anche questa da effettuarsi esclusivamente in via telematica da parte di persone fisiche, società di persone, enti e società di capitali.
Oggi 30 settembre 2013 scadono anche i termini per la dichiarazione dell’Iva e per la dichiarazione Imu, che spetta a quei contribuenti che non hanno presentato la dichiarazione per gli immobili per i quali c’era l’obbligo nel 2012.
> Calendario fiscale – Gli appuntamenti di ottobre e dicembre 2013
C’è anche chi oggi si confronterà con il pagamento in una unica rata della Tares sui rifiuti urbani. Tra le città coinvolte c’è anche Milano.
Ultima delle scadenze fiscali più importanti previste per oggi 30 settembre è il versamento dei contributi volontari Inps relativi al secondo trimestre 2013. Inps anche per i datori di lavoro che devono denunciare i pagamenti effettuati nel mese precedente a dipendenti e collaboratori.
Se in tutto questo vi siete accorti di essere in ritardo con il pagamento di uno dei tanti tributi da pagare, oggi è anche l’ultimo giorno utile per avvalersi del ravvedimento operoso.
Guida al regime fiscale opzionale IRAP dell’Agenzia delle Entrate
Guida al regime fiscale opzionale IRAP dell’Agenzia delle Entrate
In questo post troverete raccolti tutti i link agli articoli che abbiamo pubblicato in merito ad uno dei regimi fiscali opzionali concessi dall’Agenzia delle Entrate ai contribuenti italiani. I regimi fiscali opzionali offrono infatti, ai contribuenti che ne fanno richiesta all’Agenzia, la possibilità ufficiale di beneficiare di particolari sgravi fiscali a seconda del proprio campo di attività.
Quando richiedere il regime fiscale opzionale IRAP all’Agenzia delle Entrate
Il regime fiscale opzionale IRAP dell’Agenzia delle Entrate
In alcuni post pubblicati in precedenza abbiamo visto in che cosa consiste il regime fiscale opzionale IRAP concesso ad alcuni tipi di società dall’Agenzia delle Entrate e quale è la procedura corretta da seguire per farne richiesta all’Agenzia.
Che cosa è il regime fiscale opzionale IRAP dell’Agenzia delle Entrate
Che cosa è il regime fiscale opzionale IRAP dell’Agenzia delle Entrate
Anche l’Agenzia delle Entrate mette a disposizione dei contribuenti italiani alcune possibilità di ottenere particolari agevolazioni fiscali. Si tratta dei cosiddetti regimi fiscali opzionali, l’adesione ai quali comporta il sottostare a regole fiscali diverse rispetto a quelle previste dalla modalità ordinaria.
Tolta l’Imu arriva l’Irpef – Una stangata da quasi 300 euro
Dal 2010 ad oggi le addizionali locali sono aumentate fino ad arrivare a 284 euro. Una strategia necessaria alle amministrazioni locali per fare cassa quando il governo decide di abbassare le imposte nazionali e che, come denuncia la CGIA di Mestre, è diventata una costante che caratterizza la politica fiscale degli Enti locali.
Per l’anno in corso i comuni hanno tempo fino al 30 novembre per stabilire le aliquote delle imposte locali che, se il Governo non porrà dei paletti più stringenti al federalismo fiscale, potrebbero essere una vera a propria scure che si abbatte sulle famiglie, che si troveranno a doversi districare tra Irap, la Service Tax, l’Imu sui capannoni e le addizionali Irpef.
► La cancellazione dell’IMU e l’arrivo della Service Tax
Proprio su questo ultimo punto si è concentrata la CGIA che ha analizzato lo status delle aliquote Irpef nei 40 Comuni capoluogo di provincia che hanno già deliberato l’aliquota: in 11 casi l’aliquota Irpef è stata aumentata e negli altri 29 è rimasta invariata, ma 13 di questi comuni applicano già l’aliquota massima (0,8%).
► Governo e tasse: più basse nel 2013, stangata in arrivo per il 2014
Esempi di aumento Irpef
La CGIA di Mestre riporta tre esempi di come l’aumento delle aliquote dell’Irpef andrà ad incidere sul reddito dei contribuenti secondo tre diversi livelli:
- operaio con un reddito annuo di 20 mila euro (circa 1.240 euro netti mensili): 401 euro;
- impiegato con un reddito annuo di 32 mila euro (quasi 1.840 euro al mese): 664 euro;
- quadro con un reddito annuo di 60 mila euro (pari ad uno stipendio mensile netto di quasi 3.100 euro):1.328 euro in più da versare nel 2014.
Aumento Iva rimandato: dove sono state trovate le coperture? – II
L’aliquota Iva passerà dall’attuale 21% al 22% al massimo entro il gennaio del 2014, anche se il Governo auspica un ulteriore rinvio, che sarà possibile solo se troverà almeno un miliardo di euro per coprire il minor gettito fiscale.
Lo ha già fatto per evitare l’aumento previsto per giugno 2013, aumentando gli acconti che le persone fisiche, le persone giuridiche e le società devono al fisco per Irpef, Irap e Ires. L’aumento degli acconti fiscali, però, ha generato solo una parte delle risorse necessarie, che sono state trovate anche grazie all’aumento delle tasse sulle sigarette elettroniche e aumentando l’imposta di bollo.
► Aumenti Iva: quanto pagheranno in più gli italiani?
Tasse più alte del 50% sulle sigarette elettroniche
Quello che si apprestava ad essere il boom economico del momento è stato drasticamente ridimensionato dalla decisione del governo di aumentare le tasse sulle sigarette elettroniche, che diventano pari al 58.3% del prezzo di vendita.
Non è una novità: il fisco italiano ha sempre sfruttato ‘il vizietto’ degli italiani per recuperare quanto necessario, e dopo che le e-cig avevano scampato l’aumento delle tasse per il finanziamento del debito della pubblica amministrazione, non poteva essere altrimenti.
► Aumento Iva rimandato: dove sono state trovate le coperture? – I
Aumenta anche l’imposta di bollo
Anche se l’aumento dell’imposta di bollo era stato già deciso da un precedente provvedimento, una parte del gettito sarà utilizzato per la copertura dell’Iva. L’imposta di bollo passa dai vecchi importi fissati a 1,81 euro e 14,62 euro rispettivamente a 2 e 16 euro, che dovranno essere pagati, ad esempio, per le fatture che contengono importi non assoggettati ad Iva e gli estratti conti o altri documenti di accreditamento o addebitamento per somme superiori a 77,47 euro.
Aumento Iva rimandato: dove sono state trovate le coperture? – I
L’aumento di un punto percentuale dell’aliquota Iva è stato rimandato di ulteriori tre mesi – da giugno ad ottobre 2013 – e il Governo ha anche annunciato che potrebbe essere possibile posticipare di un altro trimestre questo salasso, aspettando così qualche altro mese per capire se sarà possibile recuperare il miliardo di euro necessario per non far scattare l’aumento.
► Aumenti Iva: quanto pagheranno in più gli italiani?
Le speranze in effetti sono davvero poche, a meno di una ripresa economica fulminea che porti l’Italia fuori dalla recessione in meno di tre mesi, o, come è già successo, andare ad aumentare altre imposte. E’ quello che è stato fatto per riuscire a posticipare l’aumento ad ottobre 2013, con una manovra che ha cercato di spalmare il minor gettito di un miliardo su altre tasse con l’aumento dell’Irpef, dell’Ires, dell’Irap, delle tasse sulle sigarette elettroniche e l’aumento dell’imposta di bollo.
Aumentano gli acconti per Irpef, Irap e Ires
► Aumento Iva rimandato: dove sono state trovate le coperture? – II
L’aumento di un punto percentuale dell’Iva previsto per giugno è stato posticipato ad ottobre 2013 grazie all’aumento degli acconti dovuti dai contribuenti per l’Irpef e l’Irap: a decorrere dall’anno d’imposta in corso al 31 dicembre 2013 le persone fisiche e le società di persone dovranno versare un acconto pari al 99/100% di quanto dovuto.
Stessa sorte anche per l’Irap e l’Ires dovute dalle persone giuridiche, per le quali gli acconti, sempre a partire dall’anno di imposta in corso al 31 dicembre 2013, saranno del 100/101% di quanto dovuto.
Peggio ancora per le banche: lo slittamento dell’Iva è stato possibile anche grazie all’aumento sulle ritenute sugli interessi e i redditi da capitale che gli istituti di credito sono tenute a versare, che arriveranno anche al 110% di quanto dovuto al Fisco.