Aumenta nel 2012 il numero degli italiani poveri, che arrivano a superare i 9 milioni e mezzo. Lo rileva, infatti, l’ Istat, l’ Istituto nazionale di Statistica, che ha recentemente pubblicato il suo Rapporto sulla povertà 2012.
Istat
A maggio inflazione stabile sull’ 1,1%
Ad aprile le retribuzioni sono cresciute più dell’inflazione
Secondo gli ultimi dati diffusi dall’ Istat, il mese di aprile ha fatto registrare almeno un dato positivo per l’ economia del nostro Paese. Per la prima volta dal mese di agosto 2010, nel mese di aprile le retribuzioni dei lavoratori italiani sono aumentate più dell’ inflazione.
> Per gli statali 3000 euro in meno in tre anni
Per gli stipendi si è infatti avuto un rialzo dell’ 1,4% su base annuale, mentre il rincaro dei prezzi ha subito, nello stesso periodo, una battuta d’ arresto che ha fatto stazionare il valore dell’ inflazione sull’ 1,1%.
> Le retribuzioni a marzo 2013
Per quanto riguarda, invece, la variazione congiunturale delle retribuzioni, rispetto al mese di marzo 2013, si è potuto registrare un rialzo dello 0,3%, che ha contribuito a realizzare quel rialzo dell’ 1,4% dei primi quattro mesi dell’ anno.
Andando ad analizzare la situazione più da vicino, gli incrementi tendenziali maggiori si sono avuti nel mercato privato, ed in particolare nel settore degli alimentari, delle bevande e del tabacco, con un +5,8%, seguiti poi da esercizi ed alberghi con un rialzo del 2,6%, e dagli stipendi del settore dei rifiuti (+2,9).
Sono rimasti ancora per il momento congelati gli stipendi dei dipendenti della Pubblica Amministrazione che non hanno subito alcuna rivalutazione in attesa dei rinnovi di contratto.
In Italia 150 mila posti di lavoro che nessuno cerca
L’ ultimo rapporto pubblicato dall’ Istituto nazionale di Statistica – Istat – sulla situazione del lavoro in Italia ha fornito, tra le altre cose, anche un dato decisamente in controtendenza rispetto agli allarmi sul fenomeno della disoccupazione che vengono in continuazione lanciati.
> Lavoro: in 9 milione gli italiani in crisi
In base ai dati del 2012, infatti, in Italia ci sarebbero 150 mila posti di lavoro che nessuno cerca o sarebbe disposto a fare. Le mansioni interessate, rilevate dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, sono quelle del
> Per l’Istat in Italia ci sono 3 milioni di inattivi
Secondo gli analisti, dunque, che hanno tentato di trovare una spiegazione al fenomeno, si tratta di professioni poco ricercate perché presuppongono una buona dose di fatica e lo svolgimento di turni anche notturni.
Ma accanto a queste mansioni vi sono anche una serie di lavori che gli italiani sembrano considerare poco appetibili per il lungo percorso formativo richiesto o per lo scarso livello di attrazione: tra queste la professione di infermiere, tecnico informatico e quella di operaio specializzato, per le quali l’ offerta supera quasi sempre la domanda.
Insomma, ad un bilancio generale, in Italia manca ancora una grande fetta di manodopera specializzata che siamo costretti ad importare.
Crolla l’inflazione ad aprile 2013
L’ istituto di statistica – Istat – ha elaborato i dati sul caro prezzi relativi al mese di aprile 2013 e ha corretto a ribasso le stime rilasciate in precedenza. Se infatti secondo le previsioni elaborate nei mesi passati l’ inflazione per il mese di aprile 2013 era stata fissata ad un livello dell’ 1,2%, alla luce dei risultati e delle analisi effettive l’ istituto si è visto costretto ad abbassare il tasso all’ 1,1%.
> L’inflazione pesa su chi spende meno
Il dato più preoccupante, però, rivelano gli analisti dell’ istituto, è il fatto che un tale tasso di inflazione è il più basso che si è potuto registrare a partire dal 2009, quando il livello era sceso all’ 1,0%. Crolla dunque ancora una volta l’ inflazione, scendendo rispetto il precedente valore di marzo 2013 – 1,6% – probabilmente a causa della improvvisa frenata dei prezzi dei beni energetici, che rispetto al mese di marzo hanno perso il 2,1%.
> Per il Codacons i carrelli della spesa sono sempre più vuoti
Per quanto riguarda invece i beni di maggiore consumo che vanno a costituire il cosiddetto carrello della spesa, i prezzi stanno crescendo dell’ 1,5% su base annua anche se diminuiscono su base mensile dello 0,1%. Anche qui, purtroppo, un dato tendenziale così basso che l’ analogo risale al 2009.
L’inflazione pesa su chi spende meno
L’ inflazione, cioè il caro – prezzi, sebbene sia poi espressa attraverso un unico valore nazionale, non è purtroppo uguale per tutti. A dirlo sono gli analisti dell’ Istat, che in questi giorni ha pubblicato dei nuovi dati che dimostrano come il rincaro dei prezzi abbia pesato maggiormente sulle famiglie che spendono meno.
> Crolla l’inflazione e i prezzi frenano in Italia
Esiste cioè, secondo l’ Istituto di Statistica, e può essere misurato attraverso una serie di indici che saranno d’ ora in avanti resi pubblici ogni 6 mesi, una sorta di “spread dell’ inflazione”, ovvero di differenziale tra i nuclei familiari italiani che spendono di più e quelli che spendono di meno.
> Inflazione al minimo storico dal 2010
Le famiglie italiane sono infatti state divise in cinque gruppi in base al loro livello di spesa. E sulla base delle analisi fatte in relazione ai consumi per beni alimentari e beni energetici relativi agli ultimi sette anni, dal 2005 al 2012, risulta che l’ indice dei prezzi per i nuclei familiari a spesa più bassa è aumentato del 20,2%, mentre per quello a più alta spesa solo del 16,0%.
Ne consegue, dunque, che, per tempi più vicini ai nostri, nel primo trimestre del 2013, chi ha speso meno ha subito una inflazione del 2,5%, mentre chi ha speso di più solo dell’ 1,8%.