Anche l’Istat conferma il calo immobiliare

 E’ arrivata anche la conferma dell’Istituto nazionale di statistica in relazione al settore immobiliare: le vendite delle case, nel 2012 sono diminuite del 22,6 per cento. A subire il tracollo maggiore sono state le unità residenziali. Più contenuto il calo degli immobili ad uso economico.

Si acquista casa anche senza mutuo

Se si considera un periodo più ampio dell’anno solare e si osservano le statistiche disponibili dal 2006 ad oggi, si scopre che le compravendite immobiliari sono state falciate del 43 per cento. I mutui, allo stesso modo, hanno subito una battuta d’arresto.

Anche nel settore creditizio, infatti, c’è stata una flessione delle richieste di prestiti finalizzati alla compravendita immobiliare pari al 37 per cento se si considera lo scarto di un anno, quindi il 2012. Il calo è stato superiore al 50 per cento se invece si considerano le richieste di mutui dal 2006 ad oggi.

1 su 2 acquista casa con il mutuo

L’Istat, ad ogni modo, spiega che l’anno passato è stato il peggiore di tutti dal punto di vista immobiliare e nel quarto trimestre del 2012 la situazione si è aggravata rendendo il recupero più complicato.

Se si effettuasse un’analisi geografica del mercato immobiliare si scoprirebbe allora che la flessione principale delle compravendite c’è stata nelle isole dove il calo dell’acquisto di unità abitative è stato del 24,5 per cento e quello delle unità economiche del 30,6 per cento.

La BCE punta il dito sull’Italia

 La Banca Centrale Europea, in questi giorni, è nell’occhio del ciclone dopo la scelta della Germania di processare il suo piano d’acquisti che, secondo il management tedesco, andrebbe a tutto vantaggio dell’Italia e della Spagna. Eppure, il suo sguardo allo Stivale, l’Eurotower, non lo distoglie nemmeno un secondo.

La Germania contro l’euro ha effetto sulle borse

Arriva infatti al cuore del nostro paese, la promozione ottenuta da Mario Draghi e dal suo staff. Non abbiamo superato a pieni voti questo anno di crisi ma sicuramente il percorso fatto è buono. Roma, infatti, è riuscita a mantenere il deficit sotto il 3 per cento del PIL per tutto il 2012, ma adesso il livello del debito sta crescendo di nuovo e se anche la situazione globale macroeconomica è peggiorata rispetto alle previsioni, il risanamento risulta più lontano.

Se il Regno Unito avesse adottato l’euro

L’Italia, secondo Mario Draghi, deve continuare sulla strada intrapresa da Mario Monti: deve quindi moderare il disavanzo pubblico, aggiornando i dati al 2013. Il programma di stabilità previsto, inoltre, deve far sì che il disavanzo non superi il 3 per cento.

Insomma, un guanto di sfida lanciato all’indirizzo del nostro paese, ma soprattutto verso il nuovo governo Letta. L’Europa, in generale, dovrebbe concludere il 2013 in recessione: PIL al -0,6% per il secondo semestre, prima di ritrovare al verve e crescere dell’1,1 per cento nel 2014.

Ciascun italiano paga 1000 euro di tasse al mese

 Circa mille euro al mese. Stando alla Cgia di Mestre ogni italiano, compresi i bimbi e gli anziani, versano tanto ogni mese in relazione a tasse, imposte e contributi.

La cifra contempla anche il carico fiscale pagato dalle imprese. Nonostante ciò, la semplificazione è necessaria al fine di dimostrare che complessivamente quest’anno arriveranno nelle casse pubbliche quasi 698 miliardi di euro. Si tratta di una somma imponente, che ahinoi è ancora insufficiente a coprire le uscite totali che ammonteranno (al lordo degli interessi sul debito pubblico) a 810,5 miliardi di euro. Nel giorno di liberazione fiscale – che quest’anno cade il 12 giugno – l’Associazione mestrina ha cercato di dimensionare il peso e i giorni di lavoro necessari per adempiere agli obblighi fiscali e contributivi riferiti al 2013. In particolare, sono state prese in esame due tipologie di contribuenti: un operaio con moglie e figlio a carico e un impiegato, sempre con moglie e figlio a carico.

L’operaio, che ha uno stipendio lordo annuo di oltre 21.700 euro (1.518 euro per 13 mensilità) tra imposte, tasse, tributi e contributi verserà complessivamente 9.188 euro, di cui 3.065 euro di Irpef totale (che include anche quella regionale e comunale), 2.069 euro di Iva e 1.048 euro tra accise sulla benzina, sull’energia elettrica e sul gas. All’operaio sono serviti 134 giorni di lavoro per assolvere agli obblighi fiscali. Il suo “Tax freedom day” è stato il 15 maggio scorso. L’impiegato, con uno stipendio lordo annuo di oltre 43.300 euro (2.459 euro per 13 mensilità) pagherà complessivamente 22.860 euro, di cui 12.020 euro di Irpef totale, 3.286 euro di Iva e 1.363 euro di accise. Sono stati necessari 172 giorni di lavoro per assolvere agli obblighi fiscali. Il suo “Tax freedom day” sarà il prossimo 22 giugno. “Per ciascuno di noi lo Stato italiano è diventato il socio di maggioranza – dichiara Giuseppe Bortolussi segretario della CGIA di Mestre –. Per quasi la metà di un anno ci chiede di lavorare per lui. È preciso, puntuale e intransigente quando deve incassare, ma lo è molto meno quando deve garantire livelli accettabili dei servizi offerti ai cittadini, sia in termini di qualità, sia in termini di quantità”.

Pronto il ‘Decreto del fare’

Il governo è pronto al varo del “decreto del fare” che avverrà prima del vertice europeo. Il provvedimento, stabilito nel corso della riunione di maggioranza tenutasi quest’oggi in mattinata a Palazzo Chigi, contemplerà misure fiscali, di semplificazione e liberalizzazioni, “incentrato sull’economia”.

Misure che saranno esposte in Europa. L’annuncio è giunto dal ministro dei Rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini, al termine del vertice a cui hanno presenziato anche il Presidente del Consiglio Enrico Letta, il vice Angelino Alfano e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Filippo Patroni Griffi. Il ragionamento fatto nel corso del meeting verte su alcune misure che dovranno essere oggetto di provvedimenti del governo, in parte disegni di legge in parte un ‘decreto del fare.

Procedimenti che saranno da attuare prima del Consiglio europeo del 27-28 giugno.

Il decreto, il quale sarà illustrato alle Camere da Letta, contemplerà inoltre misure di decontribuzione e defiscalizzazione dei nuovi assunti. L’obiettivo è infatti quello di recuperare 500mila posti di lavoro persi per via della crisi nell’arco di due anni.

La riunione di oggi è stata anche necessaria al fine di parlare dell’aumento dell’Iva. Stando al capogruppo del Pdl, Renato Brunetta, “l’orientamento della maggioranza è di non farlo a luglio e procedere entro il 31 agosto alla cancellazione dell’Imu”. Brunetta ha dichiarato che “l’importante è che ci sia la cancellazione dell’aumento Iva, un semplice rinvio sarebbe un segnale negativo”. Ci sono due scadenze, stando a quanto a dichiarato Franceschini: la prima è fissata dal Parlamento che prevede che si intervenga sull’Imu entro il 31 agosto e una più ravvicinata per cui serve una decisione sull’Iva entro il 30 giugno: ci lavoreremo. È presto per dare delle risposte, poiché si necessita di risorse.

Rimpiangeremo Equitalia?

 Ancora non si fa luce sulla ingarbugliata situazione che si è venuta a creare in molte amministrazioni comunali in seguito alla fuoriuscita di Equitalia, la S.p.a. addetta al recupero crediti che lavora in collaborazione con l’ Agenzia delle Entrate, dal suo ruolo di ente di riscossione dei Comuni.

Solo oggi il tax freedom day

 Solo oggi, 12 giugno, tutti i lavoratori hanno potuto “celebrare” in Italia il cosiddetto tax freedom day, il giorno in cui ufficialmente hanno smesso di lavorare per pagare la contribuzione richiesta dallo Stato, cioè tutti i soldi che in quanto cittadini devono all’ erario e al fisco attraverso tasse ed imposte – e hanno iniziato a guadagnare qualche cosa. 

Novità in vista per la Sammontana

 Tutte le notizie che riguardano il tessuto industriale del nostro paese sono da considerare oro colato per chi ha deciso d’investire ancora nelle aziende tricolore. In questi giorni sembra che a farla da padrone sia la Sammontana che ha deciso di spostare una parte della produzione dal territorio lombardo a quello veneto coinvolgendo nel riassetto ben 240 lavoratori.

I sindacati sono già scesi sul piede di guerra perché sembra che questa mossa, nata da ragioni squisitamente economiche, sia in perfetta contraddizione con quanto annunciato dall’azienda all’avvio delle sue operazioni nell’hinterland milanese. A farne le spese potrebbe essere tra l’altro lo storico marchio di panettoni: Tre Marie.

Bauli e Bistefani raggiungono l’accordo

Entriamo nel dettaglio. L’azienda Sammontana ha deciso di allontanarsi da Milano portando la produzione delle brioches verso Verona. In più ha deciso di convogliare tutti i prodotti legati alle ricorrenze, quindi i famosi panettoni del marchio Tre Marie in una nuova azienda. 240 lavoratori potrebbero essere coinvolti in un’operazione già nelle premesse parecchio importante.

Non calo ma crollo della produzione industriale

I sindacati, avvertiti della decisione della Sammontana, non sembrano aver gradito il nuovo piano industriale perché sembra sconfessare i buoni propositi annunciati circa 3 anni fa. La Flai-CGIL lombarda, infatti, ricorda che invece che restare a Milano l’azienda Sammontana ha già chiuso lo stabilimento di Cornaredo dedicato alla produzione dei gelati.

L’Italia riparte dai BOT

 Per vedere se gli investitori sono tornati con i loro capitali nel nostro paese, è importante tenere d’occhio l’ultima asta proposta dal Ministero del Tesoro, relativa ai buoni italiani. Sembra che il nostro paese abbia infatti preso il volo mentre cala ancora lo spread.

Questi risultati hanno un impatto positivo anche sulle borse europee che però portano i loro indici troppo timidamente in territorio positivo. Molta dell’incertezza dei listini europei, infatti, è legata al processo che la Germania sta portando avanti contro l’euro, dopo le accuse mosse contro Draghi e l’Eurotower di favorire paesi come l’Italia e la Spagna.

La crescita dell’Italia passa per lo spread a 100

Lo spread tra Bund tedeschi e BTp italiani, intanto, scende sotto la soglia dei 275 punti base, con grande soddisfazione della politica tricolore. Il Tesoro, infatti, è tenuto in queste ore al collocamento di ben 7 miliardi di titoli con scadenza annuale.

Bot annuali ai minimi

I mercati europei, frattanto, cercano di ritrovare un po’ di vigore dopo la battuta d’arresto segnata dalle notizie sul PIL cinese. Resta invece in rosso la borsa di Tokyo che avvia una fase consistente di ribassi per via della decisione della Bank of Japan di continuare con una politica monetaria ultraespansiva.

La Cina influisce sui mercati europei

Durante l’asta dei BOT il nostro spread è tornato sotto la soglia dei 275 punti base, ma quanto durerà ancora tanto entusiasmo?

Più di 20 mila imprese in meno dall’ inizio dell’anno

 Confesercenti torna a segnalare in questi giorni il grave problema rappresentato dalla continue chiusure degli esercizi commerciali. Secondo una ricerca condotta dall’ Osservatorio dell’ associazione, infatti, dall’ inizio del 2013 ad oggi si sono potute registrare ben 21 mila chiusure di imprese commerciali, che hanno fatto sprofondare tra i numeri negativi (-12.750 unità) il saldo tra le aperture e le cessazioni di quest’ anno.