Debutta la versione soft del Redditometro

 Quella del Redditometro che debutterà proprio nei prossimi giorni è stata già ribattezzata da molti “versione soft”, cioè una variante decisamente addolcita di quella che era stata inizialmente prospettata mesi addietro. 

Via libera definitivo al decreto sui debiti delle PA

 E’ stato finalmente approvato, in via definitiva, dalla Camera il decreto legge sui debiti della Pubblica Amministrazione, che ha ricevuto, nella giornata di ieri, il terzo ok da parte dei deputati. Il Decreto legge è stato infatti approvato all’ unanimità con un totale di 508 voti a favore.

Piena crisi per la carta stampata

 Profondo rosso per i conti della carta stampata italiana, che vive oggi una fase di crisi come mai accaduto in passato. A denunciarlo è il rapporto interno presentato dalla Federazione degli Editori di Giornali (FIEG) sulla situazione del mercato dell’ informazione nel nostro paese tra il 2010 e il 2012. 

L’Italia salvata dalla Germania

 Nell’ultimo periodo, sul nostro paese, se ne sono dette di cotte e di crude per dimostrare da un lato che l’instabilità politica preceduta alla nomina del premier Letta, ha di fatto accelerato il declino del Belpaese e dall’altro per dimostrare che nonostante quel che si dice in giro, anche in Europa, noi non abbiamo gli strumenti sufficienti per uscire dalla crisi.

L’OCSE parla dell’economia in miglioramento

E’ chiaro che in una situazione del genere acquistano appeal alcuni Bond italiani a breve scadenza che con ogni probabilità saranno rimborsati ma sul lungo periodo l’Italia non è affidabile, a patto che non ottenga qualche aiuto consistente. Una mano tesa, secondo il professor Borghi, dovrebbe essere quella della Germania.

Il professore in questione, infatti, in un discorso tenuto a Bruxelles per la presentazione del Manifesto di Solidarietà Europea, ha detto che il modo migliore per uscire dalla crisi sarebbe un “cambio di posto” con la Germania.

La più grande sfida è l’occupazione

In pratica dovrebbero essere riallineati i cambi tra il nord e il sud in modo che anche le scelte di natura monetaria, possano in qualche modo avere effetto, invece che essere un boomerang per le realtà più deboli come quella tricolore.

Insomma, se l’uscita dall’euro deve essere considerata la scappatoia decisiva, ad uscire dalla moneta unica devono essere i paesi del nord, solo così si salverà anche l’Italia.

Consumi TLC in calo nel nostro paese

 La crisi è talmente grande che adesso intacca i consumi storicamente sempre in voga nel nostro paese. Non molti mesi fa l’Italia ha fatto i conti con il periodo più duro della crisi e l’Istituto nazionale di statistica ha notificato che qualcosa sta cambiando.

I poveri sono sempre meno numerosi

Per esempio gli italiani, per risparmiare, hanno deciso di tagliare su tutto. Per prima cosa sono state abolite le spese superflue, per esempio i viaggi, le vacanze e tutto ciò che non è strettamente legato alla sopravvivenza quotidiana. Poi però anche le spese alimentari hanno subito una flessione.

Grazie alla Pasqua la ripresa dei consumi

Non si è detto che gli italiani mangiano meno ma piuttosto che mangiano peggio, nel senso che vanno a rifornirsi nei discount di alimenti meno controllati e privilegiano cibi di scarsa qualità. Adesso, l’ultima ricerca, portata avanti da Confcommercio, dimostra che stanno cambiando anche altri tipi di consumi: quelli per le telecomunicazioni.

Insomma, l’italiano medio tutto pasta, pizza e telefonino, è un archetipo da mandare in soffitta. Il fatto è che l’occupazione è in calo e la ripresa economica stenta ad arrivare, per questo bisogna ridurre anche i beni di cui non possiamo proprio fare a meno, per esempio quelli legati alla comunicazione.

I consumi sono calati del 3,9 per cento su base annuale.

Il Governo ripensa all’accisa sul fumo elettronico

 Bandite dai locali pubblici come già succede in Francia, le E-Cig potrebbero essere la prossima ‘miniera d’oro’ per il Governo. Le sigarette elettroniche si configurano infatti come una potenziale fonte da cui attingere per rimpinguare le casse dello Stato.

Torna di moda l’idea di tassare il fumo elettronico, dunque.

E intanto, il presidente dell’Anafe Massimiliano Mancini si dichiara favorevole a una tassazione che sia però proporzionata e non sbilanciata.

Rimane un problema: come costruirla? Al momento le sigarette elettroniche vengono considerate fuori da ogni categoria. Sono ‘presidi medici’ che aiutano i fumatori oppure sono da paragonare alle sigarette bionde tradizionali (ancora meno dannose)?.

Si avverte, in ogni caso, la necessità di aumentare le entrate. Mancini si augura che si parta con un tavolo di trattative, ma che prima vi sia una fase di analisi, con la partecipazione di tutti gli interessati “per arrivare a una regolamentazione che valuti costi e benefici, sanitari ed economici”.

E’ dunque nuovamente all’ordine del giorno l’idea di procedere con l’introduzione di un balzello relativo alle nuove sigarette. L’Associazione di categoria vuole però chiarezza. Fissare l’imposta sul consumo in misura pari a quella sulle sigarette tradizionali equivarrebbe in pratica a triplicare i prezzi dei “ricambi” usa e getta, che sono la parte più italiana della filiera. Un business da 175 milioni nel 2012. Oggi il mercato del tabacco tradizionale vale per lo Stato oltre 13 miliardi di euro

Le nuove società di riscossione dei Comuni italiani

 In tutti i Comuni italiani è da pochi giorni scattato il dopo – Equitalia, ovvero quella sorta di “interregno” che servirà alle amministrazioni locali per organizzarsi a trovare le nuove società di riscossione, che a breve dovranno farsi carico di oneri e onori che fino alla prima parte di quest’ anno erano stati di Equitalia S.p.a, la società di recupero crediti che lavora in collaborazione con l’ Agenzia delle Entrate.

Alitalia verso i contratti di solidarietà

 Trattative in corso a Fiumicino tra i vertici di Alitalia e i sindacati dei lavoratori al fine di non mandare in fumo almeno 630 posti di lavoro. Tanti sono infatti gli esuberi previsti dall’ amministrazione del gruppo, che ora cerca delle soluzioni condivise anche dalle parti sociali per non essere costretta ai preventivati tagli