Grazie alla Pasqua la ripresa dei consumi

 Sono finalmente disponibili i dati relativi ai consumi degli italiani a marzo e si scopre che le festività pasquali hanno dato una mano alla statistica. Tra i pranzi e le cene che la tradizione prescrive per il periodo pasquale, c’è stata una ripresa del settore alimentare nel mese di marzo.

Gli italiani preoccupati e gli investitori?

Un periodo, quello marzolino, in cui, complessivamente, le vendite al dettaglio sono calate del 3 per cento su base annua. Questo vuol dire che gli italiani non si sono affatto dedicati allo shopping, hanno sì onorato la tradizione ma non l’hanno fatto comprando abiti nuovi.

Crescita italiana e nuove tasse

Il settore dell’abbigliamento, infatti, ha registrato il calo maggiore delle vendite, mentre sembra abbiano resistito bene i beni tecnologici e quelli informatici. A rilevare la situazione del Belpaese appena descritta, ci ha pensato l’Istat che addita il crollo dei consumi non alimentari, diminuiti del 6,1 per cento e parla bene dei consumi alimentari che al contrario sono cresciuti del 2 per cento per merito della Pasqua.

L’indice delle vendite al dettaglio, complessivamente, ha registrato una flessione rispetto al mese di febbraio, pari allo 0,3 per cento. Se poi si considerato i dati trimestrali, allo si scopre che le vendite al dettaglio sono calate dello 0,8 per cento rispetto all’ultimo trimestre del 2012.

 

Sei raccomandazioni per la promozione sui conti pubblici

 Il prossimo 29  Maggio sarà, probabilmente, per l’ Italia, giorno di risanamento: la Commissione Europea sembra infatti ormai favorevole ad approvare gli sforzi compiuti dal nostro Paese per l’ uscita dalla procedura di infrazione per deficit eccessivo e per la riammissione formale tra le nazioni europee “virtuose”.

Verso la chiusura della procedura di infrazione per deficit eccessivo

Come controparte, tuttavia, ci saranno per l’ Italia da sostenere sei raccomandazioni, sei nuove misure economiche e politiche da mettere in atto per  conservare la posizione faticosamente raggiunta. Tra i provvedimenti presenti nella bozza della Commissione vi sono, ad esempio:

> Squinzi pessimista sull’Italia

  • il proseguimento dell’ opera di consolidamento dei conti pubblici
  • l’ ottimizzazione dei meccanismi della macchina burocratica statale,cioè della Pubblica Amministrazione
  • la riforma del sistema bancario in vista di una sua migliore efficienza
  • l’ introduzione di maggiore flessibilità nel mondo del lavoro, sulla strada già tracciata dalla riforma Fornero
  • il rilancio dei progetti formativi del mondo professionale, in modo da riavvicinare lavoratori e imprese
  • la riduzione delle pressione fiscale sul settore produttivo italiano e sul costo del lavoro, in modo da attribuire una maggiore competitività al mondo dei servizi.

La chiusura della procedure europea, quindi, significherà per l’ esecutivo anche l’ apertura di una lunga stagione di impegno sulle riforme strutturali del Paese e sui negoziati con l’ Europa.

Verso la chiusura della procedura di infrazione per deficit eccessivo

 L’ Italia si avvia a piccoli passi verso la sospirata chiusura della procedura di infrazione per deficit eccessivo imposta ai nostri bilanci dall’ Unione Europea. Gli italiani potranno infatti tirare forse un sospiro di sollievo mercoledì 29 Maggio, quando la Commissione Europea annuncerà in via ufficiale se l’ Italia ha effettivamente rimesso a posto la precaria situazione dei propri conti pubblici.

Vertice europeo sull’ occupazione giovanile previsto per giugno

Per quella stessa data, tuttavia, si aspettano anche, da parte dell’ Europa, delle specifiche raccomandazioni – Paese, che costituiranno la fase due dell’ intervento della Commissione. L’ Unione Europea, infatti, pur abbastanza indulgente sul fronte deficit – alla Francia e ad altre nazioni sono stati concessi , ad esempio, due anni di tempo in più per sistemare i bilanci pubblici – non ha affatto intenzione di mollare la presa sull’ attuazione delle necessarie riforme economiche strutturali che sia aspetta dai singoli stati membri.

> Lo scenario finanziario europeo va migliorando

Per il nostro Paese l’ Europa sta preparando un pacchetto di sei o sette raccomandazioni, all’ interno del quale si ripresenteranno, probabilmente, anche le misure dell’ anno precedente che ancora non sono state attuate, come, ad esempio, la riforma del mercato del lavoro e quella del mercato dei servizi.

Accanto alle nuove urgenze, tuttavia, rimarrà comunque il monito di continuare a ridurre il debito, cosa che non può fare altro che contribuire a rafforzare l’ economia italiana.

L’utile delle Ferrovie dello Stato

 I treni non sono più quelli di una volta. Lo dicono tutti e in effetti oltre al servizio tecnicamente migliorato, c’è stato un incremento dei costi molto pesante. L’unica cosa che sembra rimasta uguale sono i ritardi. Considerazioni personali ed opinioni a parte, le Ferrovie dello stato, hanno anticipato tramite l’amministratore delegato Mauro Marchetti, gli utili riferiti al 2012.

Italo attacca Trenitalia: ipotesi di Dumping

Sembra infatti che ci sia stata una crescita da 285 milioni di euro fino a 380 milioni che sono l’utile dell’anno scorso. I conti devono ancora essere approvati dal consiglio di amministrazione dell’azienda che si terrà a breve. Ferrovie dello Stato deve affrontare inoltre il quesito sull’emissione di bond da 1,5 miliardi di euro che dovrebbero servire a tamponare i mancati pagamenti delle Pubbliche Amministrazioni.

Tirocini retribuiti presso l’Agenzia Ferroviaria Europea

L’utile del 2012, dunque, è pari a 380 milioni di euro e a dirlo è lo stesso Moretti intervenuto ad un congresso dell’Adiconsum. L’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, già all’inizio di quest’anno, aveva annunciato che la sua azienda avrebbe avuto profitti superiori ai 300 milioni di euro e un margine operativo lordo di circa 2 miliardi.

I dati non si sono allontanati troppo dal pronostico e saremmo di fronte al quinto anno consecutivo con l’utile in crescita. Forse si può dire conclusa con successo la fase di risanamento aziendale.

Gli italiani preoccupati e gli investitori?

 I politici italiani oggi dimostrano di essere impegnati per risollevare le sorti del paese. Eppure il mondo degli industriali è unito nel lanciare il grido d’allarme spiegando che quello che si fa, in fondo, non è abbastanza. Adesso, nell’ala dei pessimisti sono entrati anche i cittadini consumatori.

Squinzi pessimista sull’Italia

A dirlo è l’Istat che non solo illustra la crisi dei consumi ma mette in evidenza che c’è stata una flessione della fiducia dei consumatori a maggio, dopo un lieve rialzo di aprile. L’indice è sceso nel mese in corso dagli 85,9 agli 86,3 punti base.

Questo peggioramento della fiducia si lega in modo indissolubile anche al peggioramento di tutti gli aspetti relativi al quadro economico italiano. La fiducia dei consumatori è una specie di campanello d’allarme per gli investitori alla ricerca di qualche indicazione utile per il futuro.

Draghi parla della disoccupazione giovanile

Gli italiani, dunque, sono sempre più preoccupati della situazione economica che vive l’Italia e il loro sentimento sembra essere rappresentato anche dalle parole del numero uno di Viale dell’Astronomia. Giorgio Squinzi, infatti, ha rimproverato il governo di non fare abbastanza.

I consumatori ritengono inoltre che il clima futuro stia peggiorando, in pratica non ci sono grosse attese per quel che accadrà al nostro paese nei prossimi anni. Come reagiranno alla notizia gli investitori stranieri e nostrani?

Squinzi pessimista sull’Italia

 Il presidente del Consiglio, in queste settimane, sta cercando di prendere le redini dell’Italia ma la situazione del nostro paese è davvero drammatica e infatti, intervenuto all’Assemblea annuale di Confindustria, dove si sono riuniti tutti gli imprenditori del Belpaese, prende atto della situazione dell’Italia industriale.

Il miracolo del Sassuolo dipende da Squinzi

Le parole di Giorgio Squinzi sono inequivocabili: la situazione italiana è drammatica e l’attacco è rivolto direttamente al neopremier:

“Ciò che manca è il tempo, bruciato nelle parole spese vanamente, perchè il Nord è sull’orlo di un baratro economico che trascinerebbe tutto il nostro Paese indietro di mezzo secolo, escludendolo dal contesto europeo che conta. E’ questo quello che vogliamo?”

Stavolta, dunque, non è colpa del profondo Sud se l’Italia non va avanti. Le radici di questa crisi sono da attribuire al sistema fiscale considerato eccessivamente punitivo, oppure all’edilizia che non accenna a risollevarsi e anche al costo del lavoro che per le imprese è diventato proibitivo.

Squinzi pone le priorità per la crescita

Squinzi non è assolutamente tenero con il governo che ha trovato in modo quanto meno anomalo la copertura finanziaria per gli ammortizzatori sociali. Si parla di anomalia perché si è pensato di togliere liquidità al fondo per lo Sviluppo, per spostarlo verso la cassa integrazione in deroga, con il rischio che si crei nuova disoccupazione.

Aumentano gli importi dei mutui

 Con i mutui è stato toccato il fondo, nel senso che le banche hanno deciso per via della crisi di restringere l’accesso alle linee di credito e di erogare sempre meno soldi. Adesso, però, sembra che ci siano i presupposti per un’inversione di tendenza.

Anche i mutui costano di più nello Stivale

A dirlo è un’indagine dell’ufficio studi di Mutui.it che ha spiegato come l’erogato medio delle banche sia di 122 mila euro e sia in crescita di ben 4,5 punti percentuali rispetto allo scorso semestre. Per riportare questi dati è stato necessario analizzare le richieste di mutuo registrate da alcuni portali e in particolare da Mutui.it e da Facile.it nel periodo che va da ottobre del 2012 fino ad aprile del 2013.

Molti gli immobili invenduti

Le richieste sono praticamente stazionarie ma gli aspiranti mutuatari chiedono più soldi e anche l’importo delle erogazioni è cresciuto. In pratica il gap che esiste tra la somma richiesta dai consumatori e i soldi che effettivamente sono erogati dalle famiglie, è passato dall’11 all’8 per cento.

Anche la percentuale di fondi che erogano le banche rispetto al valore dell’immobile, quello che in gergo è chiamato loan to value, è cresciuto dal 50 al 52 per cento. Un incremento lieve che esprime la timidezza dei consumatori che non vogliono trovarsi con rate da pagare, superiori per importo, a quello che effettivamente possono pagare.

Riconosciuta inabilità lavorativa per tecnopatia da mouse

 La tecnologia da un lato ha portato a dei grandi benefici nel lavoro, rendendolo più semplice e in molti casi meno faticoso, ma porta anche degli inconvenienti come l’insorgere di nuove malattie. Questa realtà si sta manifestando anche in Italia con una sentenza che potrà cambiare il mondo del lavoro.

Tutto nasce con una sentenza della Corte d’Appello di L’Aquila del 14 febbraio scorso con la quale è stata riconosciuta ad un lavoratore di 53 anni dipendente della Caripe dal 1983 un‘inabilità lavorativa pari al 15% per overuse del mouse.

► Pregi e difetti della rivoluzione tecnologica nel mercato del lavoro

Al lavoratore,  impiegato come addetto alla «movimentazione titoli», è stata diagnosticata la «sindrome pronatoria» dell’arto superiore destro a causa del continuo utilizzo del mouse richiesto dal suo lavoro. Il lavoratore si era rivolto al Tribunale di Pescara presentando anche la perizia medica che, rifacendosi alla letteratura inglese sull’argomento, dimostrava la responsabilità dell’uso continuativo del mouse nella degenerazione dei tessuti e dei muscoli coinvolti.

Il tribunale ha riconosciuto come valida questa tesi respingendo il ricorso dell’Inail. Al lavoratore, quindi, è stata riconosciuta l’inabilità lavorativa del 15% e il pagamento, da parte dell’Inail, del corrispettivo compenso come da articolo 13 del Dlgs 38/2000, più i relativi interessi.

 

 

Incentivi per chi assume i manager disoccupati over 50

 A partire dallo scorso 21 maggio e fino alla fine di giugno le società potranno accedere ad un fondo che mette a loro disposizione circa 10 milioni di euro di incentivi per l’ assunzione di profili manageriali over 50.

Le proposte del governo per il rilancio dell’occupazione giovanile

I quadri e i dirigenti di una certa età, infatti, risultano al momento in Italia le figure professionali di più difficile reinserimento una volta che abbiano perso il loro lavoro, anche se si propongono per posizioni al di sotto della loro qualifica precedente.

Per questo motivo dal Welfare è arrivata l’ idea dell’ incentivo alle società disposte ad assumere i manager over – o under – 50, donne comprese, che abbiano perso l’ impiego precedente non per causa propria.

> Quali sono gli incentivi fiscali per le aziende in caso di assunzione di personale?

Agli incentivi a fondo perduto si potrà accedere presentando regolare domanda di partecipazione al bando e il contributo deve essere inteso per ogni singolo profilo manageriale inserito nell’ organico.

Per quanto riguarda, infine, le cifre stanziate si va dai 28 mila euro per i contratti a tempo determinato, ai 22 euro per i contratti di una durata di almeno 24 mesi, ai 13 mila euro per quelli di un anno, ai 5 mila euro per i contratti a progetto di almeno un anno disponibili solo per le grandi imprese.

250 emendamenti al decreto sui debiti della Pubblica amministrazione

 E’ scaduto questa mattina il termine ultimo di presentazione degli eventuali emendamenti al decreto sui debiti della Pubblica Amministrazione, con cui il Governo ha intenzione di sbloccare la situazione dei mancati pagamenti alle imprese creditrici dello Stato.

Debiti delle Pubbliche Amministrazioni: il Decreto attuativo in 10 punti

In commissione Bilancio sono state dunque presentate 252 proposte di modifica, sulle quali il Senato sarà chiamato ad esprimere le sue valutazioni a partire da martedì prossimo, per poi arrivare alla lettura definitiva da parte della Camera entro il 4 di Giugno.

Primo passo nello sblocco dei pagamenti dei debiti delle PA

Le possibilità sostanziali di modifica, tuttavia, a detta di fonti governative, sono piuttosto ristrette, a causa dei limiti di bilancio che fissano le risorse disponibili per il momento a 40 miliardi per i prossimi due anni e alla necessità di mantenere il giusto rapporto tra debito e PIL.

Gli emendamenti su cui sembra però più certa la discussione sono la semplificazione della certificazione del debito attraverso la norma del silenzio – assenso; l’estensione della compensazione tra crediti commerciali e debiti; la proposta di estendere il pagamento dei debiti anche a quelli contratti nella prima parte del 2013, dal momento che per ora il decreto copre solo quelli fino a dicembre 2012. Altre proposte riguardano, infine, la non sanzionabilità degli enti locali che hanno pagato le imprese creditrici.