Il piano del Governo per pensioni ed esodati

 Nella giornata di oggi, come annunciato nei giorni scorsi, il Governo aprirà un tavolo per discutere con le parti sociali. All’ ordine del giorno ci sono essenzialmente due temi, che aspettano di trovare soluzione nel minor tempo possibile. Il primo, il più urgente, riguarda la risoluzione definitiva della questione degli esodati, coloro che pur non percependo più lo stipendio non possono neanche beneficiare dei contributi della pensione.

Sono 62 mila i primi esodati “salvaguardati”

Il secondo, invece, riguarda le modifiche da applicare alla riforma delle pensioni firmata pochi mesi fa dalla Fornero e oggi in vigore.

Per quanto riguarda la questione degli esodati, dunque, il Ministro del Lavoro Enrico Giovannini ha annunciato la chiusura definitiva della questione entro la fine del 2013, e oggi si discuterà di un possibile ampliamento della platea degli esodati ammessi al beneficio della salvaguardia – circa 20 – 25 mila persone, tra cui gli autorizzati alla contribuzione volontaria entro il 4-12-2011, i lavoratori cessati dal servizio, e una parte dei lavoratori in mobilità ordinaria.

Ulteriori chiarimenti per il primo e il secondo decreto esodati

Per quanto riguarda invece le modifiche alla riforma delle pensioni, la proposta del Governo sarebbe quella di anticipare l’ accesso alla pensione all’ età di 62 anni invece dei 66-67 previsti, ma con delle penalizzazioni rispetto la quota dell’ assegno pensionistico che si va poi a percepire. Le modalità specifiche, tuttavia, sono ancora in via di definizione.

Oggi a Bruxelles il vertice straordinario UE

 Si tiene oggi a Bruxelles l’ annunciato vertice straordinario UE a cui parteciperà anche il Presidente del Consiglio Enrico Letta, che ha riferito ieri in Senato con un discorso sui temi centrali all’ ordine del giorno.

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Per il momento, tuttavia, non si dovrebbe trattare di un incontro risolutivo, ma di un incontro preparatorio per il Consiglio europeo previsto per fine giugno, in cui verranno effettivamente presentati e discussi i temi che stanno maggiormente a cuore all’ Italia, come il piano per il rilancio dell’ occupazione giovanile,su cui il Governo si è messo già a lavoro e l’ uscita definitiva dell’ Italia dalla procedura di infrazione per eccesso di deficit.

Energia, domani vertice europeo per trovare una strategia comune

Al di là di questi temi, tuttavia, al summit previsto per oggi saranno materia di discussione soprattutto il mercato unico europeo dell’ energia, il cui completamento è previsto per il 2014, e i temi della trasparenza bancaria e dell’ evasione e della frode fiscale.

Energie rinnovabili, caro bollette, liberalizzazioni, e autosufficienza energetica saranno oggi all’ ordine del giorno per l’ Europa, che parlerà però anche di sovvenzioni, segreto bancario e scambio di informazioni tra le diverse autorità fiscali dei paesi membri.

In Italia il 25% della spesa finisce tra i rifiuti

 Anche in un periodo di recessione come quello che stiamo attraversando, l’ Italia risulta campionessa negli sprechi, soprattutto in quelli relativi all’ alimentare. Lo rileva, infatti, una indagine condotta da Waste Watcher, l’ Osservatorio internazionale contro gli sprechi attivato presso l’ Università di Bologna, che ha indagato le abitudini di 2000 mila cittadini italiani maggiorenni in relazione alla spesa e al cibo acquistato.

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Così, se da una parte in Italia calano ripetutamente i consumi, colpendo proprio in particolare alimentari e bevande, dall’ altra ogni anno 76 kg di cibo – cioè il 42% del totale degli sprechi – finiscono nei cassonetti. E questo spreco rappresenta quasi l’ 1% del Prodotto interno lordo nazionale (0,96%).

> Aumentano i pasti fuori casa mentre calano gli alimentari

Ma quali sono i motivi che spingono gli italiani, che pure dal sondaggio sembrano condannare e non approvare – in diverse misure – questo comportamento, a sprecare il cibo anche in tempi di crisi economica?

Ebbene,  il 20% circa degli intervistati ha dichiarato che lo si fa per retaggio consumistico, per eccessivo benessere o per mancanza di educazione in merito. Altri, un 11%, adducono come motivazione l’ incapacità di gestire il bilancio familiare, i tempi frenetici o le scadenze ravvicinate.

Ad ogni modo, le conseguenze negative degli sprechi sono comunque imponenti, e investono soprattutto l’ inquinamento e le risorse ambientali.

Occupazione e investimenti dal digitale

 Sebbene l’ economia italiana soffra ancora dei bilanci negativi del PIL e di quelli, in picchiata, dei consumi, esistono però dei settori economici in Italia in cui si potrebbe, applicando i giusti strumenti, creare posti di lavoro, e dunque rilanciare l’ occupazione, e risparmiare consistenti risorse da reinvestire altrove.

A dirlo è il vice ministro per lo Sviluppo economico Antonio Catricalà, che in questi giorni ha parlato, in modo specifico, del settore del digitale. Dal settore del digitale, e dalla diffusione della banda larga in particolare potrebbero venirsi a creare, secondo il vice ministro, almeno 200 mila nuovi posti di lavoro, senza contare poi la possibilità di smaterializzare i rapporti tra le imprese e la Pubblica Amministrazione, rapporti che oggi costano a queste ultime 15 miliardi di euro, che potrebbero così essere investiti in altri progetti.

> Le proposte del governo per il rilancio dell’occupazione giovanile

Non per niente il vice ministro, che è in attesa della delega ufficiale alle telecomunicazioni, sa che il settore rappresenta in Italia il 2,7% del reddito nazionale e che il nostro Paese è ancora molto indietro nella diffusione della banda larga stessa.

Settimo calo consecutivo del PIL italiano

La Banca Mondiale ha infatti stimato che un incremento della diffusione della banda larga pari al 10% genererebbe contemporaneamente un incremento dell’ 1,2% del Prodotto interno lordo.

Per Baretta è difficile evitare l’aumento IVA

 Per il mese di luglio è stato previsto, già dai tempi del Governo Monti, l’ aumento dell’ IVA di un punto percentuale su una serie di beni di ampio consumo. Da molte parti del Paese si sono così levate voci che chiedono l’ abolizione del provvedimento, che sembra destinato solo a peggiorare la precaria situazione economica italiana.

Ma in una intervista radiofonica, il sottosegretario all’ Economia Pier Paolo Baretta ha recentemente dichiarato che, per il momento, sembra piuttosto difficile recuperare le risorse necessarie per evitare il passaggio dell’ aliquota IVA al 22%, previsto appunto per il 1 di luglio.

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In poco tempo, infatti, ha spiegato il sottosegretario, andrebbero recuperati circa 4 miliardi di euro, oltretutto in un periodo in cui l’ Italia rimane comunque soggetta a vincoli di bilancio, anche se, dopo maggio, riuscirà ad uscire dalla procedura UE di infrazione per eccesso di deficit.

L’aumento dell’aliquota IVA potrebbe abbattersi sul fisco

Numerosi sono, infatti, gli impegni finanziari che attendono il Paese: da poco si è varata la sospensione dell’ IMU e il rifinanziamento della Cassa Integrazione in deroga, Cig, sono stati prorogati i contratti dei precari della Pubblica Amministrazione e a breve dovrebbe partire anche un piano per l’ occupazione giovanile.

Per Baretta sarebbe utile, quindi, stilare una agenda degli adempimenti da qui a fine anno per stabilire le priorità finanziarie.

Le aspirazioni dei giovani disoccupati italiani

 In occasione della Assemblea di Giovani Impresa Coldiretti, l’ associazione ha presentato, in collaborazione con Swg una interessante indagine che getta un cono di luce sulle odierne aspirazioni dei giovani italiani, prevalentemente senza lavoro.

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Coldiretti e Swg hanno infatti realizzato una indagine dal titolo “I giovani e la crisi”, che ha rivelato, ad esempio, che quasi il 50% dei disoccupati italiani accetterebbe oggi di buon grado un posto da spazzino, mestiere che solo alcuni anni fa era dato in estinzione. Sempre il 50% di loro, poi, si adatterebbe a fare il pony express, mentre il 39% l’ operatore di call center. Tali percentuali, inoltre, sono solo di poco inferiori per i giovani che non risultano ufficialmente disoccupati.

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Se ci si sposta poi sul fronte della retribuzione, le aspirazioni dei giovani italiani restano comunque molto modeste. 4 giovani disoccupati su 10, ad esempio, ovvero il 43%, sarebbe disposto a lavorare full time per 500 euro al mese, mentre il 39% accetterebbe un prolungamento dell’ orario di lavoro anche a parità di stipendio. Ma studenti e occupati, al contrario, sarebbero molto meno propensi.

Le cifre dimostrano comunque il grande spirito di sacrificio che si respira oggi tra le giovani generazioni, che pur di lavorare sarebbero disposte anche all’ espatrio, nel 51% dei casi, o a cambiare posto di residenza, nel 64%.

L’IMU peserà sulle seconde case e sulle aziende?

 Con il decreto approvato venerdì 17 Maggio il Governo ha sospeso il pagamento della rata IMU di giugno per i possessori di prima casa, che sarà rivisto entro il prossimo 16 settembre. Ma questo provvedimento ha in sostanza rimescolato le carte in tavola per quanto riguarda il futuro gettito dell’ IMU.

Ecco il decreto per la sospensione dell’IMU

Anche se si arriverà all’ annunciato, nuovo decreto legge sulla service tax che l’ esecutivo ha addirittura previsto ieri entro la fine di luglio, c’è la possibilità che l’ onere delle imposte municipali cominci a pesare soprattutto sulle spalle di due soggetti soltanto, che per il momento non sono stati beneficiati dalle misure prese.

Verso un nuovo decreto IMU a luglio

Si tratta dei proprietari delle seconde case e delle aziende, cioè i proprietari degli immobili destinati alle attività produttive. Per costoro, oltre al pagamento tassativo dell’ acconto IMU entro il 16 giugno, c’ è infatti il rischio concreto che gli enti locali, vistisi ridurre il gettito previsto, ritocchino verso l’ alto le aliquote interessate, in modo da recuperare le entrate perdute attraverso il saldo di fine anno.

Sono previsti, inoltre, aumenti delle imposte per i proprietari di immobili dati in affitto e per le strutture commerciali, i negozi, e quelle turistiche. Unico vantaggio l’eventuale esenzione della rendita catastale dal conteggio dell’Irpef.

La riforma del lavoro in quattro mosse

 Il Ministro del Lavoro Enrico Giovannini ha annunciato ieri che potrebbe essere varato già entro il mese di giugno prossimo un nuovo piano per l’ occupazione, che cerchi di trovare soluzione soprattutto allo spinoso problema della disoccupazione giovanile.

Un nuovo piano per il lavoro entro giugno

Ma quali sono i temi caldi su cui si riflette in questo momento in materia di occupazione e lavoro, quali sono le questioni che, già all’ indomani della riforma Fornero, hanno creato più ambiguità e chiedono oggi di essere riviste?

Pacchetto occupazione giovani entro giugno: quali possibili interventi?

  1. Il primo tema all’ ordine del giorno è rappresentato dai contratti a termine: si vorrebbe infatti introdurre maggiore flessibilità nella loro regolamentazione, dal momento che in una economia di recessione le loro norme sembrano troppo rigide.
  2. Il secondo tema caldo, invece, è considerato quello dell’ apprendistato, per il quale viene parimenti richiesta una maggiore flessibilità, contro i meccanismi di stabilizzazione dei lavoratori formati imposti dalla Riforma.
  3. Il terzo intervento richiesto a gran voce riguarda poi lo snellimento dell’ intero impianto normativo previsto per le Partite Iva e i lavoratori autonomi, che sono state soggette ad una serie di vincoli dalla Fornero.
  4. L’ ultimo ritocco andrebbe poi a toccare il capitolo dei licenziamenti, eliminando il doppio “primo grado” ora imposto per la risoluzione delle controversie.

Un nuovo piano per il lavoro entro giugno

 Ieri sera il Ministro del Lavoro Enrico Giovannini, in una intervista al Tg1 della sera, ha fatto il punto della situazione sul nuovo piano occupazione che potrebbe essere varato già entro il mese di giugno.

Le proposte del governo per il rilancio dell’occupazione giovanile

Il Ministro ha affermato che all’ interno del piano saranno comprese sia misure a costo zero e a breve termine, sia misure più impegnative dal punto di vista delle risorse, la cui fattibilità sarà quindi da valutare in autunno sulla base delle esigenze di bilancio. All’ interno di queste due, tuttavia, troveranno posto delle misure a medio termine che saranno orientate ad un progetto di ridistribuzione della ricchezza.

Lavoro: in 9 milione gli italiani in crisi

Il fine ultimo del piano per il lavoro, tuttavia, dovrà essere quello di ridurre il tasso di disoccupazione giovanile almeno dell’ 8%, provocandone cioè la riduzione al 30% circa dal 38% attuale. Questo vorrebbe dire, in termini numerici, la creazione di 100 mila posti di lavoro.

A conti fatti, anche se ancora in erba, un tale piano occupazione potrebbe arrivare a costare, afferma Giovannini, circa 7 – 8 miliardi di euro, cifra per cui sarà dunque necessario individuare le opportune risorse, magari anche attraverso l’ attuazione di una manovra estiva.

Si aprirà dunque a questo scopo domani un tavolo di discussione con le parti sociali e i rappresentatni del mondo dell’ impresa, attraverso la realizzazione di incontro tecnico.

Letta chiederà all’Europa soluzioni durature e concrete

 Il Presidente del Consiglio Enrico Letta ha tenuto questa mattina in Senato un discorso sui temi europei che saranno presentati domani, mercoledì 22 Maggio, al vertice UE di Bruxelles.

Un patto europeo contro la disoccupazione

Numerose saranno infatti le priorità del Governo italiano in quel frangente, dal momento che l’ Italia desidera uscire una volta per tutte dalla procedura di infrazione per eccesso di deficit e ottenere l’ applicazione di politiche che favoriscano finalmente l’ occupazione e la crescita.

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All’ ordine del giorno, nel programma di Letta, ci saranno quindi l’ imposizione di regole di trasparenza bancaria fra gli stati membri, al fine di favorire lo scambio delle informazioni fiscali e combattere l’ evasione e la frode; l’ attuazione di politiche comuni – anche se non convenzionali – che favoriscano l’ occupazione, soprattutto quella giovanile, e superino la rigidità dei rigori di bilancio. Su questo tema dovrà discutere, infatti, il Consiglio europeo che si terrà a giugno.

Nel piano di Letta c’ è poi l’ utilizzo delle energie alternative e l’ esame del pacchetto anti frode in materia di Iva, con le norme che riguarderanno anche la tassazione della sempre più voluminosa  economia digitale.

Quello proposto oggi da Letta, dunque, è un europeismo attivo, che promuove il cambiamento attraverso soluzioni tangibili e durature.