Per Berlusconi l’Imu è un danno per l’economia

 Per Silvio Berlusconi l’ IMU, e insieme ad essa tutte le altre tasse sulla casa, costituirebbero un grave danno per l’ economia. E’ questa, infatti, una delle dichiarazioni che il cavaliere ha rilasciato, ieri, in una intervista al TG4.

E’ certo ormai noto a tutti che, a partire dalle roboanti promesse fatte durante il corso della campagna elettorale, gli esponenti del Pdl sono stati sempre favorevoli non solo ad una abrogazione dell’ imposta municipale sulla prima casa, ma anche alla restituzione di quanto, in relazione a quello stesso tributo, era già stato versato e contabilizzato nel 2012.

Una nuova tassa comunale al posto dell’Imu?

La dichiarazione di Silvio Berlusconi, dunque, arriva come l’ ennesima riproposizione di un quasi ormai trito cavallo di battaglia partitico. La novità è che forse il discorso ha assunto, in questa ultima intervista, toni dalla parvenza giuridica e macroeconomica.

Dove trovare i soldi per il rinvio dell’IMU

Il cavaliere si è infatti appellato al principio secondo cui la prima casa costituisce il bene più sacro e il pilastro più fermo per la costruzione della ricchezza delle famiglie. Toccare la prima casa per mezzo della pressione fiscale, indurrebbe, secondo Berlusconi, paure e incertezze nelle famiglie, che di conseguenza sarebbero portate a ridurre drasticamente i consumi e a non fare più investimenti. Ecco perché, a detta del cavaliere, l’ IMU sarebbe una tassa ingiusta e dannosa per tutta l’ economia.

Il programma di Letta su Imu e occupazione

 Dalle telecamere di “Che tempo che fa” il Presidente del Consiglio Enrico Letta ha fatto ieri sera su Rai 3 il punto della situazione su tutte le principali questioni che travagliano il nuovo esecutivo.

> Una nuova tassa comunale al posto dell’Imu?

Tra i numerosi argomenti trattati, all’ interno dei quali un certo spazio è stato riservato anche a Europa, lotta alla mafia e cultura, campeggiano, però, i due temi di maggiore urgenza per il Paese, ovvero la ripresa dell’ occupazione – per ridare speranza ad un mercato del lavoro, ed ad una economia che versa da tempo in condizioni negative – e la questione dell’ IMU, al centro ormai da giorni delle prime mosse del Governo.

> Disoccupazione in aumento nel 2013 e nel 2014

Per quanto riguarda l’ IMU, dunque, per Letta si tratta di una tassa che va comunque superata e non di una prerogativa del Centro Destra. La sua rivisitazione, però, sarà compresa all’ interno di un ben più ampio piano sulla casa,  con misure relative anche ad incentivi per gli affitti e per le ristrutturazioni.

Sul fronte del mercato del lavoro, inveceil Presidente del Consiglio ha annunciato l’ urgente rifinanziamento, già nei prossimi giorni, della Cassa Integrazione in deroga (Cig), che sarà coperta attraverso lo stesso provvedimento con cui si ratificherà il congelamento della rata di giugno dell’IMU. A giugno, inoltre, la proposta di un grande piano europeo per il rilancio dell’ occupazione.

Disoccupazione in aumento nel 2013 e nel 2014

 Ancora nessuna buona novità sul fronte del mercato del lavoro italiano. Anzi, le ultime stime relative alla situazione economica del Paese, pubblicate dall’ Istat, sono su questo fronte abbastanza negative.

> L’Eurozona tra disoccupazione e inflazione

Nel suo rapporto intitolato «Le prospettive per l’economia italiana nel 2013-2014» l’Istat ha infatti previsto che nei prossimi mesi del 2013 il tasso di disoccupazione subirà un ulteriore incremento pari all’ 1,2% rispetto al 2012, andando così ad attestarsi su un valore dell’ 11,9%.

I giovani disoccupati sono il 38,4%

Non ci saranno, poi, su questo fronte, quei deboli segnali di ripresa che invece interesseranno il prodotto interno lordo e la spesa per i consumi nel 2014: l’ Istituto prevede, infatti, che il tasso di disoccupazione continuerà a salire anche nel corso del prossimo anno, raggiungendo il 12,3%.

Tra le cause di questo incremento l’ Istat cita l’ inevitabile lentezza con cui il mercato del lavoro è solito tenere dietro a fenomeni di ripresa economica. Alla luce di un futuro aumento della disoccupazione è possibile, inoltre, che anche le retribuzioni per dipendente siano soggette nei prossimi mesi ad un debole incremento e che la produttività subisca invece prima un debole calo e poi una leggera ripresa. Una flessione, infine, investirebbe anche il costo del lavoro per unità di prodotto.

Ancora giù i consumi degli italiani nel 2013

 Nel report pubblicato recentemente dall’ Istat intitolato «Le prospettive per l’economia italiana nel 2013-2014» una parte delle analisi condotte dall’ Istituto sono dedicate all’ osservazione della situazione dei consumi degli Italiani.

L’ Istat prevede dunque che, ancora per tutto il corso del 2013, i consumi delle famiglie italiane non subiranno alcun incremento, ma la spesa rimarrà nei prossimi mesi sempre caratterizzata da un trend flessivo che toccherà l’ 1,6% e che sarà da imputare alla minore disponibilità di reddito a disposizione di queste ultime.

Crollano i consumi al dettaglio

Deboli segnali di crescita di consumi – ma sempre inferiori al tasso di crescita del PIL – potranno essere registrati solo nel 2014, quando potrebbe verificarsi un loro incremento pari allo 0,4%. Anche in quella situazione, tuttavia, i consumi risulteranno pesantemente frenati da una serie di circostanze collaterali, come il perdurare delle incertezze economiche e la volontà di ricostituire margini di ricchezza erosi in precedenza.

Gli Italiani fanno la spesa nei discount

Ma anche altri elementi indurranno le famiglie ad essere comunque molto caute nelle spese e nei consumi anche durante il prossimo anno: in primis le difficoltà del mercato del lavoro, che continuerà ad essere caratterizzato da un alto tasso di disoccupazione anche nel 2014 e, in secondo luogo, il proseguimento di eventuali politiche di austerity a livello nazionale, legate a questioni di bilancio.

Pil ancora in calo, debole ripresa solo nel 2014

 E’ sempre l’ Istat a fornire i dati più aggiornati relativi alla situazione economica italiana e alla produttività generale del Paese. L’ Istituto ha, infatti, recentemente pubblicato  il report dal titolo «Le prospettive per l’economia italiana nel 2013-2014» che lancia uno sguardo abbastanza lungo sui prossimi mesi che attendono gli Italiani.

> Le stime Ocse sull’economia italiana

Al centro dei dati e dei bilanci dell’ Istat, ovviamente, in primo luogo, la questione del PIL, del prodotto interno lordo e delle sue evoluzioni nel corso del terzo trimestre 2013. Nei prossimi mesi, dunque, afferma l’ Istituto, l’economia italiana sarà caratterizzata ancora da una flessione pari all’ 1,4%, dovuta all’ estrema negatività della domanda interna che i valori, pur debolmente positivi della domanda estera, non riescono a compensare.

Proseguirà, quindi, quella caduta congiunturale del PIL iniziata a marzo del 2011.

Le prime, timide, possibilità di ripresa dell’ economia italiana, invece, potrebbero verificarsi solo a partire dal 2014, quando alcuni fattori potrebbero determinare nel Paese  una crescita dello 0,7%.

Un piano crescita da 10 miliardi

Confrontando, dunque, i dati diffusi in questi giorni dall’ Istat con quelli pubblicati nello scorso dicembre, si nota quindi un peggioramento delle prospettive economiche italiane, dovuto in generale al nuovo assetto del commercio mondiale, alla contrazione dei consumi effettivi e alla revisione della contabilità nazionale.

Rischio rincari sulle bollette secondo l’Authority

 Mentre in Italia il dibattito politico è totalmente concentrato sulla questione dell’ IMU, l’ Authority per l’ energia solleva un altro grave problema che potrebbe abbattersi sulle spalle dei consumatori italiani.

Per questi ultimi c’è, infatti, il rischio concreto che ricadano presto in bolletta, sui costi dell’ energia a carico dei consumatori finali, i cosiddetti “oneri generali di sistema”, che potrebbero far lievitare, di una percentuale compresa tra l’ 1,5% e il 2%, la tariffa dell’ elettricità elettrica.

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Gli “oneri generali di sistema” ammontano per il 2013 ad un totale di 13 mliardi di euro e sono versati per gli incentivi alle energie rinnovabili. Ma proprio alcuni mesi fa, l’ ex Ministro Passera ha consentito alle aziende maggiormente utilizzatrici di energia uno sgravio fiscale che ammonta a 600 milioni di euro, euro che ricadranno a breve sui consumi degli utenti finali. Ecco quindi spiegata l’ origine del rischio del possibile rincaro.

Il nuovo periodo regolatorio per il trasporto del gas svaluta Snam

Il presidente dell’ Autorità dell’ energia, Guido Bortoni, propone dunque, per non penalizzare ulteriormente le famiglie in questo periodo di crisi, di ridurre in maniera selettiva il monte degli oneri generali di sistema e di far presente al più presto il problema al nuovo Governo.

Una nuova tassa comunale al posto dell’Imu?

 Il Ministro dell’ Economia Fabrizio Saccomanni ha riferito ieri in Parlamento in merito alle possibili modifiche che potrebbero interessare l’ attuale imposta sugli immobili, l’ IMU, all’ indomani della sua sospensione a partire dal mese di giugno.

L’IMU sarà sospesa a giugno e alleggerita

Attraverso le parole, per il momento ancora molto caute, del Ministro, si è potuto dunque intendere che nel prossimo futuro ci sarà una profonda riforma dell’ imposta, alla quale potrebbe essere assegnato anche un nuovo nome, sulla base della eventuale possibilità che accorpi dentro di sé anche altri tributi.

> Presto il decreto legge per il rinvio dell’IMU

L’ IMU potrebbe, cioè, venire trasformata in una imposta comunale, una Imposta di servizio dei Comuni, che abbracci anche le odierne tasse sui rifiuti, come la Tarsu, la Tia e la nuova Tares. I Comuni potrebbero, di conseguenza, modificare le aliquote in base alle diverse necessità.

La nuova imposta, inoltre, potrebbe contenere anche una parte del gettito dell’ imposta del registro, una delle tasse che si paga sempre in relazione agli immobili. Ma dal punto di vista di un alleggerimento del peso sociale della nuova tassa, potrebbero essere aumentate le detrazioni per i figli a carico, in modo da alleggerire quella che sarà la futura tassa di servizio per le famiglie numerose, e si potrebbe tenere conto dei redditi bassi.

Le proposte di Grillo per l’economia italiana

 Quella dell’ economia italiana è una delle questioni al centro anche del pensiero d’opposizione che i rappresentanti del Movimento 5 Stelle si apprestano a portare avanti in Parlamento. Per questo motivo i suoi esponenti hanno elaborato un documento che riassume tutte le proposte che saranno oggetto di discussione.

Per Saccomanni le priorità sono gli esodati e la Cig

Tra le proposte in cantiere vi sono, ad esempio, per quanto riguarda il fronte prettamente europeo, l’ attuazione di misure anticicliche, la rinegoziazione del Trattato di Maastricht e del Fiscal Compact, l’ attuazione di politiche che favoriscano il benessere dei cittadini e la ridefinizione del ruolo della Bce, affinché il suo intervento favorisca l’ occupazione.

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Per quanto riguarda, invece, il fronte italiano, il documento redatto dai grillini affronta tutti gli elementi e i provvedimenti compresi all’interno del Def e del Piano delle Riforme, a partire dal recente intervento del pagamento dei crediti della Pubblica Amministrazione, che gli esponenti 5 Stelle preferirebbero fosse affidato dapprima alla Cassa Depositi e Prestiti e poi successivamente all’ intervento statale.

Sul fronte tasse, infine, i grillini propongono  un inasprimento della Tobin Tax a fronte di un abolizione di tutte le tasse in programma:  Tares, Imu sulla prima casa e aumento dell’Iva.

L’occupazione è la priorità del Ministro del Lavoro

 Per il neo Ministro del Welfare Enrico Giovannini le priorità a cui il nuovo Governo governo dovrà dare risposta in tempi brevi sono essenzialmente due: la creazione di nuovi posti di lavoro e il blocco della crescente disoccupazione.

Solo il lavoro potrà trascinare con sé, infatti, una nuova crescita economica. E per fare questo, l’ esecutivo del Governo Letta prevede innanzitutto di apportare alcune modifiche alla precedente riforma Fornero, che ha regolamentato il mercato del lavoro secondo canoni  un po’ troppo rigidi per l’ economia di crisi che il Paese sta invece vivendo.

Per Giovannini la riforma Fornero va cambiata

Per prima cosa, dunque, bisognerà mettere nuovamente mano alla contrattualistica dei contratti a tempo determinato, per garantire a tutto il mondo dell’ imprenditoria italiana una maggiore flessibilità attualmente non assicurata dalla Riforma.

> Le modifiche alla riforma Fornero

Altre priorità – o meglio emergenze – della situazione italiana contemporanea per il Ministro Giovannini sono poi quelle rappresentate dal rifinanziamento  della Cassa Integrazione in deroga e dagli esodati.

Per quanto riguarda la Cig, infatti, i sindacati –  che hanno ritrovato una nuova intesa all’ indomani del 1 Maggio – e le Regioni hanno già fatto richiesta di un nuovo finanziamento per il 2013 che, secondo i calcoli delle stesse sigle sindacali, dovrebbe ammontare a circa 1,5 miliardi di euro.

Ecco la nuova squadra di governo

 E’ stata finalmente stilata ieri pomeriggio – dopo cinque giorni di estenuanti trattative a cui hanno presieduto Dario Franceschini, Ministro per  i Rapporti con il Parlamento e Denis Verdini – la prima lista definitiva dei sottosegretari e presidenti delle commissioni parlamentari del nuovo Governo Letta.

> La lista dei nuovi Ministri presentata da Enrico Letta

Sono stati, cioè, decisi una parte dei nomi dei 30 sottosegretari, dei 10 viceministri e dei 28 presidenti di commissione, per un totale di 68 poltrone, che rimanevano ancora da assegnare, anche se, è stato poi precisato, gli incaricati non riceveranno alcuno stipendio aggiuntivo  per le loro ulteriori mansioni. Ratificati da Letta, dunque, per il momento, 40 nuovi incarichi, quelli dei 10 viceministri e dei 30 sottosegretari.

L’agenda di Letta: stop all’Imu e all’Iva, lavoro al primo posto

Ecco dunque quasi pronta la nuova squadra di governo: una squadra più numerosa di quella di cui si era avvalso lo stesso Mario Monti, che aveva limitato il tutto a 26 persone. Qui di seguito alcuni nomi con i relativi incarichi, tra vecchie conoscenze e new entry:

  1. Antonio Catricalà  – vice ministro dello Sviluppo economico
  2. Giovanni Legnini (Pd) – delega per l’editoria e il programma di governo
  3. Sesa Amici (Pd) e Sabrina De Camillis (Pdl) – rapporti con il Parlamento
  4. Micaela Biancofiore (Pdl) – pari opportunità
  5. Walter Ferrazza (Affari regionali)
  6. Gianfranco Micciché (Grande Sud) – Pubblica amministrazione e semplificazione
  7. Stefano Fassina e  Luigi Casero – Ministero dell’Economia
  8. Simona Vicari – Sviluppo economico