Il Pdl vorrebbe cancellare l’IMU sulla prima casa

 Solo qualche giorno fa è stata diffusa la notizia della possibile trasformazione dell’IMU, l’ ormai famosa imposta comunale sugli immobili, da provvedimento e tributo straordinario per agevolare il pareggio dei conti italiani in un periodo di grandi difficoltà finanziarie, a tributo da versare in maniera permanente, con tanto anche di modifiche apportate al Def, il Documento economico e finanziario che ne riassume termini e modalità.

> L’IMU diventerà permanente

Ma poche ore sono bastate per riaprire le discussioni proprio su questo spinoso argomento che è stato al centro delle consultazioni per la formazione del nascente governo che si sono tenute durante la giornata di ieri tra le diverse forse politiche in campo e il nuovo Presidente del Consiglio incaricato Enrico Letta.

L’IMU resta nonostante le promesse

Sul tavolo delle consultazioni sono dunque apparse posizioni nettamente differenti in merito al destino dell’IMU. Il Pdl si è schierato a favore di una abolizione della tassa sulla prima casa, provvedimento che figura anche nella lista degli otto punti di governo che sono stati presentati per la decisione delle priorità del nuovo esecutivo.

La proposta del Pdl prevederebbe, inoltre, la restituzione di quanto è già stato versato dai cittadini, così come preannunciato anche in campagna elettorale. E’ ancora da capire, tuttavia, dove poter trovare le risorse necessarie all’attuazione realistica del provvedimento.

I commenti su Enrico Letta

 Enrico Letta è il vicesegretario del PD, è un uomo della sinistra e soprattutto è stato a lungo considerato il braccio destro di Pier Luigi Bersani. Per lui l’incarico offerto da Napolitano era quasi scontato e il giovane Letta si avvia adesso alla ricerca dei ministri che possano suggerire con il loro passato politico, un governo di larghe intese.

Tutti i pareri sull’austerità

Ma come hanno accolto all’estero la notizia della scelta di Enrico Letta? Nelle 24 precedenti alla definizione di Letta, c’è stato molto fermento e secondo tanti osservatori, alla fine, Napolitano ha scelto lui perché non è un tecnico ma un politico e quindi è più probabile che non scelga tecnici per la sua squadra di governo.

In più Letta sembra il garante di una stabilità politica necessaria all’Italia ma allo stesso modo riesce ad esprimere a pieno il clima post elettorale. In ultimo c’è da considerare che se non fosse stato scelto Letta è probabile che il governo sarebbe stato affidato a Giuliano Amato. Solo che mentre quest’ultimo ha la bellezza di 75 anni suonati, al contrario Letta di anni ne ha 47 e può avviare anche lo svecchiamento della classe politica.

Secondo Munchau l’Italia sta peggio di tutti

Le divisioni in Parlamento resteranno, questo è poco ma sicuro, eppure scegliere Letta, forse, è il primo passo verso un cambiamento del modo di fare politica.

Equitalia è meno cara

 Una delle cose meno piacevoli per i contribuenti italiani è la ricezione di una cartella di Equitalia che in modo assolutamente perentorio impone il pagamento di cifre anche considerevoli per piccoli errori commessi in sede fiscale. Adesso, però, è arrivata la notizia che Equitalia avrà un volto più umano e a dirlo è proprio Attilio Befera, il direttore dell’Agenzia delle Entrate che annuncia la prossima pubblicazione di un direttiva ad hoc.

Basta ai pignoramenti delle pensioni e degli stipendi in banca

La questione fiscale è una delle questione più urgenti che il prossimo premier deve risolvere. Eppure la patata risulta essere meno bollente del previsto poiché Equitalia ha detto che le misure di riscossione delle tasse, anche per l’IMU, saranno ammorbidite. Equitalia sta facendo passi da gigante se si considerano tutte le ultime novità: per esempio è stato bloccato il pignoramento sui conti correnti dove sono accreditati gli stipendi dei pensionati e dei lavoratori che hanno dei guai con il fisco.

Equitalia annuncia novità nelle procedure

Adesso ci si aspetta qualche passo avanti anche nei confronti delle aziende. Per esempio sembra nell’aria un provvedimento che dovrebbe semplificare i controlli sui rimborsi IVA e in più pare che le imprese che hanno già fatto degli errori nel calcolo dell’IVA, pagando entro la fine dell’anno non avranno sanzioni.

Nuove manovre nel 2015

 Ci saranno nuove manovre economiche anche nel corso del 2015. Anzi, ad essere veramente precisi, le future manovre che attendono gli italiani saranno di durata biennale, dal 2015 al 2017. Lo ha confermato il Ministro dell’Economia Vittorio Grilli nel corso della giornata dell’altro ieri, davanti alle Commissioni di Camera e Senato, durante l’audizione per il Def, il Documento economico e finanziario che riassume tutti i provvedimenti che sono in via di attuazione o saranno attuati in futuro.

Il FMI taglia le stime del Pil italiano, ma il paese non ha bisogno di nuove manovre

Più nello specifico, per raggiungere il pareggio di bilancio richiesto da Bruxelles e dall’Europa nei prossimi anni, le misure previste saranno dello 0,6% in termini cumulati: non si tratterà dunque di un vero intervento strutturale ma di un necessario aggiustamento dei conti, in mancanza del quale i cittadini italiani potrebbero perdere le normali prestazioni sociali a cui sono abituati.

> Grilli smentisce la possibilità di una nuova manovra

Un intervento di ordinaria manutenzione, dunque, secondo il Ministro Grilli, che forse potrebbe pure diventare superfluo sotto la luce di una nuova credibilità assunta dall’Italia a livello internazionale e di riforme economiche credibili. Le riforme, infatti, sono lo strumento per riattivare la crescita nel Paese.

Quando si parlerà di ripresa economica

 Quando si potrà finalmente parlare di ripresa economica, osservando l’andamento del mercato immobiliare? Una domanda, questa, che si sono posti numerosi analisti che alla fine hanno dovuto posticipare i bei momenti al 2014. Insomma, come la Spagna rimanda il raggiungimento dell’obiettivo sul deficit, allo stesso modo il mercato immobiliare procrastina la ripresa all’anno prossimo.

L’euro è troppo forte?

Il mercato immobiliare, in effetti, nel 2012, ha subito una sonora battuta d’arresto. Secondo le stime fatte dai vari istituti di statistica presenti nel nostro paese, si potrebbe tranquillamente parlare di passo indietro di un passo indietro di ben 3 anni. La tendenza al ribasso continuerà anche nel 2013 e forse l’anno prossimo si potrà iniziare a parlare di ripresa.

I problemi connaturati alla ripartenza sono senz’altro nelle difficoltà che le banche hanno nella concessione dei mutui alle imprese, così come alle famiglie che insieme muovono il mercato edilizio. Per suffragare questa “ipotesi” è necessario attingere anche al database dell’Agenzia delle Entrate.

Cosa non va in Spagna e come uscire dal tunnel

A partire dai dati dell’Erario si nota che nel 2012 le richieste di mutuo sono diminuite molto su base annua rispetto al 2011. Si parla di un calo del 42,8 per cento delle richieste. In diminuzione, in realtà, c’è anche l’importo medio erogato dagli istituti di credito e la durata del piano di rimborso.

Se prima un mutuo era estinto mediamente in 23,4 anni, adesso alle famiglie e alle imprese servono appena 22,9 anni.

Confindustria e sindacati firmano accordi di produttività

 E’ stato raggiunto finalmente l’accordo tra le diverse sigle sindacali (Cgil, Cisl e Uil) e Confindustria per la stipula degli accordi di produttività sia a livello aziendale che a livello territoriale.

In base a questi accordi, dunque, verrà resa del tutto operativa la tassazione del premio di produttività nei diversi contratti di lavoro. Per il 2013, ad esempio, sarà prevista una imposta sostitutiva pari al 10%, in redditi che arrivino al massimo entro i 40 mila euro, per retribuzioni di produttività fino a 2500 euro.

Detassare i premi di produttività

Secondo Confindustria e le diverse sigle sindacali il principale elemento per far crescere la produttività italiana è rappresentato dagli orari di lavoro che vengono osservati in azienda. La sfida è dunque quella di aumentare la produttività agendo e ottimizzando le turnazioni, nonché la distribuzione delle fasce orarie.

Cresce sempre di più il costo del lavoro

Dal punto di vista strettamente economico e finanziario, la detassazione della retribuzione di produttività verrà finanziata progressivamente nel corso dei prossimi anni, grazie a 950 milioni di euro per il 2013, grazie a 400 milioni per il 2014 e a 200 milioni per il 2015.

Infine, beneficeranno dell’aliquota al 10% in particolare quelle quote della retribuzione che sono frutto di accordi che facciano riferimento ad indicatori quantitativi di produttività, o di redditività, o di qualità, o di efficienza, o di innovazione.

Si allenta la stretta sul credito

 E’ stato pubblicato oggi il rapporto trimestrale della Banca Centrale Europea – Bce – in merito al tema del credito da parte delle banche in Europa.

Le banche concedono ancora pochi mutui

Nel periodo passato si era potuta osservare una generale stretta in relazione al problema del credito, cioè una generale riduzione dei prestiti che da quest’ ultime venivano in genere concessi.

Le banche hanno paura di fare prestiti

Si era così parlato anche, nei mesi passati, di un fondamentale problema di accesso al credito da parte di privati cittadini e imprese che andava ad iscriversi nel quadro già precario della crisi economica.

Notizie leggermente migliori, invece, arrivano oggi da parte del rapporto trimestrale stilato dalla  Banca Centrale Europea per il primo trimestre del 2013, nel quale si dice che le banche europee sono attualmente entrate in una nuova fase: quella di un generale allentamento della stretta relativa alla concessione dei prestiti.

Il nuovo trend finanziario sembra dovuto ad una certa riduzione della domanda dei prestiti, ma la Banca Centrale Europea sottolinea nel suo rapporto che il principale fattore di criticità per le Banche europee nel definire   le politiche sul credito rimane la sostanziale incertezza macroeconomica e che nell’ultimo periodo si è potuta registrare un’accelerazione nel calo della domanda rispetto a mutui e prestiti.

 

Le sigarette di contrabbando rubano un miliardo l’anno allo Stato

 Ogni anno più un miliardo di euro, invece di finire nelle casse dello Stato, finisce nelle mani dei contrabbandieri. La cifra che scaturisce dall’analisi del gettito fiscale connesso al traffico illegale di sigarette di contrabbando ammonta a tanto. Nel 2012, come riporta uno studio realizzato tradizionalmente da Philip Morris International e Kpmg, si è raggiunto un nuovo record per quanto riguarda il commercio illecito di sigarette. Si registra un aumento del 50% in confronto al 2011. Rispetto al 2009 siamo al +300%. In soldoni si tratta di un valore pari a 7,3 miliardi.

Il risultato dell’indagine colpisce particolarmente e segnala l’Italia in cima a questa classifica negativa nell’Unione europea; il mercato illecito ha ormai un valore pari all’8,5% del consumo complessivo di sigarette. A livello europeo la situazione non è poi così positiva: il commercio illegale di sigarette nell’Unione ha toccato un nuovo record, che supera gli 11 punti percentuali del totale, in confronto al 10,4% del 2011.

La perdita netta per le entrate fiscali comunitarie ha un valore stimato pari a dodici miliardi e mezzo di euro. In Europa siamo già al sesto anno consecutivo di forte aumento per quanto riguarda il commercio illecito, a riprova di come la crisi economica abbia portato anche a cercare ‘risparmi’ per alimentare il vizio/piacere del fumo.

L’Italia, in compagnia di Regno Unito, Grecia ed Estonia, è tra gli Stati con aumenti del traffico illecito più alti rispetto al 2011.

Sanità a rischio e default per le Regioni

 Il Cnr attraverso l’Issirfa, l’Istituto di studi sui sistemi regionali federali e sulle autonomie, ha recentemente pubblicato un mega rapporto sulle Regioni per il 2012, in cui vengono messi in chiara luce i rischi che sta correndo e che si prevede continuerà a correre l’intero Sistema Sanitario Nazionale, che attualmente si trova sull’ orlo del collasso.

> Sanità sempre più cara

I servizi sanitari, infatti, che attualmente sono a carico dei bilanci regionali, rischiano di non poter essere più garantiti neanche per quanto riguarda i cosiddetti Lea, ovvero i Livelli essenziali di assistenza, a causa della mancanza dei fondi.

Il debito della sanità pubblica

La colpa è da imputare al perdurare della crisi che costringe le famiglie italiane a tagliare anche le spese mediche, ma soprattutto ai bilanci regionali, all’interno dei quali le spese per il mantenimento di Asl e di ospedali pesano circa per l’ 80%.

Le Regioni, di conseguenza, si trovano anche’esse a rischio default, se non si troveranno nel breve tempo quelle risorse che nel giro di pochi anni, dice il rapporto, sono state tagliate all’intero mondo della Sanità, e che la Corte dei Conti ha quantizzato in circa 31 miliardi di euro.

La crisi economica, dunque, la spending review, si riversano sul mondo del diritto alle cure, modificandone qualità e quantità.

Un periodo di garanzia per i mutui

 I mutuatari, in un momento di difficoltà economica come questo, hanno avuto una piccola delusione nel sapere che le agevolazioni per chi ha perso il lavoro o ha avuto un incidente, sono finite. Eppure adesso arriva una novità che non dispiace a nessuno, ovvero il periodo di garanzia.

Il fondo per le giovani coppie cambia i connotati

Anche in Italia, infatti, sono state assorbite delle novità inserite in una direttiva europea che parla delle regole da usare nel mercato dei mutui. Un approccio nuovo e di grande importanza è il famoso “periodo di grazia”: sono 7 giorni concessi ai mutuatari per pensare e ripensare sulle condizioni del prestito acceso. Qualora il mutuatario abbia già firmato un contratto ha quei sette giorni per rescinderlo.

Moratoria sui mutui prolungata fino a marzo

La direttiva europea deriva da un accordo tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione ed ha come obiettivo quello di eliminare tutti gli elementi che hanno determinato la crisi finanziaria. Chi cerca un mutuo, oggi, deve ricevere più informazioni su tutti i costi del prodotto finanziario e sulle conseguenze dell’indebitamento. Le autorità nazionali devono sempre autorizzare i crediti ipotecari, registrarli e supervisionare sulla procedura di mutuo.

La direttiva, ha detto il commissario UE, aiuterà a stoppare gli eccessi finora creati e favorirà le pratiche creditizie orientate al concetto di responsabilità.