Possibile bancarotta italiana in autunno

 In una intervista rilasciata questa mattina al tabloid tedesco Bild, Beppe Grillo, da sempre restio a concedere le proprie confessioni alla stampa italiana, espone la propria visione dell’economia del Paese Italia per i mesi del prossimo autunno.

> Le dichiarazioni di Beppe Grillo su euro e Europa

Secondo il leader e ispiratore del Movimento Cinque Stelle, infatti, durante il prossimo autunno l’Italia si troverà sull’orlo della bancarotta, con un numero altissimo di piccole e medie imprese costrette al fallimento e il governo a corto di soldi per pagare pensioni e stipendi.

Previsioni non certo rosee, dunque, quelle affidate da Beppe Grillo alla stampa estera, alla quale ha parlato anche dei dati ufficiali delle Quirinarie che il Movimento Cinque Stelle ha promosso online nei giorni passati.

In Italia arriva la bufera Napolitano

Ebbene, secondo le stime ufficiali, leggibili anche attraverso il blog di Grillo stesso, le persone che in totale hanno partecipato a questa inedita prova elettorale telematica sono state 48.292 e fra queste 4.677 avevano votato per il candidato M5S favorito Stefano Rodotà quale futuro Presidente della Repubblica Italiana.

Ma in seguito al diverso esito delle elezioni presidenziali, Grillo oggi ha definito la rielezione di Napolitano un subdolo colpo di stato, sottolineando l’esistenza di un forte malcontento in Italia che il Movimento stesso riesce a stento a tenere a freno.

Impossibile cancellare l’Imu, lo dice Bankitalia

 L’Imu, la tanto odiata tassa sulla casa, ha rappresentato un importante fonte di incasso per le casse dello stato. Il suo gettito è servito per portare l’Italia sulla strada del pareggio di bilancio, uno degli obiettivi che l’Europa ha posto come prioritari per il risanamento dell’Italia.
► Il FMI taglia le stime del Pil italiano, ma il paese non ha bisogno di nuove manovre

Ora che però il governo che l’ha creata sta per finire il suo mandato, in molti hanno sperato che l’Imu potesse essere cancellata e questa possibilità è stata molto sfruttata ai tempi della campagna elettorale.

Ma adesso è arrivata la gelata di Bankitalia, che ha parlato per voce del direttore centrale per la ricerca economica e le relazioni internazionali Daniele Franco, il quale, durante l’audizione di fronte alle commissioni speciali congiunte di Camera e Senato: l’Imu può essere eliminata solo nel caso in cui fosse sostituita da un’imposta di pari valore, ossia un’imposta che porti allo stato lo stesso gettito della tassa sugli immobili.

Infatti, continua Franco, per poter sperare di raggiungere il pareggio di bilancio quel gettito è fondamentale e non è possibile sperare di arrivare all’obiettivo senza. Quindi, nulla di fatto, anche se lo stesso Franco parla della possibilità di una riforma del catasto per poter, almeno, eliminare le iniquità insite nella tassazione sugli immobili:

► Senza Imu niente pareggio dei conti

Il mantenimento del pareggio di bilancio strutturale nel triennio 2015-17 richiederà pertanto interventi correttivi a partire dal 2015 che il Def quantifica in circa 0,2 punti percentuali del Pil all’anno per tre anni.

Grillo al Bild parla della bancarotta

 Non è giusto che i nostri investitori non siano premiati per la fiducia riposta nel paese. E’ questo quello che ha detto Saccomanni di Bankitalia per spiegare l’ingiustizia di uno spread che viaggia attorno ai 300 punti. Eppure, secondo quanto riferito da Beppe Grillo al quotidiano tedesco Bild, l’Italia è prossima alla bancarotta.

 In Italia arriva la bufera Napolitano

Il quotidiano tedesco, invece che affrontare il problema del calo dell’indice PMI del paese, ha preferito puntare i riflettori sull’Italia, usando le parole di Beppe Grillo: “L’Italia in autunno va in bancarotta”. Tutto si lega alla crisi che stanno affrontando le piccole e medie imprese del paese. In più lo Stato, dice il leader del Movimento 5 Stelle, non ha più i soldi per pagare stipendi e pensioni e questo potrebbe aprire, tra settembre ed ottobre, una faglia nell’economia tricolore.

 Goldman Sachs contro Beppe Grillo

Beppe Grillo, con il Bild, affronta anche altri temi: la rielezione di Napolitano, la situazione dei partiti e i numeri delle quirinarie. Temi che fanno parte dell’attualità italiana ma che sono tenuti d’occhio anche dai media internazionali. La rielezione di Napolitano alla Presidenza della Repubblica è stata considerata da Grillo un colpo di stato, tanto che il comico genovese si augura un’invasione tedesca in Italia al fine di portare in parlamento delle persone oneste, competenti e professionali.

 

 

Le priorità per il nuovo governo secondo Squinzi

 In una intervista tenuta ai microfoni di Radio Uno Rai il Presidente di Confindustria Giorgio Squinzi ha segnalato al mondo politico quali dovrebbero essere le priorità per il governo che dovrà nascere a breve.

Come Squinzi si è trovato più volte a ribadire anche nelle settimane passate, uno dei primi impegni della nascente coalizione politica dovrebbe essere a suo giudizio rappresentato dalla risoluzione definitiva del problema dei debiti delle Pubbliche Amministrazioni, una questione di primaria importanza per l’economia italiana che tuttavia non ha ancora trovato soluzione.

Calendario in 15 tappe per il rimborso dei debiti delle Pubbliche Amministrazioni

Il secondo punto all’ordine del giorno, invece, dovrebbe essere rappresentato dalla riduzione del costo del lavoro e all’interno di questo tema specifico, dalla necessaria abolizione dell’ IRAP, una tassa ingiusta che al giorno d’oggi grava sulle spalle già provate delle imprese.

Giorgio Squinzi chiede azioni forti al nuovo governo e boccia Grillo

Secondo il Presidente di Confindustria, dunque, questi provvedimenti potrebbero agevolare entro la fine dell’anno almeno una debole ripresa economica, ripresa che appare possibile, però, a patto che il mondo della politica e quello dell’economia cooperino per riportare l’intero universo degli scambi e dei profitti sui binari dell‘economia reale.

Il presidente di Confindustria, inoltre, intravede in Napolitano la giusta figura istituzionale in grado di agevolare questo processo, anche se ritiene indispensabile in questa situazione estrema disponibilità alla concertazione da parte di tutte le rappresentanze e le parti in causa.

Stime Eurostat sul debito pubblico italiano

 A confronto con le rilevazioni dello scorso Febbraio, il rapporto debito – PIL per l’Italia è “sceso” oggi al 127%, perdendo un paio di punti percentuali rispetto al precedente 129%. Contemporaneamente, tuttavia, il rapporto tra il deficit e il PIL italiano risulta invece cresciuto di poco, arrivando a toccare la soglia del 3% rispetto al precedente 2,9%.

Il FMI taglia le stime del Pil italiano, ma il paese non ha bisogno di nuove manovre

Sono questi, dunque, gli ultimi dati statistici diffusi da Eurostat. Dati ancora più importanti per il fatto che il valore relativo al rapporto deficit – PIL viene utilizzato dalla UE come parametro per la chiusura della procedura per deficit eccessivo, che, iniziata nello scorso 2009, troverà il suo compimento solo entro la fine del prossimo anno.

Debito pubblico ancora sopra i due miliardi

A quella data, infatti, il valore dovrebbe essere inferiore alla soglia del 3%. L’Italia, dunque, al momento appartiene a quella lista di 16 Paesi che hanno un deficit superiore al 3%, ma a detta degli esperti, è sulla buona strada per ottenere la chiusura della procedura, considerando che verranno effettuati tutta una serie di pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni.

Ma in Europa, dice l’Eurostat, vi sono anche Paesi che sono ben al di sopra della soglia del 3% nel rapporto deficit – PIL, e tra questi ultimi vi sono la Spagna, la Grecia, l’Irlanda, la Francia e il Portogallo.

Gli Italiani fanno la spesa nei discount

 Il 70% degli italiani fa ormai regolarmente la spesa nei discount, dove spera di risparmiare almeno qualcosa sul totale dello scontrino, a cominciare dalle spese per l’alimentare.

Ma quello del cibo non è poi l’unico settore investito dai tagli “compensativi e necessari” che le famiglie italiane sono costrette ad operare in una situazione di ancora piena crisi, per ridurre l’ammontare mensile delle spese.

> Vendite al dettaglio, bene solo i discount

Anche il settore della salute è colpito da un analogo regime di austerity familiare, dal momento che si tende un po’ ovunque ad azzerare le spese mediche. Alla salute si continua a pensare, sì, ma solo nei casi di estrema necessità.

Il debito della sanità pubblica

Sono questi i dati diffusi oggi dall’Istat e che hanno per così dire fotografato il cambiamento dei consumi degli Italiani negli ultimi cinque anni.

Più di sei famiglie italiane su 10, dunque, si rivolgono oggi ai negozi low cost per le loro necessità quotidiane, e più di 7 famiglie su 10 a partire dal 2007 hanno modificato la qualità e la quantità dei prodotti acquistati.

Nel ramo salute, invece, si cerca di spendere solo per i medicinali, eliminando il superfluo rappresentato da analisi mediche e indagini cliniche procrastinabili.

Tutti questi dati sono stati confermati anche dal Presidente dell’Istat Giovannini, che ha però segnalato anche un generale rialzo della fiducia dei consumatori (da 85,3 a 86,3% rispetto al mese precedente).

L’invecchiamento della popolazione mette in crisi il welfare

 Se per il resto del mondo la preoccupazione maggiore è l’esplosione demografica, in Italia succede il contrario: l’implosione demografica, ossia la sempre meno presenza di nuove nascite, sta portando il paese ad un rapido invecchiamento. Il problema in questione sembra essere una prerogativa più del sud Italia che delle altre parti.
► Un milione di famiglie italiane è senza lavoro

Secondo una ricerca del Censis, infatti, entro il 2030 la popolazione anziana del sud crescerà ad un ritmo più sostenuto rispetto al resto del paese (il 35,1% più velocemente) e il welfare pubblico potrebbe non essere in grado, complice anche la crisi economica, di far fronte con un’offerta adeguata alla crescente richiesta di cure mediche e assistenziali.

Secondo lo studio, infatti, anche se oggi il rapporto tra il numero di ultra 65enni e di ultra 14enni nel sud d’Italia è più basso di due punti percentuali rispetto alla media nazionale, nei prossimi venti anni questo rapporto è destinato ad invertirsi, con il numero di persone con più di 65 anni destinato a raddoppiare.

Quindi, laddove oggi a prendersi cura dei non autosufficienti sono gli altri membri della famiglia, in larga parte le figlie, fra qualche anno questa situazione non sarà più possibile e il welfare, se non verranno apportate le dovute modifiche, non sarà in grado di far fronte alle aumentate richieste di assistenza.

► Indagine europea sulla ricchezza delle famiglie: in Italia una su sei è povera

Secondo il Censis l’unica soluzione possibile è quella di sfruttare le poche risorse disponibili per

mettere insieme imprese sociali, nuove professioni, nuove tecnologie, nuove modalità di erogazione dei servizi: fare del Meridione il laboratorio di un nuovo welfare di comunità.

Un milione di famiglie italiane è senza lavoro

 Sono 995 mila le famiglie italiane che non hanno alcun tipo di reddito. Famiglie i cui componenti attivi, quelli che sarebbero abili al lavoro, non ne hanno e che sopravvivono con altri tipi di reddito, come quelli da pensione, o grazie agli ammortizzatori sociali.

► Indagine europea sulla ricchezza delle famiglie: in Italia una su sei è povera

Famiglie, quindi, in grave disagio economico che si concentrano soprattutto al sud, dove sono circa 495 mila, poi al nord (303 mila) e al Centro (157 mila). Un numero esorbitante che è cresciuto del 32,3% rispetto al 2011, circa 233 mila in più.

Tra queste 234 mila sono i single, 183 mila le famiglie monogenitore, 74 mila nuclei famigliari composti da coppie senza figli e 419 mila quelli composti da coppie con ‘prole’ a cui se ne aggiungono 45 mila che l’Istat definisce di “altre tipologie”.

Per la maggior parte si tratta di famiglie che vivono nel più completo disagio economico, solo in piccolissima parte si tratta di persone, o famiglie, che possono permettersi di non lavorare perché hanno redditi di altro tipo come quelle immobiliari o da capitale.

► In generale, una famiglia su due non ha le finanze a posto

Il dato è allarmante, non solo perché il numero delle famiglie senza reddito è aumentato rispetto allo scorso anno, ma perché questo numero è raddoppiato nel giro di soli cinque anni: nel 2007 le famiglie in queste condizioni erano solo 466 mila. Ad oggi il loro numero è aumentato del +104,9%.

 

L’Eurostat sui conti italiani

 Se i conti dell’Italia non fossero in ordine, il nostro paese incorrerebbe in una procedura d’infrazione definita a livello europeo. Ma adesso, come spiega bene anche l’UE, per quanto riguarda l’Italia si nota una volontà di portare il paese fuori dalla crisi, operando le riforme necessarie.

Quinquennio difficile per il debito tricolore

Il livello del debito pubblico del nostro paese, in questo momento, segue soltanto la realtà greca, viaggiamo ormai verso i 90 punti percentuali del prodotto interno lordo. L’Eurostat, però, parla di una ripresa dei conti pubblici del Belpaese. Un giudizio positivo ed importante che in qualche modo potrebbe dare una svolta alla politica di Bruxelles che ha sempre bacchettato l’Italia per il suo deficit fuori dai limiti di sicurezza.

Tutti i pareri sull’austerità

In questi giorni, il discorso sul debito dell’Italia è tornato di moda dopo che il governo ha emanato un decreto per lo sblocco dei 40 miliardi di euro necessari per rimborsare i crediti accumulati dalle imprese rispetto alla Pubblica Amministrazione.

L’Italia, comunque, resta nell’insieme dei paesi, 16 in tutto, che hanno un deficit superiore al 3 per cento. L’intenzione è quella di mettere una croce sulla procedura d’infrazione che è stata avviata all’indirizzo del Belpaese ormai nel 2009. Il deficit, per centrare gli obiettivi, deve essere riportato al di sotto del 3 per cento sia quest’anno, sia nel 2014.

Napolitano e le borse dell’indomani

 La conferma di Giorgio Napolitano alla presidenza della Repubblica piace moltissimo agli investitori che nonostante la veneranda età del nostro presidente lo ritengono ancora l’unico in grado di assicurare continuità al paese. La borsa, anche il giorno dopo la sua elezione, si dimostra molto brillante.

Monti parla della situazione italiana e non scherza

Il rendimento dei titoli a due anni, infatti, scende ai livelli minimi che non toccava da dieci anni, dal 1993. Il rendimento dei titoli decennali, invece, è ormai prossimo al 4 per cento. Per quanto riguarda gli altri mercati non legati ai titoli di stato, si nota una ripresa dell’euro nel Forex e si avverte un certo entusiasmo anche nel comparto delle materie prime.

Peccato che poi a rovinare la festa dei listini tricolore ci abbia pensato l’America, sono stati infatti diffusi i dati macroeconomici sugli USA. Ma torniamo un attimo a Giorgio Napolitano e al valore contenuto nella sua rielezione. Il fatto di volersi assicurare una certa continuità deriva secondo gli investitori, dalla volontà di raggiungere anche la stabilità politica.

L’ultima settimana dei mercati

Ai mercati basta questa volontà implicita per determinare un allentamento della pressione sul debito pubblico. Il rendimento dei titoli di stato si è abbassato sia per i prodotti a breve scadenza, sia per i prodotti a medio termine. Una sorte analoga è toccata allo spread: la differenza tra BTp e Bund, infatti, è scesa sotto i 285 punti percentuali, sotto la soglia indicata da Monti come necessaria per uscire dalla crisi.