1 milione di famiglie senza redditi da lavoro

 Secondo i dati Istat riferiti al 2012, ci sono nel nostro paese circa un milione di famiglie che non hanno redditi da lavoro e più della metà di queste famiglie sono al sud, il 51,8 per cento. Poi ci sono le famiglie del Nord, circa 303 mila e infine quelle del Centro, soltanto 157  mila.

A Moody’s non piace l’Italia

Un altro dato che emerge dal report Istat è che tutti i componenti attivi che partecipano al mercato del lavoro sono disoccupati. In pratica ci sono 995 mila famiglie dove tutti i componenti del nucleo sono in cerca di occupazione. Il numero dimostra di essere 32,3 volte più grande che nel 2011.

Quanto costa un dipendente a tempo determinato?

Nel giro di un anno, quindi, le famiglie che possono essere raggruppate sotto l’etichetta di “senza lavoro” sono cresciute di 233 mila unità. Ma di chi stiamo parlando nel dettaglio? 234 mila famiglie sono formate da uomini e donne single. Poi ci sono 183 mila famiglie monogenitore e 74 mila coppie senza figli. Chiudono la lista 419 mila coppie di famiglie con figli e 45 mila famiglie che appartengono ad altre tipologie.

Per tutte queste persone il disagio lavorativo si traduce in un disagio economico.

L’austerity ha le ore contate

 Il Fondo Monetario Internazionale a Washington ha tenuto sei giorni d’incontri cui hanno partecipato anche i rappresentanti delle istituzioni italiane. Tutti sono concordi nel ritenere che l’austerity deve essere eliminata o comunque allentata.

Gli errori degli economisti spiegati da Reinhart e Rogoff

L’economia deve prendere una boccata d’aria, a dirlo è Christine Lagarde che è preoccupata del fatto che la ripresa economica, laddove ha avuto inizio, è ancora lenta e procede con molte incertezze. Le economie restano molto deboli e creare posti di lavoro, dov’è possibile, non è assolutamente sufficiente.

In questo momento, nell’incertezza che domina lo scacchiere internazionale, si notano nuovi rischi per l’economia locale, senza crescita dei vantaggi. La soluzione, quindi, è nell’allentamento del clima di austerity che sembra deprimere più che spingere i paesi che adottano strategie di questo tipo.

L’austerity non piace agli intellettuali

La recessione è di casa in molte zone del mondo e questo, secondo la Lagarde, deve far riflettere: gli sforzi finora compiuti per mettere in ordine i conti, non si sono tradotti in un vantaggio per l’economia reale e quindi abbiamo un mondo diviso in tre parti. Da un lato gli Stati Uniti trainanti e in ripresa, dall’altro la Vecchia Europa che arranca e poi i paesi emergenti che continuano a crescere anche se ad un ritmo più lento.

Da valutare, quindi, non solo l’opportunità di continuare nell’austerity ma anche il ritmo imposto a questa strategia.

Organizzazione economica di eventi di beneficenza

 Quella di fare beneficenza è una maniera per aiutare chi ha più bisogno, chi non possiede nulla per vivere o chi è colpito da problemi di grave entità. Sicuramente aiutare gli altri è qualcosa che fa bene al cuore e allo spirito. L’unione di più persone, come succede in diversi ambiti della vita quotidiana, può essere d’aiuto anche in questo caso. Per tale ragione, l’organizzazione di eventi di beneficenza è spesso uno dei modi migliori per raggiungere l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita dei più sfortunati.

Ma come si fa ad organizzare un evento di beneficenza, tenendo conto della sua natura economica e cercando di ottenere degli ottimi risultati? La seguente guida è ricca di consigli per non lasciare nulla al caso:

A chi andranno i proventi raccolti

Organizzare in maniera meticolosa un evento di beneficenza non è assolutamente difficile. Ciò vuole dire che anche chi è alle prime esperienze può impegnarsi e riuscire in un’operazione di questo tipo senza riscontrare particolari difficoltà. Vi sono, tuttavia, delle minuscole “regole” da seguire, al fine di poter raggiungere dei buoni risultati e, in particolar modo, un iter da seguire senza avere fretta di concludere tutto e subito.

Come prima cosa è opportuno provare a determinare il tipo di evento che si desidera organizzare e a beneficio di chi andranno i proventi raccolti. A seconda della tipologia, infatti, possono scaturire numerosi problemi di natura logistica. Ad esempio, se è richiesta la presenza di artisti è bene stabilire dati e certezze con diversi mesi di anticipo, al fine di garantirsi la loro presenza.

Numero degli operatori volontari

Occorre considerare, successivamente, in base alla portata dell’evento, di quanti “aiutanti” si avrà bisogno. Si tratta, ovviamente, di volontari, la cui ricerca può partire da parenti e amici per allargarsi, poi, attraverso il classico passaparola, anche a persone che magari nemmeno si conoscono ma che hanno tanta voglia di dare una mano.

Sponsor

Allo stesso tempo occorre cercare di procurarsi degli sponsor. I migliori sponsor, in questo settore, sono senza alcun dubbio i negozi e le attività commerciali in genere che, naturalmente, non forniranno denaro ma contribuiranno con la merce, come pane, carne e similari (in funzione del tipo di evento previsto).

Sede dell’evento

Se non si dispone di un’area pubblica, occorre cercare una sede per l’evento che si sta organizzando Nella scelta bisogna tenere in considerazione che, trattandosi di una manifestazione a cui più gente partecipa e meglio è, è bene che si trovi in un luogo non isolato e soprattutto ben servito dai mezzi pubblici per favorire anche coloro che non hanno la disponibilità di un mezzo proprio e sarebbero quindi impossibilitati a sopraggiungere.

Comitato organizzativo

Pensare a un comitato organizzativo con tutti i volontari e gli sponsor, in modo da fare riunioni settimanali per il punto della situazione. In questo modo si tiene tutto sotto controllo e si evitano il più possibile problemi dell’ultimo minuto.

Promozione dell’evento

Pubblicizzare l’evento quanto più possibile. A tale scopo, oltre il passaparola, si può pensare a volantini e manifesti (da affiggere sempre rispettando la normativa in termini di affissioni). Sarebbe utile, poi, creare un sito web dedicato esclusivamente all’evento, in modo da richiamare l’attenzione anche di chi non abita proprio vicino e magari potrebbe essere interessato.

Prezzo d’ingresso all’evento

Fissare un prezzo per l’ingresso (generalmente compreso tra 5 e 10 euro) e organizzare una lotteria interna (tipo tombola) per la raccolta di ulteriori fondi. Specificare, comunque, sempre tutto all’interno del sito web e su tutto il materiale promozionale.

Consuntivo

In seguito all’evento, ci si siede a tavolino e si tirano le somme. Solo così facendo si può crescere e capire cosa ha funzionato e cosa, magari, non ha funzionato. Per gli eventi successivi si avrà sicuramente la possibilità di evitare errori fatti in precedenza e di migliorare sempre di più gli aspetti positivi.

Novità per la firma digitale in banca

 Sono state Unicredit e Cassa di risparmio di Parma e Piacenza a sottoporre al Garante della privacy due progetti per l’utilizzo dei dati biometrici del cliente come strumento di tutela in caso di firma digitale nella sottoscrizione di modulistica bancaria.

► L’anagrafe si ma con la protezione dei dati

In pratica si tratta di affiancare all’utilizzo della firma digitale anche i dati biometrici del cliente che verranno registrati attraverso un semplice meccanismo: al cliente verrà chiesto di apporre la sua firma digitale su di un apposito tablet per più volte in modo che lo strumento possa registrare anche i dati relativi al ritmo, velocità, pressione, accelerazione e movimento della mano.

Questi dati vengono poi inviati ad un server che li elabora in una sequenza che, memorizzata in un apposito database, farà da raffronto per tutte le firme successive.

Quando il cliente vuole sottoscrivere un documento con la firma digitale dovrà prima firmare sull’apposito tablet che permette di confrontare la nuova firma con quella standard contenuta nel database e, solo in caso di coincidenza, si può procedere all’apposizione della firma digitale sul documento.

► Sfuggire al fisco è sempre più difficile

La firma digitale non è obbligatoria e presuppone il consenso del cliente. Queste nuove procedure, comunque, rispettano le leggi sulla privacy e la rilevazione biometrica non permette alla banca di rilevare eventuali altre patologie del cliente.

Niente più segreto bancario per San Marino

 L’Italia e San Marino hanno stanno portando a conclusione il percorso verso la trasparenza bancaria, come dettato dalle più recenti disposizioni Ocse.

► Patto anti-evasione di cinque paesi dell’UE

Con il via libera dato al decreto legge che ratifica la convenzione contro le doppie imposizioni e dei due protocolli (l’aggiuntivo del marzo 2012 e quello di modifica di giugno) i due paesi hanno rafforzato lo scambio di informazioni, superando anche l’ultimo ostacolo dell‘inviolabilità degli istituti di credito.

Il disegno di legge era da qualche tempo alla discussione ma i tempi si sono allungati soprattutto a causa di una certa resistenza che è arrivata dal piccolo stato: infatti il problema dell’accesso alle informazioni dei correntisti è più sentito per coloro che hanno depositi a San Marino, uno dei paesi che, anche se non iscritto nella lista nera dell’Ocse dei paesi considerati paradisi fiscali, ha comunque delle condizioni molto vantaggiose.

► Lussemburgo pronto a rinunciare al segreto bancario

Con la ratifica il problema è stato superato e ora i due paesi potranno accedere alle informazioni che ritengono importanti al fine di combattere l’evasione fiscale o il riciclaggio di denaro. Un altro passo importante che segue la caduta del segreto bancario per il Lussemburgo (verrà abolito a partire dal 2015) e che mette ulteriore pressione in questa direzione anche per paesi come l’Austria e la Svizzera.

► Fisco, Italia e Svizzera verso l’accordo

31 mila aziende chiuse solo nel primo trimestre 2013

 Il 2013 è iniziato in modo tragico per le imprese italiane. Secondo quanto riportato dai dati diffusi da Unioncamere sulla base di Movimprese, le imprese italiane che hanno chiuso nei primi tre mesi del 2013 sono state ben 31 mila. Un numero del genere non si vedeva dal 2004 e neanche nel 2009, l’anno da tutti considerato come il più duro della crisi, c’è stata una tale ecatombe.
► Le banche italiane sono solide, ma devono concedere più prestiti alle PMI

Il bilancio tra aperture e chiusure delle imprese italiane è negativo, per la precisione è di -31.351 unità, dato dalla diminuzione delle iscrizioni rispetto ai primi tre mesi del 2012 (118.618 contro 120.278) e dall’aumento delle cessazioni riferito allo stesso periodo dello scorso anno (149.696 contro 146.368).

Non si può continuare ad ignorare questo fatto. Le imprese sono il tessuto economico del paese e questo saldo così negativo è molto di più di un campanello di allarme. E’ necessario mettere in atto dei provvedimenti ad hoc che permettano alle imprese di sopravvivere e di continuare a produrre, come spiega Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere, e cercare una soluzione immediata che vada oltre lo stallo politico creatosi dopo le elezioni.

► Pubblicato in GU il decreto che sblocca il pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni

I più penalizzati di questa strage di imprese sono gli artigiani: sono 21.185 le imprese artigiane che hanno chiuso i battenti dall’inizio dell’anno, i due terzi del totale, con una maggiore concentrazione nelle regioni del centro della penisola.

 

Rinnovato il Fondo di Solidarietà sui mutui

 Il Ministero dello Sviluppo Economico ha annunciato che le famiglie in difficoltà possono ancora sperare in una specie di moratoria, con il Fondo di Solidarietà che è stato nuovamente finanziato. I mutuatari in difficoltà con il pagamento del mutuo hanno potuto chiedere la sospensione del pagamento delle rate nei mesi e negli anni scorsi.

La fine delle agevolazioni sulla prima casa

Nel 2010 questo istituto è stato introdotto dal Ministro Tremonti e poi è stato prorogato dai governi successivi. L’ultima proroga è arrivata con il governo Monti. Nel decreto Salva Italia si faceva riferimento a circa 20 milioni di euro per sostenere i costi degli interessi maturati sul debito residuo, per tutto il periodo della sospensione. Tutti i tassi d’interesse sono ripagati ad eccezione della componente di spread.

Contributi alle coppie di giovani mutuatari in Umbria

L’accesso al fondo non è però concesso a tutti ma solo a coloro che nei tre anni precedenti la richiesta hanno perso il lavoro subordinato, senza che si parli chiaramente di giusta causa, oppure a coloro che sono morti, oppure a coloro cui è stato riconosciuto un handicap grave o un’invalidità superiore all’80 per cento.

La sospensione della rata che si può ottenere, vale fino ad un periodo massimo di 18 mesi. Lo ha comunicato il Mef con un provvedimento già inserito nella Gazzetta Ufficiale.

Tod’s pensa di andare all’estero

 Della Valle, in un momento di crisi, riesce a tirare fuori il coniglio dal cilindro e stavolta si tratta dell’espansione del business all’estero. Dall’assemblea dell’azienda, intanto, vengono fuori dati incoraggianti. In primo luogo è stato autorizzato il dividendo di 2,7 euro per azione. In più si è parlato dell’incremento del 7,4 per cento dell’utile che è arrivato a 145,7 milioni di euro. Gli investitori e gli azionisti sanno adesso su chi puntare.

La possibile espansione di Geox

Diego Della Valle, durante l’assemblea, ha risposto ad una domanda relativa ai prossimi passi dell’azienda ed è venuto fuori che in futuro si guarderà soprattutto all’estero. I piccoli azionisti che hanno investito nel marchio, infatti, vogliono avere delle rassicurazioni, vogliono capire se il dividendo di 2,7 euro apra la strada alla ripresa o sia un fuoco di paglia prima della crisi.

Otto motivi per investire nelle azioni Tod’s

Tod’s, comunque, ha deciso di puntare sulla rete internazionale perché, conoscendo le problematiche macroeconomiche nazionali, sa che muoversi in Italia sarebbe troppo rischioso vista la prudenza degli investitori.

“La solidità del gruppo, il grande apprezzamento per i nostri prodotti e il rispetto per i nostri marchi che i clienti ci riconoscono, gli adeguati costi di struttura e l’ottima qualita del nostro management siano tutti elementi che ci permettono di pensare all’anno in corso, ed anche ai prossimi, con tranquillità ed ottimismo” dice Della Valle.

L’Italia s’indebolisce senza decisioni

 Qualche economista l’aveva anticipato: il grosso problema dell’Europa è che presto le crisi politiche si trasformeranno in crisi economiche. Il ritardo nella scelta del presidente del consiglio e nella scelta del Presidente della Repubblica, potrebbero condizionare parecchio i mercati.

I rischi italiani dell’uscita dall’euro

E’ convinto di questa interpretazione anche il ministro dell’Economia Vittorio Grilli che, presente al meeting del Fondo Monetario Internazionale, ha detto:

“L’importanza di una soluzione politica veloce in Italia è soprattutto per gli italiani, perchè un’Italia che non decide ed è debole penso che possa far comodo ai nostri competitor”.

Questo non vuol dire, come spiega Grilli, che l’economia globale è in pericolo ma di certo per l’economia italiana non c’è da star tranquilli. Il fatto è che l’indecisione sottolinea soltanto una fragilità difficile da sanare.

Per l’Italia, secondo Grilli, è prima di tutto necessario ritrovare forza e stabilità così da presentarsi più forti al cospetto dei competitors.

Per l’OCSE sarà recessione fino a giugno

Grilli è intervenuto anche sui debiti della Pubblica Amministrazione, spiegando che il fondo di 40 miliardi di euro non è soltanto un fondo compensativo ma povrà essere usato a sostegno del settore bancario in modo che i rischi connessi ai prestiti si riducano.

E’ recente la notizia degli italiani che in un momento di crisi, stretti nella morsa creditizia, non hanno ottenuto fondi dalle banche e si sono rivolti agli strozzini.

Il brutto rapporto tra credit crunch e usura

 Il credit crunch è la stretta creditizia, la mancanza di disponibilità delle banche a concedere prestiti a cittadini ed imprese. Il fatto che gli istituti di credito siano meno disponibili, non vuol dire che poi i debitori abbiano meno bisogno di soldi. Ecco allora che la malavita o meglio, l’illecito, s’inseriscono nel meccanismo.

Prestiti in calo, che fare?

In pratica i debitori, pur di ottenere la liquidità di cui hanno bisogno subito, sono disposti a restituirla anche a tassi d’usura. Gli strozzini, dunque, con questa crisi, fanno la fortuna. Di media, dice una recente indagine condotta soprattutto in Campania e a Roma, gli strozzini offrono denaro con interessi fino al 20% al mese che vuol dire che ottengono in un anno più del doppio della cifra versata, per l’esattezza 2,4 volte la “posta”.

Gli italiani, in un periodo di crisi, hanno dimostrato di saper rinunciare a tantissime cose, per esempio a trovarsi un lavoro decente, a ricomprare la macchina, o gli elettrodomestici più comuni. Hanno addirittura rinunciato a cercare casa.

La crisi costringe alla chiusura le imprese

Il Crif parla chiaro: la domanda di mutui è diminuita del 42 per cento e le flessioni delle richieste nei primi tre mesi del 2013, sono state rispettivamente del 14, del 10 e del 9 per cento. Dall’inizio della crisi 35 persone su 100 hanno smesso di rivolgersi alle banche per coronare il sogno di una casa.

Paradossalmente, però, hanno accumulato debiti e sono sull’orlo del fallimento. Le famiglie non riescono più sostenere le spese comuni e nemmeno quelle impreviste e siccome l’economia langue, hanno difficoltà ad accedere a banche ed agenzie e si rivolgono agli strozzini.