Rinnovi contrattuali fermi a febbraio, ma i prezzi continuano a salire

 Gli stipendi di tantissimi italiani sono rimasti congelati a febbraio: secondo l’Istat, infatti, l’indice delle retribuzioni contrattuali di febbraio è identico a quello registrato per gennaio 2013, comunque in crescita dell’1,4% rispetto allo stesso mese dello scorso anno.
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Invece, sempre secondo i dati Istat, i prezzi dei beni al consumo continuano a salire: a febbraio 2013 l’indica nazionale dei prezzi al consumo è cresciuto dello 0,1% rispetto a gennaio e dell’1,9% rispetto allo stesso mese del 2012.

I prezzi sono aumentati maggiormente nel settore delle bevande e degli alimenti e del tabacco (3,6%); tessili, abbigliamento e lavorazioni pelli (2,8%); pubblici esercizi e alberghi (2,7%), mentre energia, prodotti petroliferi, telecomunicazioni e pubblica amministrazione non hanno presentato variazioni di rilievo.

Tornando alla situazione dei contratti di lavoro, l’Istat evidenzia che i contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore nel febbraio 2013 corrispondono al 58,4% degli occupati dipendenti e al 54,6% del monte retributivo osservato.

In attesa di un rinnovo del contratto circa il 41,6% nel totale dell’economia e del 24,5% nel settore privato, con tempi di attesa che, per i contratti scaduti, pari a 27,4 mesi. Nel settore privato l’attesa è mediamente più breve (14,8 mesi).

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I contratti in attesa di rinnovo sono 47 – 15 solo nella pubblica amministrazione – che interessano un totale di circa 5,4 milioni di lavoratori dipendenti.

Il potere d’acquisto crolla ai livelli del 1995

 Siamo tornati ai livelli del 1995. Le famiglie italiane non hanno più soldi per le spese e, di conseguenza, per il risparmio. Secondo i dati diffusi dall’Istat, infatti, nel 2012 il potere d’acquisto delle famiglie si è ridotto di un ulteriore 2,1% che si trasforma in una perdita del 4,8% del potere d’acquisto reale se si aggiungono i dati riguardanti l’andamento dell’inflazione.

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Periodo particolarmente difficile è stato il quarto trimestre del 2012, periodo nel quale il potere d’acquisto delle famiglie italiane si è ridotto dello 0,9% rispetto al trimestre precedente e del 5,4% nei confronti dello stesso periodo del 2011.

Stessa situazione anche per quanto riguarda la propensione al risparmio, attestatasi nel 2012 all’8,2%, percentuale che mostra un calo di 0,5 punti percentuali rispetto al 2011. In questo caso, un dato così basso non si registrava dal 1990.

Anche per quanto riguarda la propensione al risparmio c’è da notare come il periodo peggiore sia stato l’ultimo trimestre del 2012: 8,3%, il che significa una diminuzione di 0,2 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 0,9 punti rispetto al corrispondente trimestre del 2011.

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Il motivo di questa riduzione della propensione al risparmio è nel gap che si è formato tra la quantità di reddito disponibile e la diminuzione della spesa per i consumi, rispettivamente del 2,1% e dell’1,6%.

Reattiva di Reale Mutua Assicurazioni

 Le assicurazioni sulla vita, tra i tanti vantaggi che offrono, c’è che non possono essere toccate da un eventuale prelievo forzoso sui conti deposito. Se è vero che quello che è successo a Cipro può succedere anche altrove e può succedere anche in Italia, allora è bene investire in questi prodotti piuttosto che nei buoni del tesoro.

Le polizze RCA più convenienti d’Italia

Lo sanno i piccoli risparmiatori che negli anni hanno visto crescere i loro risparmi investiti in questi prodotti. Uno dei migliori in circolazione è sicuramente quello di Reale Mutua di cui abbiamo già visto Valuta Reale Vita Intera. Adesso passiamo alla considerazione del ReAttiva.

Si tratta in questo caso di un’assicurazione che copre i casi d’infortunio: sia quelli sul lavoro, sia gli infortuni domestici, sia i casi in cui ci si faccia male facendo sport o in vacanza. Nei casi d’infortunio, infatti, si corre il rischio di avere delle perdite economiche importanti. Con questa assicurazione ci si tutela a livello finanziario e si può estendere la tutela anche ai propri cari. Tutto è da scegliere in base alla disponibilità economica.

Le proposte sono diverse e si possono modulare in base alle esigenze e alla disponibilità economica dei richiedenti. Certo è che si tratta di strumenti importanti per la tutela in caso d’infortunio, con la possibilità di avere anche assistenza e tutela legale.

Valuta Reale Vita Intera

 Le polizze vita negli ultimi anni hanno vissuto un momento di gloria visto che i rendimenti proposti erano equiparabili a quelli dei Btp. Ancora un po’ lontane dai vantaggi dei Bot, le assicurazioni per la vita presentano diversi vantaggi, per esempio l’essere al sicuro da un eventuale prelievo patrimoniale.

Tra le migliori offerte in circolazione c’è sicuramente quella di Reale Mutua, della quale vogliamo presentare il prodotto “Valuta reale vita intera”.

L’imposta di bollo sui prodotti finanziari

Si tratta di una soluzione assicurativa che ha come obiettivo quello di garantire la serenità del nucleo famigliare anche nelle situazioni più spiacevoli, per esempio nel caso della scomparsa del capofamiglia. In più questo prodotto dà la possibilità di riscattare il capitale anche in vita, rivalutato in base ai tassi del momento. Il contratto di assicurazione prevede poi che al momento del decesso dell’Assicurato sia pagato ai beneficiari sia il capitale iniziale, sia il rendimento maturato negli anni della polizza.

Assicurazioni ad hoc per gli anziani

Le formule previste sono due: la prima è quella capitale rivalutabile a premio unico, che prevede il versamento del premio assicurativo in un’unica soluzione. La seconda formula, invece è il capitale rivalutabile e il premio annuo costante, in pratica è previsto il versamento di un premio periodico che è sempre costante nel tempo e non è soggetto a rivalutazioni.

Tra i mutui agli stranieri boom di richieste rumene

 Un’interessante ricerca del Crif mostra qual è il livello d’integrazione finanziaria e bancaria degli stranieri presenti in Italia partendo dalle richieste di mutui e prestiti fatte da questi cittadini presenti nel nostro paese. Molto cambia in base alla nazionalità.

La domanda di mutui crolla soprattutto al Sud

Si parte dai prestiti, sia online che tradizionali. Nel 2012, il boom di richieste è stato quello dei cittadini rumeni che hanno presentato oltre mezzo milione di domande. A seguire ci sono i cittadini albanesi e poi quelli marocchini. La comunità cinese, che è molto presente in Italia, in questa classifica scivola fino al ventesettesimo posto.

Un discorso analogo può essere fatto per quanto riguarda i mutui immobiliari. Anche in questo caso le richieste più numerose arrivano dai rumeni presenti in Italia che collezionano il 18 per cento del totale delle domande. A seguire troviamo i cittadini albanesi e poi gli svizzeri.

Mutui più facili per i giovani

Il Crif ha provato a stilare una classifica anche sulla base degli importi richiesti. Sembra che a chiedere di più siano gli olandesi che vanno a sfiorare i 60 mila euro. A seguire ci sono gli spagnoli e gli austriaci. Mentre in fondo alla classifica, con richieste che non superano i 10 mila euro, troviamo i rumeni insieme ai filippini e ai marocchini.

La vendita in stock nasconde i ricavi in nero?

 Il fisco si sta interrogando su quello che succede nel settore del commercio al fine d’individuare delle situazioni che possono mascherare atteggiamenti fraudolenti. Nel mirino sono fine le cosiddette vendite a stock che spesso possono nascondere una serie di ricavi in nero.

Apple denunciata da Greenlight Capital

Tutto nasce da una sentenza della Corte di Cassazione, la numero 7693 del 27 marzo, con cui i giudici hanno accolto il ricorso dell’Amministrazione finanziaria che riteneva la vendita in stock di un commerciante d’abbigliamento, un modo per eludere il fisco. L’amministrazione finanziaria aveva per questo chiesto di recuperare le tasse sui maggiori ricavi del commerciante, non dichiarati al fisco.

Elusione fiscale: colpiti Google, Amazon e Starbucks

Il sospetto sull’attività commerciale è arrivato osservando il comportamento del venditore che anziché usare i saldi di fine stagione che sono vantaggiosi sia per chi compra sia per chi vende, ha preferito vendere in stock, la merce acquistata da poco tempo, ad un prezzo molto più basso di quello d’acquisto.

I saldi di fine stagione, secondo il fisco, sono uno strumento importante nelle mani dei commercianti che possono ribassare i prezzi ma evitare di mandare in cantina le vecchie collezioni. Mentre il commerciante “pizzicato” dall’Erario rifiutava di fare i saldi, usando le vendite in stock, considerate dai più antieconomiche per chi vende.

La Scia e la Dia non prevedono il bollo

 La Scia e la Dia sono considerate delle dichiarazioni di inizio attività che si presentano in sostituzione delle denunce e non possono essere considerate delle istanze, quanto piuttosto un dei semplici avvisi. Per questo, in tali dichiarazioni, non deve essere pagata l’imposta di bollo.

La casa non è una spesa per tutte le famiglie italiane

Le imprese che devono per legge comunicare l’inizio, la cessazione o la modifica di un’attività produttiva attraverso la Scia, se non uniscono alla dichiarazione anche un provvedimento o una certificazione, non devono pagare l’imposta di bollo.

La comunicazione sui lavori energetici pluriennali

Al contrario il bollo da 14,62 euro a foglio serve nel caso della richiesta di nulla osta di fattibilità, documento che i titolari di un’impresa devono chiedere al comando dei Vigili del Fuoco.

A fare chiarezza sull’argomento ci ha pensato la risoluzione 24/E dell’Agenzia delle Entrate che ha spiegato i casi in cui l’imposta di bollo deve essere applicata e quelli in cui invece non è necessaria.

Siccome la richiesta di nulla osta per i lavori, inviata ai Vigili del Fuoco, prevede poi il rilascio di un certificato, l’emanazione di un atto amministrativo, allora è necessario pagare l’imposta di bollo. Cosa che non può essere valida quando invece la risoluzione non comporta alcun atto amministrativo.

Il fisco alle prese con le insalate miste

 Il fisco classifica gli alimenti e poi applica un certo carico d’Iva alle diverse categorie. Talvolta, però incontra delle difficoltà nella classificazione dei cibi e tra queste difficoltà c’è anche quella d’inquadrare correttamente le “insalate miste”.

L’imposta di bollo sui prodotti finanziari

FiscOggi spiega che stanno prendendo piede nel nostro paese i pranzi pronti, quelli che mescolano il gusto, con il colore, la genuinità e la comodità. In pratica le vaschette con ortaggi e verdura pronti da mangiare o pronti da cuocere. La conservazione dei vegetali, in tal senso, ha fatto davvero progressi. Eppure non è quello che interessa al fisco, quanto piuttosto la classificazione dei prodotti in questione.

Per questi generi alimentari, dice il fisco, è necessario applicare l’Iva agevolata al 4 per cento. E’ tutto scritto nella risoluzione 23/E dell’8 aprile 2013. In generale possiamo classificare queste “vaschette” miste come prodotti ortofrutticoli di IV gamma, classificabili difficilmente sia dal punto di vista merceologico, sia dal punto di vista fiscale.

Le spese mediche detraibili dal 730

Fino a qualche anno fa il problema non si poneva perché esistevano in commercio prodotti alimentari che appartenevano a generi diversi, erano venduti insieme, ma nel contenitore erano separati tra prodotti freschi e prodotti cotti. Adesso, invece le insalate sono diventate miste e assortite, per cui contengono sia l’insalata vera e propria, sia altri prodotti vegetali, sia prodotti non freschi e secchi come noci ed olive, sia prodotti di natura non vegetale, per esempio salumi, formaggi, tonno o pollo.

Piazza Affari vola con banche e Telecom

 Piazza Affari non è più maglia nera d’Europa, anzi, nei momenti che sono di particolare tensione per il Vecchio Continente, la borsa italiana reagisce sempre meglio del previsto. All’inizio della settimana, quindi, Piazza Affari è trainata in alto dai titoli bancari e dalla performance di Telecom.

Superstipendio anche per Bernabé di Telecom

Abbiamo già accennato qualcosa parlando di spread stabile e borse positive in Europa e affrontando l’evoluzione del cambio euro/dollaro. Adesso concentriamoci esclusivamente sui titoli della borsa di Milano.

La sua apertura all’inizio della settimana è stata estremamente positiva e c’è stato il guadagno di un punto percentuale, grazie soprattutto al settore bancario. Lo spread, in questo clima entusiasmante, ha reagito toccando i 308 punti base e facendo arrivare il rendimento a. 4,33 per cento.

L’Alcoa è stata determninante visto che con i suoi risultati trimestrali ha sbaragliato tutte le previsioni degli investitori e ha fatto guadagnare a Milano molto più di Londra, Francoforte, Madrid e Parigi.

 Telecom raggiunge l’accordo con le parti sociali

Importante anche la performance del titolo Telecom Italia che guadagna il 4,18 per cento grazie alla conferma della notizia relativa all’integrazione nell’azienda di 3 Italia. Telecom Italia potrebbe acquistare circa il 30 per cento delle azioni di 3 Italia. In generale è in rialzo tutto il comparto bancario.

Spread stabile e borse positive in Europa

 Cosa succede a Piazza Affari e cosa succede alle borse europee? In questi giorni sembra che nel Vecchio Continente si stia allentando la pressione sul debito sovrano dei paesi maggiormente in difficoltà e soprattutto si è aperta in modo positivo la stagione delle trimestrali.

Il debutto “lussuoso” di Moleskine

Ad aprire questo periodo di verifica delle attività delle grandi industrie, ci ha pensato Alcoa che nei primi tre mesi del 2013 ha fatto segnare un utile netto di 149 milioni di dollari, in aumento del 59 per cento rispetto al 2012. Il suo risultato è nettamente in controtendenza rispetto alle stime degli analisti che si aspettavamo invece per gli S&P 500 dei trimestrali in calo su base annua.

Commissario per la Parmalat legato all’affare Lactalis

Il debutto positivo di Alcoa potrebbe o inaugurare o una stagione positiva per l’S&P 500, oppure far ricredere gli investitori.

Per quanto riguarda in generale lo spread tra Btp e bund, il differenziale è stabile intorno ai 310 punti con i titoli italiani che adesso hanno un rendimento del 4,53 per cento, che cambierà ancora fino a giovedì prossimo, giorno dell’ulteriore asta da 3-4 miliardi di euro.

Se poii volessimo fare uno zoom su Piazza Affari si scoprirebbe che la borsa italiana è in aumento dello 0,9 per cento e sale più di Londra (+0,5%), di Francoforte (invariata) e di Parigi (+0,3%).