Scende la disoccupazione ma l’Italia non convince

 La disoccupazione è scesa all’11,6 per cento. Lo dicono gli ultimi dati disponibili in relazione all’Italia ma anche in Europa la condizione degli occupati sembra essere migliorata, nonostante la crisi. Eppure il Vecchio Continente non convince gli investitori.

La riforma Fornero non piace alle imprese più piccole

I cittadini italiani senza lavoro sono in leggero calo ma il limite, la soglia dei 3 milioni di disoccupati è veramente ad un passo. Rispetto a febbraio 2012, tra l’altro, nello stesso mese del 2013, il numero dei disoccupati è cresciuto del 15,6 per cento. Il problema più urgente da risolvere per il nuovo governo sono senz’altro i ragazzi disoccupati, quelli che hanno un’età compresa tra 15 e 24 anni.

Le donne al Sud lavorano meno

Per quanto riguarda l’occupazione, sembra che gli occupati siano 22,7 milioni e siano anche in crescita dello 0,2 per cento rispetto a gennaio. Se poi si prendono in esame i dati europei, si scopre allora che il livello di disoccupazione è stato confermato al 12 per cento.

Gli occupati a febbraio sono poco più di 22,5 milioni e rispetto a gennaio sono in leggero aumento (+0,2%) anche se ad essere occupate sono state principalmente le donne. Su base annua però l’occupazione è in calo di 0,5 punti percentuali e il calo interessa sia la componente maschile che quella femminile della forza lavoro.

Cosa sono i BTp poliennali

 In questo momento di forte crisi una delle soluzioni privilegiate per superare l’impasse economica è sicuramente la vendita del debito pubblico attraverso l’emanazione dei Buoni del Tesoro. L’ultimo taglio disponibile sono i BTp poliennali. Cosa sono nello specifico e di cosa si tratta?

Goldman Sachs contro Beppe Grillo

I Buoni del Tesoro poliennali sono dei titoli obbligazionari cui corrispondono delle cedole a tasso fisso e una scadenza sul medio e lungo periodo. Ad emanarli ci pensa il Ministero delle Finanze che definisce per i BTp sia gli importi, sia i tagli disponibili nelle aste, sia le modalità di assegnazione.

Goldman Sachs e la strategia sui titoli di stato

In genere i BTp sono collocati ogni mese con un’asta detta marginale e poi, il giorno dopo l’avvenuto collocamento sono ammessi anche nella cosiddetta Borsa valori. Per calcolare il prezzo d’acquisto dei BTp, occorre sommare il rateo della cedola, la commissione che si deve corrispondere all’intermediario e poi anche l’effettivo prezzo d’acquisto del titolo.

In genere, per quanto riguarda il taglio, i BTp possono essere da 1000 euro almeno e durare 3, 5, 7, 10 oppure anche 30 anni. La cedola, generalmente è semestrale.

Il Ministero del Tesoro, dal 1998, ha dato il via all’operazione cosiddetta di coupon-stripping che consente di distinguere per ogni BTp la cedola e il cosiddetto mantello che sono negoziati separatamente l’uno dall’altro.

In Italia arriva la bufera Napolitano

 L’ingovernabilità del Belpaese è un argomento all’ordine del giorno in Italia e in Europa visto che nella prima parte del mese, l’assenza del governo tricolore ha inciso negativamente sulle valutazioni dell’euro.

Soltanto prima della chiusura delle borse per la pausa pasquale, Napolitano ha sciolto l’enigma sul governo decidendo nella pratica di revocare l’incarico a Bersani, mantenendo in vita l’esecutivo montiano che non era mai stato sfiduciato e proponendo un collegio di 10 saggi per l’individuazione di personalità tecniche utili al paese.

La coppia euro-dollaro nel mese di marzo

La crisi che Napolitano si è trovato ad affrontare è comunque una crisi senza precedenti ed arriva in un momento difficile della sua presidenza, ormai giunta alla fine. Lo stallo che non rende semplice il semestre bianco ha indotto comunque Napolitano a restare in carica fino alla fine del suo mandato.

Goldman Sachs contro Beppe Grillo

La nomina dei 10 saggi, tra cui anche l’attuale ministro degli esteri Moavero, al centro delle discussioni dopo la vicenda dei due marò, ha mandato in paranoia tutta la politica ma in molti hanno apprezzato la volontà di Napolitano di non tornare subito alle elezioni.

La bufera di cui parlano tanto i giornali dipende dal fatto che nonostante la nomina dei 10 saggi gli investitori e la gran parte degli italiani non ritiene che cambierà qualcosa nell’immediato. Le posizioni dei diversi partiti, infatti, al momento sembrano inconciliabili.

La coppia euro/yen nell’ultimo mese

 La coppia euro-dollaro nel mese di marzo si è sbilanciato molto a favore del dollaro visto che dall’America sono arrivati moltissimi segnali positivi, si parla di un’economia in crescita mentre l’Europa è ancora in lotta con la crisi politica che si trasforma in crisi economica.

2013 consacrato anno del Forex

Il Vecchio Continente è oggi in una fase molto critica: l’Italia non ha ancora un governo e nonostante Draghi dicendo di voler acquistare titoli di stato dei paesi periferici abbia dato una spinta all’Euro, poi ci si è trovati di fronte al bailout di Cipro, alla crisi bulgara e ai tentennamenti della Francia.

Com’è andato invece il rapporto tra euro e yen? La banca del Giappone ha confermato la sua volontà di sostenere la ripresa dell’economia interna. L’euro, com’era facile da prevedere, ha perso terreno anche nei confronti dello yen e il suo calo è stato dello 0,89%. La coppia ha raggiunto un punto massimo a 126.04 e poi anche un punto minimo a 119.05. Si nota quindi una forte oscillazione sostenuta dal cambio al vertice della BoJ dove Haruiko Kuroda ha subito annunciato un piano d’acquisti illimitato come quello della Fed, tanto per intenderci.

La coppia euro-dollaro nel mese di marzo

 Per effettuare una buona previsione dei trend del Forex ad aprile, è bene prendere in esame quel che è accaduto alle maggiori coppie di valute nel mese appena archiviato. Ecco quindi una panoramica dell’andamento dl rapporto tra euro e dollaro.

2013 consacrato anno del Forex

In linea di massima ci sono due elementi che hanno scosso il mercato valutario e che vanno considerati come eventi “eccezionali”: l’ingovernabilità italiana e la crisi di Cipro. Il nostro paese che con le elezioni ha creato molto attesa, si è poi arenato sulla scelta della squadra di governo. Cipro invece ha visto cadere sotto i colpi della crisi il sistema bancario ma poi si è trovata a dover rifiutare il primo piano di salvataggio negoziando le misure più adatte per il paese.

A queste crisi del Vecchio Continente, ha fatto da contraltare la lettura positiva di molti indici americani con il recupero dell’economia USA su quella del resto del mondo.

Svelato uno dei problemi delle banche di Cipro

Le pressioni della politica italiana, quindi e la crisi cipriota nella seconda parte del mese, hanno determinato una perdita di valore dell’euro rispetto al dollaro, pari all’1,5 per cento.

All’inizio del mese la coppia euro/dollaro era sopra l’1,30 e Draghi con il discorso del 7 marzo aveva dato una spinta positiva all’euro. Poi il bailout di Cipro ha  mandato in crisi di nuovo l’Euro e nel dire che il caso dell’isola potesse essere d’esempio per il resto d’Europa ha lasciato nello sconcerto gli investitori.

Inflazione al minimo storico dal 2010

 I dati Istat relativi a marzo 2013 mostrano come la crisi in Italia sia ancora nel vivo. Secondo le analisi fatte dall’Istituto Nazionale di Statistica, infatti, è la crisi la causa principale delle frenata della corsa dei prezzi e del rallentamento dell’inflazione.
► Consumi ancora in calo: iniziano a soffrire anche i discount

Nel dettaglio, a marzo 2013  la crescita dei prezzi al consumo è stata dell’ 1,7%, contro l’1,9% di febbraio. Con questo nuovo rallentamento, il dato registrato è il più basso dal novembre del 2010, siamo arrivati al sesto calo consecutivo, trainato dalla decelerazione del prezzo dei carburanti.

I prezzi dei prodotti di consumo del tipico carrello della spesa degli italiani sono anch’essi in frenata, anche se c’è da notare che il loro aumento su base annua, pari al 3%, è stato ben più alto del tasso di inflazione, che si è fermato al + 1,7%, comunque in rallentamento rispetto a febbraio 2013 (2,4%).

► Non si cresce se scende soltanto l’inflazione

A far calare i prezzi al consumo le dinamiche dei prezzi del carburante, una delle voci più importanti del paniere, che è salito dell’1,1% su base annua, ma ha fatto segnalare una diminuzione tendenziale pari allo 0,5%, contro il +1,3% registrato a febbraio. In riduzione anche  l‘indice dei prezzi alla produzione dei prodotti industriali, che, crescendo dello 0,1% rispetto a gennaio e dello 0,3% su base annua, è il più basso che si sia mai registrato da gennaio del 2010.

Gli italiani non vogliono più investire

 Difficile trovare dei soldi da investire se quello che si guadagna basta a malapena ad arrivare a fine mese, se poi si aggiunge a questa difficoltà anche una grande incertezza sul futuro economico e politico del paese, non stupisce che gli italiani stiano rifuggendo sempre di più dagli investimenti.

► Raccolta risparmio gestito 2012

La Consob, nel suo ultimo bollettino statistico, dà evidenza fattuale a questa situazione: negli ultimi due anni gli investimenti in azioni, obbligazioni, Btp e altri titoli sono diminuiti di 715 miliardi, per una perdita totale degli investimenti nel retail pari al al 36% in meno rispetto ai periodi precedenti, passando da quasi 2mila miliardi a 1.269 miliardi di euro.

Si salvano da questa fuga gli investitori professionali (società di investimento, fondi, fondazioni) che invece hanno aumentato la loro esposizione verso azioni, obbligazioni, derivati e altri prodotti finanziari del 5,9%, portandola a 1.901 miliardi.

Sono infatti gli investitori privati ad aver contribuito in maniera massiccia al calo degli investimenti in Italia. Le cause, naturalmente, vanno riscontrate nella mancanza di liquidità ma anche, secondo la Consob, a causa delle perdite subite per gli scandali finanziari e per il crollo dei mercati.

► Profili distintivi dei fondi comuni di diritto italiano

Nello specifico gli investimenti in azioni italiane sono scesi da 279,6 a 101,5 miliardi (-63%), quelli in Bot e Btp sono passati da 431,9 a 265,4 miliardi (-38,5%), le obbligazioni bancarie da 759,7 a 478,7 miliardi (-37%), i bond societari da 41,8 a 24,9 miliardi (-40%). Calano anche degli investimenti in azioni estere, da 33,7 a 16,4 miliardi (-51%), e in titoli di Stato esteri, da 74 a 41,2 miliardi (-44%).

 

Il calo dei consumi colpisce anche la Pasqua

 La stima sui consumi per la spesa pasquale arriva da Fiesa, l’associazione di categoria Confesercenti che riunisce gli esercenti specialisti di alimentazione, e ci lascia con un quadro che riflette pienamente la situazione difficile che continua a perdurare in Italia.

► Consumi ancora in calo: iniziano a soffrire anche i discount

Infatti, secondo la Fiesa, i consumi per le spesa di Pasqua sono in linea con il calo generalizzato dei consumi in Italia e le stime parlano di un -10% per la spesa, con un pico negativo per le colombe, che potrebbero far segnare un -7%.

Sono delle proiezioni che mettono in allarme gli operatori commerciali del settore, che, dato il calo degli ordinativi ricevuti fino ad ora, hanno ora la certezza che la Pasqua del 2013 sarà molto più magra di quella dell’anno scorso. Le cause principali, secondo Fiesa, sono da un lato il clima poco clemente che ha portato alle stelle i prezzi di alcuni dei prodotti tipici della Pasqua, costringendo le famiglie a rinunciare all’acquisto o a dirottarlo su prodotti non italiani, dall’altro ha contribuito in modo sostanziale la crisi economica, occupazionale e politica che hanno compresso il reddito globale delle famiglie.

► La crisi cambia le abitudini alimentari degli italiani

I dati di Fiesa parlano di un calo generalizzato dell’acquisto di dolci, con una diminuzione tra il 5% e il 7% per le colombe e dell’8% per le uova. Ma anche gli altri prodotti tipici subiranno una contrazione simile: 10% per gli agnelli, 5% per i salumi, 3% per il pesce e 8% per crostacei e frutti di mare.

Goldman Sachs contro Beppe Grillo

 Beppe Grillo, si sa, da sempre è considerato un punto di riferimento per le teorie economiche che riguardano il nostro paese. Non a caso nei suoi spettacoli, aveva parlato con largo anticipo delle varie crisi industriali, come quella che ha interessato ad esempio la Parmalat, oppure si è scagliato contro Telecom in un’assemblea dei soci.

Goldman Sachs è innamorata di Grillo

Dall’essere solo un comico, però, Grillo ha intuito che a livello politico il nostro paese aveva bisogno di accorciare le distanze tra la politica e la cittadinanza e per mettere a punto questo “piano” ha fondato il famoso Movimento 5 Stelle che nelle ultime elezioni è stato considerato uno dei grandi vincitori.

L’Istat manda a picco Piazza Affari

Il Movimento è stato applaudito dal premio Nobel Krugman che ha spiegato il risultato elettorale italiano come la volontà della nostra nazione di uscire dall’euro, al fine di rimettere in sesto l’economia interna.

Krugman parla dei problemi dell’Europa

Non la pensa allo stesso modo la banca d’affari Goldman Sachs, secondo la quale, adesso, è arrivato il momento di vendere Bund tedeschi ed acquistare BTp italiani, in modo da riequilibrare lo spread. Il problema dell’Europa, secondo il presidente di Goldman Sachs è Beppe Grillo e la vittoria del suo Movimento 5 Stelle che ostacola la formazione del governo, necessario affinché l’Italia prenda le redini della sua economia evitando che altri decidano per lei.

toli. Il valore corretto del differenziale, infatti, dovrebbe essere a 225 punti e non a 350.

Goldman Sachs e la strategia sui titoli di stato

 La banca d’affari Goldman Sachs ha deciso di spiegare agli italiani e agli investitori in generale, come barcamenarsi tra i titoli di stato visto che in questo momento, in questo particolare momento di crisi, è importante diversificare il proprio portafoglio.

Goldman Sachs è innamorata di Grillo

Sotto osservazione, chiaramente, ci sono i titoli di stato dei paesi periferici, anche perché a parlare di bond e BTp di questo tipo ci ha pensato già la BCE. Mario Draghi, infatti, ha detto che la strategia della banca centrale europea è comprare i titoli di stato dei paesi periferici in una quantità illimitata così da tamponare anche eventuali atteggiamenti speculativi.

Oro in frenata secondo Goldman Sachs

In questi giorni è evidente che c’è molta tensione sul mercato dei titoli di stato e la tensione si riflette sull’aumento dello spread tra titoli italiani e titoli tedeschi decennali per esempio. Eppure, stavolta, il differenziale non impensierisce nessuno, anzi, un eventuale movimento negativo è da tenere in considerazione come opportunità d’acquisto.

Per questo la banca d’affari suggerisce di comprare i BTp italiani e vendere al contrario i Bund in modo che si riequilibri lo spread tra questi due titoli. Il valore corretto del differenziale, infatti, dovrebbe essere a 225 punti e non a 350.

Per tornare ai livelli minimi, comunque, secondo Goldman Sach l’Italia deve fare un governo che ponga fine all’incertezza politica e al rally dei titoli.