Grilli punta alla ripartenza economica

 La Commissione speciale ha dato il via al Provvedimento che dovrebbe rilanciare l’impresa nel nostro paese. Dopo l’allarme di Confartigianato e Confindustria, è stata necessaria una specie di accelerazione. Per questo, ha spiegato Grilli, è importante trovare un punto di partenza. Lo start sembra essere la domanda interna.

Il rischio dell’Italia sul deficit

Il Provvedimento della Commissione speciale sblocca i fondi necessari a pagare i debiti della Pubblica Amministrazione. Il principio è quello dell’immissione di liquidità nel sistema economico del nostro paese, finalizzato all’accelerazione della ripresa della domanda interna che dovrebbe tornare a crescere così già a metà dell’anno in corso.

Nel dettaglio, il disegno di legge autorizza lo sblocco di ben 40 miliardi di euro di crediti. Le imprese che hanno fornito servizi alla pubblica amministrazione, infatti, fino a questo momento non avevano ricevuto il “giusto” compenso dalle amministrazioni dello stato.

Debito pubblico record per l’Italia

Il provvedimento non è stato estraneo alle polemiche capitanate dalla capogruppo alla Camera del Movimento 5 Stelle. Roberta Lombardi, infatti, ha attribuito al provvedimento la seguente descrizione: “una porcata di fine legislatura”.

I soldi sbloccati, usati per saldare i debiti della Pubblica Amministrazione, ha precisato il ministro uscente, non saranno versati alle banche. Per loro è pronta una piccola parte di soldi che entreranno nella seconda o nella terza erogazione di denaro.

La Tares sarà rinviata o no?

 Lo schema del decreto per il rinvio della Tares, la nuova tassa sui rifiuti che accorpa diverse tasse comunali, è già pronto per essere passato al vaglio del Consiglio dei Ministri ma, nonostante le pressioni arrivate da diverse parti, tra le quali anche l’Anci e la Uil, ancora non è stata presa nessuna decisione.
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La decisione, in effetti, è piuttosto complicata perché andrebbe ad influire sui conti pubblici, in un momento già molto delicato per il Governo. Ma il problema persiste ed è necessario che venga data una definizione alla questione prima che, come detto anche da alcuni deputati del PD, vengano fatte delle azioni eclatanti.

Se i Comuni si oppongono al rinvio della tassa sui rifiuti perché potrebbe provocare dei seri problemi di liquidità alle amministrazioni e alla raccolta dei rifiuti stessi, dall’altra parte ci sono le famiglie e i problemi che la tassa creerà a dei bilanci famigliari già pesantemente provati.

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Secondo una stima della Uil, infatti, la Tares sarà ben più salata dell’Imu (305 euro medi contro i 218 euro medi pagati per l’Imu nel 2012 per un appartamento delle stesse dimensioni) e si andrà ad aggiungere anche all‘Imu (la prima rata dovrà essere pagata entro il 18 giugno) e all’aumento di un punto percentuale dell’Iva (previsto per il primo di luglio), tutto nello stesso periodo.

 

Le dichiarazioni dell’Ocse fanno bene alle borse

 Dopo le dichiarazioni dell’OCSE le borse europee sembrano tirare un sospiro di sollievo ma nel caso dell’Italia sembra ancora pesare l’incertezza della squadra di governo che Pierluigi Bersani sta cercando di mettere a punto. Quindi, se anche le borse respirano, lo spread tra BTp e Bund risale fino a 345 punti.

Secondo l’OCSE cresce il costo del lavoro

A metà del pomeriggio, nel giorno che precede la chiusura delle borse per la pausa festiva pasquale, lo spread sembra sale oltre i 330 punti e tutto si lega agli sviluppi delle consultazioni di Bersani. Il leader PD è salito al Colle da Napolitano e dal risultato dell’incontro, gli investitori hanno dedotto che ci sarà presto un esecutivo.

L’OCSE sul deficit italiano

Una notizia positiva che si accompagna ad altre due importanti novità: prima di tutto la riapertura delle banche cipriote che avevano chiuso forzatamente gli sportelli ben 12 giorni fa. La seconda novità riguarda l’OCSE che spiega che la Banca Centrale Europea sembra pronta a tagliare il costo del denaro visto che in molti paesi dell’UE la ripresa è già cominciata. Il discorso positivo, però, non vale per l’Italia.

La Commissione UE, comunque, ha deciso che seguirà in modo puntuale tutti gli sviluppi legati alla questione cipriota, all’evoluzione economica degli stati membri dell’UE, alla BCE.

Cosa è imponibile nella cessione d’azienda

 Le imprese, per quanto siano in affanno, in questo periodo di crisi, rappresentano comunque il tessuto economico e commerciale italiano. Per questo è importante che la fiscalità a loro carico sia orientata ai criteri di chiarezze e semplicità.

Di recente, una sentenza della Corte di Cassazione è tornata sul tema della cessione del ramo d’azienda che in genere può dare problemi riguardo beni imponibili, perdite economiche e quant’altro.

UNICO 2013 PF: beni aziendali concessi e acconti

Nella sentenza numero 6936 del 20 marzo 2013 la Corte di Cassazione ha spiegato il “caso particolare” della cessione d’azienda di una concessionaria di veicoli: nel caso in cui ci sia l’acquisto di un ramo d’azienda da parte di una concessionario automobilistica, le vetture che sono presenti nella struttura e sono iscritte al PRA devono essere considerate nella base imponibile per il calcolo della cosiddetta imposta di registro.

Come si tassa la rendita legata ad una cessione

La precisazione, come al solito, nasce da un caso pratico: l’imposta di registro versata all’Erario per l’acquisto di un ramo d’azienda da parte di una concessionaria, era stato chiesto indietro ma questa operazione ha dato il via ad una serie di ricorsi fino a che la Cassazione ha accolto l’interpretazione dell’Agenzia delle Entrate che dice: “il trasferimento del ramo di azienda non aveva come fine ultimo il mero trasferimento dei veicoli, bensì del complesso di beni funzionalmente destinati ad uno scopo economico unitario, come strumento dell’attività imprenditoriale”.

tati dai contribuenti e sono finalizzati allo svolgimento dell’attività professionale.

 

Integrazioni agli studi di settore

 Il ministero delle Finanze si occupa periodicamente di dare indicazioni sulle variabili da inserire negli studi di settore, in modo che siano fatte correzioni e aggiustamenti utili per definire gli andamenti economici e quelli dei mercati.

Il decreto del ministero delle Finanze è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 73 del 27 marzo 2013 e riporta la dicitura “Approvazione di modifiche agli studi di settore relativi al periodo d’imposta 2012”.

Prolungati gli studi di settore

Questo decreto prevede che si prosegua nell’iter già definito per l’applicazione dello strumento alle condizioni del mercato e alle condizioni economiche a partire dal periodo d’imposta fino al 31 dicembre 2012.

Che impatto hanno le spese medie Istat

L’ultimo atto del MEF con le indicazioni per le modifiche e le integrazioni, arriva giusto in tempo, visto che le integrazioni sono sempre pubblicate entro il 31 marzo. Le modifiche nel dettaglio sono state inserite nel primo allegato che si focalizza sugli indicatori di coerenza economica che sono basati sulle anomalie dei dati dichiarati nel 2011 e confermati, in linea di massima, anche nell’anno successivo.

Il decreto del MEF riporta anche un secondo allegato che introduce un nuovo indicatore di normalità economica che si fonda sul valore dei beni strumentali, i beni che sono acquistati dai contribuenti e sono finalizzati allo svolgimento dell’attività professionale.

Italia caso unico: è l’unico dei G7 a essere ancora in recessione

 Dall’Ocse arriva un’altra brutta notizia per l’Italia, e non ce n’era certo bisogno. L’Italia si aggiudica così un altro record negativo: è l’unico dei paesi del G7 che non si è ancora lasciato alle spalle la crisi economica, anzi, la recessione che ci attanaglia sarà presente almeno fino a giugno 2013.

► Secondo l’OCSE cresce il costo del lavoro

Sono i dati riferiti al Pil del paese analizzati dall’organizzazione parigina a far giungere a questa conclusione: dopo che il Pil è nuovamente calato del 3,7% nel quarto trimestre del 2012, nel primo trimestre del 2013 si dovrebbe vedere ancora una discesa, anche se meno pesante, sarà infatti di circa l’1,6%, situazione che perdurerà anche nel trimestre successivo, quando il Pil avrà un ulteriore calo dell’1%.

Ed è proprio questo ultimo dato che pone l’Italia in una condizione unica di recessione, cosa che non accadde agli altri paesi annoverati fra i Grandi 7. Le stime dell’Ocse sono in linea con quelle dell’Istat, che ha previsto l’inizio della ripresa a partire dalla fine del 2013 o all’inizio del 2014.

Secondo l’Ocse è stato raggiunto un nuovo record della disoccupazione

Secondo Bankitalia, però, le stime fatte sulla crescita del Pli per il 2014, pari all’1,3%, sono piuttosto ottimiste e l’incertezza dei mercati internazionali, alla quale in Italia sdi aggiunge anche l’annoso problema dell’occupazione, potrebbe giocare a sfavore e ridurre la crescita prevista di almeno mezzo punto percentuale.

La liquidazione dei parlamentari non rieletti

 Seppur ancora senza un nuovo esecutivo, la diciasettesima legislatura si è insediata e molti dei deputati e dei senatori che hanno occupato per anni le poltrone di Montecitorio non sono stati rieletti.

A casa, quindi, ma non prima di aver ricevuto il loro TFR, il trattamento di fine rapporto, come accade a qualsiasi altro lavoratore. Nel loro caso questa sorta di indennità viene definita trattamento di fine mandato o buonuscita dal Parlamento, che i parlamentari riceveranno entro trenta giorni dalla proclamazione dei nuovi eletti.

A quanto ammonta questa buonuscita? Il trattamento di fine mandato che spetta ai parlamentari in carica alla fine della legislatura che non vengono eletti nella successiva spetta una somma pari all’80% dell’importo mensile lordo dell’indennità parlamentare per ogni anno di mandato effettivo, o frazione non inferiore ai sei mesi, finanziata attraverso il Fondo di Solidarietà.

► Italia senza governo. A pagarne le spese sono i cittadini

Ancora non sono state rese note le cifre esatte degli assegni che circoleranno per Palazzo Montecitorio nei prossimi giorni, ma il calcolo non è particolarmente difficile: per un mandato di 4 anni (durata normale di una legislatura) il ‘TFR’ sarà pari a circa 41 mila euro.

Ma nel nostro parlamento ci sono dei deputati e senatori che sono lì da ben più tempo di una legislatura, per i quali, quindi, l’assegno sarà molto più sostanzioso. Qualche esempio?

Gianfranco Fini è in Parlamento dal 1983 (29 anni), quindi la sua indennità di fine mandato sarà di circa 300 mila euro. Livia Turco, che ha un’anzianità parlamentare di 26 anni, percepirà circa 216 mila euro. Roberto Maroni avrà un assegno di circa 175mila euro.

Oltre  a questo, per la maggior parte di loro sarà anche possibile continuare ad usufruire dei benefici di essere un parlamentare per altri dieci anni, benefici tra i quali ci sono l’ufficio, i collaboratori e auto blu. Naturalmente, il tutto finanziato con soldi pubblici.

Conto libero International della BancApulia

 La BancApulia fa parte del gruppo Veneto Banca e per questo motivo riesce ad offrire alla popolazione locale una vasta gamma di prodotti, per i clienti più diversi. Oggi prendiamo in esame la proposta per i cittadini stranieri.

Dov’è più semplice ottenere un mutuo

Uno dei conti “riservati” è il conto Libero International, rivolto soprattutto ai cittadini di nazionalità romena, moldava, croata e albanese. Cittadini che chiaramente sono residenti nel nostro paese. Questa offerta è messa a punta dalla BancApulia in collaborazione con la Banca Italo Romena, con la Eximbank, con la Veneto Banka Croazia e con la Veneto Banka Albania.

Tra i servizi principali c’è quello di invio e ricezione di denaro dall’estero, la possibilità di fare e ricevere bonifici in modo gratuito e veloce verso e dal paese d’origine. Una volta spiegata la dichiarazione d’intenti, passiamo in rassegna i costi.

Il canone mensile del conto Libero International è di 3 euro che comprendono: operazioni illimitate, un carnet di assegni, la possibilità di accreditare lo stipendio o la pensione sul conto, le spese di liquidazione degli interessi, l’estratto conto cartaceo semestrale e la Clarisbanca Online Banking, nonché una carta pago bancomat internazionale con microchip e la possibilità di prelevare gratuitamente contanti in tutti gli sportelli del Gruopp Veneto Banca.

Senza spese aggiuntive si può anche ottenere una carta prepagata CartaSi Sicura.

Un altro caso di perdita dei benefici prima casa

 Quando si acquista una prima casa, per avere i benefici fiscali legati all’imposta di registro, alle imposte catastali e quant’altro, è necessario trasferire entro 18 mesi la residenza nell’abitazione acquistata. Ci sono dei casi, quindi, in cui è possibile perdere i suddetti benefici.

Le agevolazioni sulla casa ottenuta in successione

Abbiamo visto in passato il caso della falsa dichiarazione dell’ufficiale preposto al controllo dell’effettiva residenza dei cittadini. Adesso passiamo in rassegna un caso più frequente: la dimenticanza. Che c’entra la memoria con il fisco?

Per parafrasare un noto adagio potremmo dire che chi non ha buon testa ha un buon portafoglio. In pratica, l’Erario, ha ricordato in questi giorni che per evitare di perdere i benefici fiscali legati all’acquisto della prima casa, è necessario trasferire ufficialmente la residenza anagrafica nel Comune e nelle casa comprata.

Non basta la bolletta dell’elettricità per dimostrare la residenza

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza numero 6834 del 19 marzo scorso, ha ricordato che l’aver dimenticato di trasferire la residenza, non è una prova sufficiente per non perdere i benefici fiscali già elencati. In pratica non è sufficiente trasferirsi “di fatto” nell’abitazione, ma è necessaria la conferma “burocratica” del cambio di residenza.

La dimenticanza non è ammessa in nessun caso, anche se alla prova dei fatti i contribuenti abitavano nella casa, non avendo una notifica dell’amministrazione comunale, sono stati costretti a rinunciare ai benefici.

L’Iva sui servizi accessori

 In occasione di un controllo sull’attività di una ditta di servizi di pulizia, è stato notato che c’era un errore importante nella fatturazione. A far chiarezza sulla questione è intervenuta la Commissione tributaria di secondo grado della provincia di Trento.

Quando l’IVA è indetraibile

I fatti sono questi: un’azienda che si occupa di offrire diversi servizi ad enti pubblici e privati, ha fatto rientrare i servizi di pulizia offerti ad una casa di riposo per anziani, come prestazioni accessorie. In base ad un decreto del Presidente della Repubblica del 1972 le prestazioni accessorie a quelle curative, nei brefotrofi, nelle case di riposo e in altri enti simili, sono esenti da IVA.

L’imprecisione autorizza il risarcimento del consulente

L’azienda in questione ha usato questa normativa per fatturare senza IVA i servizi offerti ad una casa di riposo per anziani. La commissione tributaria trentina, però, ha spiegato che la pulizia di un ente pubblico non è da considerarsi accessoria se non può essere inserita all’interno di una più vasta gamma di servizi che sono quelli di alloggio e cura. Questo vuol dire che l’azienda ha erroneamente usato l’esenzione IVA ed ora dovrà restituire quanto dovuto all’Erario.

Cosa diversa sarebbe stata se i servizi di pulizia fossero stati a corredo di una prestazione assistenziale offerta agli anziani.