ProntoTuo Casa di Consel

 Per una domanda effettuata di un prestito da 10 mila euro, da rimborsare in 10 anni, al fine di completare l’acquisto di oggetti d’arredamento, una delle soluzioni migliori è ProntoTuo Casa di Consel. La domanda, come nel caso di Credito casa arredamento Findomestic è fatta da un dipendente pubblico di Milano che ha 30 anni e lavora da gennaio 2005 con un contratto a tempo indeterminato.

Osservatorio Findomestic su casa e arredamento

Il prodotto in questione prevede un limite massimo di 10 mila euro di finanziamento, con una rata conseguente di 251,03 euro da rimborsare al massimo in 48 rate. Le rate devono sommare anche spese mensili d’incasso rata di 2,65 euro.

Il tasso proposto per questo prodotto è un TAN fisso all’8,90 per cento che arriva ad un TAEG del 9,96 per cento, visto che da inserire nel computo delle spese ci sono soltanto le imposte di bollo di 14,62 euro. I vantaggi, messi in evidenza nella scheda di PrestitiSupermarket sono nell’erogazione dell’importo tramite bonifico, nella possibilità di aprire l’istruttoria da casa e nella durata dell’aggiornamento da estendere fino a 84 mesi.

Il prestito è pensato per lavoratori dipendenti, per lavoratori autonomi e per pensionati che vogliano ristrutturare casa, arredarla nuovamente, acquistare un box o un immobile, pagare le spese di rifacimento degli impianti domestici.

L’imprecisione autorizza il risarcimento del consulente

 L’amministrazione finanziaria, periodicamente, effettua un controllo sulle spese che i consulenti scaricano sull’IVA e che dichiarano essere congruenti con la loro attività di consulenza. Nel caso in cui la detrazione di una fattura sia negata dall’Erario, il consulente deve dimostrare il contrario.

 Aliquote, versamento e certificazione delle ritenute d’acconto

Il concetto è stato ribadito dalla Corte di Cassazione con l’ordinanza numero 6203 del 12 marzo scorso. In realtà il principio chiamato in causa è sempre lo stesso: la fattura per un’attività di consulenza può essere ritenuta falsa se il contribuente non riesce a produrre la documentazione necessaria provare il contrario.

 L’Erario spiega per chi si paga la ritenuta d’acconto

Se il contribuente, per esempio, porta come giustificazione di una detrazione della fattura soltanto la fattura della consulenza effettuata, ma non dimostra con un documento preciso che c’è un contratto scritto, vuol dire che la documentazione è imprecisa  e l’Erario può chiedere un rimborso all’azienda.

 L’Erario anche sui conti correnti

Tutta la vicenda chiarisce anche a chi spetta l’onere della prova. Nel caso del processo tributario, spetta all’attore del processo, quindi al contribuente contrassegnato come “evasore”. Se l’Amministrazione finanziaria contesta una fattura o meglio la detrazione indebita della stessa, è il contribuente a dover provare che ci sono dei documenti che giustificano il diritto alla detrazione.  Nel caso preso in esame per giustificare la detrazione, sarebbe stato necessario un contratto scritto.

La vera associazione culturale è esente dall’IRES

 Chi realizza e partecipa ad eventi che possono essere considerati strumenti per valorizzare le tradizioni, eventi di particolare interesse culturale, è esentato dal pagamento di alcune tasse. Ogni anno, questo fa ben sperare per il nostro paese, la lista delle associazioni di questo tipo, si allunga.

Ogni anno, il MEF produce un documento in cui sono elencate le associazioni esenti dall’IRES per l’anno precedente. Il 13 febbraio scorso, per esempio, è stato presentato l’elenco delle associazioni, delle manifestazioni locali e delle attività storiche, moderne e sportive che possono considerarsi di rilievo culturale e che quindi, per il 2012, non pagheranno l’IRES.

La deduzione dall’Ires soltanto con documenti certi

La prima delle attività in lista è senz’altro il famoso palio di Siena che va avanti dal 1239 e che è precedente addirittura alla nascita di Dante Alighieri considerato vanto d’Italia e prima ancora vanto della Toscana.

Tornando all’elenco del Ministero dell’economia e delle finanze, apprendiamo che l’elenco delle associazioni esenti dal pagamento dell’IRES si è allungato di 29 unità e di queste, 24 associazioni sono nate soltanto l’anno scorso. Ogni anno enti, onlus e organizzazioni senza scopo di lucro, nascono per la realizzazione di eventi ma non sempre il vantato legame con gli usi e le tradizioni locali, risulta essere pregnante nell’attività.

Robin tax scaricata sui consumatori

L’attività veramente culturale, si legge nella normativa di riferimento, deve essere in grado anche di stimolare il turismo. Attorno alle cerimonie e ai festeggiamenti, quindi, è necessario sviluppare un indotto economico rilevante in grado di promuovere anche le specialità gastronomiche di un territorio, la sua capacità di accoglienza e la vendita di gadget e souvenir.

La produzione industriale si riprende ma la crisi continua

 Una buona notizia, almeno una, sul fronte finanziario, ci deve essere. L’Istat ha deciso di esserne il megafono annunciando che la produzione industriale è pronta al rimbalzo nel nostro paese, anzi il rimbalzo è già iniziato.

Chiude in rosso Milano ma non si parla di contagio

L’Istat prende in mano i dati riferiti a gennaio 2013 e spiega che rispetto a dicembre c’è stato un incremento della produzione industriale dello 0,8 per cento. Un aumento molto lieve, forse trainato dall’entusiasmo per il nuovo anno, che non ha lasciato indifferenti i mercati.

Si tratta tra l’altro del rialzo mensile più consistente dall’agosto del 2011. Su base annua, però, l’indice della produzione industriale non si muove nella stessa direzione dell’indice mensile e infatti si parla di un calo del 3,6 per cento, il diciassettesimo ribasso consecutivo.

Segni di rialzo della produzioni industriale italiana

L’Istat spiega che rispetto al gennaio del 2012 ci sono comunque dei settori in cui la crescita è assolutamente importante. Per esempio il settore delle industrie alimentari, delle bevande e del tabacco che è cresciuto del 4,8 per cento. Allo stesso modo è in aumento del 3,7 per cento anche il settore industriale che si dedica alla fabbricazione dei computer, dei prodotti dell’elettronica, degli strumenti ottici, degli apparecchi elettromedicali e di quelli di misurazione degli orologi. In rialzo del 3,5 per cento anche le industrie tessili, l’abbigliamento, le pelli e gli accessori.

Commerzbank e il prelievo forzoso in Italia

 Tutti i paesi, da Cipro in poi, se vogliono essere aiutati dall’Europa e dal Fondo Monetario, dovranno accettare di mettere in campo alcune riforme. Quella legata al fisco e alle tasse su rendite e risparmi, sembra la più semplice da fare, anche se poi sorgono i problemi nell’accettazione della proposta.

Secondo alcuni analisti, quello che è successo a Cipro, presto succederà anche ad altri paesi. Per il momento, però, Nicosia sembra respingere gli aiuti e pensa all’uscita dall’euro, come unica soluzione al passaggio verso una situazione economica più sostenibile.

La versione di Saxo Bank su Cipro

Se quello che succede a Cipro oggi, succederà ad altri paesi dell’Europa domani, allora forse è il caso di prendere in considerazione le parole di Joerg Kraemer, il CEO della Commerzbank che dice:

“Anche l’Italia dovrebbe applicare un prelievo del 15 per cento sulle attività finanziarie”.

E non parliamo certo dalla Tobin Tax che fino a prova contraria parte da luglio. La Germania, così, prova a mettere sotto pressione il nostro paese tirando in ballo delle misure adottate in passato, come ad esempio il 6 per mille sui conti correnti a sostegno della lira messo a punto dal Governo Amato.

Tobin tax sulle azioni al via

E perché l’Italia dovrebbe seguire l’esempio di Cipro? Secondo il capo della Commerzbank per un motivo semplice: il debito pubblico nostrano, ormai, è ingestibile.

 

Tutte le borse chiudono in rosso per colpa di Cipro

 La tensione generata dall’affare cipriota riesce a tenere con il fiato sospeso le borse di tutto il mondo. Quella americana come quella italiana, tutte coinvolte in una spirale ribassista. A perdere terreno, era da aspettarselo, sono prima di tutto le borse europee coinvolte in modo diretto nel salvataggio di Cipro.

Il punto del FT sulla crisi europea

La banca centrale di Cipro, infatti, in questo momento ha fatto sapere che devono essere ratificate le proposte di aiuto da parte dell’Europa che è disponibile ad erogare anche 10 miliardi di euro ma a fronte di un prelievo forzoso sui conti deposito detenuti nel paese. I politici ciprioti e i cittadini hanno rimandato al mittente la proposta, fin dal primo giorno, ma la banca centrale pone un aut aut: o si votano gli aiuti o si esce dall’euro.

Il punto sul salvataggio di Cipro

Madrid e Milano accusano subito il colpo con una flessione superiore all’1 per cento. Mentre in Spagna pesa l’aumento dell’insolvenza creditizia, in Italia, invece, a far perdere quota alla borsa ci pensano i titoli bancari, come Ubi, Banco Popolare, Unicredit e Mediobanca. Non vanno meglio le borse di Parigi e Francoforte che cedono rispettivamente lo 0,89% e lo 0,51%. Da questa baraonda si salva soltanto il mercato della City che viaggia sul terreno della parità.

Le imprese italiane non hanno fiducia nel futuro

 Lo studio sul sentiment per il futuro delle imprese italiane – realizzato da Confcommercio-Imprese per l’Italia in collaborazione con Format Research – mette in evidenza che tra gli imprenditori italiani prevale il pessimismo: nessun uscita dalla crisi, anzi, per una larghissima fetta degli imprenditori il 2013 sarà anche peggiore dell’anno precedente.
► Imprese italiane a corto di liquidità

A pensarla in questo modo sono il 42% degli imprenditori italiani, mentre il 52% sembra essere un po’ meno preoccupato, nel senso che non prevede nessun peggioramento, ma neanche un miglioramento, e solo il 6% crede che quest’anno sarà quello della ripresa.

La stessa situazione di sfiducia verso il futuro è prerogativa anche delle famiglie: secondo lo studio, infatti, solo il 12% degli imprenditori intervistati crede che la situazione economica della propria famiglia potrà migliorare, mentre il 60% ritiene che la situazione sarà la stessa del 2012 e circa il 28% che andrà peggio.

► Consumi italiani ai livelli del 2004

Gli imprenditori intervistati si sono anche espressi sulla lista delle priorità che il governo, sempre che lo si riesca a formare, dovrà affrontare una volta che sarà operativo: al primo posto la necessità della riduzione della pressione fiscale sulle imprese e sul lavoro (per il 90,5% degli imprenditori), poi la riduzione della pressione fiscale sulle famiglie (80,1%) e, al terzo posto, politiche in favore dell’occupazione (72,1%).

Al via il rimborso dell’Iva per le imprese

 Una nuova iniezione di liquidità per le aziende italiane che arriva direttamente da quanto messo a disposizione dal Ministero dell’Economia e delle Finanze per il rimborso dell’Iva alle imprese. La comunicazione è arrivata direttamente dall’Agenzia delle Entrate.
► Quasi pronto il decreto del Tesoro per lo sblocco dei pagamenti delle PA

La prima parte del pagamento ammonta a circa 1,2 miliardi di euro, ma la cifra arriverà a più del doppio, 2,5 miliardi di euro, durante il corso dell’anno.

A beneficiare di questi rimborsi per i crediti Iva saranno circa 4.300 imprese, che finalmente riusciranno ad avere indietro una parte del credito che possono vantare nei confronti della pubblica amministrazione italiana, anche se si tratta di una goccia nel mare: il debito delle pubbliche amministrazioni italiane nei confronti delle aziende, infatti, ammonta ad una cifra che oscilla tra i 70 e i 100 miliardi di euro.

► La Commissione Europea chiede all’Italia un piano di smaltimento dei debiti delle PA

Comunque sia si tratta sempre di un buon inizio per la restituzione di quanto la PA deve ancora alle imprese, che arriva nei giorni immediatamente successivi all’annuncio dell’Unione Europea della possibilità, per l’Italia, di finanziare il debito attraverso l’emissione di nuovi titoli di Stato, in modo da non avere impatti negativi sulla proporzione tra il debito pubblico e il Pil voluta dalla UE (Pari al 3%).

 

In leggero miglioramento la situazione del credito in Italia

 Secondo quanto riporta il rapporto mensile dell’Abi, l’associazione nazionale delle banche, a febbraio i prestiti e i finanziamenti ad imprese e privati sono calati di un ulteriore 1,2% per un totale di 1.917 miliardi di euro. Dato in leggero miglioramento rispetto al -1,5% del mese precedente.

► Banche in difficoltà

Per quanto riguarda le condizioni che le banche applicano per la restituzione dei prestiti il rapporto mette in evidenza che il tasso sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è sceso al 3,50% (dal 3,62%), mentre quello sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni è salito al 3,73% (dal 3,70% del mese precedente).

Buoni anche i dati sulla raccolta da clientela per il febbraio del 2013: il tasso annuo di crescita è stato 2,65% (a gennaio era del 2,47%) per un totale di 1.759,5 miliardi. I depositi da clientela crescono arrivando a toccare il +7,3% (+6,7% a gennaio).

Male, invece, i dati che riguardano le obbligazioni bancarie, che perdono qualche punto percentuale rispetto a gennaio:  -6%, contro il -5,2 del mese precedente. Negativo anche l’andamento dei depositi dall’estero: quelli delle banche italiane sono stati pari a circa 348,5 miliardi, l’11% in meno di un anno prima (-12% il mese precedente).

► L’ABI conferma il calo dei tassi dei mutui

Le banche, in tutto questo, continuano a soffrire: a febbraio le sofferenze nette hanno toccato quota 63,9 miliardi mentre le lorde 126,1 miliardi (+17,5%). Secondo Gianfranco Torriero, direttore centrale dell’Abi:

Si tratta di livelli elevati, ma siamo ancora lontani dai massimi degli anni ’90. Prevediamo un aumento ma non c’è ancora allarme.

Nessun congedo parentale per i lavoratori del pubblico impiego

 In Italia i tempi legislativi sono sempre molto lunghi. Soprattutto quando si tratta di recepire delle norme che ci vengono imposte dall’Unione Europea. L’ultimo caso, in ordine cronologico, è quello che riguarda l‘applicazione del diritto al congedo parentale per i dipendenti pubblici, un settore che sta vivendo un momento di vera passione.

► Nuova normativa bonus bebè 2013

Una circolare Inps, infatti, ha reso noto, prendendo come riferimento la più recente normativa italiana di riferimento, che i padri lavoratori del pubblico impiego non possono usufruire 

del congedo obbligatorio (un giorno al mese) e il congedo facoltativo (due giorni) della legge 92 del 28 giugno 2012, fruibili entro il quinto mese di vita del figlio.

Della situazione incresciosa che si è venuta a creare si è fatta portavoce l’Anief, un’associazione che si occupa del settore scuola, la quale ha denunciato la discriminazione in atto nei confronti dei dipendenti del pubblico impiego, che non possono, come invece accade ai colleghi che lavorano in ambito privato, godere di un loro diritto.

L’Anief prende come riferimento la direttiva comunitaria 18 del 2010 che definisce il congedo parentale come un diritto individuale che permette di aiutare i giovani che lavorano in Europa ad ottenere una migliore conciliazione.

► Congedo a ore per i lavoratori in attesa di figli

Arrivata presto anche la replica dell’Inps che, in pratica, afferma di non poter ovviare al problema, se non nel momento in cui saranno approvati i decreti attuativi e le disposizioni ad hoc per i lavoratori statali.