Segni di rialzo della produzioni industriale italiana

 Dall’Istat arriva finalmente un dato positivo per quanto riguarda la produzione industriale italiana: a gennaio, infatti, è stato registrato un rialzo pari all0 0,8%, un dato che, seppur molto piccolo, non si manifestava dall’agosto del 2011.
► L’Istat mostra il calo dell’industria nel 2012

Un piccolo ma buon risultato, quindi, anche se non si può ancora parlare di un inizio di ripresa della produttività italiana, in quanto questo rialzo è fin troppo mitigato dai dati su base annua: la produzione industriale è in calo del 3,6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Se si considera il dato trimestrale nella media del periodo novembre-gennaio l’indicatore della produzione industriale  scende dell’1,9% rispetto al trimestre immediatamente precedente.

A crescere di più, in questo ultimo mese, secondo i dati dell’Istituto di Statistica, sono stati i prodotti di consumo: +4,8% per le industrie alimentari, delle bevande e del tabacco, +3,7% per la produzione di computer, di prodotti di elettronica, di ottica, di apparecchi elettromedicali, di apparecchi di misurazione e di orologi; +3,5%, infine, per le industrie tessili, di abbigliamento, di pelli e accessori.

► Crisi industria 2012

Scendono, invece, i dati riguardanti la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-14,2%) e la fabbricazione di mezzi di trasporto (-14,0%).

Cipro si aiuterà da sola?

 L’Unione Europea pone sempre maggiori condizioni agli stati che chiedono il suo intervento per risolvere la situazione economica in cui si trovano. All’Italia, la notizia è di ieri, è stato dato un aut aut: o si prosegue con le riforme o non saranno più elargiti fondi.

► L’aut aut di Weidmann all’Italia: o riforme o niente aiuti

A Cipro, paese che ha chiesto aiuto per rimettere in sesto la sua situazione bancaria, l’Unione Europea, infatti, ha sì deciso di concedere circa 10 milioni di euro, ma solo se una parte di questi soldi arriva direttamente dal paese. Un controsenso?

Forse sì, ma neanche troppo, perché l’Unione Europea, giusto o sbagliato che sia, non può mettersi a repentaglio per un singolo paese e vuole che, alla sua predisposizione alla concessione di aiuti, faccia da controparte un impegno serio da parte dei governi che ricevono l’aiuto: in questo caso si tratta di un impegno di 5,8 milioni di euro che saranno prelevati direttamente dai conti correnti dei ciprioti.

Ovviamente il governo di Cipro ha provato ad opporsi a questo prelievo forzoso (da rendere effettivo con l’applicazione di una tassa maggiore sui soldi depositati in banca) ma Bruxelles non ha accolto le proteste, che vertevano soprattutto sull’esenzione dalla tassazione dei depositi sotto una certa cifra.

► Aiuti UE e paesi in difficoltà: quali risultati?

Il risultato del dibattito? Nulla di fatto: per l’Unione Europa Cipro può decidere liberamente in che misura e a chi applicare questa tassa, ciò che conta è che alla fine il denaro richiesto arrivi.

Conosciamo un po’ meglio l’assicurazione Motoplatinum

 Motoplatinum è un assicurazione conveniente, promossa dalle compagnie che hanno preso parte all’impresa. Il prodotto, infatti, è il risultato di un accordo tra 24hAssistance e Motociclismo insieme ad alcuni tra i principali assicuratori stranieri che si occupano del mondo delle due ruote.

Rinnovare la polizza assicurativa

Se si va a scavare nel profondo del prodotto, si scopre che si tratta della prima polizza per moto messa a punto da compagnie straniere che hanno adocchiato i centauri italiani. Chi guida in modo assennato e dimostra la sicurezza al volante, può ottenere in questo caso un premio. La prudenza diventa quindi un elemento determinante per la definizione della polizza.

Motoplatinum fa sapere di adeguarsi molto bene alla situazione meteo del nostro paese e non solo. Per esempio è risaputo che la moto non si usa tutto l’anno e quindi la compagnia ha pensato di offrire un’assicurazione che può essere sospesa nei mesi dell’anno in cui il suo utilizzo è ridotto o annullato.

La polizza moto e ciclomotori di Dialogo

La sospensione dell’assicurazione e del pagamento del premio, può essere richiesta fino a due volte l’anno senza spese aggiuntive. L’assicurato, poi, ha la massima libertà nella customizzazione del prodotto: può variare la richiesta di assistenza e tutela legale, oppure cautelarsi soltanto per i casi di infortunio.

 

La Germania contro l’antieuropeismo italiano

 I risultati delle elezioni hanno fatto emergere un sentimento antieuropeista molto forte nel nostro paese. Secondo Paul Krugman, infatti, il Movimento a 5 Stelle, guadagnando così tanti successi, ha soltanto fatto avanzare la protesta contro l’austerità posta dall’Europa.

Krugman parla dei problemi dell’Europa

Eppure, se adesso l’Italia uscisse dall’euro, ci sarebbero delle gravi ripercussioni su tutta l’economia del Vecchio Continente. Ecco perché, ad esempio, si teme tanto anche il contagio di Cipro. Il salvataggio dell’isola, deciso nel fine settimana, comporta un prelievo sui conti deposito ciprioti. Le nostre banche, comunque, sono poco esposte da questo punto di vista e non ci dovrebbero essere problemi.

Chiude in rosso Milano ma non si parla di contagio

Cipro a parte, nella prima giornata di contrattazioni a parlare è ancora il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann che fa suonare il campanello d’allarme per il nostro paese. Ci potrebbero essere delle battute d’arresto nell’economia se si lasciasse l’euro e l’Italia sarebbe chiamata a fare delle riforme così dure da poter dire che le conseguenze sarebbero drastiche.

Ecco le parole di Weidmann:

“Se in Italia protagonisti importanti della politica discutono di una marcia indietro sulle riforme o addirittura sull’uscita dell’Italia dall’euro e come conseguenza aumenta lo spread dei titoli italiani, allora ciò non può e non deve essere un motivo per interventi della banca centrale.

Ogni Paese è responsabile delle sue azioni, quindi una completa garanzia o un finanziamento della banca centrale sono per questo motivo escluse in base ai trattati. I cittadini ed il governo decidono sulla linea della politica nazionale e devono sopportarne le conseguenze”.

Nuova asta dei BTp Italia

 Nonostante le oscillazioni della borsa si prepara una nuova asta dei titoli di stato. In pratica chiude in rosso Milano ma non si parla di contagio rispetto al caso cipriota, poi, allo stesso tempo, si assorbe la notizia relativa ad una nuova emissione di BTp Italia.

L’asta è stata già prevista tra il 15 e il 18 aprile prossimi. A spiegare la dinamica e la scelta della nuova asta, ci ha pensato Maria Cannata che è la responsabile delle operazioni legate al debito pubblico italiano. Secondo Maria Cannata, in questo momento il MEF ha bisogno di capire se si possono chiudere le operazioni in anticipo.

Buono del tesoro

Il BTp Italia che sarà emesso è un titolo di stato indicizzato all’inflazione italiana che paga cedole agli investitori a scadenza semestrale. Dura quattro anni ed è adatto sia agli investitori, sia ai risparmiatori. Ha anche un tasso reale annuo minimo garantito.

Le conseguenze del bailout di Cipro

Gli investitori ingolositi da questa presentazione, hanno la possibilità di comprare titoli del debito italiano. L’investimento minimo è di 1000 euro. I BTp Italia si possono comprare nelle filiali delle banche ma anche all’Ufficio postale, oppure ancora tramite il servizio di home banking del proprio istituto di credito. Maggiori informazioni possono essere reperite sul sito www.tesoro.it.

Chiude in rosso Milano ma non si parla di contagio

 Le conseguenze del bailout di Cipro diventano chiare di ora in ora. Il salvataggio dell’isola ha determinato il vincolo tra l’erogazione dei fondi e un prelievo fiscale sui conti deposito. Una misura, quest’ultima, che ha sorpreso tanti analisti, oggi preoccupati del fatto che siano minate la stabilità dell’euro e la flessibilità del mercato.

Intanto piazza Affari, nel primo giorno dopo la decisione europea sui bailout, ha chiuso in rosso le contrattazioni che già in aperture si mostravano difficili. È intervenuta immediatamente l’ABI per spiegare che la crisi di Cipro non può e non deve contagiare il nostro paese visto che le banche esposte sull’isola cipriota, in ogni caso, non superano il miliardo di euro di investimenti. Per questo i nostri istituti di credito possono dirsi al sicuro.

► Milano chiude male la settimana segnata dal Papa

I mercati, in generale, hanno visto ridursi la tensione pian piano durante la giornata ma le preoccupazioni in apertura sono state determinanti. Così il Dow Jones ha perso lo 0,23 per cento e il Nasdaq ha perso lo 0,41 per cento. A piazza Affari il calo del Ftse Mib è stato ancora più consistente e le contrattazioni si sono chiuse con una flessione dello 0,86 per cento. Lo spread, da parte sua, è tornato sopra i 300 punti a quota 322.

L’Italia si aiuta se fa le riforme

 Il fermento in Europa, in questo fine settimana molto particolare, si lega almeno a due fatti di cronaca, il raggiunto accordo europeo per salvare Cipro e le banche tedesche campionesse di evasione, cui dobbiamo aggiungere le dichiarazioni di Weidmann sugli aiuti all’Italia.

Il presidente della BundesBank ha detto infatti che se l’Italia non continuerà a fare riforme per il paese, quindi se non seguirà la strada tracciata da Monti, non potrà sperare di essere aiutata economicamente dalla BCE. Le parole di Weidmann illustrano la paura dell’Europa in senso lato: quella di vedere trionfare nel nostro paese il sentimento antieuropeista che trascinerebbe l’Italia fuori dall’euro. L’abbandono della moneta unica da parte del nostro paese mina alla radice l’unità dell’Europa intera.

Poi, come spiega sempre Weidmann, l’Italia e i paesi dell’UE sono responsabili delle loro azioni e se fanno qualcosa per cui saranno escluse dall’accesso a fondi e trattati, ne pagheranno le conseguenze. La responsabilità delle scelte, però, non è esclusivamente del governo, ma secondo la BundesBank, è nelle mani di tutti i cittadini che “scelgono” la linea della politica nazionale. Riguardo al resto d’Europa, secondo Weidmann la situazione si è soltanto calmata ma senza la risoluzione dei problemi strutturali, non ci sarà alcun superamento della crisi.

Insomma, è più una quiete prima della tempesta che la pace dopo la crisi.

La Commissione Europea chiede all’Italia un piano di smaltimento dei debiti delle PA

 Il problema del blocco dei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni italiane verso le aziende sta diventando sempre più centrale nelle discussioni politiche ed economiche, sia all’interno dell’Italia che fuori dal paese.

► Ancora fermi i pagamenti della PA alle aziende

Tanto che, per la prima volta, dalla Commissione dell’Unione Europea arriva una chiara e forte indicazione all’Italia e al suo prossimo governo sulla linea di intervento da tenere. Il tutto attraverso una nota congiunta del commissario agli Affari economici Olli Rehn e da quello dell’industria, Antonio Tajani.

Nella nota la Commissione chiede all’Italia che sia approntato il prima possibile un piano di smaltimento di questo debito, che prevede che la Pubblica Amministrazione potrà pagare quanto dovuto in due anni. Il beneficio che arriva al paese è un ammorbidimento delle regole che l’Unione Europea prevede per il bilancio dei paesi membri.

Antonio Tajani, nella conferenza stampa che si è tenuta a Roma, ha inoltre dichiarato di aver dato il via ad una task force per esaminare nel dettaglio quanto le pubbliche amministrazioni hanno già pagato alle imprese italiane e a quanto ammonta ancora il debito da saldare. Un’operazione che sicuramente porterà ad un ammorbidimento anche del Patto di Stabilità.

► Il presidente Napolitano chiede misure urgenti per sbloccare i pagamenti delle PA

Secondo i due commissari:

Una soluzione realistica al problema dell’ammontare di debito commerciale pregresso – che si stima essere di notevoli dimensioni – deve, probabilmente, prevedere un piano di liquidazione avente come obiettivo quello di portare tale ammontare di debito pregresso a livelli non attribuibili a ritardi nei pagamenti (livelli fisiologici) in tempi relativamente brevi. Questo piano dovrebbe prevedere adeguate misure contro il rischio di comportamenti opportunistici (azzardo morale) da parte delle pubbliche amministrazioni titolari del debito pregresso.

 

 

L’aut aut di Weidmann all’Italia: o riforme o niente aiuti

 Il governo di Mario Monti ha fatto storcere il naso alla maggior parte degli italiani ma, d’altra parte, è stato molto apprezzato dall’Europa e dalle istituzioni internazionali. Un governo di rigore, pronto a mettere in campo qualsiasi, o quasi, richiesta provenisse dalle alte sfere dell’Eurotower.
► Le dichiarazioni di Beppe Grillo su euro e Europa

Adesso non c’è più Monti, in realtà ancora non c’è neanche un governo, ma stanno già arrivando i primi avvertimenti da coloro che ci guardano da fuori. Una delle voci che si è levata con maggior forza è quella di Jens Weidmannpresidente della Bundesbank, il quale, in una intervista a Focus, ha dato un aut aut all’Italia: se il nuovo governo, come sembra stia già succedendo, non porterà avanti le riforme intraprese, la Banca Centrale Europea non sarà più disposta a dare aiuti.

Se in Italia protagonisti importanti della politica discutono di una marcia indietro sulle riforme o addirittura sull’uscita dell’Italia dall’euro e come conseguenza aumenta lo spread dei titoli italiani, allora ciò non può e non deve essere un motivo per interventi della banca centrale.

Noi abbiamo sempre sottolineato che la crisi dell’euro sarà superata quando saranno stati risolti i problemi strutturali, soprattutto la mancanza di competitività e l’elevato indebitamento.

I trattati europei parlano chiaro: ogni stato è responsabile delle sue azioni e la BCE non può prendersi carico di problematiche che nascono da un atteggiamento sconsiderato dei singoli governi. Come potrebbe accadere se l’idea di questi giorni, ridurre il debito statale tollerando una maggiore inflazione, prendesse piede:

► Italia senza governo. A pagarne le spese sono i cittadini

Considero pericolosissima questa idea poiché se si tollera l’inflazione, dopo non si riesce più a controllarla.

Una bolla immobiliare anche in Italia?

 Dopo le ultime indagini che hanno mostrato un ennesimo crollo del mercato del mattone molte associazioni dei consumatori hanno iniziato a preoccuparsi seriamente e a credere l’imminente arrivo di una bolla immobiliare.

► L’Erario fornisce i dati sul mercato immobilare

Le condizioni del mercato immobiliare italiano sono piuttosto allarmanti: secondo i dati rilasciati dall’Agenzia del Territorio le compravendite chiuse nel 2012 sono calate del 25%, rimanendo sotto quota 500mila, dati che riportano alle condizioni del mercato degli anni ’80, a fronte di un calo dei prezzi del 5%.

L’allarme per l’imminente scoppio della bolla immobiliare è stato lanciato dalle associazioni dei consumatori, Adusbef e Federconsumatori, che hanno evidenziato, inoltre, che, se nel 2001 per acquistare un appartamento di medie dimensioni in città ‘bastavano’ 15 anni di mutuo, nel 2011 gli anni necessari a restituire il mutuo sono diventati 25.

I presupposti ci sono tutti, con i prezzi che continuano ad abbassarsi e il numero delle compravendite sempre più scarno, ma Confedilizia rassicura:

► Le migliori offerte di mutuo di marzo 2013

Non scoppierà alcuna bolla perché in Italia le valutazioni non sono cresciute come in Spagna. Comunque la situazione del mercato preoccupa.

Sicurezza, questa, confermata anche da Bankitalia che spiega che nonostante la flessione del mercato immobiliare italiano non si è agli stessi livelli di Spagna o Stati Uniti, dove la bolla è scoppiata già da un po’.