L’Erario anche sui conti correnti

 Immaginate di avere qualche conto in sospeso con il fisco. Il Redditometro, in questo momento, vi tiene il fiato sul collo, visto che anche le stime preliminari sulla congruenza delle dichiarazioni e delle imposte pagate, possono essere probatorie di un’evasione.

Conto Mediolanum Freedom Più

Non basta: l’Agenzia delle Entrate, in questo momento, ha nel cassetto un altro provvedimento che va a riassumere una serie di documenti già pubblicati in passato integrando l’archivio dei rapporti finanziari. Nel rispetto delle obiezioni e delle proposte del Garante della Privacy, che è intervenuto con i provvedimenti del 17 aprile e del 15 novembre del 2012 e con un provvedimento il 31 gennaio 2013, è stato messo in piedi un sistema di controllo sui conti correnti.

Che strumenti sono i conti deposito

In pratica tutto cambierà a partire dal 31 ottobre 2013, giorno in cui le informazioni relative ai rapporti attivi nel 2011 con le banche, dovranno essere comunicati al Fisco. Le associazioni di categoria delle banche e degli altri operatori finanziari, hanno partecipato con l’Agenzia delle Entrate alla definizione del calendario per l’invio delle comunicazioni annuali.

Le comunicazioni riferite all’anno scorso, quelle sulle quali si pagheranno le tasse nel 2013, dovranno essere trasmesse entro il 31 marzo 2014. Poi ci sarà l’allineamento di tutte le scadenze e i dati del 2013 dovranno essere comunicati entro il 20 aprile 2014.

Information Technology, la nuova frontiera dell’occupazione?

 L’innovazione tecnologica è tutto ciò che ruota attorno ad essa è la nuova frontiera dell’occupazione, ma i giovai europei non sono ancora pronti ad accettare la sfida. O meglio, non sono abbastanza preparati per accedere ai circa 400 mila posti di lavoro vacanti nel settore dell’information technology.

► Previsioni occupazionali per il prossimo trimestre secondo Manpower

Questo è quanto emerge dal rapporto “Crescita, competitività e lavoro” presentato ieri sera dal presidente della Commissione europea José Manuel Barroso al summit dei capi di Stato e di Governo dell’UE.

Secondo i dati presentati da Barroso c’è un enorme divario tra i posti di lavoro messi a disposizione dal settore dell’information technology e il numero di laureati che potrebbero occuparli: solo 100mila ogni anno, contro un’offerta di 400 mila posti per il 2014 che diventeranno 800mila nel 2015.

Le cause del divario sono da ricercarsi nella scarsità degli investimenti in ricerca e sviluppo fatti dai paesi dell’UE: sono infatti solo due i paesi europei (Finlandia e Svezia) che rispettano obiettivo di un rapporto del 3% tra investimenti in R&S e Pil, tutti gli altri prevedono delle percentuali molto minori che tendono ad abbassarsi ulteriormente nei paesi che maggiormente in crisi.

► Indagine Almalaurea sulle condizioni lavorative dei neolaureati

Ovviamente l’Italia si prende un altro record negativo: solo il 21% dei giovani nella fascia di età 30-34 anni possiede una laurea. Ciò vuol dire che sarà molto difficile raggiungere l’obiettivo minimo del 40% previsto per il 2020.

La guida della Camera e del Senato

 L’equilibrio politico del nostro paese, in questo momento, è davvero precario. Se ne sono accorte le agenzie di rating come Fitch che hanno declassato l’Italia e se ne sono accorte anche le banche d’affari come Morgan Stanley che non considerano più sicuri gli investimenti nel territorio tricolore.

Se l’Italia uscisse dall’Euro

Questo equilibrio politico precario nasce da una situazione d’incertezza in cui il PD, grazie al premio di maggioranza, ha conquistato il maggior numero di seggi alla Camera, pur non essendone il primo partito, ma non ha raggiunto un equilibrio altrettanto forte in Senato, dove tutto è nelle mani di un accordo con un’altra forza politica.

Per il FT l’Italia ha bisogno di un cambio

In questi giorni l’incertezza, che sicuramente non fa bene ai mercati, è stata acuita dalla scelta della guida della Camera e del Senato. A quale partito o movimento andranno gli incarichi di presidente della Camera e di presidente del Senato? Sciogliere questo quesito è importante, ma tutti vogliono ottenere qualcosa in cambio dal voto per l’uno o per l’altro candidato.

La tensione sale ed è sempre scontro tra il PD e il Movimento 5 stelle. I cosiddetti grillini, infatti, ambiscono, quale primo partito alla Camera, alla presidenza di Camera e Senato. Il PD, da cui dipende molto di questa scelta, sembra essere disposto a lasciare Montecitorio ai 5 Stelle, affidando ad Angela Finocchiaro la presidenza del Senato.

 

Debito pubblico italiano cresce ancora e tocca quota record

La Banca D’Italia ha diffuso i nuovi dati relativi alla situazione del debito pubblico italiano. Anche nel mese di gennaio 2013 si è potuto registrare un incremento di quest’ultimo, che ha guadagnato, per così dire, altri 34 miliardi. Grazie a questo ultimo incremento il debito pubblico del nostro paese ha potuto così raggiungere la quota record di 2.022,7 miliardi di euro, una cifra che segna contemporaneamente anche il suo massimo storico.

Ritardi nella crescita secondo la BCE

Sembra che ad incidere in modo particolare sul debito siano state, nell’ultimo periodo, le spese dell’amministrazione centrale, che hanno influito per 34,5 miliardi, mentre è diminuita la spesa delle amministrazioni locali ed è rimasto invariato il contributo degli enti di previdenza.

> Morgan Stanley abbassa stime del Pil italiano

L’aumento del debito pubblico italiano avviene tra l’altro in un momento in cui la stessa BCE, come scritto nell’ultimo bollettino mensile pubblicato, ha invitato i paesi europei con forti debiti pubblici a risolvere al più presto il problema del rapporto debito/PIL in modo da agevolare meccanismi positivi di ripresa. Da questo punto di vista l’Italia si trovava a dicembre 2012 a quota 127% nel rapporto debito-PIL, molto più della media europea, che si attestava invece suui 90%. Ma livelli particolarmente alti del debito pubblico hanno sicuri effetti negativi sulla crescita di lungo periodo, cosìcché sarà necessità dell’Italia invertire al più presto il trend negativo del debito.

Contro l’Italia anche Morgan Stanley

 Il nostro paese è in crisi e questo lo possiamo dedurre dalla situazione finanziaria e dalla situazione politica in atto. A livello politico, per esempio, sono già passate tre settimane dal voto e non è ancora stato definito un governo, al di là dei tempi tecnici, però, l’incertezza sulla futura composizione dell’esecutivo resta.

Per il FT l’Italia ha bisogno di un cambio

Questo stallo sta affossando l’economia italiana dove, a fronte di qualche azienda che sta offrendo dividendi incredibili ai suoi azionisti, ci sono anche uno spread in forte aumento e titoli di stato venduti con rendimenti molto più elevati.

L’ultima batosta per l’Italia è arrivata da Fitch che proprio alla fine della scorsa settimana, ha deciso di declassare i nostri titoli di stato, portandoli ad un livello di poco superiore ai titoli spazzatura. Questo fa sì che la considerazione dell’Italia da parte degli investitori, abbia subito una forte battuta d’arresto.

Chiude male Milano dopo la bomba Fitch

Se il caso di Fitch fosse isolato e se invece si considerasse la visione tutto sommato positiva della situazione politica italiana, come ha fatto Paul Krugman e come poi ha confermato l’Europa in queste ore, allora non ci sarebbe di che preoccuparsi.

Invece il nostro paese, in questo momento, è il bersaglio di una banca d’affari che sta prendendo con le molle la questione della recessione italiana, spiegando che non ci sono margini per parlare di una ripresa né alla fine del 2013, né tanto meno nel 2014. Al massimo ci sarà un peggioramento delle condizioni.

Si tratta di Morgan Staley che prevede una chiusura dell’anno per l’Italia con un -1,7 per cento in termini di crescita, invece del -1,2 per cento previsto in passato.

2013 consacrato anno del Forex

 Tra tutti i settori d’investimento, quello del Forex è certamente uno dei più appetibili, soprattutto per chi è inesperto del settore e vuole scommettere soltanto sull’incremento o sul decremento di una valuta. Molto interessante da questo punto di vista, la considerazione che ha fatto il CEO di Saxo Bank: il 2013 sarà l’anno del Forex.

Krugman parla dei problemi dell’Europa

Per tanti motivi si può pensare che nel 2013 ci sarà un passaggio dalla crisi economica che imperversa in tutto il paese, fino alla crisi politica che finora ha sconquassato soltanto alcuni paesi. I leader europei, per esempio, hanno fatto i conti con la crisi del debito ma adesso devono affrontare anche la situazione dei paesi che stanno per cedere il passo a governi meno stabili. E’ il caso, ad esempio, della Bulgaria o della Romania.

Il rischio politico, si sa, ha un effetto diretto sulla considerazione della stabilità di una moneta. Il fatto è che se aumenta il rischio di avere una crisi politica da gestire, è possibile che la volatilità del settore valutario aumenti in modo indiscriminato. La guerra valutaria, tra l’altro, sarebbe soltanto uno degli effetti della situazione descritta.

Guerra di valute ed esportazioni

Per questo passaggio, dalla crisi economica alla crisi politica, secondo il CEO di Saxo Bank, siamo entrati nell’anno del Forex. Gli investitori, quindi, più che puntare alla speculazione, dovranno avere nel loro portafoglio le monete più “giuste” dal punto di vista degli investimenti.

Previsioni occupazionali per il prossimo trimestre secondo Manpower

 Solo il 6% dei direttori del personale intervistati da Manpower ha dichiarato di avere in previsione delle nuove assunzioni per la prossima primavera. Un numero molto esiguo che evidenzia le perduranti difficoltà del mercato del lavoro in Italia. Il restante 94% delle aziende italiane o manterrà il numero dei dipendenti stabile o ha intenzione di tagliare ulteriori posti di lavoro.

► Indagine Almalaurea sulle condizioni lavorative dei neolaureati

Questo è quanto emerge dal sondaggio effettuato da Manpower sulle intenzioni delle aziende italiane per  aprile, maggio e giugno 2013. La propensione all’occupazione dei datori di lavoro italiani -saldo aritmetico tra la percentuale coloro che prevedono un incremento della propria forza lavorativa e quella di chi annuncia una diminuzione- quindi, fa registrare un -10%.

A far registrare il dato peggiore sono le aziende del Nord-Est, da sempre considerate le più in salute, con un -13% del valore della propensione all’occupazione. Ma il dato è negativo, anche se in misura leggermente minore, anche per tutte le altre zone d’Italia.

► Secondo l’Ocse è stato raggiunto un nuovo record del tasso di disoccupazione

A livello di settore sono le costruzioni e il commercio, sia al dettaglio che all’ingrosso, a registrare i dati peggiori.

Secondo Stefano Scabbio, presidente e amministratore delegato di Manpower Italia:

gli indicatori prospettano una graduale ripresa dell’economia a partire dal2014, rimane noto che i positivi effetti sull’occupazione si manifestano in tempi più lunghi e le aziende, prima di tornare ad assumere, attendono una prolungata stabilità del mercato.

Nuovo crollo per il mattone

 Il mattone è in piena crisi. A dirlo gli ultimi dati rilasciati dall’Agenzia delle Entrate che evidenziano un ulteriore calo di circa il 30% di contratti di compravendita immobiliare nell’ultimo trimestre del 2012 rispetto allo stesso periodo del 2011, che riportano il mercato ai livelli del 1985.
► Molti gli immobili invenduti

Effetto della crisi economica, che ha fatto scendere il numero delle compravendite immobiliari a 993.339, circa 330mila in meno rispetto al 2011, con un calo del -24,8% su base annua (2012 su 2011).

Non scende solo il numero delle unità vendute, a calare anche il valore di scambio delle abitazioni stimato a 74,6 miliardi, in calo rispetto al 2011 di circa il 26%, una percentuale che corrisponde a una perdita di oltre 26 miliardi di euro.

Una casa sul mercato italiano ha un valore medio di 167 mila euro, con picchi di 220 mila euro al centro e di 120 mila euro nelle Isole, tutti valori, questi, in calo rispetto al precedente semestre. Le grandi città  (Roma, Milano, Torino, Genova, Napoli, Palermo, Bologna e Firenze) hanno subito un calo delle compravendite immobiliari pari al 22,4% su base annua. Un trend comune, dal quale si salva solo Napoli, per cui la diminuzione delle trattative si è attestata al solo -0,8%.

► Gli immobili di lusso ci sono ma non si comprano

Crolla il numero delle case vendute e crollano anche i mutui erogati: -38,6% rispetto al 2011, con un corrispondente calo del capitale complessivamente erogato del 42,8%, Aumenta, però, la rata mensile che si attesta intorno a 700 euro, circa il 3% in più rispetto al 2011.