Berlusconi e il rimborso dell’Imu gelato dalla Svizzera

 Lo ha detto anche Mario Monti ieri a Porta a Porta: l’accordo con la Svizzera per lo scudo fiscale potrebbe richiedere ancora molto tempo. E questa mattina il ministro delle finanze elvetico rincara la dose: l’accordo non sarà operativo prima del 2015.
Silvio Berlusconi aveva già dato per certo l’accordo in tempi brevi, tanto che quanto sarebbe fruttato -le stime parlano di 25-30 miliardi di euro– lo aveva già destinato a mettere in atto la promessa del rimborso dell’Imu. Non saranno disponibili neanche i 4 miliardi necessari.
Code ai Caf dopo la lettera per il rimborso dell’Imu di Silvio Berlusconi

Una doccia fredda per il Cavaliere che ha fatto del rimborso dell’Imu il suo cavallo di battaglia durante questa campagna elettorale e che comunque, ancora non si arrende. Proprio questa mattina infatti ha ribadito la certezza del rimborso Imu:

La restituzioni dei soldi è certissima. La questione dei soldi non esiste. Parliamo dello 0,5% dei costi dello Stato e poi c’è l’accordo che stiamo trattando con confederazione elvetica.

La questione è stata sollevata dalla deputata socialista del Parlamento federale Ada Marra, che ha inviato lei stessa una missiva la suo ministro delle finanze per capire come mai ci fossero già in circolazione delle cifre su quanto l’Italia avrebbe ricavato dall’accordo.

► Lettera di Berlusconi sulla restituzione dell’Imu è una truffa secondo Il Pd

La risposta del ministro delle finanze è arrivata velocemente e ha chiarito molte cose non solo alla deputata, ma anche a molti elettori:

A causa del periodo elettorale in Italia, considerata l’incertezza sull’esito del voto, al momento è difficile prevedere quando si concluderà il negoziato, iniziato con il Governo Monti, comunque, pur ammettendo che l’accordo venga firmato entro la fine di quest’anno, è difficile pensare che possa entrare in vigore, prima del gennaio 2015.

 

 

Inflazione al livello minimo dal 2011

 L’inflazione continua a crescere, ma ad una velocità minore rispetto a quanto fatto negli ultimi due anni. Si tratta di una notizia piuttosto positiva che, se messa in relazione anche con gli altri dati rilevati dall’Istat sui consumi, getta un po’ di luce su quello che appariva un futuro molto buio.

► L’Istat mostra il calo dell’industria nel 2012

Inflazione

A gennaio l’inflazione è aumentata dello 0,2% rispetto a dicembre 2012, confermando il trend di fine anno. Su base annua i dati riportano il 2,2% per dicembre 2012, a fronte di un 2,3% registrato nello stesso mese del 2011.

Dati che secondo l’Istat confermano un rallentamento dell’inflazione su base annua, frenata anche da un minore aumento del prezzo dei beni energetici (+5,4%, dal 9,3% di dicembre), anche se ancora pesa l’aumento dei prezzi degli alimentari non lavorati (+9,2% su base mensile, +13,1% su base annua).

Aumento dei prezzi

I prezzi continuano ad aumentare, ma anche questi ad un ritmo meno sostenuto. Per il mese di gennaio 2013 i prezzi dei prodotti acquistati più spesso dai consumatori sono aumentati  su base del 2,7% -tasso pur sempre superiore a dell’inflazione tendenziale (2,2%)- ma comunque in frenata rispetto a dicembre 2012 (3,1%).

I beni che hanno subito maggiori aumenti sono gli alimentari (+3,2%), mentre la benzina è aumentata solo del 3% a gennaio 2013, contro il +8% registrato a dicembre 2012.

Come riferito anche ieri le vendite al dettaglio non sono state aiutate neanche dai saldi di gennaio e hanno registrato una forte flessione (la più grande dal 1995) ma l’Istat assicura che i cittadini stanno recuperando fiducia: a gennaio l’indice aumenta a 86 da 84,7 del mese precedente.

Le stime di crescita per l’Italia secondo la Commissione Europea

 La situazione dell’Italia non migliora, o almeno non migliora sotto tutti i punti di vista. Secondo la Commissione  Europea, infatti, il Pil italiano sarà in netta flessione anche per  il 2013. Le prime previsioni parlavano di una calo del Pil pari allo 0,5% ma poi sono state riviste al ribasso e in quest’anno la ricchezza italiana calerà dell’1%.

► Accordo raggiunto sui poteri della Commissione Europea

Fortunatamente, però, per il 2014 è previsto un po’ di recupero con il Pil che potrebbe salire dello 0,8%.

Il debito pubblico del paese è ancora a livelli altissimi. L’Unione Europea prevede che entro quest’anno verrà raggiunto il picco massimo, quando il rapporto debito pubblico/Pil arriverà al 128,1%, in peggioramento rispetto alle previsioni del novembre scorso, quando il rapporto debito/Pil era stato stimato al 127,6% nel 2013.

L’allarme maggiore è quello per la disoccupazione che non si fermerà nel corso di quest’anno e neanche nel 2014, quando è stato previsto che il numero di disoccupati in Italia raggiungerà il 12% della forza lavoro disponibile. Nonostante questi dati, Olli Rehn, commissario agli affari economici, ha confermato che l’Italia sta andando nella giusta direzione:

► In Europa diminuzione a sorpresa dell’indice Pmi

la piena e coerente attuazione delle misure già adottate dovrebbe permettere all’Italia di raggiungere quest’anno un pareggio di bilancio strutturale: per ora non sembrano necessarie misure aggiuntive. L’Italia sembra sulla giusta strada per il rientro dalla posizione di deficit eccessivo.

 

La BCe acquista 103 miliardi di bond

 Per l’esattezza si tratta di una cifra pari a 103 miliardi di euro. Metà, o quasi, di quanto la Banca Centrale Europea ha deciso di elargire a sostegno dei Paesi periferici dell’Eurozona colpiti dalla crisi del debito. Il totale messo a disposizione dall’Smp –Securities Markets Programme– che prevede l’acquisto dei titoli di stato sul mercato secondario da parte della BCE, era di 218 miliardi di euro.

► Il meccanismo unico di risoluzione della BCE

Alla Spagna sono stati riconosciuti 44,3 miliardi, alla Grecia 33,9, al Portogallo 22,8 e all’Irlanda 14,2. Per quanto riguarda la durata media residua dei debiti dei paesi nei confronti della Banca Centrale Europea, l’Italia rientra nella media con i suoi quattro anni e mezzo, la Grecia è invece il paese  con la durata residua media più breve con tre anni e mezzo.

Tutti i fondi utilizzati per l’acquisto dei titoli di stato provengono dall’Smp, programma iniziato nel 2010 come mezzo di emergenza per il risanamento degli Stati appena dopo l’emergere della gravità dei problemi della Grecia. Il programma sarebbe dovuto terminare nel settembre del 2012, quando sarebbe dovuto essere sostituito dall’Omt, che però non è mai stato avviato.

► Draghi parla della debolezza dell’economia reale

Forse un bene per i paesi in difficoltà, dato che l’Omt prevede che i paesi che ricevono aiuto dalla BCE debbano sottoporsi alle condizioni di aggiustamento strutturale fissate dal fondo europeo salva-Stati.

 

I saldi non rianimano i consumi

 I consumi degli italiani continuano a soffrire. Neanche i recenti saldi sono riusciti a dare respiro ad una economia stagnate e, anche se i politici si ostinano a dire che non è così, ancora in piena recessione. Ma i numeri parlano chiaro.

Il barometro mensile di Nielsen elaborato per Confimprese Lab pubblicato poche ore ha chiarito come anche nel mese di gennaio i consumi degli italiani siano continuati a scendere. Rispetto allo stesso mese del 2012 la contrazione è del 6,4 per cento. A soffrire di più il settore del no food, mentre l’alimentare, soprattutto per i freschissimi, tiene bene.

► L’allarme di Confesercenti sui consumi

Rispetto allo scorso anno i consumi per l’abbigliamento sono scesi del 10,8 per cento, i casalinghi del 10,4 e gli elettrodomestici del 10 per cento. Il calo si è verificato sia per le quantità acquistate (-2,4 per cento) che per i fatturati (-1,8 per cento).

Come anticipato, il settore del food dimostra ancora di essere in controtendenza: il freschissimo ha fatto registrare una crescita del 2,2 per cento, anche se a questa percentuale può aver contribuito il fatto che per il mese in questione si è avuto un giorno in più. Analizzando però i dati che riguardano i volumi di vendita si registra un calo del 3,7 per cento per gli ipermercati e del 7,4 per cento per i punti vendita con piccole superfici (-6,9 per cento nel libero servizio e -4,1 per cento nei piccoli negozi).

► Consumi giù di 45 miliardi in due anni

Ha commentato i dati Mario Resca, presidente Confimprese secondo il quale gli italiani spendono principalmente per i beni di prima necessità, mentre frenano i consumi nei restanti settori a causa di una capacità di spesa limitata e di un basso indice di fiducia nel futuro che porta a salvare risparmio piuttosto che a spendere.

Sentenza della Corte di Cassazione su controlli per locali ad uso promiscuo

 La sentenza 4140/13 della Corte di Cassazione, depositata in data 20 febbraio 2013, sancisce che se il luogo dove viene svolta l’attività commerciale o professionale ha porte comunicanti con l’abitazione del contribuente il locale deve essere considerato ad uso promiscuo e, quindi, qualsiasi controllo da parte dell’amministrazione finanziaria deve essere fatto previa autorizzazione del Procuratore della Repubblica.

► Il Cassetto fiscale apre agli studi di settore con una nuova applicazione dedicata alle partite Iva

Se non c’è autorizzazione atti compiuti e avviso di accertamento sono nulli.

Il caso riguardava la contestazione di alcune violazioni fiscali ed emissione di fatture ritenute false. L’amministrazione ha preposto i controlli che si sono svolti presso la sede del professionista, ma che, come risulta dagli atti catastali, è adiacente e comunicante con l’abitazione.

Per questo il controllato ha impugnato l’avviso di accertamento. La tesi difensiva, accolta nei vari gradi di giudizio fino alla sentenza definitiva di ieri, si basava proprio sul principio che in caso si locale ad uso promiscuo gli accertamenti possono essere fatti solo se ricevuta l’autorizzazione del Procuratore della Repubblica.

► Come funziona l’Iva per cassa e come sceglierla

Oltre a sancire l’annullamento dell’atto impositivo, la Cassazione ha inoltre precisato che se i locali ad uso opificio sono distinti da quelli ad uso abitativo ma comunicanti devono essere classificati come promiscui e quindi passibili delle garanzie dell’articolo 52 del Dpr 633/72.

Due gruppi italiani nella cordata per comprare le acciaierie di Terni

Per l’acquisto delle acciaierie di Terni si muove una cordata importante in cui ci sono anche due gruppi italiani. I due gruppi italiani sono il gruppo Marcegaglia e il gruppo Arvedi e il gruppo di Lussemburgo Aperam si propongono per acquistarle. Le ex acciaierie della Thyssenkrupp sono ora della società finlandese Outokumpu.

Thyssenkrupp taglia 2000 posti di lavoro

Il gruppo italo-lussemburghese ha firmato una lettera di intenti per creare una joint adventure e seguire la vendita della Acciai Speciali Terni (AST).

La lettera di intenti è stata comunicata con una nota congiunta dei tre gruppi. L’azionista di maggioranza sarà Aperam. Nel comunicato si legge: “L’esperienza e le risorse combinate del consorzio saranno mirate a migliorare la competitività e la redditività della fabbrica italiana nel mercato europeo dell’acciaio”.

Dalla parte di Outokumpu si accoglie con favore l’interesse e la portavoce di Outokumpu, Saara Tahvanainen non ha parlato di cifre e altri potenziali acquirenti. La portavoce ha anche detto che “Ci sono molti candidati in questa fase del processo di vendita, e il consorzio di Apera è uno di questi”. Per Saara Tahvanainen la vendita delle acciaierie sta andando secondo le previsioni e si dovrebbe chiudere nel secondo trimestre.

La vendita dello stabilimento di Terni era stata predisposta dalla Commissione europea.

Per Confindustria il Pil peggiora nel 2013

Il centro studi di Confindustria ha parlato di Pil in peggioramento nel 2013 e di una situazione di debolezza e fragilità economica. Gli effetti della crisi, stando alle previsioni, sono ancora presenti e si mostreranno ancora in questo anno. Per Confindustria, il calo del Pil del quarto trimestre del 2012 è superiore a quello che si aspettava e le previsioni per il 2013 sono quindi da rivedere al ribasso.

Rapporto Congiuntura flash di Confindustria

In particolare, il centro studi di Confindustria ha detto: “Gli indici anticipatori confermano progressi nei mesi a venire sia nella domanda interna sia nell’attività economica generale, grazie all’andamento del manifatturiero, che beneficia della ripartenza degli ordini dall’estero. In difficoltà rimangono sia i servizi sia le costruzioni”.

Ancora in discesa i prestiti per le famiglie e le imprese italiane

Le preoccupazioni sono per il mercato del lavoro. I dati mostrano un peggioramento nella fine del 2012 e la disoccupazione è aumentata. I posti di lavoro persi sono 186 mila nei mesi di Novembre e di Dicembre del 2012. I segni negativi per Confindustria riguardano anche “La forza lavoro, la cui crescita aveva spinto in su il tasso di disoccupazione nell’ultimo anno, ha invertito la marcia: -0,4% mensile in Dicembre”.

Il centro studi di viale dell’Astronomia sottolinea l’importanza del credito alle aziende per la ripresa. A Dicembre il dato non è buono con i prestiti alle aziende italiane che sono scesi ancora dello 0,2%.

La truffa alla Snam sarà pagata in bolletta?

 La Snam, a partire dal dicembre del 2011, gestisce il mercato del gas, una sorta di Borsa alla quale partecipano venditori e trader italiani che acquistano qui la materia prima e ne garantiscono poi la distribuzione sul territorio nazionale. All’inizio per partecipare alla Borsa del gas era necessario presentare delle garanzie, ma, dopo un ricorso al Tar, queste garanzie non sono più state necessarie.

► Quanto costeranno i contributi per le energie rinnovabili?

Momento di giubilo per alcuni operatori meno onesti che hanno ben pensato di approfittare della situazione facendosi consegnare del gas dalla Snam senza avere però un adeguata copertura per coprire quanto acquistato. Al momento in cui viene scoperto l’affare alcune aziende distributrici hanno normalizzato la situazione mentre altre sono sparite dalla circolazione, lasciando un buco di circa circa 300 milioni di euro.

La prima cosa che ha fatto la Snam, insieme all’Autorità per l’energia, è stato di rassicurare i consumatori che questo ammanco non sarebbe stato riversato sulle bollette. Ma oggi si scopre che il buco è molto più alto di quanto pensato: si è arrivati a 430 milioni di euro, dei quali 30 derivanti da fideiussioni bancarie false.

► Le bollette italiane di luce e gas sono le più care d’Europa

L’Autorità per l’Energia ribadisce le garanzie per i consumatori, ma l’affare risulta comunque molto complicato -ora si aggiunge anche il fatto che, a causa delle fideiussioni false, si è passati al reato penale– e, complici le lungaggini burocratiche italiane è difficile credere che l’ammanco non sarà pagato dai cittadini.

Code ai Caf dopo la lettera per il rimborso dell’Imu di Silvio Berlusconi

 Centri di assistenza fiscale e sedi dei sindacati genovesi presi d’assalto da pensionati e non che cercano delucidazioni e moduli per il rimborso dell’Imu. Questa è una delle prime conseguenze delle campagna elettorale messa in piedi da Silvio berlusconi, che non lesina trovate di genio e idee particolari per guadagnare il consenso degli elettori.

► Lettera di Berlusconi sulla restituzione dell’Imu è una truffa secondo Il Pd

La lettera è arrivata a tanti italiani in questi ultimi giorni e al suo interno contiene fogli, molto simili a quelli che solitamente vengono inviati dall’Agenzia delle Entrate, con i quali sarebbe possibile chiedere il rimborso dell’Imu. Peccato che la specifica che la lettera è solo una promessa elettorale, o meglio, è quello che intende fare il PD se riuscirà a vincere le elezioni sia scritto così piccolo da non essere praticamente leggibile.

I caf genovesi e i sindacati avvertono la popolazione di non affannarsi e di non perdere tempo inutilmente: non c’è nessun modulo per il rimborso dell’Imu, anzi, non esiste la possibilità di un rimborso per l’Imu.

Al fine di evitare perdite di tempo Cgil, Cisl e Uil invitano i cittadini a non recarsi presso le sedi sindacali a seguito del ricevimento di questa lettera contenente un messaggio elettorale.

► Mediobanca calcola il costo delle promesse elettorali

Durissime le reazioni degli altri candidati, tra chi si trattiene da dare giudizi -come Mario Monti- a chi, come Pisapia, dà del bugiardo al Cavaliere e chi, infine, ironizza. Beppe Grillo stigmatizza così l’accaduto:

Mandano biglietti a tutti con la scritta Imu. Poi ci mettono anche un buono per una batteria di pentole e un set di lenzuola, cosa incredibile.