Umberto Cairo e le difficoltà del risanamento di LA7

 Se Telecom Italia ha deciso di cedere l’emittente La7 non lo ha fatto certo per generosità, ma, per usare delle parole molto semplici, per togliersi d’intralcio un’emittente che, nell’ultimo anno, ha costituito una grossa perdita. Chiunque decida di rilevarla, quindi, parte dal presupposto che gli sforzi per tornare a guadagnare potrebbero essere molti e molto duri.

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Ieri la notizia che tra i tre pretendi in gara per aggiudicarsi le trattative in esclusiva ha vinto Cairo Editore, già concessionario pubblicitario dell’emittente televisiva. Cairo ha visto un buon affare -e ieri il suo titolo in borsa ha segnato un +12,6%- ma, visto che La7 solo nello scorso anno ha perso 100 milioni di euro, avrà davvero visto giusto?

Sicuramente Urbano Cairo si è fatto bene i conti in tasca. L’imprenditore possiede una casa editrice e una concessionaria di pubblicità che nel 2012 hanno fatturato, complessivamente, 319 milioni di euro per un guadagno di 18. Sicuramente ottime performance.

Ma poi questi dati vanno anche rapportati a quanto potrebbe costare risanare La7. L’ultimo palinsesto dell’emittente ha avuto un costo pari a 120 milioni di euro e, se non riesce nell’immediato a fare dei tagli, potrebbe portare anche la sua casa editrice sul baratro.

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Si tratta di un circolo vizioso al quale Cairo vorrebbe mettere fine, ma l’esempio dell’ex ad Gianni Stella, che ha cercato di  lanciare nuove trasmissioni in grado di attirare nuovi inserzionisti, non riuscendo a raggiungere, comunque, quel livello di share necessario a rendere fattuale l’intento imprenditoriale, ha portato alla creazione di una voragine nei conti, non sembra essere di buon auspicio.

9 milioni di disoccupati nel 2012, per la CGIL si tratta di un anno nero

 Il Centro Studi della CGIL ha rilasciato i dati sulla disoccupazione italiana nel 2012, dati che hanno immediatamente allarmato Susanna Camusso, il segretario generale del sindacato. 9 milioni di persone in difficoltà, un numero enorme in cui rientrano tutti i senza lavoro, compresi disoccupati, scoraggiati, cassintegrati e lavoratori precari.

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La Camusso lancia così il suo allarme, che si rivolge in prima istanza al problema delle tutele. In questa Italia di tagli, infatti, anche le tutele ai lavoratori spesso finiscono per essere ignorate, quando invece sono essenziali per

la crescita dell’impresa e del Paese. Dobbiamo cercare di ricostruire una capacità di retribuzione del lavoro che permetta alle persone di non sentirsi povere e precarie, ma di essere in grado di progettare la loro vita

Il segretario della CGIL parla di un paese in cui si è dimenticata la relazione fondamentale che esiste tra lavoro e dignità, e il recupero di questa condizione è l’unico modo perché il Paese possa iniziare davvero il percorso verso la ricostruzione di se stesso e di una unità popolare che si sta perdendo.

Il disagio lavorativo colpisce 9 milioni di italiani, tutte persone che vorrebbero lavorare ma che non trovano sbocchi. Solo negli ultimi tre mesi del 2012 sono andati persi quasi 200mila posti di lavoro, con un tasso di disoccupazione che è risalito ai livelli di 14 anni fa.

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Oltre a questo, a rendere ancor più drammatica la situazione il fatto che la progressione nei dodici mesi risulta molto più marcata rispetto alla media europea: circa un quarto dei nuovi disoccupati in Europa nel 2012 è italiano.

In attesa delle elezioni cosa succede a Piazza Affari

 La volatilità del mercato italiano è molto legata alla situazione politica del paese. Basta pensare all’altalena dello spread che ha raggiunto cifre ragguardevoli nell’ultima fase del governo Berlusconi per poi dimezzarsi durante l’anno di riforme portate avanti dal governo Monti.

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Ma si potrebbe fare anche il caso di singoli titoli, come MPS o Finmeccanica dove sono emerse con sempre maggiore evidenza le relazioni tra settore industriale e mondo della politica. Le elezioni nel nostro paese sono talmente cruciali che anche la Germania ha proposto chi “non votare” per evitare la débacle finanziaria.

La Germania chiede di non votare Berlusconi

Per quanto riguarda l’andamento di Piazza Affari, in vista delle elezioni si nota che la maglia nera del listino nostrano è Mediaset che perde il 2,88 per cento, mentre aumenta il valore di altre azioni, come TiMedia che recupera il 5,7%. Su questa performance influisce la notizia relativa alle trattative sulla vendita di La7 dove Telecom ha scelto di privilegiare le avance di Urbano Cairo rispetto alle proposte di Diego Della Valle.

Della Valle non conquista Bernabè

Ad ogni modo, più dei guadagni di TiMedia colpisce il rosso del Biscione, molto bersagliato dalle tensioni elettorali. Mediaset sembra si avvii a chiudere il primo mese in rosso di tutta la sua storia finanziaria.

Perde anche RCS Media Group ma stavolta il calo è contenuto nel -1 per cento.

 

Scegliere tra cedolare secca e remissione in bonis

 La cedolare secca è stata introdotta nel 2011 ma è quest’anno che se ne inizia a parlare con insistenza in prossimità della dichiarazione dei redditi. Ad introdurre questa particolare tipologia dei contratti d’affitto ci ha pensato l’articolo 3 del decreto legislativo numero 23 del 14 marzo 2011.

In pratica si tratta di un’imposta sostitutiva sui redditi che derivano dai contratti di locazione degli immobili ad uno abitativo, non inferiori ai 30 giorni. Se il contratto è di durata inferiore ad un mese, infatti, la legge non ha previsto l’obbligo di registrazione.

 Gli sconti sull’IRPEF dell’affitto degli studenti

La cedolare secca va a sostituire tutte le tasse relative all’affitto della casa, quindi l’IRPEF, gli addizionali, l’imposta di bollo e quella di registro. Se si sceglie di applicare la cedolare secca e il canone libero, allora l’imposta sostitutiva è al 21%, se invece si opta per la cedolare secca e il canone concordato, l’imposta scende al 19 per cento.

 Il regime degli affitti secondo la legge

Se si sceglie di entrare, diciamo così, nel regime della cedolare secca al momento della stipula del contratto, non ci sono problemi ma se la scelta dell’opzione è comunicata tardivamente, bisogna prendere sul serio la remissione in bonis

Si può usufruire di questa specie di “ravvedimento” soltanto se la violazione della normativa non è stata già contestata, se non sono iniziate le verifiche dell’autorità tributaria, se si posseggono i requisiti previsti dalla legge e se i documenti sono presentati entro la presentazione della prima dichiarazione dei redditi utile. La sanzione da versare, ad ogni modo, ammonta a 258 euro.

La Germania chiede di non votare Berlusconi

 Siamo a pochissimi giorni dalle elezioni nel nostro paese e anche la politica europea inizia a chiedersi quale sia il governo tricolore auspicabile per la stabilità del nostro paese. Proprio all’indomani della notizia sul miglioramento del deficit italiano, l’eventualità che torni al governo Berlusconi fa paura, soprattutto alla Germania.

Sono state già diffuse due analisi molto accurate, realizzate da Societé Générale e da Credit Suisse che hanno spiegato il pericolo insito nella votazione del leader del PdL, o comunque nella vittoria di una compagine di destra. Poi l’appello accorato del Ministro degli Esteri tedesco Guido Westerwelle che chiede agli italiani di non scegliere il loro ex presidente del consiglio.

Secondo Barclays i problemi arrivano da Berlusconi

Questo perché con Monti prima e con un governo di centro sinistra o comunque filo europeo, adesso, si potrebbe portare avanti un discorso europeista molto interessante, capace di far brillare di nuovo la stella dell’Italia. Per sottolineare l’importanza del concetto, molti sono quelli che parlando di peggioramento delle condizioni italiane prima ed europee dopo, con il ritorno del Cavaliere in politica.

In Germania tornano a credere nella crescita

I giornali tedeschi replicano l’invito del Ministro degli Esteri, applaudendo agli sforzi pro-europeisti e alle riforme fatte dai governi non guidati da Berlusconi. Questo parere autorevole espresso dalla Germania potrebbe influire decisamente anche sulla considerazione del nostro paese in Europa e quindi sull’andamento delle opzioni binarie riferite all’Italia.

 

La ripresa ci sarà ma alla fine dell’anno

 La crisi del debito in Europa non è acqua passata e quando sembrano finiti gli interrogativi sulle economie maggiormente in difficoltà come l’Italia o la Spagna, è iniziata la tiritera sulla guerra delle valute. La preoccupazione per la perdita di competitività del Vecchio Continente, è stata farcita da una serie di rassicurazioni sull’euro: non ci sarà alcune lotta con dollaro e yen, ogni banca centrale farà quello che ritiene più opportuno per il proprio paese, come da mandato.

Il meccanismo unico di risoluzione della BCE

Ma quando si uscirà da questa fase di debolezza che si riflette nella fragilità dell’economia reale? Il 2013, secondo Mario Draghi, ha messo davanti agli occhi dei cittadini, un quadro più stabile, anche se le sofferenze del settore creditizio diventano sempre più urgenti e sarà necessario trovare una soluzione, in tempi brevi, alla tenuta delle banche rispetto alla lunga recessione.

Draghi parla della debolezza dell’economia reale

L’Europa e ogni singolo paese, è chiamato dunque a fare degli sforzi per uscire dalla crisi e tra le misure più gettonate per spazzare via la recessione ci sono i tagli alla spesa senza un corrispondente aumento delle tasse, un consolidamento finanziario, il ripristino della fiducia nelle banche e la creazione del meccanismo di vigilanza unico per l’UE.

Tutte misure che non si attivano da un giorno all’altro tanto che l’uscita della crisi è stata procrastinata alla fine del 2013.

Scommettere con gli Etf e lo spread

 Elezioni politiche alle porte e tutti si stanno affannando a cercare di capire il sentiment degli elettori per dare una prima risposta alla domanda che tutti si fanno: chi guiderà il nostro governo? Domanda più che legittima che mai come questa volta sembra essere avvolta dalla più completa incertezza.

► I titoli che reggeranno ad ogni possibile esito delle elezioni secondo Banka Akros

C’è poi chi pensa solo alla politica e chi, invece, più lungimirante, pensa anche alle conseguenze che il risultato delle elezioni politiche può portare ai nostri risparmi e ai nostri investimenti. La paura maggiore è che dalle elezioni possa uscire un governo frammentato e quindi debole, sia sul piano interno che su quello estero, che potrebbe portare, nuovamente, a tensioni in borsa, rialzo dell0 spread e volatilità dei rendimenti dei BTp.

Se le grandi banche stanno già provvedendo per essere pronti a tutti gli scenari possibili, anche i piccoli risparmiatori possono farlo aderendo agli EFT, ossia quella particolare categoria di fondi di investimento che replicano l’andamento del Bund e del BTp, giocando quindi sulle oscillazioni dello spread.

► Esito e conseguenze delle elezioni italiane secondo le principali banche di affari

Il gioco è piuttosto semplice: se si pensa che dalle elezioni uscirà un governo forte e apprezzato anche all’estero, che farà scendere lo spread, l’investitore acquisterà allora Etf al rialzo su BTp e al ribasso sul Bund. Al contrario, in caso si ipotizzi una maggioranza frammentata e non apprezzata all’estero -che porterà quindi lo spread  a risalire– si dovranno acquistare Etf al ribasso sul BTp e al rialzo sul Bund.

Facile. Basta fare la scelta giusta.

L’Ilva chiede la cassa integrazione per circa 6.500 dipendenti

L’Ilva segue l’esempio della Fiat di Pomigliano e batte cassa allo Stato. L’azienda di Taranto ha chiesto due anni di cassa integrazione per la ristrutturazione e per circa 6.500 dipendenti. Per attuare gli obblighi di bonifica ambientale, che sono previsti dall’Autorizzazione integrata ambientale, l’azienda e i sindacati hanno quindi comunicato la richiesta di cassa integrazione.

Novità processo Salva-Ilva

I sindacati hanno detto che la cassa integrazione riguarda 957 impiegati della produzione della ghisa, 940 lavoratori dell’acciaieria, 607 che si occupano di tubi e rivestimenti, 1,574 lavoratori della laminazione, 1.249 che fanno parte dei servizi di staff e 1.070 che si occupano di manutenzione. L’azienda ha circa 10.000 impiegati e gli altri 4.000 lavorano nell’area a caldo e dovrebbero continuare a farlo.

Il Governo prova a salvare l’Ilva

La nota dell’Ilva dice: “Il piano di ristrutturazione aziendale presentato dalla società prevede anche la chiusura di alcune linee produttive, in particolare dell’altoforno 1, già chiuso, e dell’altoforno 5. Con tale richiesta, l’azienda conferma l’impegno previsto dall’Autorizzazione integrata ambientale”.

Il segretario generale della Uilm Rocco Palombella ha detto: “Sono numeri drammatici. Adesso si aprirà la trattativa sindacale per attenuare la cifra per la rotazione, la formazione e eventuali contratti di solidarietà. Sono numeri che prevedono per due anni lacrime e sangue ma è anche vero che investimenti per la bonifica significano anche che l’Ilva non chiuderà e quindi tra due anni ci sarà nuovo lavoro”.

L’Istat mostra il calo dell’industria nel 2012

I dati sul 2012 presentati dall’Istat dimostrano come è stato un anno molto negativo per l’industria italiana. Il fatturato è in diminuzione e gli ordini sono crollati rispetto all’anno precedente. Il calo del fatturato dell’industria è stato del 4,3% su base annua. Gli ordini sono invece diminuiti di un livello ancora più alto al 9,8%. Questi sono i dati che mostrano la crisi economica nel nostro paese.

L’inchiesta su Orsi e le caratteristiche di Finmeccanica

L’Istat ha messo in evidenza come a Dicembre si è registrato un dato migliore con una crescita dello 0,8% del fatturato rispetto al mese precedente, ma nel confronto con lo stesso mese dell’anno precedente c’è comunque un calo del 9,2%. Quindi, se c’è ripresa è comunque debole e l’anno è stato negativo per l’industria.

Per quanto riguarda i settori, a Dicembre è aumentato il fatturato del settore che riguarda la fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e apparecchi di misurazione e orologi. Il calo più grande riguarda invece le altre industrie manifatturiere che hanno fatto registrare un calo del 18,7%. Nel settore auto il calo è del 5,8% su base tendenziale e del 16,6% per quanto riguarda gli ordinativi.

Nella parte finale dell’anno scorso gli ordinativi sono calati per quanto riguarda gli esteri con un -2,5% più che gli interni all’1,3%.

L’Istat ha presentato anche i dati sul settore delle costruzioni. La produzione a Dicembre è in aumento rispetto al mese precedente dell’1,6%, ma il confronto con lo stesso mese dell’anno precedente mostra una diminuzione del 18,3%.

Il Cassetto fiscale apre agli studi di settore con una nuova applicazione dedicata alle partite Iva

 E’ la nuova funzionalità del Cassetto Fiscale, lo strumento on line messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate per tutti i contribuenti che permette di conoscere, on-line e in sicurezza, tutte le informazioni sulla propria posizione fiscale, dedicato però solo ai possessori di Partita Iva.

► Dichiarazioni annuali IVA 2013

Le metodologie di accesso sono sempre le stesse (si accede con il codice fornito dall’Agenzia delle Entrate) e tutti coloro che lavorano tramite Partita Iva potranno consultare molte delle informazioni relative agli studi di settore. Al momento le informazioni contenute riguardano solo il periodo di imposta 2010.

Nello specifico, il Cassetto Fiscale permetterà ai possessori di P.I di:

– controllare eventuali anomalie emerse in sede di trasmissione della dichiarazione sulla base dei controlli telematici volti a verificare la coerenza dei dati indicati nel modello Unico 2011 e nel software Gerico 2011;

– ricevere l’eventuale invito a presentare lo studio di settore, nel caso non sia mai stato fatto;

– ricevere comunicazioni delle anomalie presenti nei dati degli studi di settore, che hanno lo scopo di portare a conoscenza del contribuente eventuali possibili irregolarità relative ai dati presenti nei modelli degli studi di settore;

– avere risposte, giustificazioni o chiarimenti inviati, a seguito del ricevimento delle comunicazioni di cui al punto precedente, dal contribuente o dall’intermediario tramite l’apposita procedura informatica resa disponibile dall’Agenzia delle Entrate sul proprio sito.

► Salvati gli archivi cartacei delle fatture dalla telematizzazione

L’accesso a queste informazioni permette ai professionisti di evitare di incorrere in sanzioni per eventuali anomalie e di correggere, ove necessario, dichiarazioni fallaci o non congruenti con la situazione reale.